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Autore: Cherish    05/12/2014    4 recensioni
-Pistaaaaa!! - oramai era vicino, pochi metri ancora e sarebbe riuscito a prendere l’ascensore che finalmente lo avrebbe portato all’ultimo piano del grande magazzino.
Charles perse un battito quando vide che le porte dell’ascensore stavano per chiudersi e con un ultimo scatto disperato, ci si fiondò dentro, senza badare se ci fosse qualcuno all’interno con il quale ci si sarebbe potuto scontrare.
Infatti …
Non fece in tempo a fermarsi, o almeno, a rallentare... che ecco andò addosso a un giovane biondo che perse l’equilibrio, cadendo a terra con sopra il povero Charles.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Raven Darkholme/Mystica
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP. 3
CONNESSIONE


 

Charles stava correndo come mai aveva corso in tutta la sua vita. Quell’edificio era davvero un labirinto e poteva tranquillamente dichiararsi spacciato.

Correva a perdifiato, in un luogo che conosceva poco ed era completamente nel panico.

“Stupido Charles, stupido!” pensava tra sé e sé, ormai il fiato gli bastava appena per respirare affannosamente: le sue gambe lo stavano portando verso una scala a chiocciola che sperava potesse portarlo il più lontano possibile dallo studio di Logan, nel quale era stato sorpreso da Erik ad origliare. Questi con un ghigno sulla faccia, aveva sorpreso Charles in fragrante e lo stava rincorrendo nell’edificio a passo spedito e sicuro. Conosceva meglio di lui quel posto e con tutta probabilità era certo che prima o poi si sarebbe fermato in cerca di una via d’uscita alternativa.

“Perché ho origliato?! Diamine, non ne potevo farne a meno eh?” aveva finito di percorrere speditamente la scala quando sentì all’improvviso qualcuno bloccarlo per la vita, interrompendo bruscamente la sua forsennata quanto disperata corsa.

-Fine della corsa, microbo!- Charles si sentì morire. Erik era riuscito a raggiungerlo e  lo stava stringendo a sé per fermare ogni suoi tentativo di divincolarsi dalla sua morsa: sentiva il fiato ansimante di Erik dietro l’orecchio e le sue labbra sfiorargli leggermente il lobo. A quel contatto fremette e socchiuse istintivamente gli occhi. Non capiva il perché, ma Erik gli procurava uno strano effetto.

-Lasciami andare, razza di maleducato!- urlò irritato Charles. Non aveva minimamente intenzione di lasciarsi sopraffarre dall’arrogante prepotenza di Erik. Ripensò a come lo considerava, e a quanto senza conoscerlo, lo disprezzasse e l’ira che era sorta in lui gli permise di divincolarsi almeno un po’ dalla sua stretta per voltarsi e guardarlo dritto negli occhi.

Il corpo di Erik fremette nel momento in cui il suo sguardo si posò su quello del giovane Charles. Prima di allora mai nessuno aveva osato guardarlo con determinazione e fare di sfida. Rimase piuttosto sorpreso e leggermente intrigato da quell’espressione così forte dipinta nel volto di Charles. Doveva ammettere che era davvero carino.

-Non ho la minima intenzione di lasciarti andare, nanerottolo! Ho avuto una giornataccia per colpa tua…non me ne andrò senza averti dato una bella punizione…-  Charles sperò in cuor suo di aver sentito male, gemette nel momento in cui Erik lo sbattè violentemente contro il muro.

-Non oseresti…- Erik bloccò il polso di Charles che nel frattempo aveva provato a dargli un pugno, azione che però non fece altro che aumentare il nervoso di Erik e l’ansia di Charles. Ansimavano entrambi e i loro volti erano vicinissimi. Nessuno dei due, però, voleva cedere con lo sguardo e la grande determinazione di Charles, colpì in pieno Erik, più o meno con la stessa irruenza con la quale il più giovane si introdusse dentro la sua testa.

