Anime & Manga > Kagerou Days
Ricorda la storia  |      
Autore: tndproject    21/11/2014    3 recensioni
Hibiya aveva sempre avuto una buona memoria.
[ Hibiya centric ] [ Piccoli accenni alla Hibiya/ Hiyori ]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hibiya Amamiya, Hiyori Asahina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

always Time

 

Hibiya aveva sempre avuto una buona memoria.

Si ricordava tante cose, anche alcune che, nel fiore dei suoi tredici anni, avrebbe voluto dimenticare. Ricordava il suo primo giorno d'asilo, quando l'avevano subito preso di mira e aveva pianto tutta la giornata; ricordava la sua prima cotta, quella bambina con le treccine bionde tanto carina che gli aveva dato due di picche in seconda elementare; ricordava il suo primo bacio, terribilmente impacciato, uno sfregamento di labbra contro labbra.

E poi c'era Hiyori. Oh, lui di Hiyori ricordava tutto. Compleanno, colore preferito, il nome del suo primo pesce rosso, il modo tanto aggraziato con cui si pettinava i capelli e li legava in due codini, ogni sorriso che gli aveva rivolto e il giorno in cui l'aveva vista per la prima volta.

Come dimenticarlo? Semplicemente non poteva: una ragazzina così bella, fragile, delicata. Una principessa, aveva pensato. Non si stupì nemmeno più di tanto quando venne a sapere da un suo compagno di classe che il soprannome con cui la conoscevano i suoi coetanei era proprio quello. Ma Hibiya avrebbe capito solo più tardi che il suo aspetto non c'entrava assolutamente nulla.

E chi l'avrebbe mai detto che dietro pelle così bianca e liscia e capelli neri come la pece si nascondesse una personalità tanto viziata e insopportabile? Quelle labbra sottili non ci misero molto ad iniziare a sputare parole piene di veleno al povero ragazzino; “sei disgustoso”, “muoviti”, “mi fai schifo”, “maniaco". Tutti i giorni.
Ma non gli aveva mai detto "ti odio".

In mesi e mesi di sfruttamenti, maltrattamenti e obblighi ingiusti a cui, povero Hibiya infatuato da quella bellezza maligna, non si era mai opposto, non un “ti odio”, “ti detesto”, “non ti sopporto” era uscito dalla bocca di Hiyori. Una bella soddisfazione, considerati i numerosi “mi disgusti” che doveva sorbirsi ogni giorno. Eppure non sembrava aver intenzione di allontanarlo.

Hibiya sapeva benissimo che sarebbe potuto essere semplicemente perché quella furba principessina aveva bisogno di uno schiavetto pronto ad esaudire ogni suo desiderio, o forse era sadica e le piaceva sfruttarlo senza scrupoli, ma continuava a vivere nel suo cuore la speranza che lei, in fondo – davvero in fondo nutrisse qualcosa di più per lui.

x

Hibiya aveva buona memoria, ce l'aveva sempre avuto.
Ricordava tante cose, anche adesso che il corpo senza vita di Hiyori era malamente sbattuto a terra e l'odore del sangue che lo ricopriva gli arrivava violento alle narici. Anche adesso che le urla delle persone lo stordivano e il calore dell'estate gli sfocava la vista, Hibiya ricordava.

Era così stanco. Quante, quante volte quella scena gli si era parata davanti agli occhi, quante volte aveva dovuto inaspettatamente assistere alla morte della ragazza che amava – qualche volta era successo così velocemente che gli era bastato un battito di ciglia, un secondo prima Hiyori era lì al suo fianco e il secondo dopo era sdraiata in strada in un mare di sangue o con una trave di ferro conficcata nel petto o con la testa spaccata perché, davvero, non puoi cadere dalle scale e non farti un graffio; altre volte era successo troppo, troppo lentamente, così lentamente che Hibiya avrebbe voluto chiudere gli occhi e sparire in quel preciso istante.

Aveva pregato così tanto, aveva invocato aiuto, aveva chiesto che quell'inferno finisse, ma era stato così futile e invano che gli era quasi venuta voglia di ridere di sé stesso. Poi le lacrime glie lo avevano impedito.

Quell'estate afosa stava andando avanti da così troppo tempo. La brezza primaverile, il fresco vento autunnale, il gelo dell'inverno sembravano lontani ricordi - troppo lontani, troppo bramati. Si era stancato di aspettare.

 x

Il tempo scorre, inesorabile, si resetta e Hibiya si è svegliato per l'ennesima volta nel suo letto, un cadavere sfigurato ancora in testa. Si è alzato. Poi ha corso, verso un parco che ha visto troppe volte.

Un gatto è scappato, Hiyori lo ha inseguito e ha raggiunto il cipiglio della strada, il semaforo era rosso come sangue troppo denso. E in quel momento ad Hibiya non è più importato del futuro, passato, presente; ha solo rincorso la sua principessa senza nemmeno sentire il clacson che il camioncino ha suonato, ha preso quel polso pallido - quel polso che ha sempre sognato di afferrare, baciare, stringere - e l'ha spinta indietro, veloce, inaspettato, silenzioso. Le persone avevano ripreso indicare, chiamare, correre, urlare. 



Un gatto indietreggia e lo guarda perdere l'equilibrio.

x

Hibiya ha una buona memoria e non importa cosa sta per succedere, è sicuro che non scorderà mai gli occhi pieni di lacrime di Hiyori e quel modo così carino con cui strilla il suo nome.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kagerou Days / Vai alla pagina dell'autore: tndproject