Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: SpiritIsForever    07/12/2014    0 recensioni
[Frozen]
Avete mai cercato di scoprire il mistero che si cela dietro i poteri di Elsa? La Disney ha dichiarato che sono nati con lei, ma... E' veramente così?
E se ci fossero altri motivi, altre spiegazioni? E se...?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un passo, poi un altro, ed un altro ancora a seguire.
Cosa le era successo?
Lasciò che centinaia di volti gli passassero accanto frettolosi, come trasportati da una corrente impetuosa; per una volta, fu felice di poter passare inosservato. Si erano già dimenticati di lui.
Lei stava male?
Invisibile agli occhi degli abitanti di quel piccolo mondo che era la cucina, Jack continuò ad arrancare, senza sapere dove volesse arrivare.
Teneva lo sguardo fisso sui suoi piedi in marcia. Chi si fosse preso la briga di accorgersi della sua presenza forse avrebbe pensato che, per qualche motivo, fosse totalmente concentrato sull'azione ritmica del cammino; che, come al solito, quello strano bambino con la testa fra le nuvole avesse inventato un nuovo passatempo con cui trastullarsi per evitare di eseguire i suoi compiti e intralciare la buona riuscita di quelli altrui. A quel punto, l'osservatore avrebbe storto il naso e mormorato un rimprovero tra sé e sé, prima di tornare ai suoi impegni brontolando.
Ma, se vi era veramente qualcuno in grado di fermarsi un istante e mettere in atto tale analisi nonostante la perenne frenesia circostante, questi non si trovava nei paraggi quel giorno: nessuno, quindi, notò gli occhi terrorizzati di quell'ombra vagante, né il tremore che gli scuoteva le spalle, schiacciate da un peso che si faceva sempre più grande man mano che avanzava.
La mente lo riportò indietro nel tempo a pochi minuti prima, quando il macigno opprimente della condanna si era abbattuto inesorabile sulla sua coscienza...


...Quella mattina era iniziata esattamente come ogni altra per Jack, segnata dal fragore di piatti e vassoi tintinnanti, voci squillanti ed odori e profumi non sempre inebrianti.

Lui si trovava seduto a capo di uno dei molti tavoli che riempivano la sala, temporaneamente spogli, dove solitamente venivano sistemati in lunghe file tutti i piatti che di volta in volta sarebbero stati presentati alla famiglia reale. Non ricordava cosa stesse facendo; non che avesse importanza, poiché nei momenti che seguirono la sua attenzione venne completamente catalizzata da un nuovo, stridente elemento che interruppe il normale susseguirsi delle sue occupazioni quotidiane.

Gli occhi bassi, non si accorse del pomposo maggiordomo davanti a lui finché il pesante, inusuale ed improvviso silenzio sceso nella stanza lo costrinse ad alzare uno sguardo a dir poco sorpreso alla statua di marmo nero che lo fissava severamente, circondato da cuochi e cameriere: le loro semplici divise , in contrasto con la sua lucida livrea d'ebano, sembravano i più luridi stracci, sporchi di grasso e sudore. Tuttavia, l'intruso parve non badarci: si limitò a comunicare al ragazzino con freddezza che sua Maestà il Re aveva richiesto la sua immediata presenza. Così, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Un'ondata di bisbiglii pieni di curiosità si levò dagli spettatori della scena mentre il bambino veniva condotto, dietro l'austera guida, fuori dalle cucine; Jack stesso, frastornato, non sapeva spiegarsi il motivo di tanta attenzione. Non era mai capitato prima.

Attraversarono in un silenzio assordante sale riccamente decorate, illuminate da imponenti lampadari di cristallo, impreziosite dalle più rinomate tende di broccato e finissime porcellane; maestosi affreschi dominavano ogni soffitto, mentre alle pareti erano appesi ritratti e scene di vita a palazzo: persino il personale indossava abiti nobiliari. Al suo posto, probabilmente chiunque appartenesse ad un ceto inferiore avrebbe avvertito la necessità di stringersi nelle spalle e proseguire mestamente, gli occhi abbassati in un atteggiamento di vergogna misto a riverenza. Jack, al contrario, osservò meticolosamente ogni cosa attorno a sé, e più si soffermava su quello sfoggio ostentato di lusso, più si sentiva, senza saper spiegare perché, orgoglioso delle sue umili origini.

Di lì a poco giunsero infine all'ampio corridoio dove erano raccolti gli appartamenti privati dei reali: su ogni lato si trovavano molte porte identiche fra loro, in altezza e colore. Eppure, il maggiordomo proseguì con sicurezza verso una di queste, si fermò, e bussò delicatamente, non prima di aver esaminato il suo ospite da capo a piedi, come per assicurarsi che fosse abbastanza presentabile. L'assenso del re consentì loro l'accesso nello studio, nettamente più sobrio rispetto al resto del palazzo: un caminetto acceso, un ritratto ed una scrivania ne costituivano l'arredamento principale. Il sovrano li aspettava in piedi al centro della stanza, immobile: aveva assunto un atteggiamento solenne ed apparentemente calmo , ma qualcosa nella sua espressione grave sembrava tradire uno sforzo enorme, a cui si stava sottoponendo per controllarsi.

