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Autore: Baileys    13/11/2014    4 recensioni
Cinque anni sono troppi?
Questa era la domanda che la piccola Zoe si poneva, ogni volta che Harry sorrideva. Secondo il riccio sì, erano troppi. Cinque anni erano il muro che li divideva. Magari un giorno anche Zoe se ne sarebbe convinta.
Eppure, forse non subito, Harry sarebbe tornato sui suoi passi. Forse non subito, ma a Zoe sarebbe passata.
Forse non subito, ma i ruoli si sarebbero invertiti, Harry avrebbe fatto il bambino e Zoe l’adulta.
Forse non subito, ma Harry avrebbe conosciuto la vera Zoe, avrebbe guardato oltre la sua età e apprezzato tutte le sue piccole cose.
Ma tante cose cambiano in tre anni.
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Ti ho guardato a lungo l'altra sera. Forse i nostri cuori sono davvero così simili, conservano il dolore all'interno. Ti ho guardato a lungo e ho comparato la tua calma apparente alla mia apparente spensieratezza e adesso so che siamo come natura e artificio. C'è una metropolitana che ti passa attraverso, ed un fiume in piena che mi scorre dentro.
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«ci sono diciassette cose che puoi fare, prima di baciarmi, ed io partirò fra due mesi esatti»
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Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=lBBoujxpbXE
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17 - Fiumi e metropolitane.
(Parte prima)
I: Straordinario.

