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Autore: Francine    10/11/2014    6 recensioni
Frammenti di vita quotidiana, sparsi nello spazio e nel tempo, all'ombra del Grande Tempio di Athena.
(Personaggi serie classica e Lost Canvas)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleidoscopio'
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#19 Glasperlenspiel





Prompt: Collana
Titolo: Glasperlenspiel
Autore: Francine
Fandom: Saint Seiya – Serie Classica
Personaggi: Mitsumasa Kido – Saori Kido
Genere: Missing Moments 
Rating: Verde
Avvertimenti: -
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine) 825/2
Eventuali note dell’autore (o alla fine se contengono spoiler):
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Della sua vita non c'è altro da raccontare. Il resto si è svolto al di là delle immagini e della storia.
(Hermann Hesse, Il giuoco delle perle di vetro, 1943)

 
 



«E quella lassù?»
«Cassiopea.»
Mitsumasa annuisce. «E sai dirmi come si chiama quella alla sua sinistra?»
Gli occhi della piccola Saori si spostano di qualche grado e fissano quel gruppo di stelle. Si mordicchia le labbra. «Andromaca?», tenta.
Nonno Mitsumasa ride.
«Andromeda», la corregge. «Andromaca è la moglie di Ettore, nell’Iliade. Il suo nome significa “che combatte come un uomo”. Andromeda è la figlia di Cassiopea, e il suo nome significa “sovrana degli uomini”.»

A Saori gira la testa. Non capisce perché suo nonno sia fissato con quei nomi così difficili, ma le piace passare del tempo con lui, lassù, nel planetario. Soli. E vedere il viso burbero e severo dell’uomo addolcirsi solo con lei. C’è un senso di quiete, nel planetario. Di pace. Un mondo a parte, dove può avere il nonno tutto per sé.

Saori ancora non sa cosa l’attende dietro l’angolo. Le sue giornate sono piene di attività - danza, pianoforte, canto, inglese, nuoto - in una casa troppo grande per lei. Ogni tanto, il nonno le permette di andare a giocare con quei bambini che ha raccolto. Per lei, dice il nonno. Eppure, non si diverte con loro come si diverte con il nonno. Ha tante storie meravigliose da raccontare, il nonno. Le piace sentire la sua voce, bassa e un po’ roca, perdersi lungo sentieri sconosciuti. È come se quelle storie così lontane nello spazio fossero, invece, vicine nel tempo, per la piccola Saori. Che sente qualcosa accendersi, dentro di lei, ogni volta che il nonno nomina il cavallo alato. Pegaso. Quello con cui Perseo ha salvato la giovane e bellissima Andromeda dalle fauci della Balena.

«Uffa!», e Saori incrocia le braccia in un fruscio di velluto verde bosco. «Ma perché hanno questi nomi così strani?»
«Sono nomi greci, piccola mia», le dice il nonno, accomodandosi sulla poltrona di destra.
«Ma sono difficili!», protesta la bambina, mettendo su il broncio.
«Anche le scale erano difficili, la prima volta», le ricorda il nonno. «Ma poi hai imparato con l’esercizio, vero?»

Saori annuisce. Le stanno bene i capelli a caschetto. La fanno sembrare una bambolina, pensa l’uomo. Ma il broncio non sparisce dalle labbra della bambina.

«Ti svelo un segreto», le dice. Tirando fuori dalla tasca del suo completo blu notte un astuccio nero. «Un piccolo gioco per aiutarti a ricordare le costellazioni», le spiega, vedendo come gli occhi della bambina si siano incollati a quella custodia.
Saori si avvicina e lui le porge la scatola quadrata. Cosa c’è qui dentro, nonno?, gli domanda la bambina con lo sguardo. E lui, con un piccolo gesto da vecchio seduttore consumato, schiude quell’astuccio davanti ai suoi occhi. E l’espressione di Saori alla vista della collana è la stessa di tutte le donne che ha avuto la fortuna di incontrare sul suo cammino. Uno stupore smarginato. Una sorpresa inaspettata. Di quelle che ti lasciano senza parole.
«Sono ottantotto perle di diaspro rosso», le dice il nonno. «Una perla per ogni costellazione», aggiunge, sfilando la collana dal suo supporto ed allacciandola al collo della nipotina.

«Gli antichi greci credevano che il diaspro rosso fosse la pietra di protezione per eccellenza. Responsabilità, battaglie, benessere psicofisico. Non c’è nulla che il diaspro rosso non controlli», ha detto Mitsui, l’incaricato che il vecchio Mitsumasa ha mandato a chiamare il mese scorso. «Ma sono tutte leggende, queste, si sa…», ha aggiunto prima di passare a mostrargli il pezzo forte del suo campionario, le perle lilla.
Mitsumasa l’ha ascoltato fino alla fine, paziente e rispettoso del suo lavoro, per poi ordinargli una collana di diaspro rosso. Perché sì, saranno pure tutte leggende quelle secondo cui una pietra può influenzare il nostro benessere, ma dietro ogni leggenda non c’è forse un filo di verità?

Il diaspro ti proteggerà, Athena. Ti aiuterà in quelle battaglie che ti aspettano. E che io, forse, non vedrò mai.

Il viso di Saori è raggiante. Le dita corrono a toccare quelle perle rosso scuro che le ricadono sul petto. «Com’è bella, nonno…»
«Adesso ti spiego come funziona il Glasperlenspiel. Il gioco delle perle di vetro», le dice vedendo il suo sguardo preoccuparsi. Adesso anche il tedesco?, chiedono gli occhi della bambina. «Dai il nome di una costellazione ad ogni pietra. E così fino a quando non hai finito tutte le pietre.»
«Ho capito.»
«Scommettiamo che i nomi delle costellazioni non saranno più così difficili?»
«Vero!»
«Allora, cominciamo», le dice, portando la chiusura della collana davanti ai suoi occhi. «Rircorda. Una perla per ogni costellazione.»
«E se non me ne ricordo qualcuna?»
«Ti aiuto io.»

Saori annuisce. Si schiarisce la voce con un finto colpo di tosse e poi inizia.
«Ariete. Toro. Gemelli. Cancro. Leone…», toccando una perla dopo l’altra, una costellazione alla volta, a partire dall’Ellittica, l’espressione seria che i bambini mettono su quando pensano che qualcosa sia oltre la loro portata.
Il vecchio Mitsumasa sorride nel vedere la propria nipotina così assorta in quel gioco. E sa che, alle sue spalle, anche Athena sta sorridendo.


Note: ... con buona pace di Hermann Hesse, ma dovevo trovare un senso alla collana di perle grosse come palline di naftalina di Saori.
   
 
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