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Autore: Fantasy25    09/10/2014    4 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo che vede quello che gli altri non vedono e vive in una casa popolata da demoni.
Vi attendono brividi, avventura e risate che incorniciano la grande amicizia di due piccoli eroi, la loro vita di tutti i giorni e gli inaspettati pericoli in cui vanno sempre a cacciarsi.
Inuyasha e Kagome, che da estranei diventeranno inseparabili, si inoltreranno in un mondo sconosciuto e invisibile agli umani... un mondo fatto di demoni e fantasmi.
Siete pronti per immergevi nelle avventure di questa strana coppia?
[STORIA MOMENTANEAMENTE BLOCCATA]
Genere: Avventura, Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kirara, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tokyo, una di quelle città che non si fermano mai.
La vita va talmente in fretta che anche il tempo è eternamente in ritardo.
Ma se tutta la gente provasse a rallentare il passo scoprirebbe quello che passa inosservato... un altro mondo fatto di cose strane e preziose.
C’è un piccolo quartiere che al tramonto scompare nell’ombra lunga dei grattacieli: Shigai.
Molti secoli fa la città, ancora giovane, era raccolta nei suoi confini fioriti.
Ma il passato non svanisce mai veramente.
Restano le storie, i ricordi... e i demoni di un passato ormai lontano.
 
 
Capitolo 1
Incontro
 
La casa era sommersa da scatoloni di ogni forma e misura, imballati singolarmente con cura.
La giovane donna si mise le mani sui fianchi e ordinò ai due dipendenti della ditta di traslochi di rimuovere un grande dipinto dalla parete del salotto.
“Tesoro, perché dovremmo spostare quel dipinto dal muro? A me piace!” esclamò Hachiro, cingendo per la vita sua moglie, che portava in grembo il suo secondo figlio.
“Amore mio, cerco solo di infondere eleganza alla nostra nuova casa! Dimentichi che qui ora abita una persona importante...” disse lei sorridendo e posandogli un bacio sulle labbra.
“Parli di me o è un modo per dirmi che hai affittato una stanza a qualcuno?” fece lui con un mezzo sorriso, liberandola dalla presa per infilarsi la giacca.
“Sei il solito idiota...” sbuffò Noriko annoiata, sistemando con mani abili la cravatta al marito.
“E tu la solita esagerata! Non c’è nulla di importante nel dirigere un supermercato!” ribatté il marito.
“Emh...” li interruppe uno degli uomini della ditta “Questo dove lo mettiamo?” disse indicando con un cenno della testa il pesante quadro.
“Oh scusate! Bhè, se a Hachiro piace tanto lasciatelo pure lì.” concesse la donna accarezzandosi il ventre.
“Tu piuttosto” riprese poi rivolta al marito “fuori di qui! Sei già in ritardo!”
“A dopo Noriko!” esclamò dandole un bacio su una guancia e lanciandosi fuori dalla porta, agguantando in fretta le chiavi dell’auto.
La donna scosse la testa sconsolata, poi si voltò verso i due uomini che si stavano riposando appoggiati alle pareti.
“Bene bene... diamoci da fare!” sorrise battendo le mani.
 
