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Autore: Sakura3    08/10/2014    12 recensioni
"Sono passati tre anni dagli avvenimenti di Allegiant, e quando Tobias Eaton era ormai convinto di essersi lasciato tutto alle spalle, ecco che il passato bussa nuovamente alla sua porta."
Questa fan fiction è stata scritta da me, una fan che come molti di voi, non si è rassegnata al finale di Allegiant e immagina ancora un futuro per Tris e Tobias.
Non sarà tutto semplice e i due dovranno affrontare molte difficoltà: riusciranno a superare tutto e a ritrovarsi? Sarà il loro amore così forte da superare anche l'ennesima difficoltà?
Confesso che sono un po' agitata perchè è la mia prima fan fiction e non ho mai pubblicato niente prima. Spero vi possa piacere e lasciate recensioni: siate liberi di dirmi tutto, per migliorare me stessa e la storia :)
Enjoy!
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 18
Premessa: ormai sta diventando quasi abituale e scontato, ma chiedo davvero scusa a tutti per l'enorme ritardo con cui sta uscendo questo capitolo e per la lentezza con cui va avanti la storia.
Purtroppo ho trascorso un mese difficile, ho avuto mille pensieri per la testa e c'è stato un momento in cui ho pensanto di abbandonare la storia.
Ma poi sono entrata nuovamente su efp e ho visto tutti vostri messaggi e le recensioni, le parole che mi avete lasciato e i vostri complimenti.
Senza saperlo mi avete dato la forza e il coraggio necessari per andare avanti.
Il mio grazie non è riferito solo ai vostri commenti, ma a tutto il sostegno che mi avete dato e che continuate a darmi.
Questa storia è per voi ma siete voi che le state permettendo di andare avanti.
Grazie di cuore.


P.s Risponderò a tutti voi al più presto.
Per ringraziarvi del sostegno questa settimana ci sarà un'uscita....DOPPIA.
Perciò avrete prestissimo un altro capitolo :)
E come sempre aspetto le vostre recensioni e i vostri pareri.
Un abbraccio :)










TRIS


I raggi del sole filtrano dalla finestra e inondando di calore tutta la stanza.
Luminosi e caldi, tingono d'arancio ogni cosa: come se fosse una bella giornata in piena estate e non una mattinata d'autunno.
Mi sento pervasa da quel calore e lo sento in ogni parte di me.
O forse è la stanza che rispecchia il mio stato d'animo.
Calore.
In questi tre anni ho sempre vissuto per conto mio, lottando contro tutti e cercando di non affezionarmi mai a nessuno.
Non ho mai saputo cosa volesse dire ricevere un po' d'amore e di calore da qualcuno: mi sono sempre chiesta come fosse riceve un gesto d'affetto, anche una semplice carezza.
Non ho mai avuto niente di tutto ciò.....fino ad ora.
Ora so che una carezza può essere così piccola e apparentemente insignificante, ma in realtà lascia un'impronta indelebile.
Come un cucciolo appena nato: leggera, delicata e...calda.
Mi sembra quasi di sentire ancora la mano di Tobias sulla mia guancia, di sentire le sue dita ruvide e forti toccarmi con una delicatezza quasi surreale.
Sento ancora le parole che mi ha detto la scorsa notte, e probabilmente continuerei a sentirle anche in mezzo al baccano più infernale.
Continuerei ad averle stampate davanti ai miei occhi.
Dopo la sua dichiarazione siamo stati interrotti da Miles affinchè Tobias si preparasse per l'interrogatorio di Peter.
Mi ha accompagnata sino alla porta della mia stanza e, prima di andarsene, mi ha detto solo:
"Non voglio che tu mi risponda ora, ma almeno sai ciò che provo per te e che non sono disposto a lasciarti andare tra le braccia di un altro così facilmente".
Sono contenta di aver avuto la possibilità di chiarire con lui tutte le questioni in sospeso che avevamo, ma quelle parole continuano a venirmi in mente.
Non sono stata in grado di prendere sonno, pensando a tutto quello che ci siamo detti e a quello che io avrei potuto dirgli.
Ma in fondo: cosa avrei potuto dirgli, concretamente?
Non so nemmeno io cosa provo.
E' tutto talmente nuovo per me: questi sentimenti, questa strana sensazione di vulnerabilità  e di protezione allo stesso tempo che provo quando sono accanto a lui.
Si tratta solo di una sensazione passeggera? O sto iniziando a provare davvero qualcosa per lui?
E io sono davvero sicura di volermi mettere in gioco per qualcuno?
Correre il rischio di perdere di vista il mio nemico per colpa di questi sentimenti?
Proprio quando sento di essere sul punto di esplodere, sento bussare alla porta:
"Tris, sei sveglia?
Alzati pelandrona, sta per iniziare l'interrogatorio di Peter e tu devi essere presente.
O meglio, entrambe.
E se non ti dai una mossa arriveremo in ritardo".

Tiro un sospiro di sollievo e ringrazio mentalmente Christina per avermi salvato dal turbine dei miei pensieri.


