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Autore: seasonsoflove    17/10/2014    6 recensioni
In occasione della prima Rumbelle Week italiana, organizzata dalla pagina / gruppo Rumbelle-Remilie.
Sette storie su Rumplestiltskin e Belle.
01. Doccia
02. Alcool
03. Voce
04. Bambini/Figli
05. Lenzuola
06. Modi impliciti di dire ti amo
07. Gelosia
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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06. Implicite ways to say "I love you".
 
 
AU: Ufficio.
Nel quale Gold è il capo e Belle una giornalista alle prime armi.


Sei mesi, due settimane, tre giorni, sette ore.
Belle segnò quella sfilza di numeri sul suo blocco di appunti, dopodiché strappò la pagina e la appallottolò con rabbia.
Si stiracchiò ed osservò pensierosa l’orologio: erano quasi le sei.
Si voltò verso l’ufficio del capo…niente. Ancora niente.
Deglutì e riprese a scrivere.
“Tieni, sono passata a prendere i caffè.”
Belle alzò lo sguardo. Ariel, una sua collega, le tendeva allegramente un bicchierone di Starbucks. Si sforzò si sorridere.
“Grazie!”
La ragazza si sedette sulla sua scrivania, guardandola con curiosità.
“Hai consegnato quella relazione che il capo ti aveva chiesto?”
“Non ancora. La porta è chiusa.” Rispose Belle con voce piatta, fissando lo schermo del suo computer.
“Ma sono secoli che è chiusa!” esclamò Ariel.
“Evidentemente il capo e la signora Mills avranno molto da fare!” si intromise Ruby, la segretaria dell’ufficio, che passava con un sorriso malizioso stampato sul volto.
“Cosa intendi dire?” chiese Belle bruscamente.
“Non dirmi che non lo sai!” continuò l’altra, mentre Ariel la guardava stupita.
“Sapere cosa?”
Ruby scoppiò e ridere.
“Si dice che Gold e la Mills…” fece un segno eloquente con le mani ed ammiccò.
Belle non disse nulla ma sentì del piombo scenderle dalla gola fino allo stomaco.
 
Sei mesi, due settimane, tre giorni, sette ore.
Sei mesi, due settimane, tre giorni, sette ore che lavorava in quell’ufficio come giornalista e stagista, sei mesi, due settimane, tre giorni, sette ore da quando aveva conosciuto il signor Gold, il capo del loro ufficio.
Sei mesi, due settimane, tre giorni, sette ore che era innamorata di lui.
 
Da un certo punto di vista, odiava essere innamorata di lui. Odiava sentire lo stomaco sobbalzare ogni volta che lo vedeva, odiava sentire le guance diventare improvvisamente bollenti se lui la guardava o le sorrideva, o le rivolgeva la parola.
Odiava tutto quello perché la faceva sentire stupida e debole. Non che lei trovasse qualcosa di sbagliato nell’amare una persona, ma nel perdersi in quel modo dietro ad una persona…la faceva sentire infinitesimamente piccola e sciocca.
Ma allo stesso tempo, amava esserne innamorata. 
Lei e Gold avevano un rapporto particolare. Le persone tendevano a definirlo un uomo spietato e crudele ma lei non credeva che fosse così; ricordava ancora la sua espressione quando lei aveva intravisto il nome del destinatario sulla busta degli auguri di Natale.
Neal Gold.
Belle non aveva potuto fare a meno di chiedergli spiegazioni…spiegazioni che dopo giorni e giorni di silenzio, una sera, quasi all’improvviso, erano arrivate.
Una sera in cui lei si era fermata a lavorare in ufficio fino a tardi e lui era arrivato, con quel suo sguardo malinconico e due tazze di tè freddo in mano e le aveva raccontato di suo figlio.
E così lei e Gold avevano iniziato a parlare e giorno dopo giorno, si era innamorata di lui.
Ma a volte, odiava esserlo.
Soprattutto quando c’era di mezzo anche Cora Mills.
Era capo reparto delle pubbliche relazioni e, a detta di molti, amante segreta del signor Gold.
Belle non aveva mai prestato attenzione a quelle voci ma in quel momento, si sentì incredibilmente stupida.
La signora Mills e Gold erano chiusi in quel dannato studio da ore. Cosa potevano fare due persone, chiuse in uno studio, per ore?
Belle chiuse gli occhi ed appoggiò la testa sulla scrivania.
C'erano tante volte in cui amava essere innamorata di lui.
Quando arrivava a casa la sera e poteva ripensare a tutti i momenti passati con Gold, ai piccoli gesti che durante il giorno l’avevano fatta sentire speciale, come quando lui la aspettava in ascensore o le teneva aperta la porta, o ancora quando le portava un bicchiere del suo tè freddo preferito.
Amava semplicemente il modo di fare che riservava a lei, quell’implicita complicità che si era creata tra loro due in sei lunghissimi mesi di lavoro.
 
