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Autore: Lily Liddell    10/11/2014    0 recensioni
Ambientata subito dopo gli avvenimenti della 8x12
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One Shot su un personaggio originale inserito all'interno di Doctor Who.
Il personaggio di Lily nasce per un GDR, serviva una nuova figlia per il Dottore e mi offrii volontaria. Da quel momento Lily ha preso vita sua, le ho creato un background e tutto quello che le serviva per diventare un personaggio originale e accattivante.
Charlie è la nipote di Amy e Rory, che ha viaggiato e viaggia con Lily come sua companion. Il personaggio è nato per lo stesso GDR.
Lily, il Dottore, Charlie e River hanno le linee temporali intrecciate. Ciò che è già successo ad uno, non è necessariamente successo ad un altro. In particolare, il Dottore ha già vissuto la morte di River, mentre Lily e Charlie no.
[Cenni a River Song/OC]
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Lily sta passando un momento difficile, e decide di prendere una pausa dai viaggi, ma prima di farlo deve incontrare alcune persone.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 12, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Titolo: How to Save a Life
Parole: 2270
 
L’erba soffice si piegava sotto la suola delle sue scarpe; un freddo pungente le si stava attaccando alle ossa, oltrepassando il sottile tessuto dei vestiti, mentre attraversava a grandi passi il cimitero, seguita dal fedele compagno Sontaran.
La mano sinistra di Lily era serrata a pugno, con le dita strette attorno alla plastica.
La sua mente era completamente svuotata, non voleva pensare a tutto quello che era successo, preferiva chiudere tutto fuori.
Passava oltre le tombe, senza perdere tempo a leggere i nomi incisi sulla pietra, come avrebbe fatto un tempo.
Quando cominciò a vedere delle figure in lontananza, accelerò il passo, per poi fermarsi a guardare l’ultimo Cyberman che prendeva il volo.
Seguì i suoi movimenti con lo sguardo, poi gli occhi caddero su qualcosa a diversi metri da lei e il cuore ebbe un tuffo.
Doveva restare calma. Era essenziale in quel momento, o sarebbe potuta finire molto peggio di quanto già non fosse.
Senza cambiare espressione, riprese a camminare velocemente, verso le due figure in piedi rimaste ormai da sole; si fermò ad una distanza non considerevole, accanto al corpo accasciato al suolo di Kate Stewart.
Chinandosi su di lei, con la mano destra andò a controllarle il polso, senza emettere nemmeno un fiato.
« Starà bene. » La Sua voce arrivò più distante di quanto non fosse veramente, ma Lily non sollevò lo sguardo. Doveva controllare di persona.
Sotto la leggera pressione dei suoi polpastrelli, avvertì un battito debole e irregolare, che però le fece chiudere gli occhi e rilassare il viso, incredibilmente sollevata.
Senza ancora rivolgere un solo sguardo al Dottore, o alla sua compagna, Lily si rivolse al Sontaran. « Respira, ma ha bisogno di cure mediche. Avvisa immediatamente Malcolm. »
Stark fece un passo avanti, e il saluto militare. « Sì, Ma’am. » Si sbrigò a dire, poi si voltò e prese un aggeggio dalla sua cintura, per fare ciò che gli era stato chiesto.
« Che ci fai qui? »
A quel punto, Lily tornò in piedi e affrontò lo sguardo del Dottore. Era la prima volta che si vedevano di persona dopo Gallifrey, aveva parlato con lui attraverso uno schermo e quegli occhi l’avevano sempre terrorizzata, ma dal vivo erano anche peggio.
« Ero a New York. » Sputò fuori quelle parole come acido. Poi spostò lo sguardo da Lui alla sua compagna; era stanca e provata, il viso rigato da lacrime ormai asciugate dal vento.
Conosceva solo il suo nome, non l’aveva mai vista prima.
Lei non era interessata a Lily, la guardava con sguardo quasi assente, assistendo inerme alla scena. Forse non sapeva nemmeno chi fosse, o forse lo sapeva ma semplicemente non gliene importava. Non in quel momento.
« New York? » Ripeté lui, con uno sguardo confuso sul volto, quasi accusatorio. « Perché New York? Saresti potuta essere utile qui. »
Quelle parole fecero scattare qualcosa nella mente della Signora del Tempo, ma si prese un attimo prima di rispondere.
