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Autore: kimsherd    08/11/2014    1 recensioni
Introspezione di un personaggio che non conosce amore, ma solo violenza, e per tutta la vita ha confuso uno con l'altra.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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NERO COME IL VUOTO

Fin dalla prima volta in cui ti ho visto, ho capito che eri speciale.
Ti lasciavi trascinare su gambe malferme, con quello sguardo spento e smarrito di chi aveva perso ogni cosa. I tuoi occhi desideravano di morire, perché nella tua ignoranza pensavi che la morte fosse l’unica soluzione alla tua sofferenza, ma oltre quella preghiera di morte, vi era rabbia, odio…ira.
Quell’ira ti stava consumando, ti corrodeva dall’interno e se non l’avessi lasciata uscire, se non l’avessi lasciata libera di sfogarsi, ti avrebbe ucciso.
Quell’odio mi piacque subito. I tuoi occhi mi piacquero subito. Erano come dei rubini sanguinari e io, per quanto a lungo avessi vissuto, non avevo mai visto degli occhi del genere.
Mentre mi fissavi con la morte e l’odio negli occhi, desiderai di tuffarmi in quei rubini e non uscirne più.
Ti tesi la mano, perché avevo qualcosa di molto speciale da offrirti. Avevo il potere di liberare quella rabbia racchiusa nei tuoi occhi e trasformarla in un’arma. Era la vendetta il tuo obbiettivo, no? Lo capii subito.
E mentre mi afferravi la mano pallida con una presa forte, nonostante il tuo fisico debole, capii che quelle dita erano  l’unica cosa che avrei voluto intrecciare alle mie.
Era un pensiero nuovo, strano, pazzo, frustrante. Sfiorarti accese in me qualcosa di sconosciuto, qualcosa che andava oltre il semplice desiderio di corpi da poter possedere.
Quella fiamma arde in me ancora oggi, potente come allora.
Ti ho fatto del male, ti ho procurato cicatrici guaribili sul corpo, ma indelebili nella mente, ti ho insultato, ti ho trattato peggio di uno schiavo, ti ho ingannato, ti ho dato una vita eterna senza nessuno con cui spenderla…ho fatto questo e molto di più.
Quella fiamma, quel calore che solo la tua presenza riusciva a darmi, non era ciò che le persone normali chiamavano amore, non lo era mai stato.
Mi piaceva vederti soffrire: ridevo del tuo dolore e più ti facevo male, più volevo vedere i tuoi rubini pieni di sofferenza e la tua bocca serrata nel tentativo di non mostrare la pena.
Adoravo vedere il modo in cui ti sottoponevi ad ogni nuova tortura, credendo veramente che tutto quel dolore ti avrebbe reso più forte e in grado di compiere la tua vendetta.
Illuso. Tutto quello non serviva a niente, non era mai servito.
Avrei potuto trasformarti subito e saresti stato comunque in grado di uccidere chiunque, ma io ti ho voluto ingannare. Ho voluto godere del tuo dolore, mascherando le mie azioni come buone opere.
Forse, se avessi agito in modo diverso, ora saresti mio. Se mi fossi accorto prima di cosa veramente quella fiamma che ardeva dentro di me significasse, forse ora non avrei la tua mano premuta violentemente sul mio collo.
Ho sempre desiderato di sentire le tue mani sul mio corpo. Mi sono sempre chiesto che effetto facesse.
Scopavo ogni ragazzino della villa, ma nessuno di loro mi dava la scarica elettrica che un solo tuo sguardo sapeva farmi provare. Quelle rare volte in cui mi sfioravi, sia per attirare la mia attenzione che per tentare di ferirmi, dovevo trattenermi per non prenderti subito, per non farti finalmente mio.
Una volta ti avevo sorpreso a dormire, sfinito, in salotto, accasciato sul tavolo. Non ero riuscito a trattenermi e ti avevo accarezzato una guancia e le labbra.
Ci credi che tremavo? Tremavo perché mi piaceva sfiorarti a quel modo, senza doverti fare per forza del male. Avrei voluto baciarti, avrei voluto stringerti, tenerti ancora per mano come tanti anni fa e vederti sorridere. Avrei voluto non vedere mai più il dolore nei tuoi occhi.
Solo in quel momento mi resi conto che avevo sbagliato tutto. Non era la sofferenza ciò che cercavo in te, non era il tuo odio…era qualcosa di più potente e duraturo, qualcosa che con la violenza non avrei mai potuto ottenere. 
Ma per quanto mi rendessi conto di quello che avevo fatto, non potevo tornare sui miei passi. Ti avevo segnato per sempre, non potevo tornare sui miei passi.
Così continuai a distruggerti lentamente, agendo come quella rabbia che ti corrodeva.
Ti ho rovinato, lo so, ma non mi dispiace. Anche se ciò che ho fatto è sbagliato, so che non ti dimenticherai mai di me.
L’odio è il sentimento più difficile da cancellare.
Mi sarebbe piaciuto poterti baciare davvero, poter avvertire in te la stessa fiamma che mi bruciava, invece ti ho solamente violato, dando il colpo di grazia alla tua anima già incrinata.
Io ti ho ucciso.
Ho ucciso la tua possibilità di vivere una vita normale, ma se tu non avessi afferrato la mia mano tanti anni fa, cosa sarebbe successo?
Saremmo entrambi morti. Prima di incontrarti, io ero come se lo fossi: arido e indifferente e tu, beh, tu ti saresti comunque lasciato consumare dalla rabbia e io non volevo questo.
Quella stessa rabbia ti sta consumando ora, lo vedo nei tuoi splendidi rubini.
Mi piace come mi guardi. Mi guardi come se non volessi altro se non la mia morte. Sono così importante per te da meritarmi tutto il tuo odio?
Sorrido e la tua presa si fa più stretta. Non ho scampo, lo so, e questo mi rattrista. Avrei voluto passare ancora del tempo con te, avrei voluto vederti sorridere.
Altre persone avevano visto il tuo sorriso, altre persone avevano goduto dei tuoi baci e delle tue carezze e questo è l’unico motivo per cui vorrei vivere ancora un altro po’.
Perché a me hai negato tutto questo? È per quello che ti ho fatto su quel letto anni fa?
Mi hai costretto. Mi avevi tradito, mi avevi abbandonato e io volevo averti tutto per me.
Per la prima volta in vita mia ho provato dolore, un dolore lancinante. Cosa potevo fare se non usare la violenza per riprendermi ciò che doveva essere mio? Tutto ciò che conosco è la violenza e l’ho usata, nonostante sapessi che l’amore non si può ottenere con la forza.
Con la forza si possono distruggere montagne, si può diventare ricco, uccidere, scopare, ma non si potrà mai essere amati.
E io non volevo altro che questo.
È proprio vero, gli uomini desiderano solo ciò che non possono avere.
 