     Zoe strinse forte la bottiglia nel suo palmo destro, respirando profondamente ad occhi chiusi: doveva proprio calmarsi, le sue gambe stavano tremando, le sue mani stavano tremando, non certamente per il freddo dell’una di notte del nove agosto. D’altronde cosa poteva perdere? Era solo una chiacchierata fra ‘amici’.
Parola grossa, amici.
«Vieni a sederti, Zoe» la invitò Harry, appena uscito dalla yogurteria con un cono che avrebbe sfamato almeno cinque persone. Si sedette fra Harry e Miles, mentre Will e Tom erano seduti nella panchina a fianco a gustarsi il proprio, di yogurt.
«Potevi prenderlo anche tu» la rimbeccò Miles, mentre assaporava gustosamente il suo bicchiere di yogurt.
«No grazie – rispose lei prontamente – preferisco il gelato»
Harry Styles era il ragazzo più bello che avesse mai visto, ci credeva sul serio. Coi suoi riccioli scuri disordinati e le sue fossette che gli incorniciavano un sorriso perfetto, gli occhi verdi dei prati primaverili e il suo carattere... particolare.
Se dobbiamo essere precisi, dobbiamo contare anche i suoi venti anni che gli davano un’aria più matura, ma che erano il muro che li divideva brutalmente.
Zoe Hooker aveva soli quindici anni, alta un metro e tanta voglia di crescere, capelli scuri e lunghi ed occhi color nocciola, delle labbra carnose e perennemente screpolate dalla sua insana abitudine a mordersele quando era nervosa. E anche lei aveva un carattere un po’ così, un po’ speciale.
Miles e Tom Rattle erano gemelli, dagli occhi chiarissimi e i capelli biondi, di diciotto anni, distinguibili unicamente dallo stile omosessuale di Miles. Erano entrambi ragazzi vivaci, Tom forse più di Miles che a confronto risultava educato e composto.
Mentre Will Sweeney aveva diciassette anni e gli occhi e i capelli scuri, e suonava nei White Eskimo assieme ad Harry. Zoe lo avrebbe descritto certamente con più parole, in quanto era stato il suo primo, grande, amore.
E Will era lo stesso che le aveva presentato Harry, una sera di fine maggio, al pub. La prima cosa che Harry le disse fu ‘mi offri un goccio di birra?’. Per Zoe quello era stato l’inizio di qualcosa di nuovo.
«Harry, hai visto quel tipo? – disse Will, col sorriso sulle labbra – aveva le tette! Una terza come minimo! » esclamò, ridendo di un ragazzo passato pochi secondi prima davanti a loro.
«Come Zoe! » rispose Harry, sorridendo beffardo all’unica ragazza, che gli fece il verso, mentre si girava una sigaretta.
«Will guarda quelle ragazze! » si intromise Tom, indicando con la testa un gruppo di tre ragazze, una più bella dell’altra «Adesso le inseguo! » esclamò il biondo, alzandosi e inseguendole seriamente, sotto le risate della compagnia. «Grazie per avermi tenuto l’acqua» disse Harry, riprendendosi la propria bottiglietta dalle mani della mora.
«Nulla» disse, abbozzando un sorriso, mentre ancora tentava inutilmente di smetterla di tremare, come la California.
«Vuoi un po’ d’acqua? » le chiese Harry.
«No»
«Eddai ciuccia! »
«No»
«Infila in bocca! » esclamò ancora lui.
«Ti ho detto di no Harry, basta! »
«A Zoe dovresti infilarci altro in bocca! » esclamò Will, facendo arrossire la ragazza violentemente.
«Torniamo al bar? » propose Miles, alzandosi dalla panchina.
I ragazzi si incamminarono verso l’Old Red Lion, dove certamente il resto della compagnia li stava aspettando.
«Allora mi dici questa cosa? » le sussurrò Harry, mentre camminavano. «Da soli» gli ripeté lei, facendogli notare la presenza dei suoi amici.
«Non puoi scrivermelo per messaggio? » chiese lui, sbuffando.
«No, non voglio – parlò a fatica, cercando le parole giuste – che con i nostri discorsi seri si arricchiscano solo le compagnie telefoniche» spiegò quasi come e stesse cercando di liberarsi da un peso. Harry aggrottò le sopracciglia, per poi scuotere la testa.
L’Old Red Lion era il bar più famoso di Holmes Chapel, ritrovo di moltissimi ragazzi che col tempo avevano tutti stretto amicizia fra loro.
Seduti nei tavoli esterni li aspettavano Holly Jensen, Mike Oliver e Tom, che nel frattempo aveva smesso di inseguire quelle povere tre ragazze.
Holly Jensen era una gran bella ragazza, di quasi diciotto anni, dai fianchi grossi e lineamenti del viso sottili, gli occhi chiari e dei capelli biondi lisci che le terminavano sotto le spalle.
Mike Oliver era un ragazzo un po’ grassoccio dal cuore d’oro, di diciannove anni. Aveva capelli scuri e occhi azzuri.
In quel momento Mike stava ridendo oscillando sulla sedia, mentre Holly alzava gli occhi al cielo, sbuffando di tanto in tanto seccata dagli atteggiamenti da sbronza del migliore amico.
Holly non era certamente una cattiva persona, ma spesso Zoe si era ritrovata a criticare alcuni suoi atteggiamenti antipatici, nonostante questa fosse una delle sue più care amiche.
«Mike sempre più sbronzo! » disse Will, avvicinandosi all’amico e poggiandogli una mano sulla spalla, mentre questo rideva.
Harry rise, accendendosi una sigaretta, mentre si sedeva al tavolo vicino ad Holly.
Come da copione. Fu il primo, unico pensiero di Zoe, che chiuse gli occhi per qualche secondo per idratarli a sufficienza. Che Harry fosse cotto di Holly era palese, che Holly lo fosse a sua volta di lui invece no. Holly non sapeva cosa provava, nella sua testa aveva solo confusione e consapevole dei sentimenti di Zoe respingeva il riccio ogni volta, nonostante se ne pentisse subito dopo.
Ed Holly era palesemente gelosa di Zoe.
«Mi accompagni a casa in auto? » chiese Will al riccio.
Harry guardò l’amico con un’espressione corrucciata, prese un ultimo tiro dalla sigaretta che poi spense sul posacenere «Zoe vieni con noi? » chiese alla mora, che serrando gli occhi annuì, sentendo il suo cuore battere nuovamente fortissimo e strani coniati di vomito riempirle la gola di un sapore amaro. «Dove credi di andare? Sei appena tornata! » esclamò la bionda. «Torno subito, giuro» si giustificò lei.
«Non devo portarti a casa? » chiese Harry conferma. Zoe guardò il telefono, erano le due del mattino: sì, era davvero ora di tornare a casa. «Giusto – si ricordò – scusa Holly, ci vediamo in settimana» sorrise all’amica, per poi salutare il resto dei ragazzi e avviarsi assieme ad Harry e Will verso la macchina del riccio.
Il viaggio verso casa di Will fu silenzioso, almeno per lei. Will ed Harry non facevano che discutere della band e di quando fosse più opportuno fare le prove. A Zoe faceva strano vedere il suo primo amore e la sua cotta più grande tutti e due, seduti vicini a scherzare. Ricordava ancora quel weekend di fine maggio, quando aveva conosciuto il riccio. Le era piaciuto fin da subito, fin dalla prima parola che le aveva rivolto.
Ricordava il fine settimana successivo, quando alla festa paesana di Goostrey erano seduti vicino la pista da ballo. Andiamo a ballare, scherzava Zoe con un’amica, ed Harry ridendo la assecondava. Andiamo a ballare, non credeva certamente che il riccio parlasse sul serio, ma quando vide che le stava prendendo la mano ormai era troppo tardi: il riccio l’aveva già presa e portata a ballare la samba in mezzo agli anziani del paese, fra le risate di Will e dell’amica, che nel frattempo li stavano guardando. Zoe era totalmente rossa dall’imbarazzo. Ma quello era il momento in cui nel suo cuore si era fatto spazio ed era entrato Harry.
«Allora Zoe, hai intenzione di passare avanti? » chiese Harry, riprendendola da quei ricordi. Will era appena sceso ed Harry stava aspettando che la mora passasse nei posti davanti.
A breve ripartirono alla volta di Goostrey, dove la piccola Zoe abitava. C’era silenzio, un silenzio imbarazzante. Zoe continuava a respirare profondamente per far calmare il proprio cuore. Avrebbe trovato il coraggio di parlargli in quel modo?
«Ehi – la richiamò lui, sorridendo, per poi poggiarle una mano sulla coscia – va tutto bene» Zoe arrossì pesantemente a quel contatto, continuando a guardare la grande mano poggiata sui suoi jeans. «Siamo solo due persone che conversano, non ti devi vergognare a dirmi nulla, puoi stare tranquilla e respirare e.. » a Zoe scoppiava la testa. Nel vano tentativo di tranquillizzarla Harry la stava terrorizzando ancora di più «Vuoi stare zitto cazzarola!? – urlò lei spalancando gli occhi – Volevo solo dirti che sei bello! » si portò le mani alla bocca, come se avesse parlato troppo, e forse era così, ma ormai il dado era tratto. «Volevo dirti che non ti incolpo di aver scelto – Zoe rimase a bocca aperta, tentando di trovare le parole adatte alla situazione – altro» forse non era la parola più adatta per descrivere quella che considerava una delle sue più care amiche, ma aveva pensato a quel discorso giorno e notte nelle ultime due settimane e adesso sembrava totalmente privo di senso.
«Cosa intendi per ‘altro’? » chiese Harry, aggrottando le sopracciglia.
«Oh ma per favore! Lo sanno tutti che sei pazzo di Holly»
«Chi lo dice? »
«Non importa Harry – rispose Zoe, scuotendo la testa, quel ragazzo aveva il potere di non farle capire nulla – sto cercando di stare calma ma c’è un fiume sotterraneo che scorre dentro di me e…» si bloccò ancora una volta, per poi ridere tristemente «Vorrei proprio saper parlare facile, in modo che tu possa capire, ma… hai scelto altro, e il tuo compito non è quindi neanche cercare di capire – prese un respiro – me» gli prese la mano che lui aveva poggiato sulla sua coscia, iniziando a  giocare con le sue dita «e la prima sera, in macchina con te, io ci ho creduto davvero, almeno per un secondo»
In quel preciso momento i due giovani arrivarono davanti al cancello della casa di Zoe. Harry si fermò davanti e ritrasse la mano da quella della mora, rimanendo fermo, in silenzio. Zoe respirò ancora una volta. «Te la ricordi quella sera Harry? Ti sei seduto al mio fianco e mi hai fatto compagnia mentre stavo male. E ti ricordi l’ultima sera che sono stata all’Old Red Lion prima di partire per due settimane a Londra? – Harry restava in silenzio, con lo sguardo perso – mi hai rimproverato tutta la sera perché non parlavo mai, ma se avessi saputo il casino che c’è nella mia testa la maggior parte del tempo sapresti che amo sentirti parlare, e che anche se attorno a noi pioveva per me c’era il Sole, perché il mio Sole sei tu» non si era mai vergognata tanto in vita propria, ma d’altronde era uscito tutto di getto, perché era stanca di trattenere tutto dentro come aveva sempre fatto. «Buonanotte Harry, e grazie del passaggio» disse lei, baciando il ragazzo sulla guancia. Un semplice bacio che fece formicolare ogni parte di lei. Stava aprendo la portiera della Range Rover nera, quando Harry le prese un polso «Giusto perché tu lo sappia – Zoe si voltò a guardarlo – mi hai stupito di più tu questa sera, che Holly in tutto questo tempo» Zoe sorrise esageratamente a labbra strette. Era la cosa più bella che potesse sentirsi dire, certamente. «E io non ho scelto altro, ricordatelo – continuò – sei una ragazza straordinaria ed ogni ragazzo farebbe bene a sceglierti»
Zoe sorrise ancora «Buonanotte Hazza» gli sussurrò lei.
«Buonanotte Zoe» sussurrò lui.
Solo allora Zoe chiuse definitivamente la portiera ed entrò nel vialetto che conduceva alla propria casa, voltandosi una volta sulla soglia a guardare l’auto nera che spariva piano piano, in lontananza.
 
