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Autore: Dragasi    06/11/2014    4 recensioni
Fosco non riuscì a parlare ferito dalle parole della sua signora: colei che lui amava e a cui aveva donato la vita aveva appena dimostrato di considerarlo solo un servitore e nulla più.
Aveva appena detto che non esisteva il vero amore, quando lui sarebbe stato pronto a dimostrarle il contrario. Avrebbe voluto abbracciarla e stringerla a sé, cullandola tra le sue braccia e dandole dolci baci sulle sue labbra rosse. Avrebbe voluto passare l’eternità con la sua signora, non come semplice servitore, ma come compagno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fosco, Malefica
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Le mie ali saranno tue e il mio cuore con loro


Era lì in piedi, nudo, sporco di terra e fango, e guardava la donna, anzi la fata, che gli aveva appena salvato la vita.
La sua freddezza incuteva terrore, ma negli occhi le si poteva leggere un profondo dolore.
« Che hai fatto al mio bellissimo aspetto? » chiese il giovine con una punta di arroganza nella voce.
« Era meglio se ti lasciavo bastonare a morte? » chiese la donna con sufficienza.
« Non ne sono sicuro »
« Smettila di lamentarti, ti ho salvato la vita »
« Perdonami » disse pieno di sincero rammarico il corvo.
« Come vuoi che ti chiami? » chiese la fata in un soffio quasi indifferente.
« Fosco » rispose lui sicuro prima di pronunciare la frase che avrebbe cambiato il suo destino:« E per avermi salvato la vita sarò il tuo servitore »
La donna lo guardò con occhi di ghiaccio e lui, velocemente, aggiunse chinando il capo in segno di sottomissione:« Qualunque cosa tu chieda »
« Le ali… Devi diventare le mie ali »
 
E divenne le sue ali. Volò tra il regno degli uomini e la brughiera riferendo alla sua signora ciò che vedeva e sentiva.
Un giorno giunse al castello di Re Stefano e si appollaiò sul davanzale di una finestra osservando le donne fare il filato. Delle grida eccitate giunsero alle sue orecchie:« È una bambina! È una bambina! »
Spiccò il volo per tornare dalla sua padrona pronto a riferirle quello che aveva sentito, anche se in cuor suo sapeva già cosa sarebbe successo se Malefica avesse saputo la verità.
 
Erano arrivati durante la cerimonia di battesimo della piccola. Lui era in disparte sottoforma di corvo, e vedeva la sua padrona operare per odio e per dolore senza poter far nulla per impedirlo, perché lui era solo un servitore, un servitore per debito di vita.
 
Passava il tempo e Fosco osservava la sua signora che veniva consumata dal dolore, e più quel dolore si faceva strada nel cuore della sua padrona più lui avrebbe voluto alleviarlo con il suo affetto.
Poi iniziarono a prendersi cura della piccola Aurora di nascosto, e Fosco vedeva con gioia che l'amore stava tornando ad albergare nel cuore di Malefica e lui osservava quella fata che il tempo gli stava facendo amare.

Erano seduti ai piedi un albero in prossimità della casetta nel bosco dove le tre fate allevavano Aurora.
Malefica si stava divertendo a creare un temporale all'interno della casa facendo litigare le fate, mentre Fosco osservava la sua padrona scuotendo la testa rassegnato.
« Dai! È divertente! » gli disse la fata sorridendo e lui amò quel sorriso con tutto il suo cuore.
Vedendo che Fosco non accennava a sorridere si incupì anche lei e tornò a guardare la casa.
« Mia signora »
La donna si voltò verso il suo fedele servitore.
« C'è una cosa che devo sapere » 
Malefica lo osservò con aria di sufficienza e chiese:« Davvero? Di che si tratta? »
Il corvo indugiò un momento prima di dire:«Quando intendete revocare la maledizione? »
« Chi ha mai detto che avessi intenzione di revocarla? »
Sulle labbra del giovane spuntò un mezzo sorriso.
« Padrona... » rispose il servitore con il tono di chi voleva intendere che era ovvio che ci avrebbe provato.
Dopo un momento di silenzio Fosco si arrischiò a domandare:« Posso parlare liberamente? »
« No »  si limitò a rispondere Malefica prima di alzare un braccio per trasformare il suo servo nuovamente in corvo.
Fosco allungò una mano e afferrò il braccio della sua padrona per impedirle di trasformarlo
Malefica lo guardò con occhi di fuoco e lui ebbe paura di essersi spinto troppo in là, paura di aver scatenato l'ira della sua signora.
Deglutì prima di prendere il coraggio per parlare continuando a tenere il braccio della padrona:« Ogni volta che non vi aggrada di sentire ciò che ho da dire, mi trasformate »
Malefica lo ignorò ed il povero Fosco si ritrovò corvo:« Che osservazione brillante »