La mente bruciava di parole che avrebbero fatto meglio a restare non dette, le dita della mano sinistra si strinsero ancora più forte attorno alla plastica, e frammenti di vetro caddero sull’erba, staccandosi dalla montatura degli occhiali.
Incapace di allentare la morsa in cui si era serrata la sua mascella, Lily rimase in silenzio, aspettando di calmarsi, mentre gli occhi del Dottore si spostavano dalla mano sinistra di sua figlia per poggiarsi di nuovo sul suo viso. Ancora una volta i loro sguardi s’incrociarono.
« Una catastrofe mondiale e due Signori del Tempo nella stessa città? »
Il Dottore sembrò rimanere in sospeso, senza sapere come continuare. L’accusa nei suoi occhi era sparita, lasciando il posto ad uno sguardo stanco.
Nessuno dei due voleva litigare, Lily non voleva nemmeno parlargli a dire il vero.
Fortunatamente, Stark interruppe il suo flusso di pensieri. « Ma’am, stanno arrivando. »
Lily annuì, distogliendo lo sguardo da suo padre, per tornare a guardare il corpo privo di sensi di Kate.
XxX
Diverse ore più tardi, Lily era in una stanza d’ospedale. Il Dottore se ne era andato, probabilmente, e adesso stava a lei raccogliere i pezzi delle cose che aveva rotto.
Kate Stewart stava riprendendo coscienza lentamente; quando fu completamente sveglia, la prima cosa che tentò di fare, fu togliersi gli elettrodi attaccati al suo corpo, che monitoravano il battito cardiaco.
Un infermiere le impedì di staccarli, spiegandole che doveva restare sotto osservazione per almeno un altro giorno, perché lo stress e il trauma subito non erano indifferenti.
Dopo essersi assicurata che la sua famiglia stesse bene e che probabilmente stavano arrivando all’ospedale, finalmente si rese conto della figura che aspettava in silenzio in un angolo della stanza.
« Lily. » Sembrava quasi sorpresa di vederla, come se non si aspettasse di trovarla ancora lì. « Cosa è successo? »
« I Cyberman hanno salvato la Terra. Missy è scappata. »
Passandosi una mano fra i capelli e poggiando la testa al cuscino, Kate inspirò lentamente. Era ancora terribilmente provata, ma era viva, sarebbe stata bene.
Solo allora Lily si staccò dalla parete, per avvicinarsi al letto e rimanere in attesa.
Doveva dirglielo, ma non sapeva come. Le parole erano bloccate in gola, in un groppo doloroso.
« Che c’è? » Si sentì chiedere da Kate, quando era ovvio che stesse cercando di comunicare, ma non ci riusciva. « Lily? »
Chiudendo gli occhi per un momento, Lily si ritrovò nuovamente ad avere la testa completamente svuotata. Avrebbe potuto dire un miliardo di cose, avrebbe potuto provare ad addolcire la pillola, a rassicurarla o consolarla.
Alla fine, non riuscì a fare nessuna di queste cose, si limitò a poggiare quello che restava dei suoi occhiali ai piedi di Kate, chinando la testa, incapace di rialzarla per guardare la reazione della sua amica.
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Lily rimase immobile, senza nemmeno respirare, l’unico rumore nella stanza era il beep continuo che proveniva dai macchinari che monitoravano Kate.
Quando il silenzio cominciò a fischiare nelle orecchie della Signora del Tempo, Kate lo ruppe. « Lily? »
Al momento Lily non capì come l’altra donna ne era stata in grado; ma, in una sola parola, Kate aveva riunito insieme la domanda di una conferma all’ovvietà della situazione, una richiesta di aiuto, l’incredulità rispetto ad una verità che non voleva accettare e il dolore della consapevolezza.
Lily non sollevò la testa, ma indietreggiò lentamente.
« Lily?! »
Arrivata alla porta, le diede le spalle. Aveva un ‘mi dispiace’ sulla punta della lingua, ma ormai non aveva più l’uso della parola, era come se il cervello fosse completamente scollegato.
« Lily! »
Lasciò la stanza, senza guardarsi alle spalle, attraversando i corridoi a passo svelto, perché voleva andarsene il più presto possibile.
Tornata al suo TARDIS, Stark la aspettava in silenzio.
