Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: LORIGETA    31/10/2008    6 recensioni
Trunks sentì la guance arroventare, il sangue gli arrivò alla testa. “Sta zitto! Lei non è come pensi e non ti permetto di infangarla, sei solo capace di denigrare le persone! Lei è incinta di mio figlio!” Non era sicuro di potersi trattenere, così vulnerabile com’era gli avrebbe comunque dato una lezione, ma prima che avesse il tempo di riflettere, il principe gli era già di fronte e lo afferrò brutalmente per un lembo della maglietta.
“Vuoi che ti dimostri che ho ragione, che le piace farsi sbattere da Goten? Cosa ne sai che il figlio sia tuo?” La sua voce era piena di rabbia repressa poiché non aveva potuto vendicarsi come avrebbe voluto, considerava il figlio uno stupido, come poteva amare così tanto quella ragazza?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Marron, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image Hosted by ImageShack.us

La scelta del cuore.

 

 

“Voglio fare l’amore con te, ti prego, voglio sentire il calore del tuo corpo stretto al mio.  Non respingermi, non farlo, non potrei sopportarlo, sto troppo male.”
Marron lo aveva detto a bassa voce, accorciando la distanza tra loro, con gli occhi socchiusi e le labbra vicinissime a quelle di lui.
Fece scorrere le dita sul torace di Trunks, con delicatezza, molto lentamente,  mentre intanto l’altra mano scivolava verso il basso per abbassargli la cerniera dei pantaloni.
“Smettila! Non posso e lo sai perché, sai che sono innamorato di Karim, non sarebbe giusto fare l’amore con te pensando a lei, perché ti ostini a non capire? Mi dispiace se soffri, ma non posso fare nulla per aiutarti.” Non poteva offrirle un rapporto senza passione solo per soddisfare un bisogno fisico. 
Era stanco e adirato, non sopportava che la realtà fosse troppo diversa da come l’aveva sognata.
“Lascia che ti aiuti, non mandarmi via, non chiudere tutte le porte della tua vita, non puoi isolarti dal mondo, non esiste solo lei.” Ogni volta che la giovane parlava gli era sempre più vicina, era astuta, bella, maliziosa, pronta a tutto pur di ottenere ciò che voleva.  Gli sorrise guardandolo negli occhi e dopo un po’ fu soddisfatta nel cogliere un ‘espressione spiazzata sul viso del saiyan.
C’era un silenzio assoluto, solo lievi sospiri, brividi, solo i fruscii della stoffa degli indumenti che scendeva lungo le gambe.
Trunks provava un sensazione strana, quasi di vergogna.
Il suo corpo si stava arrendendo a quelle piacevoli sensazioni, suo malgrado sentiva l’adrenalina corrergli nelle vene mista all’eccitazione, la voce di lei era dolce come il miele, stuzzicante, invitante.
Trunks non voleva, eppure chiuse gli occhi per baciarla, trattenendo il respiro mentre sentiva le mani di Marron muoversi  per infilarsi sotto all’elastico dei boxer.
Restarono fermi, immobili per qualche secondo,  e poi senza pensare il giovane la sollevò da terra e con un senso di abbandono totale la lasciò ricadere sul letto, le scivolò accanto di lato e in un delirio quasi rabbioso cominciò a toglierle i vestiti, il reggiseno, le mutandine.
Voleva prenderla, godere di un corpo, era nudo e vulnerabile, desolatamente consapevole di non poter amare nessun’altra donna che non fosse Karim, ma si sentiva disperatamente solo ed era stanco di trincerarsi dietro ad un ricordo, doveva per forza aggrapparsi ad una speranza se non voleva impazzire e la speranza in quel momento aveva il volto di Marron.