Circa due ore dopo suonò il campanello.
“Kagome, vai tu?” chiese la donna, impegnata a trasportare uno scatolone di oggetti fragili. Detestava sentirsi inutile e non si dava pace, anche nella sua condizione avanzata di gravidanza.
Kagome sollevò lentamente la testa dal fumetto, annoiata, mentre il suo gatto Buyo continuava a strusciarsi insistentemente sui suoi piedi.
Il campanello suonò nuovamente.
“Arrivo!” urlò la ragazza percorrendo lo stretto corridoio, seguita dalla sua grassa palla di pelo.
I capelli neri e mossi le scendevano lunghi fino alla vita e portava una maglietta larga e dei corti jeans. Di scarpe nemmeno l’ombra: in casa si andava in giro rigorosamente in calzini.
Quando spalancò la porta si trovò di fronte due ragazze della sua età che trillarono all’unisono con una voce acuta e smielata un allegro “Ciaaaaaaao!”
“Io sono Ryozo!” disse una.
“E io Naoki!” esclamò l’altra.
“Siamo le tue vicine di quartiere.... e questo è un dolcetto di benvenuto!” ripeterono all’unisono, entrando in casa come  se nulla fosse e porgendo alla ragazza un piattino pieno di dolci.
“Oh, daifuku! Sembrano deliziosi! Siete molto gentili... Comunque io mi chiamo Kagome Higurashi!” disse la ragazza, abbassando il capo in un leggero inchino.
“Higurashi... cioè cicala? È per la voglia sulla guancia? È un soprannome carino!” ridacchiò Naoki, beccandosi un’occhiataccia dalla diretta interessata e una gomitata sul fianco da parte della compagna.
“È il suo cognome, stupida! Non l’hai letto sulla buca delle lettere?” le disse sottovoce quest’ultima.
“Oh... scusami, non sapevo. Ma non ti crucciare! Ci sono tanti cognomi strani qui a Shigai!” fece Naoki con un sorriso forzato.
“Ah, si!” continuò Ryozo “Kuroneko! Furūtsujūsu! Kawarimono!”
Kagome fece una smorfia che doveva somigliare un sorriso e annuì, poi le fece accomodare in cucina, l’unica stanza non invasa dagli scatoloni.
Poggiò i daifuku sul tavolino e prese posto su una sedia, e fu prontamente imitata dalle due ragazze al suo seguito.
Era abituata alle persone che scambiavano il suo cognome per un soprannome... da quando era nata da quella piccola voglia sulla guancia a forma di cicala stilizzata non c’era stato un attimo di tregua per lei, quindi era abituata a fare buon viso a cattivo gioco.
“Comunque vi assicuriamo che vi troverete benissimo qui! Il quartiere è incantevole!” esclamò gioiosa Naoki.
“Oh, lo so! Prima abitavamo in un’altra zona di Tokyo...” cominciò a dire Kagome, ma fu prontamente interrotta da Ryozo.
“Ma con il nuovo lavoro di tuo padre vi siete trasferiti nella zona giusta della città.” disse questa.
“Certo che sapete proprio tutto...” bisbigliò Kagome interdetta, prendendo in braccio Buyo e posandolo sulle gambe.
A quanto pare le ragazze oltre a essere impiccione avevano anche un altro difetto: l’udito fine.
“Ci piace essere informate!” disse Naoki con lo sguardo scocciato “Qualcuno potrebbe dirti che siamo due ficcanaso... Bhè, non dargli retta!”
“Soprattutto se è quella pettegola della vedova Yōkina!” continuò l’altra, iniziando a frugare nella borsetta che portava a tracolla.
Kagome iniziava a essere stufa di questo loro alternarsi durante le conversazioni, ma soprattutto aveva paura di cosa Ryozo stesse cercando nella borsa.
Poi all’improvviso questa tirò fuori tre fogli colorati: uno verde, uno giallo e uno nero.
“Ti abbiamo preparato una lista del vicinato! Nella verde ci sono le persone simpatiche...” disse la ragazza.
“... in quella gialla ci sono le persone così così...” continuò la seconda.
“ ... e in quella nera ci sono le persone assolutamente da evitare!” finì Ryozo soddisfatta.
“Non dovevate disturbarvi tanto...” fece Kagome prendendo le tre liste.
Quelle tre ragazze iniziavano a dargli sui nervi. Chi erano loro per dirle chi frequentare e chi no? Si ripromise di non dargli ascolto, ma diede una letta veloce ai foglietti.
“C’è solo un nome sulla lista nera...” esclamò colpita Kagome “Chi è Inuyasha?”
“Oh, quello... abita nella casa accanto alla tua, ma farai meglio a lasciarlo perdere. Non ha amici...” disse annoiata Naoki.
“È completamente svitato!” aggiunse Ryozo.
“E della madre vogliamo discuterne? Un soggetto proprio speciale!”
“Mio padre dice che in quella famiglia sono tutti fuori di testa! Dev’essere una cosa ereditaria!”
Kagome aveva raggiunto la finestra e aveva iniziato a guardare la casa del suo curioso vicino, mentre le due continuavano a spettegolare.
“Ma che cosa fanno di tanto bizzarro?” si arrischiò a chiedere.
“Inuyasha parla da solo e se ne sta sempre chiuso in casa!” rispose Ryozo.
“Soffre di tutte le allergie possibili... anche se per me è soltanto una scusa!” fece la compagna.
“Si, è la madre che non lo fa uscire! Ha un figlio strano e si vergogna a mandarlo in giro!” ghignò la ragazza, mentre l’altra scoppiava a ridere.
“Se lo incontri, fatti raccontare dei demoni!” continuò ridendo rivolgendosi a Kagome.
“Demoni? Quali demoni?” chiese interessata la mora.
“Quelli che Inuyasha vede! Te l’ho detto che è strano!” rispose tranquillamente Naoki.
“L’unica cosa mostruosa in quella casa è quell’orribile gatto!” continuò Ryozo “Non fraintendere, noi adoriamo i gatti! È la bestiaccia di Inuyasha a essere disgustosa!”
“È minuscolo, ha due occhi enormi e due code!” andò avanti l’altra “Insomma... Inuyasha è davvero un tipo bizzarro!”
Kagome si mise a giocherellare con Buyo, che nel frattempo aveva addentato un dolcetto.
“A me invece sembra un tipo interessante...” si lasciò sfuggire.
“Interessante!?” esclamarono all’unisono le due ragazze, con l’orrore dipinto sul volto.
Neanche due minuti dopo entrambe se n’erano andate, accampando scuse insensate.
Bhè, meglio così. A Kagome non stavano affatto simpatiche, nonostante entrambe fossero nel foglietto verde.
“Sai Buyo?” disse al gatto sollevandolo in aria “Credo che siamo appena finiti sulla lista sbagliata!”
 
