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Autore: Ashley Snape    06/11/2014    3 recensioni
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Il soldato aveva una piena convinzione di ciò, prima di sperimentare qualcosa che gli avrebbe per sempre sconvolto l'esistenza.
Qualcosa che incarnava l'amore, la complicità, la passione. Tutto.
Un insieme di sensazioni dipinte da un essere perfetto nelle sue imperfezioni, avvinghiato a lui come se il suo respiro fosse ossigeno senza il quale non si può vivere.
Per respirare, tornare ad essere se stesso..." [...]
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[ Johnlock ]
Una piccola FF ispirata da un gifset molto carino di Tumblr!
Un bacio, Ashley Snape
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note : Ciao a tutti! :) Una piccola flash fiction nata grazie ad un gifset al quale mi sono ispirata sulla mia coppia prediletta.
( Il gif set è questo --->
]http://allineedislol.tumblr.com/post/101916169929/sherlock-au-john-finally-says-it#notes )
Tumblr è seriamente una fonte d'ispirazione per noi scrittrici fangirlsss! Mi mancava scrivere sui Johnlock u__u Damn! Dedico la Ficcy ad ermete <3 Ciao darling <3
Che dire, spero vivamente che vi piaccia! Lots of love, puppets <3
AshleyS.













 
Taste of love







 





