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Autore: mumu91    05/10/2014    4 recensioni
"Quel profumo, il suo profumo, era rimasto impresso nella sua mente. Sembrava solo ieri l'ultima volta che l'aveva vista, il cuore batteva forte come accadde in quel momento. Lei era lì, bella come il sole, bella come la primavera, bella come un fiore di loto..."
Qualcosa si nasconde nel passato di Ranma, anzi qualcuno. Chi sarà mai?
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le due settimane di attesa erano quasi concluse e Ranma correva per le vie di Nerima cercando un oggetto molto particolare. Lo aveva visto qualche giorno fa, in quel negozietto vicino la scuola, e correva velocemente perché temeva di non trovarlo più.

«Maledizione! Sono già le sei! Quel brutto vecchiaccio di Happosai mi ha fatto perdere tempo e come se non bastasse è riuscito a palparmi di nuovo mentre ero sotto forma di donna! Ah, ma appena riuscirò a beccarlo gliela farò pagare cara! Per ora spero solo di arrivare prima che il negozio chiuda» disse Ranma, tra sé.

Certo che era molto strano, aveva cercato quell’oggetto per tutta la Cina, un anno fa, senza riuscire a trovarlo ed ora lo aveva trovato a due passi da casa. Beh, meglio così!, pensò.
 
*****
 
«Benvenuto da Sōshingu, il bazar delle antichità. In cosa posso esserle utile, bel giovanotto?» disse la vecchia proprietaria del negozio.

«Salve, cercavo un oggetto particolare. È un ciondolo con una pietra preziosa, credo di averlo visto nella sua vetrina qualche giorno fa…»

«Uhm… Beh, figliolo, abbiamo tanti ciondoli con pietre preziose. Vediamo…» disse la vecchietta, avvicinandosi alla vetrina dei gioielli. Iniziò a descrivere al ragazzo ognuno di quei monili, indicandoli in successione mentre ne spiegava la storia: «Dunque… C’è il ciondolo di giada bianca con inciso il Mon della famiglia Tokugawa… Oppure il ciondolo di ossidiana appartenuto alla imperatrice Suiko – anche se, in realtà, questo è solo un frammento della collana originaria, andata perduta dopo la sua morte, nel 628… Poi c’è anche il…»

Ma Ranma non stava ascoltando la donna. Scrutando ogni angolo della vetrina, vide un oggetto quasi del tutto nascosto da un cuscinetto rivestito di stoffa damascata. Si avvicinò per osservarlo meglio ed esclamò: «È questo! È proprio quello che stavo cercando!»

La donna osservò il punto indicatole dal ragazzo.

«Questo? Sei sicuro?»
«Si, assolutamente»
«Come mai vuoi proprio questo? Come ti dicevo, abbiamo tanti altri ciondoli in negozio, molto simili a questo, che…»
«Voglio questo, non un ciondolo simile. È importante che sia proprio questo qui» rispose il ragazzo con un’espressione decisa.
«Figliolo, tu desideri così tanto questo oggetto perché conosci il suo significato, non è vero?»

Ranma non rispose. Si, conosco il suo significato, pensava, per questo non accetterò un altro ciondolo.

La donna osservava il ragazzo con preoccupazione. Non voleva dargli quell’oggetto, era troppo pericoloso. Il suo precedente proprietario glielo aveva venduto con la speranza che lei riuscisse a togliere la maledizione che portava con sé. Purtroppo, io non ci sono riuscita… Ma se questo ragazzo è così determinato ad averlo, allora… Forse sa come purificarlo… Posso provare a fidarmi di lui, pensava la donna.

«Beh… Va bene, se lo desideri così tanto è tuo» gli disse infine, aprendo la vetrina

Prese l’oggetto indicatole, lo pose dentro un elegante cofanetto di legno e lo consegnò al ragazzo.