°°°°°°°°°

Per fortuna nell’ armadio aveva trovato un abito decente, era di cotone, di gusto semplice a quadretti bianchi e azzurri, ma una volta indossato, Karim notò che la stringeva sui fianchi per via della leggera prominenza del ventre. 
“Uff… ” si  sentiva goffa, anche il seno le dava un certo fastidio, era aumentato almeno di una taglia.
La ragazza sospirò pensando che ben presto avrebbe dovuto compararsi degli ampi camicioni, la pancia le cresceva a vista d’occhio e il bambino non smetteva mai di fare capriole, sentiva i suoi movimenti agitati, quei calcetti che a volte la facevano trasalire.
Aveva indubbiamente eredito l’energia del padre e lei cercò di restare tranquilla mentre si chiedeva se il suo carattere sarebbe stato dolce e sensibile, o magari rude come quello di nonno Vegeta.
“Spero che assomiglierai al tuo papà in tutto piccolino, spero che sarai un persona meravigliosa come lui.” Karim alzò lo sguardo verso lo specchio per legare un fazzoletto bianco dietro alla nuca che incorniciò il suo grazioso viso,  facendo risaltare il verde intenso dei suoi occhi.
Prima di uscire si voltò a guardare la stanza, la fotografia di Goten poggiata sulla scrivania, l’orsacchiotto di Trunks, il letto dove aveva pianto, dove aveva fatto quella difficile scelta, una scelta che l’avrebbe finalmente resa felice.
In silenzio scese le scale, attraversò il soggiorno e aprì la porta per uscire in giardino, per dirigersi verso il bosco che odorava di muschio.
Il cuore le batteva forte, i piedi calpestano le foglie fradice d’umidità , muovendosi veloci su per il sentiero, l’aria fresca della montagna le carezzava il viso e ora le guance erano rosate, gli occhi più lucenti.
“Quanto manca? Quanto manca ancora?” Aveva  fretta, molta fretta, sfiorava con le mani i tronchi nodosi degli alberi e talvolta vi si poggiava un attimo con la schiena per riprendere fiato, ascoltando i versi dei numerosi animali.
“Quanto? Quanto ancora?”
In un certo senso aveva paura, paura di arrivare alla radura, di guardare quel prato, quel giaciglio dove aveva fatto l’amore all’ombra della quercia gigantesca.  Aveva paura di non reggere a quell’emozione, di scoppiare a piangere e non voleva, non voleva che Goten la vedesse in lacrime come quando si erano lasciati, voleva che la vedesse sorridere, voleva che comprendesse quanto era felice di rivederlo.
Gli uccelli cantavano gioiosi e il rumore dell’acqua la risvegliò dai suoi pensieri richiamandola alla realtà, era il gorgoglio della cascata che le giungeva come un eco.
Karim puntò la propria attenzione verso un muro di siepi colme di bacche, era vicinissima ormai al luogo del loro appuntamento, doveva fare ancora qualche passo immersa nella semioscurità del fitto bosco e poi finalmente avrebbe visto la luce, la luce verde abbagliante di un prato infinito, una sorta di paradiso racchiuso tra le rocce della montagna, un mondo incontaminato, un mondo che apparteneva solo a loro due.