Finì il suo caffè ed aspettò.
 
Quando la porta si aprì e la signora Mills uscì, sorridente come sempre, Belle la seguì con lo sguardo finchè non sparì.
Dopodiché, tesa come una corda di violino, afferrò con malagrazia alcuni documenti e si diresse verso l’ufficio del signor Gold, in fondo al corridoio.
“Signorina French.” La salutò lui, mentre entrava, concentrato su alcune scartoffie.
Era seduto alla scrivania, vestito come sempre, con uno dei sui semplici completi neri eleganti. I capelli castani striati di grigio, i grandi occhi scuri e l’espressione pensierosa, quel viso così atipico che aveva colpito Belle fin dal primo istante.
L’ufficio era pieno di curiosi oggetti dalle più disparate origini: sicuramente il signor Gold era un uomo particolare e colto, un'altra cosa che Belle trovava estremamente affascinante.
“La relazione che mi aveva chiesto…” dichiarò la ragazza, cercando di ignorare la sensazione di vuoto allo stomaco che l’uomo le creava.
“Alla buon’ora.” Commentò lui semplicemente.
Belle strinse le labbra.
“L’avrei consegnata ore fa.” Sentenziò, cercando di nascondere l’irritazione “Ma la porta era chiusa.”
Gold finalmente si degnò di guardarla, sorridendo leggermente.
“Poteva bussare.”
“Non volevo disturbarla.”
“Lei non disturba mai.”
“Non si direbbe.”
“Signorina French, va tutto bene?”
Belle non rispose ma deglutì.
“Se non c’è altro…” disse poi, avviandosi verso la porta piuttosto bruscamente.
“C’è altro.” Replicò l’uomo, fissandola di sottecchi. “Vorrei sapere se c’è qualcosa che la infastidisce. Mi sembra piuttosto…irritata oggi.”
La ragazza si lisciò la gonna nervosamente ed incrociò le braccia.
“E’ solo che non mi piace darmi da fare e…dover aspettare.” Ammise.
Gold ghignò.
“Quindi il problema è solo questo?”
“Il problema è che ho lavorato duramente ieri sera e questa notte per finire in tempo. Mi aveva chiesto che fosse completa entro questa mattina e mi sono impegnata. Se avessi saputo che non era così urgente, beh, magari avrei dormito la notte scorsa!” esclamò decisamente seccata.
“Fa parte del suo lavoro. Darsi da fare intendo.” Replicò Gold.
“E fa parte del suo lavoro assicurarsi che io mi sia data da fare!”
“E’ quello che farò ora.”
“Poteva farlo prima! Invece che…passare due ore qui dentro con la signora Mills., a fare…non so cosa!” Sbottò infine la ragazza respirando velocemente.
Gold inarcò le sopracciglia.
“E’ successo qualcosa tra lei e Cora Mills e non ne sono al corrente?”
Belle si guardò intorno e scosse la testa.
Non poteva ribattere o rischiava di finire nei guai: era pur sempre il suo capo.
Cercò di calmarsi.
“Mi scusi, ho dormito poco e sono stanca.”
“Lo vedo. Le suggerisco di andare a prendersi un caf-“
“Ne ho già presi tre oggi.”
“Allora un tè.” Replicò lui serafico.
Belle respirò a fondo ed annuì. Uscì dall’ufficio, afferrò la giacca e si diresse verso l’uscita.
 