È arrivata la mia ora e ho un unico rimpianto. Voglio poter dire ad alta voce quello che la fiamma che arde dentro di me significhi davvero.
La tua mano che mi preme la gola mi impedisce di parlare, ma non mi arrendo. Devo dirtelo.
«Dimi-»
Non riesco nemmeno a finire di pronunciare il tuo nome che il rumore del mio collo che si spezza riempie l’aria. Ho sempre amato il rumore delle ossa che si rompono, ma questo suono mi turba profondamente.
Sei crudele, non mi hai nemmeno lasciato finire di parlare, ma non posso pretendere molto di più. Io, in fondo, sono stato molto più crudele.
Alla fine, persino io ho paura della morte. Talmente tanta paura che ho iniziato a pensare cose che mai mi avrebbero sfiorato la mente…sono diventato una persona senza spina dorsale? Non mi importa, ormai sto per morire. Ma anche se il sipario sta per calare sulla grande tragedia che è la vita, voglio farti sapere il perché, il senso di tutto ciò che abbiamo fatto, anche se tu, queste parole, non le sentirai mai:
«Ti amo»
 

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Questa one-shot sarebbe tratta da un'altra mia original che purtroppo ho lasciato da anni, ovvero Rosso come il Sangue. Se volete capire meglio questa mini fic vi consiglio di leggere quell'altra, perché sto quasi pensando di riprenderla XD in ogni caso questa one-shot è vista dal punti di vista dell' "antagonista" e parla dei suoi controversi e assurdi sentimenti. 
 
   
 
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