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Autore: Yoan Seiyryu    23/11/2014    1 recensioni
[Sleeping Hook]
Il Tenente Killian Jones ha il compito di scortare Aurora nel Regno del suo futuro sposo, il Principe Filippo. Mancano pochi giorni al diciottesimo compleanno di Aurora e l'unico modo che ha per evitare di soccombere alla maledizione di Malefica è quello di farsi ospitare da Filippo, lì dove la magia non può avere effetto. Le scelte che farà, causate soprattutto dalla conoscenza più profonda del Tenente Jones, la condurranno a diventare quella che sarà La Bella Addormentata. Killian e Aurora si troveranno ad affrontare se stessi e porre a confronto i propri desideri.
(L'arco temporale della storia comprende Killian Jones come Tenente della Pegaso e non ancora come Capitan Hook)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aurora, Filippo, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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VII 

Di Mari e Impetuosi Sguardi


 

 


Nemmeno quella notte i suoi sogni erano stati tranquilli. Nemmeno tra quelle mura imponenti e rassicuranti, forti e durature sembrava trovare pace. Era trascorsa ormai una settimana dal suo arrivo a Camelot e fino a quel momento non era riuscita a trovare nessuna pecca né in Filippo, né in ciò che lo circondava. Al contempo però sentiva di non avere tutto in mano, come se qualcosa le stesse sfuggendo e non riusciva a darsi una risposta.
Ormai era giunto il momento per il Tenente Jones e il Capitano della Pegaso di fare rotta verso il proprio Regno e a breve sarebbero ripartiti. Cosa avrebbe fatto allora? In quelle due figure aveva riposto se stessa, le sue radici, l’unico appiglio alla sua appartenenza passata. Una volta che sarebbero andati via cosa sarebbe rimasto di Aurora? Chi sarebbe diventata?
Inoltre quei giorni avevano provocato tra lei e Killian un rammarico, l’uno verso l’altra, che non riuscì a spiegarsi. Dalla notte in cui si erano incontrati nei giardini lui non aveva fatto altro che fuggire ed evitarla, tranne le volte in cui non poteva fare a meno di rimanere. Ed ogni volta lui non faceva che punzecchiarla come si era ormai abituato a fare. Cosa avrebbe fatto, lei, quando sarebbe andato via?
- Non riuscite a dormire, Aurora? – sbadigliò Merryweather che si era accorta del girarsi e rigirarsi della compagna che le stava accanto.
Aurora le aveva chiesto di rimanere con lei quella notte, dopo il primo incubo. Lei sospirò in segno di risposta.
- A cosa pensate allora che vi turba tanto? – domandò fintanto che non si voltò per cercare lo sguardo dell’altra.
- Penso che non dovrei pensare a qualcuno che non mi è concesso pensare – usò quel gioco di parole per poi tirare su le lenzuola e coprirsi il viso, lasciandosi andare ad un lungo sbuffo.
Merryweather che fino a quel momento era quasi più nel mondo dei sogni che nella realtà, si tolse le coperte di dosso e si inginocchiò con rinnovato entusiasmo o preoccupazione.
- Di chi si tratta? Oh, cielo! Non pensavate al Principe Filippo? Accidenti, non dovreste pensare a nessuno che non sia lui. Di chi può trattarsi? – con fare agitato prese ad attorcigliarsi i capelli tra le dita e quando ebbe un lampo di genio soffocò un mugolio – non si tratterà di…
Aurora continuò a nascondersi nel suo angolo di vergogna, si sentiva come una bambina e non sopportava quel suo lato infantile. Perché non riusciva a controllare le proprie emozioni?
- Proprio di lui.
- Il Tenente Jones? – Merryweather annaspò in un sorriso che tentava in ogni modo di trattenere, ma le fu impossibile – Io lo avevo detto…
- Merry! – la sgridò Aurora che decise solo allora di tirarsi fuori dalle lenzuola.
- Se è così dovreste riporre rimedio a questo guaio e parlare sinceramente al Principe Filippo – consigliò amabilmente l’amica.
Aurora scosse appena la testa.
- No, questo non potrà mai accadere. Qualsiasi cosa io provi per il Tenente non potrà mettersi tra me e Filippo. Non ho possibilità di scelta – sussurrò sedendosi sul letto ma senza tirare via le coperte.
Merryweather incrociò le braccia al petto mostrando una certa ostinazione.
- Non sceglie chi non vuole scegliere ma tutti abbiamo questa possibilità. Porterà a delle conseguenze, certo…
- Come al sonno eterno? – domandò retoricamente Aurora.
Merryweather si morse l’interno della guancia e lasciò stare i riccioli biondi per avvicinarsi a lei e stringerla in un caldo abbraccio. Lei più di altri sapeva quanto Aurora non si mostrasse mai afflitta per la sua condizione e di come aveva affrontato quel futuro in modo tranquillo, respingendo ogni paura.
Cosa avrebbe potuto dirle? I sogni non sempre diventano realtà. E cosa ne avrebbe fatto dei suoi sentimenti?