Stava ancora osservando la casa del vicino quando vide passeggiare sul vialetto un gatto parecchio strano... doveva essere sicuramente l’animale domestico di Inuyasha!
Kagome prese nuovamente in braccio Buyo e corse fuori casa, pensando che far incontrare i loro gatti sarebbe stata sicuramente un’ottima mossa per far amicizia col suo nuovo vicino.
La ragazza vide che il gatto era rimasto immobile sotto il portico della casa, quindi si arrischiò ad avvicinare il suo cicciotto amico allo strano felino, sussurrando un “Avanti... fate amicizia!”
Buyo colse l’occasione al volo. Cominciò a fare le fusa e a strusciarsi contro l’altro, tentando in tutti i modi di fargli cambiare espressione. Ma evidentemente non funzionò perché si ritrovò la faccia graffiata da degli affilati artigli.
“Povero micione mio!  Appena torniamo a casa una doppia razione di crocchette non te la toglie nessuno...” disse lei, mentre il gatto del vicino entrava in casa attraverso la porticina basculante.
“... ma prima devi farmi una piccola cortesia, eh?” continuò con un sorrisetto malvagio “Io vengo a riprenderti subito! Non avere paura...” e detto questo iniziò a spingere il gatto nella stretta porticina, con il solo risultato di farlo rimanere incastrato.
“Andiamo Buyo, te lo sto chiedendo per favore!” esclamò continuando a dar spinte al povero animale, mentre quello continuava a lamentarsi a gran voce.
Fu in quel momento che la porta scattò e si aprii con un leggero cigolio, facendo finire Kagome a faccia avanti dopo aver perso l’appiglio.
“Ti sei fatta male?” chiese una voce calda, ma leggermente ovattata.
“No, tranquillo, è tutto okay...” disse, ma poi alzando lo sguardo non riuscì a trattenere un urlo.
Aveva di fronte un mostro. Con occhi da mosca e un muso allungato e verde militare.
Stava per scappare via quando il ragazzo si tolse la mascherina e fece una espressione stranita.
Aveva dei capelli neri mediamente lunghi e due grandi occhi marroni... insomma, sembrava un tipo a posto! Si chiese come mai tutti lo allontanassero.
Ora che il ragazzo, che doveva per forza essere Inuyasha, aveva l'aggeggio tra le mani, Kagome si diede della stupida per non aver riconosciuto a prima vista una maschera antigas.
Ma piuttosto... Cosa diamine ci faceva un ragazzo con una maschera antigas?!
“Oh, scusa per la maschera, ma sono allergico, agli acari dei gatti!” fece indicando lo strano oggetto “A proposito... questo deve essere il tuo!” continuò facendo un cenno del capo verso Buyo, che ancora tentava di uscire da quella scomoda posizione.
“Ma guarda dove si è andato a cacciare!” disse la ragazza con falsa innocenza, mentre cercava di scastrare il suo grasso felino “Si deve essere infilato nella porticina mentre giocava con il tuo gatto...”
“Nessun problema! Ciao...” fece Inuyasha iniziando a chiudere la porta, ma Kagome, che era appena riuscita a recuperare il suo gatto, si sporse oltre.
“Comunque io mi chiamo Kagome! Sono la tua nuova vicina... È molto carino il tuo animale domestico! Come si chiama? Qualche volta potremmo provare a farli giocare insieme! Vanno così d’accordo...” esclamò tutto insieme, cercando un argomento di conversazione.
“Si chiama Kirara... Ma ora, se non ti dispiace, dovrei chiudere la porta... la corrente porta dentro un sacco di polvere, e io sono allergico alla polvere!” disse per poi avere un leggero attacco  di tosse.
“Aspetta Inuyasha! Devo... devo darti una cosa!” disse, prendendo uno dei dolcetti che si era portata dietro “È un... emh... è un daifuku dell’amicizia!”
“Sei molto gentile Kagome... ma sono allergico anche alle fragole!” esclamò chiudendo di scatto la porta.
“Certo che questo scemo è allergico a tutto!” si ritrovò a pensare la ragazza.
 