“Lasciami andare Erik, non abbiamo niente da dirci!” Erik strizzò gli occhi e scosse il capo: davvero, gli dava un immenso fastidio l’intrusione di quel ragazzino impertinente nella sua mente. Si chiedeva come Logan facesse a non rendersi conto della sua repellenza, iniziava a pensare che Charles gli avesse fato qualche tipo di lavaggio del cervello al suo amico.

-Non c’è nessun modo per farti stare zitto?- gli ringhiò e Charles si bloccò all’istante, come in preda ad una leggera paura che gli si dipinse in volto. Erik gli sorrise malvagio, soddisfatto della sua azione intimidatoria giunta a buon fine.

-Perché ci hai spiati, razza di ficcanaso?!- gli chiese furente stringendo entrambi i polsi di Charles il quale gemette piano per l’eccessiva stretta.

-Volevo sapere se Logan mi aveva licenziato…- gli disse a denti stretti senza smettere di guardarlo negli occhi. Erik spostò velocemente il suo sguardo sulle labbra che Charles mordicchiava per il nervoso. Erano così rosse e carnose…

-E non potevi aspettare domani per saperlo?- gli chiese roco senza smettere di fissare le sue labbra. Senza neanche rendersene conto, entrambi i loro volti si erano talmente tanto avvicinati che le loro labbra si stavano sfiorando leggermente.

-Lo hai detto tu, no? Sono un ficcanaso…- sussurrò a filo di voce. Il cuore di Charles aveva iniziato a martellargli nel petto da quando Erik aveva iniziato a fissarlo insistentemente e ad avvicinarsi pericolosamente al suo viso. Non sapeva perché ancora non aveva fatto nulla per scappare via, e non sapeva neppure come mai aveva iniziato a piacergli quella strana situazione.

Dentro la sua testa c’era solo la malsana voglia di lasciarsi baciare da Erik che dopo la sua risposta impertinente si mise leggermente a ridere roco, cosa che provocò in lui una lunghissima scia di brividi. Come mai si sentiva così tanto attratto da quel bastardo prepotente?

 -Sei fortunato…- gli disse Erik, scostandosi leggermente non appena Charles tentò di avvicinarsi ulteriormente alle sue labbra, cosa che per tutta risposta Erik evitò all’istante. Non perché non volesse baciarlo, anzi, ma perché non voleva dar vinta all’intraprendenza di quel ragazzino che gli stava facendo perdere la testa. Non voleva rimbambirsi come Logan.

-Il mio amico Logan ha un debole per te…- gli sorrise cattivo notando l’espressione confusa di Charles. –Credevo te ne fossi accorto…- riprese, mollando la presa ai suoi polsi per poi portare una mano sul volto di Charles accarezzandolo leggermente con fare canzonatorio. –Ha detto che sei bellissimo…ah, è vero, lo sai già, perché ci hai sentiti…- due dita si posarono sulle labbra carnose di Charles che sussultò a quel contatto.

Non sapeva perchè si sentiva così per le provocazioni di Erik o per il fatto della loro distanza così ravvicinata, e delle dita di Erik che premevano sulle sue labbra, impedendogli quindi di parlare, anche se in quel momento Charles non sarebbe riuscito neppure a formulare un pensiero conciso.

Erik gli stava dando alla testa, eppure di erano conosciuti solamente quella mattina, ma già dal loro primo incontro, sempre ravvicinato, aveva trovato dentro la sua mente qualcosa che lo attraeva, ma che non sapeva neppure lui che cosa fosse esattamente. Sapeva solo che doveva uscire al più presto da quella imbarazzante situazione. Erik, nel frattempo era indeciso se pestare di botte Charles, che non smetteva di tener testa al suo sguardo, nonostante i suoi occhi avessero perso la rabbia iniziale, per dar posto a una deliziosa patina di piacere che provava messo con le spalle al muro e a pochi centimetri di distanza dal suo viso, oppure baciare quelle labbra invitanti che non smetteva di torturare con lo sguardo.

