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Autore: Serial_Writer    12/10/2014    3 recensioni
Castiel è un soldato valoroso, forse il più valoroso tra gli Angeli del Paradiso, e per questo ha un compito: salvare Dean Winchester dall'Inferno e riportarlo sulla terra affinché il piano possa compiersi.
(Ambientata tra la 3x16 e la 4x01)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Quarta stagione
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Raised from Perdition
 

 

Erano ormai molti anni che Castiel osservava il genere umano insieme ai suoi fratelli. Pian piano aveva iniziato a conoscerlo, e conoscendolo aveva iniziato a capirlo. Iniziava a figurarsi sempre meglio i concetti di amore e odio, di gioia e dolore, di affetto, rabbia e paura, insieme a tante altre sfumature che guidavano i cuori degli uomini. Non sempre ne conosceva o comprendeva le ragioni, non sempre poteva immaginare con chiarezza la sensazione che quei concetti avrebbero scaturito nel suo animo, ma l’idea era ben chiara nella sua mente; era come se ne vedesse i colori, e così intuirne la forma e la consistenza reale risultava più semplice, o almeno così gli sembrava. In rari casi poi, riusciva anche a immaginarli con chiarezza; il disprezzo doveva essere lo stesso che lui provava nei confronti dei suoi nemici in battaglia, l’amore non poteva essere tanto diverso da quello che lui provava per suo Padre, ed era sicuro che la gioia fosse la stessa che lo riempiva quando gli era concesso di riposare in Paradiso. E poi c’erano quelle sfumature che, per quanto si sforzasse, non sapeva ancora cogliere. Non riusciva proprio a concepire come gli uomini potessero serbare rancore – con così tanta facilità, poi! – o cosa volesse dire essere invidiosi, perché non arrivava nemmeno a immaginare avvenimenti tanto spiacevoli da riuscire a dar vita a sensazioni simili. 
Ma, più di ogni altra cosa, non riusciva a concepire l’idea di dubbio. Gli angeli non avevano niente di simile nella loro natura, non lo avevano mai avuto; loro non erano capaci di mentire e avevano sempre avuto la certezza che i demoni, invece, non potessero farne a meno – tranne nel caso in cui si parlava di stipulare patti, o almeno così si vociferava, anche se Castiel non aveva mai conosciuto un angelo che fosse stato così folle da stringere un patto con un demone e potesse confermare quella voce – quindi la loro vita era sempre stata priva dell’affascinante scala di grigi tra i due estremi che invece era propria della realtà umana.
E Castiel non faceva certo eccezione. Almeno finché non aveva incontrato i Winchester. Era iniziato tutto con una guerra, ma questo non poteva essere definito esattamente un dettaglio sorprendente. Tutti gli avvenimenti importanti nella vita di Castiel erano sempre stati legati alla guerra; in fondo lui non era altro che un soldato e, in quanto tale, spendeva la sua vita adempiendo ai suoi doveri.
Quella però, non era stata una guerra come le altre. Mesi prima i suoi superiori avevano iniziato a bisbigliare concitati; qualcosa di grosso stava bollendo in pentola, ma nessuno si era lasciato sfuggire intorno a cosa ruotasse tutto quel trambusto.
Poi un giorno arrivò la convocazione. Castiel non se lo aspettava, ma qualcuno ai piani alti voleva vedere lui e un piccolo manipolo di soldati. Si era avviato senza una parola, eseguendo gli ordini come sempre, insieme ai suoi compagni, tra cui riconosceva più di un viso. Tutti validi soldati, che avevano dimostrato il loro valore sul campo di battaglia proprio come aveva fatto lui. Fu quest’osservazione che gli fece sentire, anche se solo per un istante, di essere parte di qualcosa di unico, di essere stato scelto, e questo sembrò come scaldarlo in un modo nuovo. Poi però riconobbe la sensazione come orgoglio, e la soppresse immediatamente. I bravi soldati non erano orgogliosi, ma umili e obbedienti, e lui era un bravo soldato. Questo però non gli impedì di entrare a testa alta nella grande sala. Era pur sempre un soldato, e in quanto tale aveva tutto il diritto di ostentare la fierezza derivante dal suo ruolo. Una sensazione che, sebbene non lo colmasse come l’orgoglio, sembrava essere comunque un buon compromesso.
Scattò sull’attenti davanti alla figura impaziente di Michael, in attesa di ordini.In realtà, accanto al bisogno di ordini sentiva crescere quella che immaginava essere curiosità, ma la scacciò infastidito; stava per iniziare una nuova missione e non poteva permettersi debolezze. E le sensazioni non erano altro che debolezze; si partiva da piccole impressioni e si arrivava a provare emozioni vere e proprie. E lui aveva visto con i suoi occhi come gli angeli che iniziavano a provare qualcosa fossero i più deboli. Solitamente, o cadevano in battaglia o cadevano dal Paradiso, e non era sicuro di quale fosse il destino peggiore per uno di loro. Rimase sull’attenti fino a quando Michael non fece loro un cenno, e subito la voce profonda dell’Arcangelo riempì la sala.
“Non è certo un segreto, la guerra è più vicina di quanto lo sia mai stata, fratelli – proruppe Micheal senza alcun preambolo, come faceva sempre. – E non parlo dell’ennesima sommossa da sedare. Quella in arrivo è la grande guerra, quella di cui parlano le scritture, e ognuno di noi ha un compito da adempiere in queste fasi di preparazione. Voi, miei cari fratelli, avete il compito più importante."
Castiel stentava a credere alle sue orecchie. Sapeva che l’Apocalisse prima o poi sarebbe arrivata, ma non credeva che sarebbe riuscito a vederla con i suoi occhi. Aveva rischiato così tante volte la vita in battaglia che aveva sempre dubitato seriamente di avere la possibilità di vedere quel giorno, di vivere tanto a lungo da vedere il compimento della profezia.
E invece era lì, e aveva un compito. Non si sarebbe tirato indietro.
“Dovrete recuperare un prigioniero – continuò Michael, riportando su di sé l’attenzione dei soldati, e sedando così il brusio che aveva riempito la sala – il suo nome è Dean Winchester. Lo riconoscerete immediatamente non appena lo vedrete; sarà l’anima meglio protetta di tutto l’Inferno. Portatelo fuori, ne va del destino stesso dell’intera guerra.”
***