°°°°°°°°°°

“Adesso ti faccio cadere tutti i denti, voglio vedere se sorridi ancora dopo!” Probabilmente Madison non avrebbe sorriso per un po’, Nives ne era certa, non lo aveva mai visto così impaurito, la mano di Goten gli premeva sul collo e gli rendeva difficoltoso il respiro, era pallido come un cencio.
“Basta! Smettila o ti darò io una lezione, capito vicino?” Si era fatta avanti e lo aveva costretto a guadarla, era minacciosa, ma terribilmente sensuale, mentre passava una mano tra i capelli per scostarli dal viso.
Il saiyan respirò e respirò ancora per calmare la propria rabbia, mentre lei lo guardava con aria bellicosa.
Pensò che forse era meglio non ingaggiare uno scontro con la rossa, la temeva più di qualunque altro, aveva il potere di renderlo confuso e non era sensato accettare quella sfida.
Il giovane d’improvviso allargò la mano per lasciare la presa sul colletto e l’uomo piombò rovinosamente a terra, restò sdraiato a pancia all’aria con gli occhi sbarrati e la braccia spalancate, come se fosse privo di vita.
“Madison…” Erano tutti intorno a lui, chi in ginocchio, chi in piedi, cercavano di farlo rinvenire, il barista gli posò una pezza bagnata con dell’acqua fresca sulla fronte; Goten fece una smorfia di disgusto e dopo avergli voltato le spalle si diresse verso l’uscita.
“Aspetta, dove pensi di andare?” Era  la cosa più insopportabile che lei gli corresse sempre dietro, ma perché non lo lasciava in pace? Cosa voleva ancora?
“Va dal tuo capo, non vedi che ti sta chiamando ? E’ moribondo, puzza persino di urina, che schifo!”  La  ragazza aprì con rabbia le labbra carnose e umide di saliva per urlargli contro.
“Smettila di dire cazzate! Ti rendi conto di cos’hai fatto? Sei nei guai amico, tu non lo conosci Madison, ha amici importanti e…” Lui  avvicinò il viso al suo e la tenne prigioniera con lo sguardo.
Il cuore di Nives cessò di battere per un momento, gli occhi neri di Goten ardevano, erano in preda al risentimento, alla collera, a un qualcosa che non riusciva a decifrare, che superava ogni immaginazione.
“Chi sei tu? Chi sei veramente?”  sussurrò la ragazza sconvolta.
Aveva un odore così maschio, così virile e le scatenava un unico desiderio, avrebbe voluto baciarlo lì davanti a tutti, davanti a Madison che adesso era seduto e imprecava contro il mondo.  Non le importava di nient’altro, solo di avvicinare le labbra a quelle del saiyan, solo quello avrebbe voluto.
“Non mi fa paura quel tipo, digli che se cerca di farmi un torto posso diventare molto pericoloso, questo è stato solo un assaggio, posso essere peggio, molto peggio; e stai attenta, non ti fidare di lui, è ovvio cosa voglia ottenere da te.”
“Assolutamente no!”,  rispose lei indignata.“Per chi mi hai presa? Pensi che ci finirò a letto?”
Nives avvertì una fitta allo stomaco al solo pensiero di finire tra le braccia del suo principale e poi il modo in cui il vicino di casa la guardava non le piaceva neanche un po’, cosa stava insinuando?
“Senti, non ho altro tempo da perdere, voglio tornarmene in quel buco di casa, farmi una doccia e possibilmente dormire per un giorno intero, quindi sturati bene le orecchie, che non ti venga in mente di venire a bussare alla mia porta, capito?” C’era qualcosa di oltremodo provocante in quelle parole, piacevolmente provocante, che accentuarono in lei la voglia di sfidarlo.
La rossa gli abbrancò il braccio,  decisa a restargli appiccicata almeno per tutto il tragitto fino a casa.
“Cosa stai facendo? Ma sei proprio testarda!”
Anche se non la sopportava, doveva ammettere che era piacevole avere qualcuno che si interessava a lui, da un altro punto di vista avrebbe anche potuto accettare di pensare a lei come una possibile amante, ma non voleva ricadere in quel tranello, un atto sessuale non avrebbe risolto il tormento che provava, non gli avrebbe ridato la serenità e questo Goten lo sapeva bene.
Alcuni minuti più tardi erano già in strada, lui si lamentava mentre lei lo prendeva per un braccio e lo obbligava a curiosare tra gli oggetti esposti nelle vetrine buie dei negozi.
Nives sorrideva ai brontolii del giovane, ai continui sbuffi, ai gesti stizziti che faceva ogni due secondi.
Sapeva che sotto a quei muscoli si nascondeva un essere fragile e vulnerabile e lei riusciva a vederlo, aspettava solo che emergesse per aiutarlo, per dimostrargli che non era solo.
Ad un tratto in corrispondenza di un piccolo piazzale la ragazza vide una panchina illuminata dalla luce di un lampione e con slancio si andò a sedere incurante di aver accentuato il malumore di una certa persona.
“Ehi, cosa ti viene in mente? Ti sembra il caso di sederti a quest’ora, ma lo sai che ore sono?” , sospirando Nives chiuse gli occhi e ringraziò  mentalmente  la sua migliore amica che tempo addietro l’aveva fatta partecipare ad un corso accelerato di yoga.
“Calma, devo stare calma, un respiro, due, tre.” Era  proprio come un bambino, imbronciato, capriccioso, ma era l’ora di finirla, si era convinta che quello fosse il momento adatto.
“Siediti e sfogati, avanti, parlami di lei, adesso, subito.”  disse con voce tesa, timorosa, ma decisa ad andare fino in fondo.
Goten s’irrigidì, la fissò con occhi immensi che tradirono tutta la sua insicurezza, non credeva possibile che gli avesse chiesto una cosa del genere, comunque fosse non le avrebbe mai raccontato nulla che riguardasse Karim.
“Parlare di chi? Cosa stai farneticando, cosa ti dovrei dire?“ Stava fuggendo, era come avvolto da una coltre di nebbia, vagava in un luogo popolato da un unico fantasma.
“Parlare di lei, della ragazza che ami, perché stai così male? Voglio saperlo, vorrei aiutarti.” La  paura e il risentimento erano svaniti, ora Nives provava solo tenerezza.
Si alzò in piedi, quello che doveva fare lo sapeva, doveva fargli confidare quella pena, perché sarebbe stata una piccola liberazione per lui.

