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Autore: _Gwen    28/11/2014    1 recensioni
E io cosa potevo essere, senza il suo amore per me?
Cosa potevo significare senza la sua presenza nella mia vita?
Mi pulii le labbra e tirai lo sciacquone, prima di sistemarmi la matita nera attorno agli occhi e di ricompormi. Oh, quella matita. Ancora mi sembrava di sentirlo lì, quella sera del tre settembre, appena tornati dalle vacanze, mentre me la toglieva e mi diceva di amarmi. Mentre tutto il resto del mondo non sembrava avere importanza.
[It's Zarry.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Occhi, guardatela per un’ultima volta.
Braccia, stringetela in un ultimo abbraccio.
E voi, labbra, porte del respiro, suggellate con un casto bacio un patto infrangibile con la morte.
Così, con un bacio, muoio.”
Lessi quelle parole più e più volte. Il respiro era ormai irregolare, gli occhi lucidi, le mani tremavano. Come Romeo e Giulietta, avevano detto. Sarebbero morti insieme, magari bruciando tra le fiamme o facendo l’amore. Sarebbe stato ugualmente poetico e bellissimo.
Poetico..cristo. Cosa cazzo c’era di poetico nella morte? Niente. Proprio un bel cazzo di niente. Ma Harry Styles, il mio piccolo e dolce e fragile Harry, la mia speranza più grande, era un modello e uno scrittore  e si sa, gli scrittori ne dicono di stronzate. Una dietro l’altra.
Non sapevo facesse anche l’attore, però, quando lo avevo conosciuto. Oh, no, non di professione, ma nella vita. Aveva recitato così bene la parte dell’uomo innamorato che ci ero cascato in pieno. E quando avevo scoperto che si trattava di un sacco dal fondo bucato, mi trovavo ad un'altezza esageratamente elevata. Il colpo mi era costato quasi la vita. Aveva fatto dannatamente male. Mi aveva completamente massacrato, ero a pezzi. Il mio cuore..il mio stupido cuore malato e stanco lo era.
Ormai erano cose passate, però. Ben cinque mesi a combattere la depressione mi avevano aiutato a stare meglio. Incredibile. Esistevano pillole per dormire, per prevenire gli attacchi di panico e anche quelle per diventare allegri! Divertente, no? Pensare che una storia d’amore finita male possa essere curata in farmacia o da uno psichiatra. Divertente..sì.
O forse non era poi così divertente.
Finii di leggere quel fottutissimo libro di quel  cazzuto di Shakespeare per quel  pomeriggio. Era decisamente troppo per la mia sanità mentale.
Solo che mentre facevo mente locale su ciò che avrei dovuto studiare, sentii il rombo di un motore sotto casa. Lo conoscevo bene, quello dell’Audi R8 di Haz. Era una macchina bellissima. Dal lato del passeggero era uscito un ragazzetto carino, dagli occhi blu e dai capelli castani. Rimasi immobile per un attimo di fronte a quella visione. Chi era quello? Sentii un nodo allo stomaco, quando lo riconobbi. Louis Tomlinson. Eravamo migliori amici fino a pochi mesi prima, fino a che non aveva deciso di abbandonarmi. Fino a che non mi aveva accusato di essere un amico di merda perché non lo calcolavo più da quando mi ero fidanzato con Harry.
E ora..
Ecco, tutto si spiegava.
Altro attacco di panico, come sempre.
Corsi in bagno e aprii la tazza del water per vomitare l’anima. Succedeva sempre quando lo vedevo con un altro. Ma da pochi giorni mi era stato detto che era diverso. Che aveva conosciuto un ragazzo più bello degli altri, più simpatico, più stronzo e più incredibilmente simile a me. Mi avevano detto che questa volta si poteva innamorare davvero e sostituirmi senza battere ciglio.
E io cosa potevo essere, senza il suo amore per me?
Cosa potevo significare senza la sua presenza nella mia vita?
Mi pulii le labbra e tirai lo sciacquone, prima di sistemarmi la matita nera attorno agli occhi e di ricompormi. Oh, quella matita. Ancora mi sembrava di sentirlo lì, quella sera del tre settembre, appena tornati dalle vacanze, mentre me la toglieva e mi diceva di amarmi. Mentre tutto il resto del mondo non sembrava avere importanza.
 