Quando Aurora si presentò loro, per lui fu un momento di gioia: forse finalmente qualcuno avrebbe portato la pace nel cuore della sua amata.
Vedeva l'amore crescere nel cuore della sua padrona, ma il suo nel profondo soffriva perché quell'amore non era per lui, umile servitore che le era rimasto sempre accanto, e mai lo sarebbe stato.

La sua padrona aveva accompagnato Aurora a casa quella sera e lui era sdraiato sull’erba a osservare il cielo. La vide tornare piena di turbamento e con un nuovo dolore e lui avrebbe voluto prenderla fra le sue braccia e farle sentire il suo amore, ma si limitò solo ad avvicinarsi a lei e chiedere chinando il capo:« Mia signora? »
« L'ho condannata e non potrò mai espiare la mia colpa »
Capì che aveva provato a rompere il sortilegio, ma non aveva potuto.
Non poteva sopportare la vista della sua padrona in quello stato e, appena scoprì che un ragazzo cercava Aurora, pensò di avere la soluzione.
« Ricordate il bacio del vero amore che rompe l'incantesimo? » le si rivolse fiducioso
« Idiota! Il vero amore, dici? Davvero non hai capito, allora. Ho scagliato quel maleficio perché il vero amore non esiste! »
Fosco non riuscì a parlare ferito dalle parole della sua signora: colei che lui amava e a cui aveva donato la vita aveva appena dimostrato di considerarlo solo un servitore e nulla più.
Aveva appena detto che non esisteva il vero amore, quando lui sarebbe stato pronto a dimostrarle il contrario. Avrebbe voluto abbracciarla e stringerla a sé, cullandola tra le sue braccia e dandole dolci baci sulle sue labbra rosse. Avrebbe voluto passare l’eternità con la sua signora, non come semplice servitore, ma come compagno.
Finalmente riuscì a riprendere il dono della parola e disse:« Mia signora, il ragazzo potrebbe essere la sua unica speranza »

Fermi davanti alle porte del castello Malefica si rivolse al suo fedele servitore:« Non venire con me, questa non è la tua battaglia »
Il corvo rimase deluso, ora che il suo aiuto non sembrava più necessario veniva abbandonato, gettato via come una cosa inutile. Il suo cuore, però, apparteneva alla sua signora e lui non avrebbe mai potuto abbandonarla, non ne sarebbe stato capace.
Borbottando ironicamente per cacciare il dolore la seguì dentro al castello:« Vi ringrazio. Non senza di te, Fosco! Niente se non con te, Fosco! » 
Per tutta risposta la sua padrona si limitò a dire:« Guarda che ti sento... »

Si nascosero dietro il paravento in attesa di scoprire se il bacio di Filippo avrebbe avuto effetto. Avvertiva l'impazienza e la speranza della sua padrona e lui sperava con tutto il cuore che Aurora si svegliasse cosicché la sua signora tornasse felice.
Il bacio non funzionò e appena furono soli con Aurora uscirono dal loro nascondiglio. La sua padrona si avvicinò al letto mettendosi di fianco alla principessa, Fosco rimase di fianco al paravento, in disparte, ad osservare in silenzio.
Ormai il cuore della sua padrona era perso per sempre e l'unica cosa che poteva fare era rimanere al fianco di Malefica mantenendo fede al giuramento fatto tanti anni prima.
La fata baciò sulla fronte Aurora e lei si svegliò contro ogni aspettativa.
Fosco avrebbe voluto piangere, avrebbe voluto morire lì, quella era la prova che nel cuore della sua padrona non c'era spazio per lui, era la prova che doveva rassegnarsi all'idea di non essere mai contraccambiato, ma al tempo stesso era felice: la sua padrona era ancora in grado di amare.