                                              ***



TOBIAS


Sento il sapore amaro della bile e  un nodo alla bocca dello stomaco mi provoca un senso di nausea.
Peter è davanti a me, all'altro capo del tavolo.
Siamo in quello che fino a due giorni fa era un semplice sgabuzzino per gli attrezzi utili all'allenamento delle matricole al Dipartimento, e che in pochi giorni è diventato una sala per gli interrogatori.
Evito di guardare in direzione della parete di fronte a me, proprio alle spalle del mio ex compagno tra gli Intrepidi: so che due occhi blu ricambierebbero il mio sguardo.
Una parete con un vetro oscurato infatti mi separa da Tris.
Le è stato proibito di partecipare fisicamente: per quanto ne sappiamo il Reggimento sa che sono nostri prigionieri ma non sa che sono delle spie infiltralate.
Peter potrebbe averla già vista e quindi riconoscerla, lo stesso vale per Phil, e questo potrebbe essere dannoso, soprattutto per noi.
Ma non ha desistito facilmente, sostenendo di essere l'unica a potergli estrapolare le informazioni necessarie sul nostro nemico: alla fine ha raggiunto un compromesso con Sondra, rinunciando a partecipare fisicamente ma ottenendo il permesso di poter assistere, anche se in incognito.
E così Tris, Phil, Christina e gli altri ascoltano il tutto in una saletta qua accanto, mentre io e Miles facciamo da scorta a Sondra durante l'interrogatorio.
"Iniziamo con domande semplici: come ti chiami e da dove vieni."
Peter si limita a farle un sorrisetto di scherno.
"Ripeto: nome e luogo di provenienza."
"Perchè non mi chiede chiaro e tondo cosa vuole sapere.
Almeno evitiamo questa commediola."
Peter è proteso in avanti, i gomiti sul tavolo, calmo e beffardo.
Lancio uno sguardo a Miles che ricambia all'istante: siamo entrambi in allerta.
Sondra non si scompone e con calma assoluta ribatte:
"Perfetto, penso che sia un vantaggio e un bene per entrambi.
Immagino anche che non ti offenderai se ti do del tu.
Perchè combatti con i ribelli?".
"Perchè combatto per aiutare gli oppressi come me, per vendicare tutto ciò che mi avete tolto."
Sondra scuote la testa.
"Non siamo noi il nemico, noi non opprimiamo nessuno, anzi, cerchiamo di garantire la sicurezza dei più deboli.
Non so cosa ti sia successo, ma noi non ne siamo i responsabili."
Peter  si appoggia allo schienale della sedia, roteando gli occhi  e sbuffando.
"Già, già, le solite storie.
Voi siete i buoni, i paladini della legge.
Siete innocenti e senza colpa.
Avete veramente una gran faccia tosta."
"Non ho detto che siamo senza colpa, solo non siamo quel mostro che ti hanno fatto credere.
Questa è la semplice verità..

Conosci solo una versione della storia, permettimi di raccontarti la nostra."
"Non ne ho bisogno. La versione che so io è più che sufficiente.
Da gente come voi mi aspetto di tutto.
Sapevo che avreste tirato fuori la storia dei poveri incompresi,
 mi aveva detto di stare in guardia.
Mi aveva detto che vi sareste comportati così."

Colgo un lampo negli occhi di Sondra: è arrivata al punto che desiderava e lui c'è cascato senza nemmeno accorgersene.
"Cosa ti ha detto questa persona di preciso?"
Quando Peter parla, un brivido mi corre lungo la schiena.
La sua voce è roca, profonda, una voce che non gli appartiene.
Ma è il suo sguardo a preoccuparmi.
Ha gli occhi sgranati, ma vuoti e assolutamente inespressivi.
Il volto che fino ad un attimo fa era beffardo, ora è totalmente inespressivo.
"Oh, un sacco di cose che tu nemmeno immagini.
Mi ha finalmente aperto gli occhi, su tante cose che ignoravo.
Su come va il mondo, su chi realmente siete voi."

"Si tratta di un uomo o di una donna?
Presumo che l'abbia visto almeno una volta per averti detto così tante cose."

"Uomo, donna, che differenza fa.
Non mi dire che discrimini le persone in base al sesso.
Se devo essere sincero però non mi sorprenderebbe."
Sondra è imperscrutabile, seria e concentrata sul suo obiettivo, come un predatore che prepara la trappola per la sua preda.
"No, non è interessante, hai ragione.
Ma mi piacerebbe sapere almeno com'è.
Una persona così brillante e saggia deve avere le idee chiare su ciò che vuole."
Ed è in quel momento che la preda cade nella trappola.
Peter scoppia in una risata cavernosa e sguaiata, gli occhi sempre più vitrei e iniettati di sangue.
Lo guardo e rimango quasi paralizzato per lasua rezione.
L'unica cosa che riesco a pensare è: che gli hanno fatto?
Non mi aspettavo di incontrare il vecchio Peter, ma questo va oltre ogni immaginazione.
In quel momento mi rendo conto di essere stato talmente preoccupato per Tris e per l'interrogatorio in sè che non ho prestato attenzione a lui.
Non l'ho osservato.
Mi rendo conto solo ora delle cicatrici sul collo e dei tagli nei suoi polsi, delle dita ferite e di quanto sia pallido.
Come se non avessi più davanti a me una persona, ma un cadavere.
Un morto. Una marionetta.
Mi sento montare dentro la rabbia e la frustrazione. Come può il Reggimento fare una cosa simile?
Trasformare le persone in degli esseri privi di volontà, annullarli al punto da poter essere usati e comandati a piacimento.
La voce di Peter è ormai completamente trasfigurata dalla pazzia.
"Oh sì sì, le ha eccome.
E sono brillanti...giuste.
Noi vogliamo ridare un po' di giustizia a tutte quelle persone a cui l'avete tolta per così tanto tempo.
Noi combattiamo per tutti, indistintamente dalla loro classe sociale, dal sesso, da tutto.
Mentre voi brancolate nel buio.
Combattete per voi stessi, per salvarvi da qualcuno che voi stessi avete creato.
Se fare giustizia vuol dire combattere, combatteremo.
E se dobbiamo uccidere, uccideremo.
E i primi a soccombere saranno... i traditori."

E senza nessun preavviso, in pieno delirio, lancia il tavolo su Sondra e si scaraventa sul vetro oscurato, nel punto in cui dovrebbe esserci Tris.


                                                ***




  
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