Mentre si preparava per la battaglia, Castiel sentiva crescere dentro di sé l’eccitazione che lo riempiva sempre sul campo, quella che lo spingeva a dare ogni volta il massimo, senza risparmiarsi mai.
Raggiunse i suoi commilitoni, che lo salutarono scattando sull’attenti. Fece loro un gesto rapido; non era abituato a essere al comando, e quelle formalità non gli sembravano altro che uno stupido espediente per distogliere l’attenzione da quella che sarebbe dovuta essere l’unica indiscussa protagonista, la battaglia.
Infine, lui e i suoi uomini presero posto dietro alle truppe che avevano il compito di spianare loro la strada e farli avvicinare il più possibile al prigioniero.
Tutto era pronto.
***

Caos.
Intorno a lui non c’era niente a parte il caos. Rumoroso, onnipresente caos, che si insidiava nella mente dei suoi uomini, ostacolandone la concentrazione. 
Castiel sentiva il rumore delle armi che cozzavano e le urla di amici e nemici che cadevano ad un ritmo sempre più incalzante, ma non si lasciò rallentare.
Era stato un soldato abbastanza a lungo da capire che quella non era una battaglia come le altre. Non era la solita sommossa, semplice da debellare. Quelli erano demoni addestrati, soldati armati fino ai denti, abbastanza abili da tenere testa all’esercito angelico.
Procedeva determinato e spietato, abbattendo un nemico dopo l’altro, fino a quando non individuò l’ultima barriera, quella a difesa del prigioniero. Il suo occhio esperto riconobbe subito i soldati migliori e la posizione strategica, al riparo dal cuore della battaglia grazie agli altri drappelli di demoni che combattevano instancabili per rallentare gli angeli.
Castiel fece un cenno a ciò che restava della sua truppa, indicando la barriera. Un istante dopo vi si erano avventati contro, senza alcuna pietà. Vide alcuni compagni cadere, erano pochi rispetto ai demoni che stavano soccombendo per decidere di battere in ritirata, e non poteva fermarsi a piangerli fino a quando il prigioniero non fosse stato al sicuro.
E poi finalmente lo vide; aveva l’aspetto pietoso di un’anima che era stata torturata a lungo e con crudeltà, e, nel momento stesso in cui il suo sguardo si posò su quella luce offuscata, sentì crescere dentro di sé il bisogno profondo di portarlo in salvo, di prendersi cura di lui, allontanandolo da tutta quella violenza e tutto quel dolore. Fece cenno ai due soldati più vicini di coprirlo e iniziò a correre.
Castiel non aveva mai corso così in tutta la sua vita, ma c’era anche da dire che nessun obiettivo era mai stato così importante. Abbatté gli ultimi demoni che erano riusciti a superare la linea difensiva dei suoi compagni e raggiunse Dean Winchester.
Prima che qualcuno potesse fermarlo, lo afferrò stretto, come se fosse la creatura più preziosa dell’universo – e forse in quel momento lo era davvero – e lo sollevò, liberandolo da quella prigione.
***

Castiel non sapeva più quanto tempo era passato da quando si era lasciato alle spalle l’Inferno; nelle orecchie gli risuonava ancora il fragore della battaglia, si sentiva sporco e stremato, come se avesse lasciato tutte le sue forze, fino all’ultima briciola, sul campo. E adesso stava semplicemente lì, fermo, seduto a fissare quella croce malconcia, in attesa; non era parte del suo compito, lui doveva soltanto accertarsi che Dean Winchester uscisse dall’inferno, eppure 
non riusciva ad allontanarsi. Doveva prima essere certo che fosse andato tutto per il meglio. Forse era preoccupazione quella, e per un attimo l’angoscia lo assalì; non gli era mai capitato niente di simile e sperò vivamente che fosse soltanto un qualche strascico della sofferenza che aveva visto quel giorno. Poi, proprio mentre la sua mente rischiava di perdersi tra quelle preoccupazioni, un movimento catturò la sua attenzione: un guizzo, delle dita che grattavano via il terriccio.
La morsa sul cuore di Castiel si sciolse e, in un istante, l’angelo era lontano.
 

Nota dell'autrice: Ok, non pensavo sarei mai tornata a scrivere qua. Non dopo tutti questi anni e, soprattutto, non fanfiction. Con il fandom di Supernatural, però, è stato amore a prima vista quindi ho buttato giù questa OS senza nemmeno volerlo, semplicemente Castiel sgomitava per raccontarmi la sua. Adesso non so  bene cosa succederà; potrei continuarla come mini-long distanziandomi dalla trama delle stagioni, o continuarla come raccolta di MissingMoments o semplicemente lasciarla una solitaria OS in un account quasi del tutto dimenticato. In ogni caso, spero vi sia piaciuta.
E un grazie infinito a Ondina per il meraviglioso betaggio!
   
 
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