 
Straordinaria.
Aveva davvero utilizzato quell’aggettivo?
Straordinaria,
Zoe rise, scuotendo la testa. Altro, era straordinario ai suoi occhi.
La mora non aveva mai visto camminare un angelo, ma Harry quando camminava calcava il terreno. Zoe amava sentirlo parlare, ma la musica aveva un suono molto più melodioso. Gli occhi di Harry non erano come gli smeraldi, che erano assai più luminosi. Se il suo sorriso era bello, molto più bello era il sorriso della luna crescente. L’erba bagnata aveva un profumo più fresco del fiato che egli esalava. Zoe aveva visto rose colorate, rosse e bianche, ma quelle rose non le vedeva sulle sue gote.
Eppure agli occhi di Zoe lui era straordinario, più di qualsiasi altro uomo falsamente esaltato con immagini esagerate.

 

.::
Salve!
Lo so ogni tanto ritorno e poi sparisco e poi ritorno con qualcosa di nuovo.
Mi dispiace sinceramente, ma questa storia è qualcosa a cui tengo molto.
Sto lavorando molto ai personaggi, voglio che siano strani, diversi, come ho anche citato nel testo avranno caratteri particolari.
Spero di sentirvi in molti come facevate tempo fa.
Ciao dolcini!

 
  
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