«Quanto le devo?»
«Niente, figliolo. Visto che ci tieni così tanto ad averlo, voglio fartene dono»
«Davvero?? Grazie!» disse Ranma, sorridendo.

Quando vide uscire il ragazzo dal negozio, un pensiero attraversò la mente dell’anziana donna: Spero solo che sappia ciò che sta facendo.
 
*****
 
Non ho ancora sentito Sayuri, chissà se lei ha già completato la ricerca di Biologia. Una pensierosa Akane saliva le scale di casa per raggiungere la sua camera; si avvicinava la fine del semestre e la quantità dei compiti da fare si era moltiplicata. Magari potrei chiedere a Ranma di fare la ricerca con me, sono sicura che lui non abbia ancora finito di studiare… Anzi, forse non ha ancora iniziato.

Raggiunta la camera dei Saotome, Akane trovò il fusuma socchiuso; la stanza era vuota e, tramite quello spiraglio, riusciva a vederne l’interno: un oggetto in particolare attirò la sua attenzione.

«La lettera…» sussurrò.

La curiosità di scoprire il contenuto di quella busta era forte, il suo fidanzato si comportava stranamente a causa di ciò che era scritto lì dentro. Ma se Ranma avesse saputo che lei si era messa a curiosare tra le sue cose, di certo si sarebbe arrabbiato.

«Uhm… Non c’è nessuno…» si disse, guardandosi attorno, «Una sbirciatina potrei anche dargliela»

Silenziosamente, entrò nella camera e molto cautamente si avvicinò al mobiletto sotto la finestra dove era poggiata la lettera, schivando una serie di cianfrusaglie sparse sul pavimento che, molto probabilmente, appartenevano al signor Genma.

Prese la lettera tra le mani. Sul retro si leggeva Ranma, scritto con una calligrafia impeccabile ed elegante. Non si leggeva l’indirizzo di casa Tendo, quindi molto probabilmente era stata consegnata a mano… Ma no, non era possibile. Kasumi aveva ricevuto la lettera tramite il signor Oota, era un’ipotesi da escludere... A meno che, il postino non fosse d’accordo con il mittente della lettera! Un alone di mistero avvolgeva tutta la vicenda. Ma perché? Cosa stava nascondendo il suo Ranma?

Girò la busta per leggere il nome del mittente… Ma il nome non c’era.

Al suo posto, una frase: “Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne; ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit, bien plus haut que le jour, dans l'éblouissante clarté de leur premier amour”.

Cosa?

Akane non conosceva il francese, ma una parola in quella frase era facilmente riconoscibile. L’aveva vista un po’ dappertutto: nelle scatole di cioccolatini, nei peluches che si regalano per San Valentino e persino in alcuni completini intimi o anche nei pigiami, a volte, si riusciva a leggerla… Ed il significato era uno solo… Amore.

Che significa questa frase? Cosa sta succedendo?

In preda alla curiosità, si fece forza ed aprì la busta. Una volta estratta la lettera, iniziò a leggere avidamente ogni parola:
 

 
“Caro Ranma,
Ti ringrazio per la tua ultima lettera.
Finalmente sono tornata in Giappone! Ma, purtroppo, non possiamo ancora vederci.
Per il momento, sono impegnata al tempio e ti chiedo di non farti vedere prima di due settimane.
Ti prego di non insistere, altrimenti non mi sarà concesso rivederti.

È passato tanto tempo dall'ultima volta che siamo stati insieme...
Spero che tu stia bene. Mi manchi...”
 

Anche qui non c’erano nomi.
Akane rimase per qualche secondo in silenzio, in ginocchio davanti la finestra, con lo sguardo rivolto verso il basso. La sua mente vagava, cercando di capire quella strana situazione. Il suo Ranma, allora, non l’amava? Amava un’altra donna? O forse quella che teneva in mano era una lettera dell’ennesima corteggiatrice – o fidanzata – ossessionata dalla figura del ragazzo?... No, se fosse stata una semplice corteggiatrice-scocciatrice, Ranma avrebbe strappato la lettera, come faceva sempre; la busta ed il suo contenuto, però, erano in perfette condizioni. Ma allora…

Devo saperne di più, pensò Akane, cercando di trattenere le lacrime; in fondo, non sapeva ancora con esattezza cosa stesse succedendo e non voleva saltare a conclusioni affrettate, non questa volta.

