Ed è la cenere, figlia del giorno perso ad unirsi al vento,
danzatrice ebbra baciata dall’effluvio del fiore nero e passo.
La polvere ballerina rammenta la spirale orgogliosa che gioia mai ha concesso,
limita ora sé stessa a cavalcare il battagliero rigor del tempo.
La sabbia scivola infida fra le dita che si intrecciano mestamente a supplicare.
L’acqua scinde il sale ma non arresta l’avanzata rapida ed impietosa…
Il sole ulula mentre il grigio giura fedeltà alla luna, padrona cauta e silenziosa,
dalle coltri di cristallo e niveo ghiaccio il contraente si lascia cullare.
Ed ancora, figlia delle fiamme, accompagni il grido del giglio che arde.
Il paesaggio si tinge di carminio e perizia,
del medesimo vermiglio color del fior di liquirizia.
Le tinte del dì e della notte s'amano e s'intrecciano, dannandosi stridenti.