Erano finiti in una trappola e ora la sua padrona era imprigionata sotto una maglia di ferro. Gli venne in mente quel giorno di tanti anni prima, quando quello intrappolato sotto una rete era lui e Malefica gli aveva salvato la vita.
Vide la sua signora riuscire a muovere una mano e lui si ritrovò trasformato in un enorme drago sputa fuoco. Poteva proteggerla ora, poteva salvarla. Iniziò a uccidere i soldati con gli artigli e con le fiamme, era pronto a dare la vita per colei che amava.

Aurora era stata incoronata regina e aveva portato la pace tra la Brughiera e il regno degli uomini e Malefica aveva nuovamente ottenuto le sue ali e Fosco, nonostante le vere ali della sua signora fossero state rese, era rimasto. Non aveva voluto riavere la sua libertà, non sarebbe mai stato veramente libero ormai: il suo cuore era  della sua signora e di nessun altro.
Sarebbe rimasto con lei e nulla glielo avrebbe impedito.

Era in una radura con la schiena appoggiata ad un tronco che osservava il cielo stellato. Avrebbe voluto librarsi in volo sopra le nuvole, ma se la sua padrona non lo trasformava in corvo era incatenato a terra.
« Fosco » chiese una voce che lui conosceva e amava.
Si alzò e si girò verso la sua padrona chinando il capo per rispetto:« Mia signora »
« Ecco dove ti eri cacciato! Non ci sei mai quando ho bisogno di te! »
Un sorriso pieno di amarezza spuntò sul volto del giovane dai capelli scuri.
Il corvo non riuscì a trattenersi e rispose:« Dopo più di sedici anni di mio devoto servizio nei vostri confronti riuscite a dire che non ci sono mai quando avete bisogno? »
Malefica rimase un momento in silenzio prima di chiedere:« Perché sei rimasto? »
Fosco era convinto di sapere dove valeva andare a parare la sua padrona e le rispose spazientito:« Lo sapete benissimo, e se volete che ve lo ripeta eccovi accontentata: mi avete salvato la vita e per questo sono il vostro servitore »
La fata lo guardò e disse:« Non volevo sentirti dire quello, Fosco. Ho di nuovo le mie ali, perché sei rimasto? » 
Fosco la guardò negli occhi incredulo. Le aveva mancato di rispetto per due volte, eppure era ancora in forma umana e la sua padrona gli stava parlando con calma.
« Ho fatto un giuramento, lo sapete »
« Fosco? »
« Sì? »
« Perché sei rimasto? In questi anni mi è capitato spesso di maltrattarti, ignorarti o trasformarti in cane… Avevi promesso di essere le mie ali, ma ora io ho riottenuto le mie vere ali. Avresti potuto anche riprenderti la tua libertà »
« E rimanere tutta la vita corvo o umano? Non fa per me dopo tutti questi anni » rispose sorridendo il giovane.
Sono rimasto perché vi amo!, avrebbe voluto gridare Fosco, ma il suo cuore era riottoso. Aveva paura di essere allontanato, di essere cacciato, per sempre.
La fata sorrise, e per un istante il corvo si chiese se avesse veramente creduto alle sue parole.
« Sei più sciocco di quanto pensassi » disse lei ridacchiando.
« Cosa intendete dire? »
« Hai deciso di rinunciare alla tua libertà per non dover rimanere in una sola forma, o almeno questo è quello che mi vuoi far credere »
« Mia signora, è tanto tempo ormai che ho il dono della parola, rinunciarci adesso sarebbe… fastidioso » rispose cercando una via di fuga cercando di rimanere credibile.
« Fosco? »
Quella conversazione iniziava a non piacergli, rischiava di dover essere costretto a rivelare il suo segreto.
« Sono al vostro servizio » disse il corvo nella speranza di ricevere un ordine e uscire così da quella situazione.
« Un giorno me lo dirai? »
« Vi dirò cosa? »
« Il segreto che ti tieni dentro, Fosco »
L'uomo fece per ribattere, ma si ritrovò trasformato in corvo.
La sua padrona spiccò il volo e lui la seguì, felice di librarsi nel cielo notturno insieme alla sua amata.
 


Angolino di Dragasi

Buonsalve! Grazie per essere arrivati fin qui. Questa è la mia prima ff su Maleficent e spero che sia venuta bene. L'ho visto per la prima volta domenica sera (ebbene sì non ero andata a vederelo al cinema) e queste sono le sensazioni ed emozioni che il film mi ha lasciato. Amo il povero piccolo e cuccioloso Fosco.
Spero che questa ff vi sia piciuta e grazie per averla letta!
   
 
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