Inside of my heart
{You're here}
 

L’aria nello spogliatoio ha un che di irrespirabile, all’improvviso. È calda e satura di umidità e di parole non dette, di rimpianti, di sensi di colpa e di speranze. Gli entra nei polmoni e gli stringe la gola, gliela torce in una morsa disgustosa, posticcia, che brucia e fa male.
Rei non lo guarda nemmeno. Tiene i lembi della sua camicia tra le mani, le dita che indugiano tremanti sui bottoni prima di sbottonarli ad uno ad uno: partendo dal collo, dove le sporgenze delle clavicole fanno capolino sulla pelle chiara; scendendo poi al petto, rivelando le sporgenze sbozzate dei pettorali; e poi termina sull’addome, dove separa la stoffa con un fruscio che rimbomba in quel silenzio assordante e i polpastrelli indugiano sugli addominali, e su quella sfumatura più scura che a malapena s’intravede, prima di scomparire oltre la cintura.
Gli slaccia la fibbia, allora. Poi è il turno del bottone dei pantaloni, che oppone una strenua resistenza dall’essere liberato dalla sua asola, ma alla fine cede, e infine la cerniera, il rumore della zip che pare una frustrata. Sente il tessuto crepitare, quando abbassa i calzoni alle ginocchia.
Ma quando sente i polpastrelli freddi far leva sull’elastico delle mutande, non può trattenersi dal precipitarsi a fermarle, stringendogli i polsi, spaventato.
-Ryu... Ryugazaki -
Vorrebbe che la voce non balbettasse in quel modo, vorrebbe essere sicuro di sè stesso e di quel che sta facendo. Vorrebbe fermare questa follia prima che sia troppo tardi, vorrebbe mille e una cosa, ma quando Rei solleva –finalmente- lo sguardo, per lui rimane solo un immenso oceano di viola, un mare dal quale non può impedirsi di affogare e di lasciarsi trascinare.
-Senpai-   
E anche se Rei ha le guance imporporate di un rosso terribilmente accesso, anche se le sue mani tremano mentre le avvolge sui suoi fianchi, anche se il suo fiato è talmente caldo e vicino che gli appanna gli occhiali e Sera non è più nemmeno certo di quel che sta vedendo, anche se è folle e stupido e sbagliato... di fronte a quello sguardo, che brilla come un cielo pieno di stelle – che brilla come lui, quando saltava con l’asta, che brilla come lui quando conquista la piscina, che brilla come brilla Rei e che lo annienta in quella scia- non sa e non trova di che opporsi.
Si sporge per lasciargli un bacio all’angolo della bocca, tenue e cortese; un bacio che Rei accetta in silenzio, arrossendo solo un altro po’ sugli zigomi e distogliendo in fretta lo sguardo. Poi le sue dita si stringono, avvolgendosi al cotone e all’elastico, e spingono verso il basso, mentre tutto il suo corpo si piega e si abbassa e sparisce nella sua visuale.
E mentre il tonfo leggero di due ginocchia contro il pavimento gli riverbera su per la colonna vertebrale, il fantasma di un respiro che gli fa intirizzire la pelle fin troppo vicino alla pancia e all’inguine, Sera reclina il capo contro il muro e smette di respirare.