Posò la lettera dove l’aveva trovata e, sempre con molta cautela, uscì dalla stanza. Voleva indagare, ma aveva bisogno di sapere una cosa…

«Kasumi!» urlò Akane, scendendo di corsa le scale. «Oh, eccoti qui!» disse poi, entrando in cucina, «Kasumi, tu per caso sai dove abita il signor Oota?»
«Eh?» rispose la sorella, posando sul tavolo i piatti che aveva appena finito di lavare.
 
*****
 
Era appena arrivato davanti il portone dei Tendo, quando vide uscire una frettolosa Akane.

«Hey, Akane! Quanto tempo che non ci si ved…»
«Scusami, Ryoga! Vado di fretta!» rispose la ragazza, poco prima di svoltare l’angolo e scomparire davanti gli occhi del ragazzo.

Ryoga rimase immobile. Fissava il punto in cui aveva perso di vista la ragazza che amava e si chiedeva se lei non lo stesse per caso evitando. Aveva affrontato l’ennesimo viaggio per cercare di rivederla, attraversando le coste delle isole Ōsumi, nella prefettura di Kagoshima, fino a raggiungere il Monte Aso sull’isola di Kyūshū, e al suo ritorno non si aspettava di essere ignorato così. Sospirò, rassegnato. Per quanto provasse ad avvicinarsi a lei, Akane era sempre troppo distante da lui; fisicamente ed emotivamente.

«Cosa stai guardando, P-Chan?» disse Ranma, scendendo dal tetto del vicino; quella era una delle sue scorciatoie preferite. Poi, indicando la scatola che l’amico teneva in mano, chiese: «Non saranno mica Akumaki, quei dolci lì??».
 
*****
 
«E quindi ti ha mollato? Ma dici sul serio? Sembrava davvero innamorata di te! Ma come mai Akari ha deciso di lasciarti, scusa? Non eri il ragazzo/maiale perfetto per lei?»
«Evidentemente no… Ha trovato di meglio, a quanto pare… Mi ha scritto che ha conosciuto un allevatore di maiali con la quale riesce ad avere una bella sintonia e che, se volevo, potevo aspirare solo ad una semplice amicizia… Beh, le parole non erano esattamente queste, ma il senso della lettera si…»

I due ragazzi erano seduti attorno al tavolo del salone principale, il suono del fūrin era attutito dalla voce di un gruppetto di bambini che, approfittando della frescura pomeridiana, giocava a pallone nella strada dietro il Dojo. In lontananza, una radio trasmetteva canzoni giapponesi degli anni ’70 e, tutt’intorno, aleggiava un delizioso profumo di lavanda e gelsomino.

