Ebbene sì, questa iniziativa è stata un toccasana per l'ispirazione e vorrei ringraziare tutti coloro che stanno passando a leggere i miei piccoli sfoghi dopo mesi che non scrivevo nulla di decente!
Vedere anche una sola visita nuova mi dona un piacere immenso, sappiatelo, perciò grazie!


Jack aveva sei anni quando i suoi genitori gli dissero che avrebbe avuto un fratellino. La loro situazione economica non era certo delle migliori, anzi, era già tanto se riuscivano a mangiare tutti i giorni, due volte al giorno, per cui la notizia di un secondo figlio, per quanto gradita e gioiosa, non poteva non portare con sé un minimo di preoccupazione. Ma per Jack, sveglio e arzillo bambino, non poteva che essere fonte di estrema felicità e lo divenne ancora di più quando la sua mamma gli disse che avrebbe potuto scegliere lui il nome. Jack voleva già molto bene al bambino e così per i nove mesi successivi necessari a portare a termine la gravidanza si mise d'impegno per cercare nomi femminili e maschili per prepararsi ad ogni evenienza. Si faceva delle liste mentali, chiedeva ai suoi amichetti e anche agli anziani del villaggio che sapeva essere molto saggi, ma non ne aveva ancora scelto uno preciso. 
Quando poi la bambina nacque e la mamma gli chiese quale nome avesse scelto, il bambino esitò un po'. Non sapeva proprio quale darle, ne aveva così tanti in mente, tutti così diversi e belli che era improvvisamente diventato la persona più indecisa del mondo. 
Ad un tratto però, si ricordò di cosa avesse detto un vecchio signore durante uno dei suoi giri per chiedere consigli, cioè che aveva chiamato la sua unica figlia con un nome particolare, che significava forza, speranza e coraggio. Era un bellissimo significato e Jack pensò anche che avrebbe potuto portare un po' di fortuna in famiglia, così prese un bel respiro e guardò la bambina che dormiva beata tra le braccia della mamma. Le diede un piccolo bacio sulla fronte e pronunciò il suo nome: Nadja.