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Autore: Persefone3    15/11/2014    3 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Carisssimi, a voi la seconda one shot. Non so voi ma io per la puntata di domani (4x08 Smash The Mirror) ho un'ansia che non vi dico ... Siccome prevedo guai come se piovesse, vi lascio questo tenero momento tra i nostri eroi e ... incrociamo le dita!! Persefone
 

Non dirlo a me!

- È venuta in questo mondo in cerca di biondine? Ce ne sono molte oltre a me!
- Non ndirlo a me …

E poi Killian fa quell’espressione tra il serio e il faceto. Emma non riesce a non pensare a quello scambio di battute di poco prima. Quelle parole per lei non sono del tutto chiare.
Nel suo rapporto con Killian di una cosa era sempre stata certa: lui non aveva occhi che per lei.

- Sappiamo tutti e due che sono il suo tipo …

Questo gli aveva detto in quella locanda da quattro soldi, durante il loro viaggio nel tempo. Sapeva quanto Capitan Hook avesse un debole per le donne, ma, da quando si erano conosciuti, lei aveva completamente monopolizzato la sua attenzione. E con una certa soddisfazione anche.
Seduta alla sua scrivania, rimugina sulla frase detta da Hook nel suo ufficio. Comincia a sentire una punta di gelosia espandersi dentro di lei. Non gli avrebbe, però, dato la soddisfazione di darlo a vedere.

- Ciao tesoro – Hook bussa alla porta prima di entrare nel suo ufficio.

Emma lo guarda interrogativa e poi fa ruotare la sedia in modo tale da dargli le spalle.

- Cosa ti prende? – chiede Killian.
- Io? Dimmelo tu, piuttosto.
- Non ti seguo, amore.
- Cosa volevi dire esattamente con quella frase?
- Quale frase?
- Andiamo lo sai! Quella sulle biondine.

Killian cerca di reprimere una risata. È la prima volta che vede la “sua” Swan manifestare gelosia per lui.

- Secondo te? – chiede provocatorio.
- Lasciamo perdere, è come se non ti avessi chiesto niente. – fa per alzarsi dalla sedia – vado a prendere Henry allo scuolabus.

Emma si alza dalla sedia e cerca di superarlo senza troppi complimenti. Killian le impedisce di fare un ulteriore passo verso la porta, parandosi davanti a lei.

- Se non ti conoscessi bene, direi che sei gelosa, tesoro.

Killian la sta torturando con le sue stesse armi. Era stata proprio lei a pronunciare quella frase sempre alla locanda, mentre si stava accingendo a rimorchiare l’Hook del passato per guadagnare tempo.

- Per favore, non scherziamo.
- Io sono serissimo e anche tu. Che cosa c’è, credevi di essere l’unica bionda ad aver incrociato il mio cammino? – ancora quel tono provocatorio.
- Mi deluderesti come pirata se così fosse.

È un osso davvero duro quella donna e forse Killian se n’è innamorato proprio per questo.

- Cosa dovrei dire io di Neal?

È serio. Emma sa che la foto di lei e Bae da ragazzi lo ha turbato. L’aveva trovata quando si era decisa a mostrargli le poche cose che la legavano al mondo moderno e alla sua infanzia. Sul momento non lo aveva dato a vedere, ma Emma aveva letto nei suoi occhi celesti come il mare, l’ombra di una burrasca. Killian, dal canto suo, sa quanto per lei è stato importante il padre di suo figlio. Sa quanto lo ha amato e teme di non riuscire a essere all’altezza delle sue aspettative. Killian è diametralmente l’opposto
di Neal, o forse, invece, sono molto simili.

- Lo sai quello che c’è stato tra me e Neal, non te l’ho mai nascosto.
Killian abbassa gli occhi, ma continua a non lasciarla andare.

- Sto facendo tardi, Killian. Lasciami passare.
- Solo se ammetti di essere gelosa, tesoro.
- Ammetterò di essere gelosa, solo se mi dici perché quella foto ti ha tanto turbato. Appartiene al passato e non ha niente a che fare con il presente.

Silenzio.

- Dimmi che quando sei con me non pensi a lui, a come stavi con lui. Dimmi che quando ridi con me, non pensi a come ridevi con lui. Dimmi che quando baci me, non è alle sue labbra che pensi ma solo alle mie. Quando ti stringo sei con me, o ti perdi dietro un ricordo lontano? Dimmi che anche noi potremmo costruirci uno spazio solo nostro e chissà magari anche qualcosa che assomigli a una famiglia.
Pronunciare quell’ultima parola è stato come essere attraversati da una scossa. Questo vale per lui che l’ha detta e per lei che l’ha ascoltata. Emma ne è rimasta sbalordita. Fa un passo verso di lui.
- Quello che avevo con lui, non ha niente a che fare con quello che c’è tra noi. La Emma che si è innamorata di Neal non è la stessa persona che …

Emma s’interrompe bruscamente, non sa se è pronta a continuare quella frase.

