Nous, qui sommes seulement des feux
Noi,
che siamo solamente due fuochi
Il
n'est
plus de feu pour me faire croire à la tendresse.
Antoine de Saint-Exupéry
…Siamo
pazzi, completamente pazzi a pensare di poter
cambiare il mondo, ma se tanto mi da tanto lo sarò
anch’io, insieme a te in
questo folle giro…
Sono
stata una sciocca.
Da
bambina ancora non capivo bene cosa fosse davvero
l’alchimia, quali pericoli celasse dietro la più
semplice trasmutazione di un
cagnolino di legno, di un fiore.
Per
me era quasi una magia che ammiravo con gli occhi
spalancati per lo stupore.
Anni
dopo però feci i conti con la realtà.
La
materia è unica e sempre in circolo.
Si
può plasmarla, trasmutarla ma non crearla. Questo
andrebbe contro ogni legge naturale.
Ma
chi non ha mai sognato di fare di più servendosi di
quest’arte, complessa e oscura? Io stessa mi rivedo
impaziente all’età di sei
anni di riabbracciare quell’uomo che ancora chiamavo padre
dopo l’ennesimo
pomeriggio passato fra le carte dello studio.
Gli
tesi le mani un ultima volta, quel
giorno, e lui mi strinse vedendomi dopo tanto tempo. Forte,
sempre più forte.
Piansi
di felicità, ma non avevo ancora capito che con
quell’abbraccio avevo appena firmato la mia condanna.
“Aiuterai
il papà, vero?” la voce era dolce come non lo
era stata da tempo, forse un po’ roca, diversa.
“S-sì
papà, certo” tentennai solo un attimo ma non mi
tirai indietro.
“Brava
bambina”
Mi accarezzò la testa e scomparve in fondo al corridoio.
Fu solo colpa mia, desideravo solo essergli utile, volevo capirlo anche quando non fu più possibile, volevo essere amata, anche solo un po’.
Fu per causa mia che la guerra entrò definitivamente nella
tua
vita e si impresse nella tua pelle come fuoco ardente, lasciando una
cicatrice
troppo profonda e per essere cancellata.
Non si dimentica mai la sofferenza, l’orrore.
Si
può
fingere di essere indifferenti, di aver lasciato tutto dietro ma
riaffiora
sempre prima o poi. Non lascia scampo.
Io
bevvi ogni tua parola e credei cieca alla speranza
di fare qualcosa di buono dell’eredità di
quell’uomo stolto, ormai morto, il
suo fantasma non avrebbe mancato di tormentarmi ancora nei miei incubi.
Ero
certa che tu fossi la persona giusta, lo sentivo
con ogni minuscola fibra del mio corpo, ed ero impaziente di
dimostrarti quanto
fossi importante per te, perché tu non mi dimenticassi,
perché tu non mi
lasciassi sola.
Fui
egoista, ti seguii, perché avevo bisogno di te, ne
avevo bisogno soprattutto per me, e tu eri tutto quello che mi era
rimasto, eri
il mio intero mondo. Lo sei ancora.
Mi nutrii del tuo sogno e ti seguii laggiù dove l’inferno ci accolse a braccia aperte strappandoci tutto giorno dopo giorno.
Per
molti anni non conoscemmo altro che la morte.
Nda.
Ok
so che dovrei studiare, lo so ma non potevo
lasciarmi scappare quest’idea che mi tormenta ormai da
qualche giorno.
Come
avrete ben capito è Riza a parlare e prossimamente
ci sarà anche Roy e poi vedremo come interagiranno.
Riusciranno a risolvere i
loro problemi personali? Mi piacerebbe inserire anche qualche episodio
legato
alla loro infanzia.
Pubblico
oggi ma in realtà l’inizio di questa ff risale
a qualche mese fa quando buttai giù le prime righe.
Nata
come one shot ho deciso di continuare a scriverla
in capitoletti molto brevi, che in questo periodo veramente pieno,
(sono
tornata a casa solo da qualche giorno e le cose da fare si
moltiplicano) sono
di certo più facili da gestire e potrò
così aggiornare più spesso :3.
Dedico
la ff a Narclinghe perché le avevo promesso che avrei scritto ancora su questi due
scemotti ed eccomi qua e izzie_sadaharu per le sua bellissime
recensioni :*
Windancer