«Fammi capire: tu non hai intenzione di combattere per difendere il tuo amore?» chiese Ranma.
«Quello che provo per Akari non è amore, ma solo un profondo affetto… Era destino che andasse così. Con lei le cose non sono mai state facili sin dal primo momento; troppi problemi, troppe incomprensioni… Avevo anche conosciuto la sua famiglia, sai?»
«Davvero?? Ma allora era una storia seria!»
«Lo pensavo anche io» disse Ryoga, sospirando, «Fino a quando suo cugino Kotaro non mi ha buttato in acqua durante l’unica uscita al lago con l’intera famiglia Unryu… Non ho potuto evitare di trasformarmi davanti a tutta quella gente… Quando hanno scoperto il mio segreto, si sono subito riuniti tra loro per decidere della mia sorte. Il matrimonio con Akari era da escludere a priori, perché, come disse la venerabile nonnina: “La nostra famiglia lavora con i maiali, ma non mischia ad essi il suo sangue”. Avrei potuto scegliere solo due vie: diventare un loro maialino da sumo, oppure finire appeso come un salame – letteralmente –. Così ho scelto la terza opzione…»
«La fuga?»
«La fuga»
«Mi spiace tanto per te, amico»
«Già… Lei non mi ha mai perdonato per questo…»
«Che peccato, ti eri davvero impegnato in questa relazione… Prima la lotta con Katsunishiki, poi hai esposto il tuo punto debole – la maledizione – rischiando tutto… Sei anche riuscito ad avere qualche appuntamento con lei, anche se hai rischiato – come al solito – di non trovare la tua dolce compagna…»
«Si, beh… Non voglio pensarci… È ancora recente la rottura, fa male parlarne…»
«… Certo, ti ho aiutato spesso a ritrovarla quando la perdevi di vista, ma avevi fatto passi da gigante! Quando c’era lei di mezzo, il tuo senso dell’orientamento non faceva poi così tanto schifo! E poi ti riempiva sempre di regali e attenzioni, il suo nuovo ragazzo sarà di certo fortunato ad aver…»
«MA LA VUOI FINIRE??? COSA CREDI, CHE ABBIA IL CUORE DI PIETRA???» disse Ryoga, esasperato, dopo aver dato un pugno in testa all’amico.

Perché doveva infierire, quell’idiota? Era abbastanza dolorosa, la sua vita, senza che Ranma glielo ricordasse continuamente. Prese un profondo respiro e sorseggiò il tè che, precedentemente, Kasumi aveva offerto ai due ragazzi.

«Pazienza…» disse poi, «Vorrà dire che tornerò a fare la corte solo ad Akane»
«Rassegnati, P-Chan» disse Ranma, sogghignando, «Ormai Akane ha deciso, ha scelto il sottoscritto come suo compagno… E non puoi biasimarla, aveva a disposizione il meglio e ha scelto il meglio!» concluse poi, addentando fieramente uno degli Akumaki portati dall’amico.
«Prima di tutto, smettila di chiamarmi P-Chan!» sbottò Ryoga, sbattendo la tazza del tè sul tavolo, «E poi finiscila con questa farsa! Akane ha scelto te solo perché non ha ancora capito di amarmi! Riuscirò a conquistarla, un giorno, e allora vedrai! Saremo felici insieme… Io farò in modo che la sua vita sia un sogno senza fine!» aggiunse poi con aria sognante.
«Ah, beh, se ne sei convinto… Fa pure, dichiarati ad Akane. Ma se anche dovesse accettare il tuo amore, non so se riuscirebbe ad accettare il fatto di aver dormito con te, inconsapevolmente, per tutto questo tempo. In effetti, penso proprio che non la passeresti liscia, P-Chan». E, detto questo, scoppiò in una sonora risata.

Quel Ryoga! Era veramente convinto che la sua Akane potesse innamorarsi di lui? Che illuso!

«Ridi pure, ma un giorno la fortuna mi verrà incontro» disse, poco convinto, Ryoga.

Negli ultimi anni ne aveva passate tante, la sfortuna e la tristezza erano diventate due fedeli compagne di viaggio. E pensare che tutto era cominciato quando… Quando? Ormai non lo ricordava più. Ma una cosa era certa: Ranma c’entrava sin da principio. Era colpa sua se la vita gli aveva giocato questo tiro mancino, se aveva avuto solo qualche sospiro di gioia seguito, puntualmente, da un vortice di delusioni. Però non ricordava perché… Perché era colpa di Ranma? Cosa aveva fatto?

Abbassò lo sguardo e con la coda dell’occhio vide che, poggiato sul tavolo, c’era un cofanetto di legno scuro con delle eleganti decorazioni in oro. Cercò di prenderlo per osservarlo da vicino, ma Ranma gli bloccò la mano.