Quando rientrò erano le sette passate.
Non c’era più nessuno seduto alle varie scrivanie.
Solo in qualche stanza, la luce era ancora accesa.
Belle si avvicinò alla propria postazione per riporre il laptop nella borsa quando notò qualcosa di insolito.
Una volta di fronte al tavolo, trattenne il respiro e sgranò gli occhi.
Appoggiata sul massiccio legno di mogano, sopra il suo portatile, c’era una rosa rossa.
Tese la mano tremante e afferrò il fiore, portandolo più vicino al viso per osservarlo.
“Ho letto la sua relazione.”
Belle sobbalzò e abbassò immediatamente la rosa, pronta a fronteggiare  il nuovo arrivato.
Gold avanzava lentamente verso di lei, sorridendo leggermente.
“Ottimo lavoro.” Disse semplicemente, fermandosi.
Lei non disse nulla, sentendo le guance prendere fuoco.
“Cos’ha lì?” chiese poi l’uomo, indicando il fiore che teneva dietro la schiena.
“Io- niente. E’ che…l’ho trovata sulla mia scrivania.” Rispose Belle, mostrando la rosa e non potendosi più nascondere.
Non osava muovere un muscolo.
Gold sorrise.
“Deve avere qualche vero ammiratore in questo uffucio.”
“Lei dice?”
“E’ una rosa rossa.” Osservò.
“Lo so.”
“Sa anche cosa significa?”
Belle rimase un momento in silenzio.
“E’…un segno d’amore, in genere. L’ho letto in un sacco di libri.” Rispose infine, evitando il suo sguardo.
Il battito del suo cuore rimbombava in modo assordante nelle sue orecchie.
“Vero. Beh, qualcuno deve aver voluto cogliere l'occasione per confessarle qualche sentimento nascosto. ” Replicò Gold, continuando a guardarla.
Dopo un momento Belle si decise a parlare nuovamente.
“Per caso ha…visto chi l’ha lasciata qui?”
L’uomo si sistemò la giacca pensieroso.
“Non saprei. C’è qualcuno in particolare di cui vorrebbe sentire il nome?”
Belle si morse le labbra.
“Sì.”
Gold fece un passo verso di lei.
“Posso chiederle…chi? Perdoni, è solo curiosità la mia.”
Lei si guardò intorno, dopodiché si mosse fino a fermarsi di fronte a lui.
“E’ una persona che non usa molto spesso il suo nome. Penso che a questa persona non piaccia il suo nome, perciò preferirei non dirlo, se non le dispiace.”
Per qualche momento l’unico rumore fu il suono distante delle fotocopiatrici e dei computer in stand-by e il leggero rumore della macchinetta del caffè.
“Capisco. Passi una bella serata.” Disse infine, Gold, sempre con un leggero sorriso stampato sul volto.
“Grazie, signor Gold e...altrettanto.” Mormorò Belle.
Lui la salutò con un leggero cenno e si voltò.
Belle rimase immobile, appoggiata alla scrivania, senza parole.
Poteva rischiare oppure poteva semplicemente tornare a casa e lasciare le cose come stavano.
Strinse il gambo della rosa indecisa sul da farsi.
“Signor Gold.” Esclamò poi, alzandosi improvvisamente.
Afferrò le sue cose e camminò rapida attraverso le varie scrivanie, uscendo dall’ufficio e avviandosi verso l’ascensore.
“Signor Gold!” Ripeté.
Lui si girò verso di lei, sorpreso.
“Ha dimenticato qualcosa, signorina French?”
Belle si avvicinò spedita ma una volta di fronte all’uomo, si bloccò con occhi sgranati.
“Sì?” chiese lui.
Belle aprì la bocca a vuoto, rendendosi conto di non avere nulla da dire.
Prese quindi un bel respiro, si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò.
Appoggiò lievemente le labbra sulle sue, tenendo gli occhi ben chiusi; dopodiché si staccò, respirando profondamente.
Sorrise nel vedere che Gold sembrava decisamente scombussolato.
“Belle…?”
“Io…non ho dimenticato niente. Ora.” Disse poi, fissandolo decisa negli occhi.
In quel momento, l’ascensore si aprì davanti a loro con un sonoro scampanellio.
“Prendo le scale.” Dichiarò Belle, indicandole.
Gold, che sembrava aver perso il dono della parola, si limitò a guardarla.  Poi all’improvviso prese la mano della ragazza e curvandosi leggermente per raggiungere il viso, ricambiò il gesto di poco prima con altrettanta spontaneità.
Il secondo bacio fu delicato quanto il primo, mentre entrambi rimasero semplicemente immobili, l’uno contro le labbra dell’altra, ad occhi chiusi.
Un altro scampanellio ricordò loro che l’ascensore aspettava.
“Okay.” Esordì Belle, staccandosi. “Le scale.” Ripetè stordita.
Gold annuì leggermente.
“Buona serata signorina French.”
“Buona serata anche a lei, signor Gold.”
 
Quando Belle uscì all’aperto, nel freddo vento di febbraio, respirò profondamente e sorrise.
“Una rosa rossa eh?” mormorò poi felice.







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Ecco qua!
Un altro AU.
Sto scoprendo un vero amore per gli AU. Un amore che non credevo possibile e invece...Non so.
All'inizio tutto questo mi sembrava un po' troppo 50 Shades of Gold/Grey. PREMETTO CHE NON L'HO MAI LETTO, ma non volevo che Belle risultasse troppo ragazzina passiva in balia degli eventi e Mr.Gold il solito capo superfigo e ricchissimo (con passione per il sadomaso). Perciò ho cercato di rendere la cosa un po' diversa, soprattutto verso la fine, inserendo un elemento fluff e un po' impacciato da parte di entrambi. 
Ho ripreso la rosa rossa della 1x12 come Implicite way to say "I love you"...è un gesto che mi ha sempre fatta sciogliere in Skin Deep, perciò ho voluto inserirlo!
Ringrazio come al solito le persone che seguono i miei deliri e li commentano, soprattutto considerato che ho circa una settimana di ritardo! Ma domani...terminerò anche io. Mi sento già un po' triste. Miao.
E niente, un bacione a tutti, a domani con l'ultimo prompt, gelosia.
Seasonsoflove
   
 
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