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Autore: _juliet    26/10/2014    3 recensioni
{Lo Hobbit | post!Battaglia dei Cinque Eserciti | what if? | Durincest}
I Nani scelgono un unico compagno per tutta la vita, restando al suo fianco per sempre. Se si innamorano di chi non possono avere, piuttosto che cercare qualcun altro, preferiscono vivere da soli. Cosa accadrebbe se, nella loro società, l'incesto fosse considerato un tabù punibile con la morte? Come reagirebbe il nuovo Re sotto la Montagna? La legge sarebbe davvero uguale per tutti?
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest, Violenza
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 – Capitolo 7 –


«Sei un grande amico, Bofur. Sei un grande amico» Fíli strascicò le parole, sbilanciandosi pericolosamente all'indietro.
Non senza fatica, Bofur lo afferrò e lo aiutò ad abbassarsi fino a farlo sedere sul pavimento.
Erano dei gran bevitori ma, quella sera, avevano decisamente esagerato; avevano bisogno di fermarsi un momento, prima di proseguire verso i rispettivi appartamenti.
«Certo che lo sono» rispose il Nano più anziano, sorridendo. «Come ti senti?»
Qualche ora prima, quando aveva trovato Fíli da solo e in lacrime, non aveva saputo cosa dire: non l'aveva mai visto in quello stato. Era sconvolto, tremava visibilmente, la sua fronte era imperlata di sudore...
Bofur si lasciò sfuggire un sospiro, scuotendo lievemente la testa. Entrambi i ragazzi erano cambiati molto da qualche tempo a quella parte, ma il maggiore lo era in peggio, specialmente da quando Thorin ne aveva fatto la sua ombra. Probabilmente, era schiacciato dal peso di essere l'erede al trono; inoltre, dover presenziare alle riunioni del consiglio gli impediva di vedere suo Kíli. Erano cresciuti insieme ed erano sempre stati inseparabili, doveva essere difficile non riuscire nemmeno a incrociarsi per mesi interi.
Il Nano più anziano aveva deciso di offrire a Fíli una bevuta, perché si rilassasse un po'. L'idea non l'aveva preoccupato: fin dalla giovinezza, il ragazzo non aveva avuto problemi a scolarsi molte birre, una dietro l'altra. Tuttavia, quella sera sembrava intenzionato a distruggersi; Bofur aveva dovuto portarlo via di peso, per impedirgli di mettere in imbarazzo se stesso più di quanto avesse già fatto. Ora il principe era talmente ubriaco che sembrava aver bisogno del suo aiuto per camminare, per sedersi, per fare qualsiasi movimento.
Fíli ridacchiò e lo osservò a lungo, con occhi velati, come se cercasse di mettere a fuoco il suo viso. Infine crollò contro la sua spalla e gli sorrise. «Hai una gran bella barba.»
Bofur si raddrizzò goffamente. Si sentiva a disagio per il contatto, ma sapeva che, se si fosse spostato, il principe sarebbe caduto e, con tutta probabilità, si sarebbe addormentato per terra.
«Sei un grande amico» ripeté Fíli, con una risata soffocata. «Sei gentile con tutti, anche con me.»
«Perché? Non te lo meriti, forse?»
Fíli rise, scuotendo la testa. Volse il viso verso Bofur e lo fissò intensamente; gli occhi chiari erano lucidi e velati dall'ubriachezza, riflettevano la luce traballante delle torce. Per lunghi minuti, rimase in silenzio, come se si fosse perso nei suoi pensieri. Infine, senza distogliere lo sguardo, mormorò sottovoce «Io sono marcio.»
Bofur tacque. Sapeva che Fíli era ubriaco, più di quanto l'avesse mai visto, e aveva una grande esperienza nel trattare con gli effetti dell'acool sulle persone. Però, la voce del principe non era più impastata e i suoi occhi lo fissavano ostinatamente, in attesa di una risposta.
Il Nano più anziano si era reso conto che doveva esserci qualcosa che non andava; anche se a Fíli era sempre piaciuto festeggiare, quella sera non aveva bevuto per divertirsi. Non era da lui ridursi in quello stato.
«Cosa vuoi dire?» chiese, cercando di mantenere un'espressione neutra.
«Quello che ho detto» rispose il principe.
Tacque a lungo, tanto che Bofur pensò che si fosse addormentato. Invece, dopo qualche minuto di silenzio, appoggiò il capo al muro dietro di sé e continuò.
«Come potrei non esserlo? Ogni volta che sono con lui, ogni volta che lo vedo... Io vorrei solo trascinarlo in un angolo buio e strappargli i vestiti» gli sfuggì una risata amara. «Vorrei vederlo tremare sotto di me, vorrei sentirlo implorare. Lo sogno la notte. Lo voglio, lo desidero così tanto che mi sembra di impazzire. Non c'è del marcio in me, per questo?»
Bofur si schiarì lo gola, imbarazzato dalla piega che il discorso stava prendendo. L'uso del maschile l'aveva scioccato, e non poco. Fíli era cresciuto, ormai aveva raggiunto l'età giusta per interessarsi ai rapporti di coppia; presto Thorin avrebbe cominciato a parlargli di matrimonio ed eredi. Se quello che gli stava confessando era vero, e il principe aveva scelto come suo compagno di vita un maschio, i problemi sarebbero stati enormi; il re non avrebbe gradito, questo era certo.
«E, questo... questa persona, sai» cominciò, sperando che dalla sua voce non trasparissero la preoccupazione e l'imbarazzo. «Questa persona ti ricambia?»
Fíli scoppiò a ridere, scuotendo la testa. «Non è amore fraterno. È molto più di questo. Lo amo e non riesco a stare senza di lui, non posso. Voglio lui, lui solo. È solo lui la persona con cui voglio trascorrere il resto della mia vita» gli sfuggì un lamento. «Per gli Dei, quanto suona sbagliato
Bofur tacque a lungo, cercando di calmare il battito del suo cuore agitato. Affondò il viso fra le mani e si massaggiò gli occhi, sospirando profondamente. Avrebbe voluto aiutare il principe a sollevarsi e accompagnarlo fino ai suoi appartamenti, andare a dormire e dimenticare che quella conversazione fosse mai avvenuta.
Sapeva di essere venuto a conoscenza di un segreto che, se rivelato, avrebbe portato a una situazione spiacevole ed estremamente complicata. Fíli era stato chiaro e lui aveva capito tutto quello che c'era da capire. Avrebbe dovuto alzarsi e andarsene in quel momento, invece lo chiese ugualmente. Chiese «Chi è la persona di cui stai parlando?»
Fíli lo guardò, in silenzio. Sembrava riflettere sulla domanda, come se non fosse sicuro della risposta. Inclinò la testa all'indietro, guardando il soffitto, e sorrise. Infine, riportò gli occhi sul suo interlocutore e, mentre scrollava le spalle, come se fosse la cosa più ovvia al mondo, sussurrò «Kíli.»


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NdA:
Mi scuso enormemente per il lungo periodo di pausa. Spero che questo capitolo vi aiuti un po' a perdonarmi.

 

  
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