«Questo non devi toccarlo». La voce di Ranma si fece improvvisamente seria.
«Cosa nascondi dentro quel cofanetto? Deve essere qualcosa di veramente importante, data la tua reazione» disse sogghignando Ryoga.
«Non c’è niente là dentro»
«Ah, davvero? Allora non ti disturberà mostrarmi questo niente»

La mano di Ranma si strinse ancora di più al polso dell’amico.

«Non scherzo, Ryoga. Non toccarlo»

Quando era serio, Ranma faceva paura. Per questo motivo, Ryoga smise di stuzzicare l’amico; Ranma, a sua volta, lasciò il polso di Ryoga e prese in mano il cofanetto di legno.

«Se quest’oggetto suscita una reazione così esagerata, deve essere proprio importante. Appartiene a te, oppure è un regalo per qualcuno?»
«Come mai ti interessa saperlo?»
«Beh, sono curioso di sapere perché l’idea che qualcuno tocchi quel cofanetto così piccolo possa farti innervosire così tanto. Solitamente fai il misterioso per nulla, ma credo che stavolta non sia così. Quell’oggetto è più importante di quanto non sembri, vero? E inoltre sono certo che non sia tuo… Sicuramente, è un regalo per qualcuno a cui tieni molto»
«Complimenti, Ryoga! Ogni tanto alleni anche il cervello, oltre che i muscoli! Dimmi, da quando sei diventato così perspicace? Sei caduto per caso nella sorgente maledetta in cui annegò una scimmia? In quanto ad intelligenza, quello è per certo un animale con il cervello più avanzato del tuo»
«Perché ti scaldi tanto? Se è un regalo per Akane, sta tranquillo che non lo toccherò. Però non l’avrei mai detto che anche tu adesso ti fossi messo a farle regali; hai finalmente capito come si comporta un bravo fidanzato?».

Ranma restò in silenzio, guardando il cofanetto nelle sue mani. Poteva dirglielo, oppure no? Considerava Ryoga il suo migliore amico, nonostante tutto… Però temeva una reazione esagerata da parte sua; magari avrebbe detto tutto ad Akane e lei, sicuramente, avrebbe frainteso tutta la vicenda. Che fare?

Vedendo l’amico in silenzio, Ryoga cercò di concludere la discussione:

«Va bene, ho capito. Non ti va di parlare stasera. Sei davvero strano, lo sai?»
«Questo regalo non è per Akane» disse Ranma, tutto d’un fiato.
«No?... Allora per chi è?»

Che faccio? Glielo dico o no?... Ormai sono in ballo, credo che convenga confessare tutto. O forse è meglio se faccio finta di niente? Forse, se sto in silenzio, si dimenticherà quello che ho detto… Ma che sto dicendo?? Glielo devo dire… Oppure no??
Nella mente del ragazzo codinato l’indecisione regnava sovrana.

«Cosa stai nascondendo, Ranma?»


 


 
Rieccoci qua!
Siamo giunti finalmente al secondo capitolo! Ci sono altri misteri all'orizzonte? Ma certo che si!
Chissà perché quel ciondolo è così importante... Ed inoltre, chi sarà questa misteriosa figura? E cosa vuole da Ranma?

Grazie alla mia immensa pignoleria, sto cercando di far incastrare i pezzi di questo puzzle nel modo più adatto, non si lascia niente al caso!
A partire dai riferimenti geografici (Grazie, zio Maps!), continuando per i cenni storici,
sto anche cercando di inserire in questa storia quanti più dettagli possibili della cultura giapponese.
Purtroppo, non ho ancora grandi conoscenze su questo mondo, quindi ogni consiglio o correzione e ben accetta e, soprattutto, incoraggiata! ;)

Il prossimo capitolo arriverà presto, connessione internet permettendo...
Grazie a tutti per le recensioni positive, sono contenta di essere riuscita ad incuriosirvi!
Ci leggiamo presto! 




 
  
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