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Autore: LaRagazzaImpossibile    30/11/2014    1 recensioni
Il Dottore si è sempre preoccupato del suo aspetto, o almeno si è soffermato su di esso, Twelve non ancora,
fino a quando, camminando per il Tardis si trova faccia a faccia con se stesso, davanti ad uno specchio e legge il suo corpo
(Monologo di Twelve)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<<"Gli uomini grandi si forgiano col fuoco, è privilegio di quelli piccoli alimentare le fiamme"
Quanto era vero.
Di solito nelle rigenerazioni passate, davo molto peso al mio aspetto, mi interessava sapere se le orecchie erano grosse, piuttosto che il naso o il mento.
Stavolta non ci avevo fatto molto caso, fino a quando, eccomi qui, davanti ad uno specchio.
Solo, faccia a faccia con me stesso, e ora sono io che mi pongo la domanda fatidica: Dottore chi?
Sicuramente c'è una bella differenza tra il dottore e il Dottore, se non altro entrambi fanno la stessa cosa, salvano vite, o alle volte, le perdono.
Ma io? Cosa voglio io? Parliamoci chiaro, perchè viaggio? Perchè viaggiano con me? è così banale questa domanda che è così annebbiata la risposta.
Io viaggio per conoscere l'universo e le sue meraviglie, lo offro agli occhi di chi viaggia con me, certo, ma perchè?
Mi guardo le mani, mani che hanno cercato, stretto ed afferrato, piene di linee, tutte le linee, linee di vita, tante quelle che ho toccato, alcune le ho piegate, altre le ho interrotte, altre hanno incrociato la mia vita in modo così marcato che se le tocco, fanno male.
Porto un anello ad una mano, ma non ricordo nemmeno perchè, il mio orologio segna sempre le 12:00, come per indicare il mio percorso a metà, ma potrebbe segnare anche le 24:00...no, le 24:00 no, io ho paura del buio!
E il mio viso, il mio viso è una mappa, è così segnato che riesco a leggerci i nomi dei luoghi in cui sono atterrato, è così trasparente che ogni mia emozione si vede al di fuori di me, la rabbia è rossa, come i capelli di Amy e come la rabbia di averla perduta, la paura è nera, nera come i miei vestiti che vogliono farmi sembrare duro, ma in realtà io sono un bambino, il più piccolo di tutti, che ha paura del buio perchè è nero, come i vestiti.
Un tempo il mio viso era più 'convincente', quante donne lo hanno libidinato, tante donne che hanno segnato i miei viaggi, forse ora capisco perchè sono nettamente diminuite.
La mia bocca, che ultimamente, ha pronunciato qualche parola di troppo, e tempo fa, ne ha pronunciate pochissime, quante avrei dovuto dirne.
Ho pronunciato parole di guerra, di gioia e di vendetta.
Ma è stata anche un luogo di amore, anche io ho amato, tempo fa, ed erano le mie labbra a fare e dire il resto.
Il mio corpo, un magazzino, un magazzino più grande all'interno, PIU' IMMENSAMENTE GRANDE ALL'INTERNO, fuori ora sembra vecchio, ma dentro non lo è, non lo è! Non tutte le mie emozioni si manifestano sul mio viso, ci sono alcune che sento nelle viscere, attivano parti di me che io non conosco, mi fanno sentire un calore estraneo, a me che sono estraneo quasi a tutti, calore che nasce nei più oscuri meandri dei miei cuori che pompano sangue bollente attraverso le arterie che portano a lei, la mia mente: non mi ci soffermo, è più complicata di me stesso.
A volte la mia pelle si irrigidisce, si intorpidisce e tutti i peli su di essa si innalzano, non so come facciano, dovrebbero stare fermi! 
Poi ci sono le mie gambe con i due protagonisti: i piedi.
Non so cosa farei senza piedi, effettivamente nessuno potrebbe fare nulla senza i piedi, sono i miei salvatori, questi piedi da corridore, sono la parte migliore di me ogni volta che cambio corpo, anche ora, assieme alle gambe che sembrano motori a scoppio, un po' arrugginite, ma dopo 2000 anni perfettamente funzionanti.
Insomma, non posso lamentarmi di me, questo specchio mi tradisce, mi dice "ma sei vecchio ormai, vecchio Dottore".
La mia immagine mi fissa, con i miei occhi ghiacciati e lucidi, leggo il mondo in essi.
Quanto ho visto, quanto ho guardato, quanto non ho voluto vedere, quanto ho evitato, quando ho pianto, riso, sofferto, urlato...
"BASTA!", questi occhi nuovi dicono "basta", quasi tutto il mio corpo lo dice.
Sulla terra dicono "gli occhi sono lo specchio dell'anima", se fosse così, i miei dovrebbero essere rossi, o lo sono stati? Bho, non ricordo.
Sicuramente rossi non sono i capelli, grigi! L'ultima volta che avevo i capelli grigi avevo circa 300 anni, giovane insomma, e sembravo ancora più vecchio di ora, giovane e vecchio, allo stesso tempo, ma solo nella pelle.
Tutto sommato vado bene così, Clara dice che "sembro uno con l'esperienza" oh Clara, non immagini, non immagini neanche. >>
   
 
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