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Autore: TheDoctor1002    28/10/2014    2 recensioni
Alcune riflessioni su River in seguito alla puntata "Un uomo buono va in guerra" (sesta stagione). Non è nulla di speciale, solo alcuni spunti che ho preferito scrivere prima di dimenticare.
Seduta in freddo locale di Remorax IX, River si trova a riflettere malinconica su alcuni avvenimenti e sull'uomo della sua vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Era in quelle sere d'inverno che pensava a lui. Non sapeva come, semplicemente il colore denso e profondo del cielo le entrava nel cuore come una tormenta, andando a risvegliare tinte di un blu più tenue. Ricordava la macchina del tempo del Dottore, quel trabiccolo che non aveva mai voluto cambiare. 

Le veniva in mente la prima volta in cui lo riconobbe, in cui vide il suo volto. Il sorriso di quell'uomo era dolce, apprensivo, come un balsamo per l'anima. Lo guardava stringere la coperta bianca in cui era avvolto il suo corpicino da neonata, prendendola tra le braccia con una delicatezza sovrumana. 
"Ciao, Melody!" L'aveva salutata, in quella base lontana lontana, distante decine di miliardi di chilometri e di anni dalla sua vera casa. Già allora sapeva che quell'uomo significava speranza e che due River non sarebbero dovute esistere nello stesso luogo, ma avrebbe combattuto con le unghie e con i denti affinchè quel minuscolo, piccolo paradosso non fosse cancellato.
Dottore. Dottore chi, poi? Si era subito affezionata a quello strambo uomo, alle sue piccole follie. Quando era piccola gli chiedeva di ballare la danza della Giraffa Ubriaca per ore ed ore finchè entrambi non crollavano esausti. Allora pensava che non ci fosse persona nell'universo che la conoscesse meglio, nemmeno suo padre. 

Nei freddi locali di Remorax IX, tutti si stringevano attorno alle stufe al plasma mentre una sottile neve mista a foglie sottilissime di argento (la più grande attrazione di quel pianeta) iniziava ad infittirsi dietro i vetri opachi. I turisti si spostavano in massa verso l'esterno, ma River quello spettacolo l'aveva visto talmente tante volte da avere la nausea. Era particolarmente triste in quel periodo e fiocchi scintillanti non servivano a rincuorarla. Pensava continuamente a lui, una costante anche nei dettagli più insignificanti. Ricordava aneddoti, episodi, volti. 
Con lui aveva ballato ai confini dell'universo, pattinato sulle note di Frank Sinatra e Fred Astaire, aveva combattuto eserciti e salvato mondi, ed ora era lì, come congelata dallo stesso freddo ghiaccio che crepava i vetri attaccandosi con i suoi minuscoli cristalli. 
Hitler, New York, tutte le dimensioni alternative e le loro ere. Come poteva dimenticare tutto questo? Stringeva tra le mani una tazza di liquido ambrato e dal sapore alcolico, pensando ai suoi genitori in giro chissà dove con suo marito. Sua madre, Amy, aveva viaggiato ovunque e in qualsiasi linea temporale, ma più il tempo passava meno ricordava i giorni passati a combattere. La stessa cosa accadeva a suo padre e allo stesso Dottore. Sembrava che tutti fossero affetti da una strana forma di Alzheimer che li spingeva a dimenticare, a perdere nel tempo minuscoli frammenti della propria storia. River detestava pensarla così: sapeva di viaggiare al contrario, era per questo che non si era mai trovata un posto stabile: vedendola ringiovanire col tempo i suoi cari avrebbero potuto sospettare qualcosa, qualcosa di impossibile da spiegare a dei dottori comuni. 

Dottori. Ecco, ci risiamo: tornavano i ricordi futuri, i flash forward, una sorta di tempesta di immagini, suoni, profumi, colori, luci, luoghi e volti che la travolgevano all'urlo di "Geronimo!". Tutta la sua esistenza era incentrata su quell'uomo. Quel pazzo, meraviglioso, dolce, combattivo, intelligente e curioso uomo che le aveva donato la possibilità di viaggiare nel tempo: la sua croce e il suo amore. Pensava a lui, lo sentiva lontano e vicinissimo allo stesso tempo. Guardava una loro fotografia scattata diversi anni dopo a Coney Island e già immaginava il giorno orribile in cui lui l'avrebbe uccisa, ponendole una semplice domanda:

"River Chi?" 
   
 
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