“Lasciami andare, Erik…” l’ennesima intrusione nella sua mente, questa volta non fu fastidiosa come le precedenti: Charles osservò con piacere Erik trattenere un sospiro alla sua delicata connessione mentale, dentro la quale la sua voce fu ovattata e gentile, quasi rilassata nonostante la strana situazione in cui erano messi.

“E se io non volessi?” chiese Erik mentalmente. Era la prima volta che gli capitava una cosa simile: un contatto così piacevole dentro la mente di qualcun altro non l’aveva mai provato, e la cosa lo intrigava parecchio. Entrambi sentivano una sintonia nelle loro menti incredibile, sembrava che le loro entità stavano per unirsi in qualcosa di particolarmente armonico e perfetto.

“Potrei riuscire a obbligarti…” rispose a tono Charles socchiudendo gli occhi e prendendo la mano di Erik che era ancora delicatamente appoggiata sulle sue labbra.

“Oppure convincermi…” in quel momento Erik stava mandando all’aria ogni suo “buon proposito” di dare una bella lezione a quel ragazzino impertinente ed imbranato, iniziando lentamente a cedere alle voglie che gli stava provocando dentro quello strano contatto mentale. In quel momento aveva preso la mano di Charles e gliela strinse delicatamente facendone intrecciare le loro dita per poi appoggiare la sua fronte contro la sua.

Charles sussultò a quel contatto, non sapeva che cosa lo stava fermando dal baciare intensamente Erik, e ciò che lo fece ancora di più imbarazzare, fu il notare che anche dentro la mente del giovane davanti a lui era nata la stessa domanda.
Rimasero a fissarsi intensamente per un po’: nella penombra della stanza, gli occhi di Erik, di quel azzurro glaciale, sembravano essere ancora di più illuminati, e gli occhi blu di Charles erano una delizia per quelli di Erik che stava lentamente avvicinandosi per baciarlo.

Charles si porse in avanti per accogliere quel bacio che tanto aveva aspettato, quando all’improvviso la luce si accese.
-Oh ecco dove eravate finiti! Charles avevi scordato il cappotto al bar e…- Logan era entrato di soppiatto e lì per lì non si era accorto del modo in cui erano rimasti a fissarsi sia Erik che Charles, che sembravano quasi in uno stato di semi ipnosi.

-Che cosa è successo qui?- chiese allora Logan che non smetteva di fissare lievemente sconcertato i due che non accennavo dallo smettere di fissarsi intensamente. Prese la parola Erik voltandosi di poco verso di lui. Aveva la tipica espressione di uno che era stato “interrotto sul più bello” cosa che sperava che non si notasse più di tanto.

-Niente, amico mio, stavo solo dando una lezione a questo marmocchio impertinente…- disse per poi rivolgere lo guardo verso Charles che lo fissava tutto rosso in viso per l’imbarazzo. Non sapeva proprio che cosa dire, ma decise comunque di non darlo troppo a vedere, aveva combinato abbastanza casini per quel giorno, e voleva solamente tornarsene a casa e resettare quella giornata rovinosa.

-Ehm, grazie mille Logan, ora io vado, se non sono ancora licenziato, tornerò domani, giusto?- Logan smise immediatamente di osservare dubbioso Erik che ancora sembrava giacere in uno stadio semi-catatonico, per posare il suo sguardo verso Charles.

-Ovvio che domani ritorni! Anzi, permettimi di accompagnarti a casa, si è fatto buio e piove a di rotto, combinato in questa maniera di bagneresti sicuramente!- Charles rivolse lo sguardo verso l’ampia finestra che dava sulla strada: come era possibile che si era fatto così tardi? E come aveva fatto a non accorgersi che pioveva e che era passato così tanto tempo? Connettere la sua mente con quella di Erik era stata un’esperienza così innaturalmente piacevole che lo aveva del tutto sconnesso col mondo esterno, e a vedere il volto di Erik, ancora scomposto dal piacere che aveva anche lui provato entrando in contatto con la sua mente, doveva essere accaduta la stessa cosa a lui. Ne sorrise al pensiero per poi ritornare alla realtà al suono della voce di Logan.