Eravamo nudi sul letto, mi baciava e mi accarezzava come se fossi il gioiello più prezioso al mondo e io lo guardavo con occhi colmi d’amore, con un sorriso sul volto che avrebbe illuminato anche i cieli più bui. Non avevo mai apprezzato il mio corpo, il ragazzo con cui ero stato prima mi diceva in continuazione di essere grasso e io a furia di sentirmelo dire avevo iniziato a crederci. Tentavo di coprirmi e di non guardarmi allo specchio, mi facevo schifo. Soprattutto i miei occhi. Dio. Quegli occhi da cerbiatto proprio li odiavo.Harry, invece, li amava. Mi chiamava “Occhioni” e sosteneva che non ne esistessero di più perfetti al mondo.
Quella sera, mi prese la mano e mi fece alzare dal materasso per raggiungere lo specchio. Sgranai gli occhi non appena compresi e iniziai a scuotere la testa velocemente. No, non volevo guardarmi, non volevo che mi guardasse. Ma ormai aveva già le mani attorno alla mia vita, il petto contro la mia schiena e il mento sulla mia spalla. Troppo tardi.
“Guardati, Zay” sussurrò al mio orecchio, con dolcezza, con una voce piena d’amore che rare volte aveva utilizzato con me. “Guarda quanto sei perfetto” a quel punto, avevo iniziato a non respirare più. Le lacrime avevano preso a scendere da sole e io coprivo con le braccia il mio corpo schifosamente magro, ma che per me era ancora eccessivamente in carne.
“Le tue gambe, il tuo ventre piatto, le tue braccia. Il tuo bel cazzone.” Sussurrò le ultime parole con un sorriso e alzai lo sguardo, mentre la sua mano percorreva lentamente la mia asta. Un sorriso malizioso si fece spazio sul mio viso e mi morsi il labbro inferiore. “E poi il tuo viso” continuò, sospirando “Le tue labbra rosse, il tuo naso dritto, i tuoi capelli, il tuo sorriso splendido e..i tuoi occhi. I tuoi occhi da Bambi che amo con tutto il mio fottutissimo cuore. Come fai a non vedere cosa sei? Come puoi non capire quanto ti amo e che non hai bisogno di una stupida matita nera per essere così meraviglioso? Tu mi incendi il cuore, Zay. Guardati, ti prego guardati e prova a vedere quello che vedo io.” A quel punto, mi ero voltato verso di lui ed ero scoppiato in lacrime. E lo avevo baciato, come se ne valesse della mia stessa vita, come se fossi nato solo per quello.
“Nessuno mi ha mai amato come mi ami tu. Ti prego fallo per sempre.” Sussurrai, guardandolo come un cucciolo smarrito, che poteva trovare la strada solo in quelle due pozze verdi.
Harry, la mia unica e più grande speranza, aveva sorriso e annuito lentamente, asciugandomi una lacrima con un leggero bacio. “Per sempre, amore mio.”
 
Aprii gli occhi. Maledetti ricordi. Quando mi accorsi che Harry non era lì e che non mi stava stringendo, tirai un fortissimo pugno al muro. E forse mi spaccai la mano. Ma per qualche istante il dolore che sentivo..nel cuore..si interruppe. Poi tornò, più forte e potente di prima. E caddi a terra, rovinai sul pavimento senza possibilità di risalita. Harry era innamorato di un altro ragazzo. Di uno..bellissimo e perfetto. Tutto quello che io non ero mai stato.
Ero un fottuto disastro, con mille problemi, con mille difetti. E lo avevo solo ucciso. Ma quando lo avevo lasciato cosa potevo saperne io che non mi aveva tradito di nuovo come credevo?
Come potevo saperlo? Come?
Strinsi in un pugno  -con la mano sana- la mia maglietta, all’altezza del petto dolorante e lasciai uscire un lamento straziante e sommesso, colmo di un dolore disperato e senza ritorno. Stavo morendo. Ormai stava smettendo di battere.
Presi velocemente il telefono e a fatica digitai un messaggio ‘Non dimenticarti mai di me, ti amerò per sempre, lo giuro Haz, per sempre, sei il mio pulcino vero?’ e glielo inviai. A quel punto, non so nemmeno cosa mi spinse a farlo. Avevo sempre considerato quel riccio meraviglioso come la mia unica speranza e un giorno gli avevo detto che me ne sarei andato dopo averlo visto felice con un altro ragazzo. Finalmente era successo. E ora non avevo più un posto nel mondo. Non aveva più senso rimanere.
Afferrai una lametta nel cassetto e senza pensarci incisi due tagli laterali sui polsi. Poco distanti tra loro. E il sangue iniziò a fuoriuscire come un fiume in piena. Le lacrime sul mio viso si infittirono. Non riuscivo a credere di starlo facendo davvero.
“Ti amo” sussurrai al vento, scuotendo la testa, perché quel dolore immenso sarebbe sparito. Ancora pochi istanti. Solo pochi secondi. “Haz, ti amo. Per sempre, lo giuro amore mio.” Tremavo con una foglia, le labbra erano scure, secche, piene del mio stesso sangue. La matita colava senza sosta. L’ultimo taglio in verticale, fu la mia fine, la mia pace.  Una H evidente e sanguinante gocciolava sul mio polso ormai quasi senza battito. Mi accasciai a terra di nuovo e sorrisi.
Harry era appena arrivato e tentava di scuotermi. Piangeva e urlava "Che cosa hai fatto, Zayn?” e mi stringeva. Riuscivo a percepire il suo profumo, ma in modo sempre più ovattato. No, volevo rimanere con lui. Gli stavo sporcando la camicia di rosso, maledizione. Si sarebbe arrabbiato. Fissai i suoi occhi, le sue labbra e sorrisi.
Fu l’ultima visione che un mostro come me ebbe prima di esalare l’ultimo respiro. Non era stato poi tanto orribile morire, tra le braccia dell’uomo che amavo.
 





Note autrice.

Buonasera, non ho molto da dire. Avevo solo bisogno di uno sfogo personale per una cosa successa e ho buttato giù poche righe piene di tristezza e amarezza.
Grazie per aver letto,

Vostra, _Gwen.
  
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