Lasciò la Terra, ma restò in orbita nelle vicinanze. Prima di atterrare doveva fare una telefonata.
Cercò di riprendersi e accese il monitor, poco dopo il viso di Charlie lo riempì.
La ragazza le sorrise, eccitata. « Finalmente! Ti prego, dimmi che non te lo sei perso, perché è stato- Lily? » Il sorriso della ragazza si trasformò in una smorfia preoccupata, quando notò l’espressione sul volto della donna proiettata sul suo smartphone.
« Charlie, non posso tornare. » Avrebbe fatto bene a prepararsi qualcosa, ma dati i precedenti, un discorso scritto sarebbe servito a ben poco, era già tanto riuscire a proferire parola. « Non per sempre, solo per un po’. Credo mi fermerò per qualche giorno. Forse una settimana o due, ho bisogno di una vacanza. »
« Una vacanza? » L’incredulità dipinta sul volto della ragazza era palese, poi assunse un’espressione sospettosa. « Devi andare da qualche parte di pericoloso? Perché se è così posso aiutare. Non sottovalutarmi, sono intelligente, lo sai. »
« Qualche volta- » Lily l’interruppe, ma poi un groppo alla gola le fece singhiozzare l’ultima parte, costringendola a ripetersi. « Qualche volta, essere intelligenti non è abbastanza. » La familiare sensazione di occhi che pizzicano l’avvertì che presto si sarebbe trovata in lacrime se non avesse fatto qualcosa.
« Lily? » Adesso Charlie era visibilmente preoccupata, quindi lei si costrinse a sorridere.
Non era un sorriso allegro, tutt’altro. Era un sorriso che significava ‘anche se ora non lo sono, presto starò bene.’
« Ho perso un’amica oggi. Forse avrei potuto evitarlo se fossi stata lì ad aiutare e invece ero lontana. » Una singola lacrima le rigò il viso, detestava piangere, preferiva dimostrare il dolore e il dispiacere in altri modi.
« Mi dispiace… »
« Ho bisogno di un po’ di tempo, volevo solo avvisarti nel caso avessi provato a contattarmi senza ricevere risposta. »
Vide la ragazza annuire, infine la salutò, promettendo di farsi sentire presto.
Sperava di poter mantenere quella promessa, ma in quel momento voleva soltanto allontanarsi il più possibile.
Sapeva dove andare e cosa fare. Inserì le coordinate e partì, atterrando poco dopo, chiudendo tutto, anche le luci all’interno della sala comandi.
« Vieni Stark, non la useremo per un po’. »
Il Sontaran era decisamente stranito dalla situazione, per mesi aveva viaggiato all’interno del TARDIS, uscendo occasionalmente solo per brevi lassi di tempo.
Quando si ritrovò all’interno di un enorme atrio, Lily notò che era decisamente spaesato.
Un gruppo di ragazzi li sorpassò, senza nemmeno notarli; Lily camminava spedita, con il Sontaran alle calcagna, concentrato a studiare l’ambiente circostante.
« Dove siamo, Ma’am? » Chiese infine, affiancando la Signora del Tempo.
« Università La Luna, anno cinquemila-qualcosa. »
Senza perdere tempo, Lily sorpassò il banco informazioni, dirigendosi ad un’ampia sala comune. Studenti e professori popolavano la stanza, chi seduto ai tavoli, chi per terra, chi ancora in piedi.
Un brusio continuo creava un piacevole sottofondo, così diverso dal silenzio che aveva ascoltato fino a quel momento.
Era tutto così frenetico lì, eppure così calmo. Lily si prese un po’ di tempo, facendo vagare gli occhi sui vari volti, riconoscendone qualcuno.
Prima che potesse procedere, lo sguardo si fermò su una figura seduta ad uno dei grossi tavoli. Era una ragazza, con lunghi capelli neri, intenta a leggere un grosso libro.
Beh, non stava esattamente leggendo il libro, più che altro ci stava sbattendo la testa sopra. Lily sorrise automaticamente, prendendo ad avvicinarsi e facendo cenno a Stark di seguirla.
« Gelato. » Disse e la ragazza trasalì.
« Gelato, Ma’am? » La riconobbe, ma sembrò confusa dal modo in cui era stata salutata.
