Due novembre: Parigi.
L’aria e la pioggia sferzano contro i polmoni
brulicanti di rarefatte emozioni e di disfagie
pensierose; mi tremano le mani solo a pensarci:
penso alle stelle, penso alla luna, penso alla notte.
(Non posso dire altro.)
È un po’ un azzardo pensarci, non credete? –
non pensate troppo, voialtri, fate quanto desideriate;
stringete tra le braccia chiunque amiate;
baciate chi non volete mai più abbandonare.
(Non perdetevi.)
Parigi brilla negli occhi verdi e le labbra si stendono
lievemente spontaneamente verso l’alto delle nuvole
dense e soffici; è solo un sogno troppo agognato.
(Non vorrei nemmeno risvegliarmi.)
Ma intanto il respiro un po’ boccheggia ed il cuore
palpita fastidiosamente; e le stelle finiscono per
perdere tutta la loro luce – non reggono il paragone.
(Non sta dilaniandosi l’anima, no.)
*