Qual è il sapore di un bacio?
Un bacio vero, di quelli che ti attanagliano le viscere, che ti fanno tamburellare il cuore come un martello che non cessa di picchiettare quell'organo rosso come l'amore più vero.
John Watson credeva di saperlo. 
In fondo, si era sposato da ormai diversi mesi con quella che doveva essere la donna della sua vita. 
Eppure, se John avesse dovuto provare a descrivere il gusto delle loro labbra le une sulle altre, avrebbe semplicemente detto "buono".
Sufficiente, come parametro di giudizio? 
Il soldato aveva una piena convinzione di ciò, prima di sperimentare qualcosa che gli avrebbe per sempre sconvolto l'esistenza. 
Qualcosa che incarnava l'amore, la complicità, la passione. Tutto. 
Un insieme di sensazioni dipinte da un essere perfetto nelle sue imperfezioni, avvinghiato a lui come se il suo respiro fosse ossigeno senza il quale non si può vivere. 
Per respirare, tornare ad essere se stesso. 
I capelli riccioli e color carbone erano leggermente scomposti, le iridi cristalline socchiuse per goder meglio quel momento, le labbra carnose giocavano con quelle più sottili di John che lo teneva a sé come una preziosa bambola di porcellana alla quale accarezzava la schiena delicatamente per infondergli sicurezza.
Le loro lingue sembravano sfiorarsi dapprima delicate e poi via via sempre più convinte a ricercarsi e non lasciarsi mai, intrecciando i loro respiri in una fitta ragnatela di emozioni che un essere umano non avrebbe potuto descrivere a parole per la troppa meraviglia.
Un bacio al sapor di sicurezza. 
Un bacio al sapor di morbidezza. 
Un bacio al sapor di comprensione. 
Un bacio al sapor di quell'amore ritrovato e che ora nessuno dei due avrebbe mai più lasciato andar via.Dolci momenti focalizzati in quella promessa di restare per sempre. 
«Riposati, ora» John gli prese il viso tra le mani, passando i pollici sugli zigomi affilati come rasoi che però non lo tagliarono perché, lui lo sapeva, Sherlock non sarebbe mai riuscito a fargli male. 
Mai più.
«Resta con me» rantolò il detective. 
«Domani» disse in un mormorio delicato sulla sua fronte bianca, dalla quale scostò qualche ciuffo ricciolo e ribelle.
«John...» 
«Domani, Sherlock. E se lo vorrai per tutta la vita.»
«Ma Mary...» 
«Non vale nemmeno un decimo di quello che sei tu per me. Perdonami. Sono un idiota.» 
Sherlock accennò un sorriso. 
«Lo so.»
John replicò anch'egli con una piccola risata e lo baciò ancora come se una calamita inesistente non riuscisse a tenerlo lontano.
«Domani verrò tutto il giorno. Non so come ho potuto pensare di vivere senza di te al mio fianco.» 
Sherlock Holmes gli riservò uno sguardo carico di stupore: lo aveva detto seriamente?
Non se ne sarebbe andato più via? 
Il suo cuore fece una capriola e si limitò a nascondere tutta quella valanga emotiva con un piccolo cenno del capo, chiudendo gli occhi. 
«Ti aspetto. » 
John annuì e gli accarezzò il petto.
Si alzò a malincuore, senza sapere che sulla soglia della porta ci fosse lei ad attenderlo. 
Lei, che fino a poco prima si era avvicinata per osservare all'interno della camera da letto del consulente, in penombra. 
Lei, che avrebbe scontato la sua troppa curiosità con una sensazione di vuoto terrificante. 
Lei con il viso deluso, gli occhi che saettavano invidia per quell'essere perfetto che aveva conquistato l'amore del marito che mai e poi mai l'avrebbe amata come amava lui. 
«Che ci fai qui?» chiese l'ex soldato arrivando in salotto per recuperare la giacca chiara. 
«Ti avevo detto di aspettare di sotto» 
«John.» Mary si morse le labbra nervosa, con gli occhi lucidi. «Sono venuta di là. Volevo chiamarti.»
John l'ascoltò senza muovere un muscolo. Oh. Ora sapeva, dunque. 
«T-tu...tu l'hai baciato, John. Vi ho visti.» singhiozzò. «Io v-vi ho visti!» 
Lui si limitò a fare un piccolo ghigno. Non gli importava più niente.
«Si. L'ho baciato. Forse mi crederai un idiota e forse sì, sono stato un idiota che ha agito d'istinto.» commentò freddo come una lastra di ghiaccio che dominante controlla l'oceano attorno a sé.
Mary non poteva credere alle sue orecchie. No. Non era affatto un equivoco.
«Mary, non voglio illuderti. Non voglio essere l'uomo che prende in giro la propria compagna.» 
La donna emise un sospiro con il naso e lo osservò con aria impassibile, mentre le lacrime cessavano di rigarle le guance tinte dal blush roseo.
«Per quanto, però, abbiamo chiarito la situazione... Sherlock sta ancora male ed è debole.» mormorò. «Di certo non volevo che tu fossi la donna colpevole dello sparo al cuore del mio migliore amico.»
Lei emise un ringhio di scherno. 
«Migliore amico?» vomitò dalle labbra rosso scarlatto, con una punta di odio.
John si limitò a guardarla e schiudere la bocca leggermente asciutta che lentamente si compose in un lieve sorriso. Che senso aveva ormai, mentire?
«Okay Mary.» disse scrollando le spalle. «Di certo non volevo che tu fossi la donna colpevole dello sparo al cuore dell'uomo che amo.» disse semplicemente, senza sapere che la terra sotto i piedi di Mary si sgretolò lentamente, crollando e facendola sprofondare in un baratro di disperazione, seppur ben conscia di aver perso già in partenza.
«Io amo Sherlock Holmes.»
 Lo sguardo di John poteva essere descritto come il ritratto dell'essere fiero e felice della scelta appena presa. 
«E questo non si può cambiare. Ti aspetto di sotto.»
Il medico la superò e si accinse a scendere le scale, lasciandola lì, senza parole. Senza più niente. 
John quel giorno aveva spezzato un cuore ma al contempo ne aveva ricucito un altro precedentemente andato in frantumi. 
Il cuore dello stesso uomo che, sdraiato nel suo letto ed infagottato tra le coperte, stava sorridendo felice dopo anni di agonia passati al buio.
Finalmente, la sua luce era tornata a splendere per lui.










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Ashley's Corner
Quanto amo i Johnlock! Saranno la mia rovina ovarica e non, per la vitaH.
Spero vi sia piaciuta, donzelle! Let me know!
Un bacione <3
AshleyS.
  
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