 

 

°°°°°°°°          

 

 

Trunks non aveva mai avuto un amplesso così rude, freddo, senza sentimento e quando giunse all’orgasmo provò quasi una liberazione.
Cadde nella propria parte di letto, adesso voleva solo chiudere gli occhi e non pensare a niente, sentiva il corpo scosso da sussulti di sofferenza, era stato un fatto puramente fisico e non aveva risolto niente, se non quello di fargli provare un forte disgusto.
“Tutto bene?” mormorò lei. 
Marron era accaldata, sudata, sfinita, ma anche felice. Era stata l’essenza pura del piacere sentire le spinte del saiyan, benché fosse stato sbrigativo aveva saputo appagarla come nessun altro prima di lui.
“Si, sto bene.” Non si volse a guardarla, restò immobile a riflettere, a frugare nel passato, a darsi dello stupido. La verità era che,  anche se avevano appena fatto l’amore, per lui Marron era come un estranea, non provava entusiasmo,  nessuna voglia di parlarle.

 

 
°°°°°°°°°

 

 

“Dove sei? Perché non arrivi?”
Era trascorso un po’ di tempo, Karim si era seduta sull’erba e teneva le ginocchia strette al petto, guardava verso il cielo azzurro, sperava di veder apparire la figura di Goten,  magari accesa dai bagliori della potenza del supersaiyan.
Quanto doveva aspettare ancora? Non mancava molto al crepuscolo, i colori smaglianti dell’arancio cominciavano già ad intravvedersi in lontananza.
“Goten,  non ti importa più di me? Eppure ti ho scritto cosa provo, ti ho detto quanto ti amo? Mi hai già dimenticata?” Gli occhi verdi si volsero verso una farfalla, la rimirarono a lungo posarsi da un fiore all’altro, finché una malefica tela di ragno non la intrappolò.
Karim chiuse subito gli occhi, non voleva vederla morire e non poteva fare nulla per aiutarla, i filamenti della tela dell’aracnide le si erano appiccicati alle ali, il suo destino era ormai segnato.
Che cosa voleva dire? Che era inutile ribellarsi alla sorte?
La giovane non poté fare a meno di paragonarsi a quella piccola farfalla,  poiché avvertiva un brutto presentimento, come se un’ ombra  minacciosa la stesse per inghiottire,  non c’era nessun rumore, neppure il vento soffiava, era sola in quel silenzio greve ad aspettare il ragazzo che amava, ma forse,  pensò tristemente  lui non sarebbe mai arrivato.

 

 

continua…

 

 

 

Wew ciao a tutti ^^

Sono riuscita ad aggiornare, ma vado molto di fretta e non posso ringraziare uno da uno i recensori dello scorso capitolo, scusate mi farò perdonare la prossima volta, vi dico solo che apprezzo molto i vostri commenti, mi danno soddisfazione, sono un po’ una specie di compenso per il mio lavoro.

 

Grazie a :

 

raffa_94,  miss miyu 91, carol2112, scImMIA, Ishyna, riza, Amina_chan, cri92, hachi88, Molly_Brief.

 

 

Grazie a tutte voi, mi raccomando... aspetto il vostro parere sul capitolo, i vostri pensieri, ditemi se vi è piaciuto. ^^

Grazie anche a voi che leggete soltanto e non siete pochi, vi mando un bacio.

Ciao, a presto e buon Halloween EFP... dalla streghetta dai capelli rossi XD

 

 

 

LORIGETA  ^^

Image Hosted by ImageShack.us
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: LORIGETA