Lily annuì, cercando di cacciare via i brutti pensieri per concentrarsi sul presente e soprattutto sul futuro. Niente lacrime, le lacrime non l’avrebbero portata da nessuna parte. « Quando si è confusi, si ha la testa che gira e non si sa più che cosa fare, un po’ di gelato non può che migliorare la giornata. »
« Me lo ricorderò Ma’am. Ma dove lo trovo qui del gelato? » Due grandi e confusi occhi blu, incontrarono quelli verdi di Lily, che strinse le labbra in un’espressione quasi materna.
« Forse alla caffetteria? »
« Giusto, alla caffetteria… mi perdoni, stavo cercando di studiare, ma non riesco a capire più nulla. » Chiudendo il libro, lo spinse in avanti, lasciando poi cadere la testa sui palmi delle mani.
« Su, su. Può fare una pausa, no? Le va di aiutarmi? »
La ragazza sollevò lo sguardo su di lei, poi sul Sontaran, e infine annuì sorridendo graziosamente. « Volentieri. Ma- la Professoressa Song è fuori a fare ricerche al momento. »
Lily annuì, aspettando che la ragazza si alzasse. « Lo so, sono qui per altri motivi, ma credo resterò fino al suo ritorno e oltre. Ho bisogno di una pausa dai viaggi. »
Il trio si diresse verso una grande biblioteca, dove Lily si fece portare diversi volumi di geografia astronomica, e una miriade di carte dello spazio.
Quando la ragazza arrivò con l’ultimo, enorme libro, rimase ferma a contemplare Lily con aria assente; sembrava volesse chiederle qualcosa, ma non ne avesse il coraggio. Dopo poco, si decise e parlò, con fare un po’ incerto. « Ma’am, se ha deciso di fermarsi, perché ha bisogno di tutte queste carte? Ogni tanto invidio la Professoressa Song, delle volte ci racconta di luoghi che le ha fatto visitare, e immagino sia meraviglioso. Vorrei poterlo fare anch’io. »
Lily sorrise amaramente, scuotendo leggermente la testa. « Non lo faccia. Per nessuna ragione al mondo, mi creda. Anzi, se mai dovesse incontrare qualcuno come me, corra. Corra via più veloce che può, altrimenti stia pur certa che la sua ora arriverà prima di quanto possa immaginare. »
Un po’ spaventata da quell’affermazione, la ragazza rimase immobile, ad osservare Lily con ancora il grosso volume fra le braccia. « O-okay. » Fu l’unica cosa che disse e Lily si rese conto che forse aveva esagerato, ma intendeva ogni parola pronunciata e non se ne sarebbe ripresa nemmeno una.
Si avvicinò alla ragazza e le prese il libro dalle mani, passandolo a Stark come tutti gli altri. « Grazie per l’aiuto. » Le sorrise.
La ragazza ricambiò il sorriso, contenta di aver fatto qualcosa di buono in quella giornata. « Arrivederci Ma’am. »
« Arrivederci Signorina Evangelista. »
Quando si allontanò, Lily tornò a guardare il Sontaran – sommerso da volumi e carte astronomiche – e gli fece cenno di muoversi. « Forza, andiamo. Abbiamo una marea di ricerche da fare. »
Il Sontaran provò a fare qualche passo, testando la sua stabilità, poi cominciò ad avanzare molto lentamente, mentre Lily gli stava dietro tenendo il suo ritmo. « Cosa stiamo cercando esattamente Ma’am? »
Lily sospirò, tenendo aperta la porta per permettere a Stark di passare. « Gallifrey. »

 

 

A/N: Salve! Spero vivamente che abbiate visto gli innumerevoli spoiler allert... se non li avete notati, avete seri problemi di vista. '-'
Comunque. Sono devastata... la mia bambina. Comunque, spero torni perché aveva una gemella Zygoon e perché Clara è morta due volte prima di diventare companion fissa e Rory puuuf... quindi sono fiduciosa.
Per gli occhiali miracolosamente recuperati dall'incidente aereo... non ho una spiegazione. Immagino Lily sia salita sull'aereo che precipitava solo per recuperarli? Oppure è salita per vedere se poteva ancora fare qualcosa e invece ha trovato quelli? Mi servivano gli occhiali per fare scena, concedetemeli, per favore... xD
Comunque, se vi interessa Lily, ho altre storie su di lei qui e un account Facebook con cui faccio volentieri role. 
A presto,

x Lily
   
 
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