Depression
«Sherlock, non ho più due anni».
«Questo lo so, John» ti rispose lui tirando fuori il violino dalla custodia: «Ma, come ti ho già detto, l'insonnia ha ripercussioni negative a livello fisico».
Scuotesti la testa e ridacchiasti per la prima volta dopo mesi, mentre Sherlock metteva in posizione l'archetto: «Sono troppo cresciuto per la ninna nanna, non credi?».
Per tutta risposta, Sherlock cominciò a suonare. Ti lanciò una rapida occhiata e tu ti mettesti comodo tra le coperte.
Erano rare le occasioni in cui Sherlock suonava esclusivamente per te e, quando capitavano, una parte di te rimaneva lusingata.
La nenia divenne più lenta e dolce, iniziando a sortire l'effetto sperato sulle tue palpebre pesanti.
Peccato, però, che non avresti potuto goderne a lungo.
«Non smettere» mormorasti assonnato e Sherlock ti fece un cenno di assenso.
Ti addormentasti poco dopo, John, con le lacrime agli occhi e la sua musica nelle orecchie.
Quando la signora Hudson è salita per chiedere cosa fosse quel trambusto, sei riuscito a controllarti.
Ci sei talmente riuscito che, quando la signora Hudson se ne va, sul tuo viso è apparso un sorrisetto soddisfatto.
Hai vinto, Sherlock, niente emozioni.
Ma, se così fosse, cosa sono quelle lacrime che ti solcano il viso?