- Se non riesci a finire quella frase, tesoro, devo dedurre che per me non provi la stessa cosa. Ti lascio andare allora.

Killian si fa da parte e sta per andarsene. Emma lo ferma prendendolo per un braccio. Ha paura che dietro a quella frase ci sia molto di più di quello che le circostanze contingenti stanno dettando. Prende coraggio.

- La Emma che si è innamorata di Neal non è la stessa persona che si sta innamorando di te. E sì, sono gelosa. Voglio sapere cosa intendevi con quella frase.

Killian si paralizza nel sentirle pronunciare quelle parole, non lo aveva immaginato neanche nelle sue più rosee speranze.

- Quello di cui tu mi accusi – prosegue Emma – potrei benissimo avanzarlo nei tuoi confronti. So quanto amavi Milah. Hai il suo nome tatuato sul braccio. Cosa dovrei dire io allora?

Emma prende il braccio di Killian e lo scopre. Guarda il grande cuore con il nome del primo amore del Capitano. Quel tatuaggio la spaventa, quel nome è impresso sulla pelle del suo uomo e non si può cancellare. È sempre sotto i suoi occhi. Killian, invece, non aveva mai pensato a questa possibilità. Si tira giù la manica della giacca di pelle nera e accarezza il volto di Emma. Basta giocare in quel modo.

- Ti sei mai chiesta come ho fatto a trovarti a New York?
- A dir la verità moltissime volte.
- Bene, quando sono riuscito a ottenere il fagiolo magico, non sapevo bene come raggiungerti. Non sapevo dove fossi con Henry. Così ho pensato semplicemente a te, al luogo dove vivesse Emma Swan.
- Questo ti ha fatto piombare davanti alla porta del mio appartamento?
- Magari fosse stato così semplice! Mi sono ritrovato a New York, davanti al vecchio appartamento di Neal. Ho vagato per qualche giorno tra le strade. Pensavo che non fosse troppo difficile trovare una bionda affascinante come te. Invece di bionde ne ho incontrate a bizzeffe. Non affascinanti come te, ma sono state tante lo stesso. - Quante per la precisione?
- Che ne so, una ventina a occhio e croce. Comunque, come ne vedevo una di spalle, mi sembrava che avessero o il tuo passo, le tue giacche, le tue scarpe, il tuo sarcasmo. È stato un miracolo se non sono finito in prigione prima che tu mi ammanettassi per la terza volta a Central Park. A proposito, perché ti piace tanto ammanettarmi Swan? Hai paura di soccombere al mio fascino?
- Ora vuoi farmi credere che hai contato il numero di volte che ti ho ammanettato?
- Scommettiamo? Sulla pianta di fagioli, in ospedale dopo che quel Greg mi aveva investito e poi a Central Park.

Killian fa un’ulteriore pausa prima di ricominciare a parlare.

- La mia frustrazione cresceva ogni giorno di più. Una sera mi sono scolato tutta la mia fiaschetta d’un fiato. Il rhum mi aveva talmente stordito, che mi sono addormentato in una cabina con uno strano aggeggio dentro. La mattina dopo mi sveglio con un gran mal di testa. Faccio per alzarmi quando dal ripiano sotto lo strano aggeggio, che poi scoprirò chiamarsi telefono pubblico, cade uno strano libro. Ci sono scritti tutti i nomi e gli indirizzi degli abitanti di New York. Comincio a cercare il tuo nome come un forsennato, convinto che ormai sono a cavallo. L’entusiasmo dura mezzo secondo, nell’elenco non ti trovo. Scaravento quel libro per terra con rabbia. Dalle ultime pagine esce un volantino pubblicitario con sopra la tua faccia e il tuo indirizzo. Non volevo crederci all’inizio. Ma che diavolo di lavoro facevi, cos’è una cacciatrice di taglie? Non sei sempre stata uno sceriffo? Comunque ho sentito che c’era di nuovo speranza.

- Come hai fatto con l’indirizzo? Non sai niente di New York.
- Nel modo più semplice, tesoro: ho chiesto indicazioni su come raggiungere la tua via. Il resto della storia lo conosci.

Emma arrossisce e si sente una stupida. Si è comportata proprio come una ragazzina.

- Ora è meglio che raggiunga Henry. Sai com’è, la Regina di Panna è ancora a piede libero.
- Certo, tesoro.

Killian si china e le stampa un bacio sulla gota ancora rosata. Poi si fa da parte per lasciarla passare.

- Perché non vieni con me? – chiede Emma di getto, senza pensarci troppo su.
- Mi farebbe davvero piacere, tesoro. 
  
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