Intanto nella casa Inuyasha stava prendendo il suo inalatore, per poi spruzzarlo ripetutamente in gola.
“Che tipetto, eh?” fece al suo gatto, sorridendo appena.
“È una vera vipera, te lo dico io!” rispose il felino.
“Per favore Kirara... niente scene di gelosia!” disse ridacchiando il ragazzo.
“Sveglia Inuyasha! Quella bugiarda ci ha infilato apposta il suo gattaccio in casa per venire a ficcare il naso!” esclamò piccato il gatto.
“A me è sembrata gentile! Ci ha anche portato un dolcetto!” fece di rimando il moro.
“Daifuku dell’amicizia! Se uno entrasse in casa mia con una roba del genere potrei anche denunciarlo!” sbraitò Kirara, irritata “E poi come faceva a sapere il tuo nome, eh? Legge nel pensiero la signorina? Eh?”
Inuyasha gli chiuse la porta in faccia, stanco dei suoi urli.
“Problemi, figliolo?” chiese una voce alle sue spalle.
“È tutto okay, nonno!” disse sorridendo il ragazzo, girandosi e avvicinandosi alla poltrona dove stava seduto il padre di sua madre.
“Era simpatica quella ragazzina!” si mise in mezzo sua nonna, comodamente seduta a fare l’uncinetto nella poltroncina più comoda della stanza.
“Bhè,” disse Inuyasha con uno sguardo mesto “nessuno aveva mai fatto tanta fatica per conoscermi!”
“E la cosa ti dispiace?” continuò lei.
“Oh, no, nonna! È che... mi imbarazza!” rispose lui arrossendo appena.
“Invitala a cena! Non hai ancora l’età per imbarazzarti!” fece suo nonno, abbandonando il giornale sul tavolino.
“Ehi, non esagerare! L’ho vista appena mezza volta!” esclamò Inuyasha, stavolta diventando rosso come un pomodoro.
“Se vive a Shigai frequenterà la tua stessa scuola!” disse pacata la nonna “Magari la incontrerai tra qualche giorno, alla festa di fine estate!”
 
 
 
 
 
Okay gente, non chiedetemi perché, ma questa idea mi ronzava in testa da tempo.
Insomma, ecco a voi Demon Allergy, un piccolo rifacimento della serie “Monster Allergy”, che personalmente ha segnato la mia infanzia, e da quando ho ritrovato i miei vecchi fumetti della serie me ne sono innamorata nuovamente.
Tanto per informazione volevo dirvi che i cognomi Kuroneko, Furūtsujūsu e Kawarimono significano rispettivamente "gatto nero", "succo di frutta" e "persona strana"
Quindi... spero vi piaccia! Se volete lasciate una recensione ^_^
Grazie per essere arrivati fino a qui... alla prossima!
-Fantasy25-
   
 
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