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Autore: lapoetastra    12/11/2014    2 recensioni
Spencer, a quella vista, sentì le ginocchia farsi molli per l'emozione e il sollievo.
Lui era arrivato, finalmente.
Era andato a prenderlo.
L'avrebbe salvato.
[ambientata durante la puntata 2x15]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Jason Gideon, Spencer Reid
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Spencer si trovava in una stanza buia.
Non riusciva a vedere nulla.
C'era solo l'oscurità, nera, cupa, indecifrabile, di fronte ai suoi occhi.
E lui non poteva muoversi.
Le catene che gli imprigionavano gambe e braccia non glielo consentivano, costringendolo a rimare fermo e seduto sulla sedia.
Gli sembrava di essere in un sogno.
In un incubo.
Spencer aveva sempre avuto paura del buio, fin da quando era piccolo.
E adesso era lì, tremante e spaventato.
Ma improvvisamente i suoi occhi colsero un bagliore, in lontananza.
Si avvicinava sempre più.
Proveniva da un accendino.
Era ad un passo da lui, ora.
Rischiarava parte dell'ambiente con la sua tenue luce.
E illuminava il volto di colui che lo reggeva.
Spencer, a quella vista, sentì le ginocchia farsi molli per l'emozione e il sollievo.
Lui era arrivato, finalmente.
Era andato a prenderlo.
L'avrebbe salvato.
< Gideon... >, sussurrò Spencer con voce roca a causa della disidratazione.
< Shh.. non ti affaticare >, rispose Jason, accarezzandogli dolcemente i capelli incrostati di sudore e sporcizia.
< Io.. salvami.. io... >, disse ancora il giovane genio, cercando inutilmente di muovere le mani incatenate alla sedia.
< E' finita, non avere paura. Ti porterò fuori di qui. Mi prenderò cura di te, d'ora in poi. >, disse l'altro, sottovoce.
Reid era stravolto, ma ciò non impedì a calde lacrime di gioia di iniziare a scorrergli lungo le guance pallide e scavate.
Le parole che aveva appena udito gli avevano scaldato il cuore, sciogliendo la cortina di ghiaccio che lo ricopriva.
Perchè per lui Jason Gideon era molto più che un semplice capo di lavoro.
Era come il padre che non aveva mai avuto.
Era una delle poche persone che stimava e rispettava.
Era il suo migliore amico.
Ed ora lui l'avrebbe salvato, liberato da quell'incubo, e non lo avrebbe più lasciato solo.
L'attenzione di entrambi fu improvvisamente attratta da un suono, proveniente dal di fuori della capanna in cui si trovavano.
Spencer pensò subito che Thobias Henkel, il criminale con la tripla personalità che lo aveva imprigionato lì per non si sa quale motivo da parecchi giorni, fosse già tornato.
Era uscito da poco.
Lo faceva spesso, ma tutte le volte non rientrava prima di notte inoltrata.
Spencer trattenne il respiro.
Gideon spense l'accendino.
La stanza, piccola e umida, ripiombò di colpo nell'oscurità più assoluta.
Ma Reid non aveva paura del buio, ora.
Perchè c'era Jason, vicino lui.
Lo udiva respirare, sentiva la sua mano stringere forte la propria in una stretta confortante e delicata, riusciva quasi a scorgere il luccichio dei suoi occhi nerissimi.
Il tempo passò.
Il rumore non si ripetè.
Falso allarme.
Thobias Henkel non era tornato, e probabilmente non lo avrebbe fatto per molte ore ancora.
Gideon accese di nuovo l'accendino.
Poi spezzò le catene che ancora imprigionavano Spencer e lo prese in braccio.
Il giovane genio, incapace di camminare autonomamente, si strinse forte a lui e si lasciò trasportare senza peso fuori dalla capanna.
L'aria invernale lo fece rabbrividire.
Non gliene importava.
Era libero, ora.
Salvo.
Pronto a vivere una vita lunga e felice accanto al suo salvatore, all'uomo che amava di più al mondo.
< Gideon... io ti... >, iniziò a dire, ma si bloccò di colpo.
Perchè non c'era più nessuno, vicino a lui.
Solo il buio.
Gideon era sparito.
Sentì una stretta ai polsi e alle caviglie.
Guardò in basso.
Era ancora incatenato alla sedia.
Era ancora nella capanna.
Provava un vago senso di stordimento ed un leggero pizzicorio al braccio destro.
D'improvviso, ricordò.
Thobias Henkel, prima di uscire, gli aveva iniettato una dose di dilaudid, una potente droga tranquillante causa di allucinazioni, nelle vene.
Ecco cos'era stato, allora.
Solo un'allucinazione.
Non si era mai veramente mosso di lì, non era mai stato salvato.
Jason Gideon non era mai venuto da lui.
Era solo, imprigionato e terrorizzato, come sempre.
Niente era cambiato per davvero.
Era ancora tutto buio, lì intorno.
Non si vedeva nulla, da nessuna parte.
Spencer, per farsi coraggio, ripensò alle sensazioni che aveva provato nel sogno mentre Gideon era con lui.
Al suo calore, alla sua vicinanza, che avevano sconfitto la sua fobia dell'oscurità.
Ma Gideon non c'era, adesso.
Probabilmente non sarebbe mai arrivato.
Lui non sarebbe mai stato salvato.
E non c'era luce, tutto attorno.
Nessuna fiamma.
Neussun accendino.
Nessuna speranza.
Solo buio.
Tanto.
Nero.
Cupo.
Indecifrabile.
E Spencer Reid aveva sempre avuto paura del buio.
   
 
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