-Charles?-

-S-sì?-

-Va tutto bene?- gli chiese leggermente preoccupato, notando che  sia lui che Erik erano strani.

-Sì, scusami Logan, ma non devi preoccuparti, posso tornare anche da solo a casa, abito qui vicino…-

-Insisto, Charles, senza ombrello combineresti un casino, ti riaccompagnerò a casa, è già deciso!- gli disse prendendolo per le spalle facendolo uscire dalla stanza rivolgendo un breve sguardo a mò di saluto a Erik che per tutta risposa rivolse un ghigno sadico ad entrambi. Non sapeva perché, ma tutte quelle premure verso Charles, iniziavano a dargli fastidio. E ciò che trovava più seccante era riconoscere a se stesso che gli dispiaceva non essere riuscito a baciare Charles…

“Sono un idiota…quello scricciolo deve avermi fatto il lavaggio del cervello!” pensò e la sua voce dentro la sua testa risultò così vuota senza la presenza di quella ovattata di Charles. Quell’innaturale mancanza aveva lasciato Erik letteralmente sconvolto e pensieroso.

-Dovresti seguirli…- una voce alle sue spalle lo fece sussultare e appena si voltò incontrò il viso contrariato di Scott che nonostante gli occhiali rossi che portava perennemente, non lasciava il dubbio che avesse gli occhi pieni di rabbia.

-Cavolo, Scott, mi ha fatto prendere un colpo!- Erik non fece on tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo che ecco Scott lo prese per un braccio trascinandolo verso l’uscita.

-Dobbiamo seguirli!- urlò quasi e solo in quel momento Erik riottenne tutta la sua lucidità mentale.

-Cosa dovremmo fare? Non se ne parla nemmeno!- rispose togliendo con malo modo la presa di Scott sul suo braccio. Quest’ultimo lo guardò con astio per poi avvicinarsi e dirgli con un ghigno: -Non sei nella posizione più favorevole per decidere…io ho visto tutto quello che è successo…poco fa stavate per baciarvi, tu e quello scemo di Charles…-.

Erik sgranò gli occhi.

Era stato beccato in contropiede e non poteva inventarsi nessuna scusa, dato che la situazione in cui si era cacciato parlava da sé. Decise comunque di controbattere in qualche modo.

-Se sei geloso, Scott, potresti andare da solo a pedinare il tuo ex, invece di chiedere a me di accompagnarti!- Erik sorrise compiaciuto notando l’espressione del volto indurita di Scott e che leggermente arrossì.

-N-non sono geloso! E’ solo che….che io…ecco insomma, l’ombrello che ha Logan è il mio e…-

-Va bene, Scott, lasciamo stare, andiamo dove ti pare, basta che la smetti di mentire a te stesso…- non sapeva neppure lui perché aveva accettato di pedinare Logan e Charles, forse per aiutare Scott che pur sempre era suo amico, o forse anche perché, una leggera gelosia era comparsa anche dentro il suo cuore.

Corsero fuori dal bar con una velocità tale che neppure sentirono Victor salutarli.

-Ma si può sapere che cavolo succede oggi?- si chiese, dopo aver visto Erik e Scott uscire di gran corsa.

-Qualcosa mi dice che c’entrano Charles e Logan…- soddisfatto dalla sua deduzione, Victor chiuse le porte del bar deciso più che mai dal sapere che cosa stava accadendo ai suoi tre amici e a quel nuovo ragazzino, Charles, che aveva creato così tanto subbuglio in una sola serata.
   
 
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