 
*
 

Il ballo in onore della Principessa Aurora era previsto per quella sera e il Castello intero era stato adibito a festa, scegliendo tra le più belle tonalità di rosso per decorare ogni particolare.
La sala predisposta ai festeggiamenti era tra le più belle e in quei giorni Aurora si era data da fare per conoscere quella che sarebbe stata la sua nuova casa. Gli ospiti erano già arrivati, mancava solo lei ad essere annunciata per dare inizio alle danze. Re Uther si era premurato di accogliere la sua futura nuora nel miglior modo possibile, per sancire anche un accordo che era durato nel tempo con Re Stefano come sempre era stato.
Non appena fu annunciato il nome di Aurora, tutta la corte si voltò a guardare il suo ingresso. Avvolta in un lungo abito azzurro si presentò varcando la soglia con estrema eleganza e disinvoltura. Sapeva esattamente cosa fare e come comportarsi, si sentiva a suo agio in un mondo costruito per essere perfetto. Una prigione di materassi di piume? Killian Jones non aveva idea, non poteva averne alcuna.
Filippo le andò incontro e dopo essersi inchinato le chiese di aprire le danze, così che il ballo avesse inizio. Aurora accettò ed entrambi furono coinvolti in una danza solitaria a cui si aggregarono altre coppie al momento giusto.
- Siete incantevole – sorrise Filippo mentre recuperava la sua mano, poi la lasciò andare e andò a riprenderla.
- Mi lusingate troppo – rispose lei quando si rincontrarono.
- Non sono riuscito a ricavare molto tempo per voi questa settimana, ma vi prometto che d’ora in poi farò di tutto per liberarmi dei miei impegni – le promise non appena la danza si concluse e la condusse via dal centro della sala, lasciando gli altri avvolti nella musica.
- Attendo con ansia il mantenimento di questa promessa.
Svariate volte gli aveva sentito dire quelle parole e ancora più svariate volte aveva constatato che i suoi impegni crescevano di giorno in giorno. Sapeva bene quanto fosse difficile gestire il proprio tempo ma altrettanto sperava di poterne ricavare per conoscere meglio il futuro sposo, su cui ad ogni modo riponeva una sempre più crescente stima.
Filippo fu richiamato dall’attenzione di Re Uther ed Aurora rimase sola a conversare con un gruppo di giovani dame. Di tanto in tanto si scambiava occhiate con lui, come a volersi ricercare e a dimostrare di desiderare la compagnia dell’altro. Probabilmente però non si sarebbe liberato presto per un’altra danza.
Si rese conto Aurora che le conversazioni di circostanza tenute da quelle dame erano del tutto simili a quelle avute nel proprio Regno. Nulla di nuovo, nulla di eclatante. L’unica persona con cui era riuscita ad esprimere le proprie idea era stata Killian o Liam, o qualcuno dei marinai della Pegaso. Perché era così difficile trovare altre personalità più… semplici? No, forse disabituate all’esprimere davvero se stesse.
Trascorse buona parte della serata a conversare con gli ospiti e l’altra metà ad accettare inviti di gentiluomini di cui si dimenticò presto nome e volto. Non voleva ammettere a se stessa di desiderare la presenza di Killian Jones, tanto che aveva evitato il più possibile di cercarlo con lo sguardo, finché almeno non si presentò insieme a suo fratello Liam.
Era vestito non con la sua solita uniforme ma indossava un abito elegante, del tutto estraneo al suo mondo. Aurora sentì il respiro mozzarsi e tentò di reprimere ogni pensiero a riguardo, non poteva permettersi di rivolgere a lui nessuna attenzione. Come avrebbe fatto, altrimenti, una volta che sarebbe andato via?
Eppure quando il Tenente si avvicinò, ne fu assolutamente felice.
- Non credevo di avere così tanta fortuna da trovarvi libera per il prossimo ballo, se desiderate accettare il mio invito – le porse la mano.
Aurora sorrise appena.
- Non oserei rifiutare – accettò la presa che si fece più solida.
Il calore della sua mano, quegli occhi vivi e la voce che ogni volta le procurava un sussulto la fecero sentire, per un attimo soltanto, come avrebbe desiderato sentirsi sempre.
- Forse avreste preferito la compagnia di Filippo – la punzecchiò prima di condurla al centro della sala per iniziare la nuova danza.
- Peccate sempre di superbia, Tenente. Lasciatemi pensare da me – sorrise lei.
- E’ quasi un pericolo lasciarvi fare, Principessa – rispose approfittando del momento di congiunzione.
Riuscirono a discorrere solo ad intermittenza, tra gli scambi di coppia e i momenti in cui potevano tornare ad essere l’uno di fronte all’altra.
- I vostri occhi sono diversi, sembrate quasi malinconico. Un tempo non mi avreste risparmiata da battute più acute – lo rimproverò lei nel momento in cui la danza ebbe fine e si ritrovarono vicini.
La prese sottobraccio per condurla verso il buffet, sembrò non voler dare ascolto a quelle parole e lasciar correre. Aurora avevo notato quanto spesso rifuggisse dal discorrere di lui e preferisse spostare l’attenzione su altro.
- I vostri occhi invece hanno il colore del mare. Voglio dirvi solo una cosa, Aurora: quando diventerete la futura Regina di Camelot ricordatevi sempre di guardarvi allo specchio ed inseguire lo sguardo determinato che possedete. E’ impetuoso come il mare, profondo abbastanza da rischiare di perdervisi.
Sì, gli era mancato terribilmente trascorrere del tempo con lui. Erano state rare le occasioni in cui Killian si era fermato in sua presenza ma era lieta che quella sera non avesse deciso di fuggire e lasciarla alla mercé di un posto che iniziava poco a poco a sentire stretto.
Killian le aveva mostrato quanto il mondo fosse vario, diverso e affatto piccolo come quello a cui era abituata a vivere. Le aveva mostrato sogni, i sogni veri, e speranze. Speranze a cui non avrebbe dovuto pensare. Cosa ne sarebbe stato di lei quando sarebbe partito?
Quando si accorse che Filippo stava giungendo verso la loro direzione, Aurora andò a stringere la mano sul suo braccio.
- Domani al tramonto fatevi trovare alla roccia, ho bisogno di parlarvi.
- Riguardo a cosa?
Non ebbe modo di chiedere altro, poiché Filippo li raggiunse e il discorso si trasformò in avventure di mare e storie che Killian raccontò come avrebbe saputo fare un vero e proprio bardo.
 






NdA: 

Ma quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento? Chiedo perdono ma in questo periodo non sono riuscita a connettermi, nonostante avessi già il capitolo pronto. 
Spero che vi sia piaciuto e che siate interessati a cosa Killian desidera dire ad Aurora, proprio alla roccia! Dove c'è Excalibur ;). 
Grazie ancora per chi segue! 
   
 
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