Tutt'altro che incoraggiato a farsi avanti, Jack indietreggiò, ma ben presto sentì la salda presa del maggiordomo bloccargli la spalla. << Ho portato il ragazzo Maestà. >>

<< Molto bene. Puoi andare ora. >>

La fretta con la quale l'uomo si dileguò richiudendo immediatamente la porta dietro di sé dimostrò quanto anche lui si sentisse a disagio in quella situazione. Rimasero soli, il re e Jack, a fissarsi reciprocamente; l'uno con un'impazienza sempre più difficile da nascondere, l'altro timoroso ma comunque deciso a non soccombere. Si trattava solo di aspettare il primo colpo: il conto alla rovescia era già iniziato.

<< Sto aspettando, Jacob. >>

Pronunciato da lui, il suo nome suonava come il più lurido degli insulti. Ecco il motivo per cui lo odiava; ecco perché aveva chiesto ad Elsa di chiamarlo Jack, nonostante l'amica non ne capisse il motivo; Jacob era il nome di un servo, di un subordinato, legato ad ordini e all'aspettativa che questi venissero eseguiti all'istante e al meglio: lui non voleva essere niente di tutto ciò, specialmente agli occhi di Elsa. Desiderava più di ogni altra cosa essere considerato un suo pari, per quanto possibile, qualcuno a cui la principessa potesse volere bene senza limiti di rango e casata. Perciò, Jack era un bambino spensierato, allegro, all'oscuro di ogni preoccupazione, libero da qualsiasi dovere, votato al puro ed assoluto divertimento: questa l'immagine che voleva sempre dato di sé: ma il re non avrebbe compreso.

Si limitò a rispondere, interdetto. << Aspettando... Cosa, Sire? >>

<< Spiegazioni. Giustificazioni. Scuse. >>

<< Io... Non capisco. >>

<< Eppure credo di essere stato chiarissimo. Evidentemente la sincerità non rientra nelle tue qualità. >> La voce era tagliente, specchio dello sguardo dell'adulto.

<< Non sono un bugiardo Maestà. >>

Jack osservò il re avvicinarsi lentamente a lui, fino a sovrastarlo: << Quindi stai insinuando che mia figlia lo sia? >>


<< Elsa? Cosa ha che fare con questo? >>

<< La principessa Elsa, >> puntualizzò l'altro, livido di sdegno. << mi ha confessato di aver lasciato le mura del palazzo ieri sera, venendo meno al mio divieto. So per certo che non avrebbe mai messo a rischio la sua sicurezza così imprudentemente, né tanto meno disobbedito al volere paterno, di sua spontanea volontà: deve essere stata influenzata da qualcuno, e non ho dubbi che quel qualcuno sia tu. Pretendo informazioni su quanto è successo fuori dal castello, immediatamente. >>

<< Ma... Non ne ho idea Sire, non ero con lei, io... >>

<< COSA?! L'hai lasciata sola! >>

A quel punto il re perse ogni contegno: davanti al bambino comparve in un attimo la figura di un uomo deformato da pura rabbia, dominato dall'istinto. Lo afferrò per le spalle in una morsa d'acciaio e, con occhi di fuoco, cominciò a strattonarlo violentemente. << Come hai potuto! Mia figlia, la principessa reale, la tua futura regina! Potrebbe morire in qualsiasi momento ed è solo colpa tua! >>

Nonostante la paura l'avesse immobilizzato, quelle terribile parole riuscirono a farsi strada nella mente di Jack; il loro significato lo colpì come un fulmine a ciel sereno, un'ondata di panico lo travolse.

<< Cosa? Morire? Cosa è successo? >>

Improvvisamente il sovrano lo spinse via, ignorando le sue domande. << Non ti riguarda più ormai. Se lei fosse stata davvero importante per te non l'avresti mai abbandonata. Era un peso troppo grande, non è vero? Ti do la mia parola che non la vedrai mai più. E adesso vattene! >>

<< Sire, vi prego... >>

<< VATTENE VIA, HO DETTO! SUBITO! >>


Cosa avrebbe potuto fare, se non scappare? E ora era là, accovacciato da ore nell'angolo più remoto della cucina, al buio, incapace di pensare a nient'altro che alla sua piccola amica, mentre un senso di colpa sempre crescente l'attanagliava. Perché, perché le aveva mostrato quel passaggio? Se le parole del re erano vere, la vita di Elsa era appesa ad un filo... Tutto per colpa sua.

Vide distrattamente sua madre osservarlo da lontano in un momento di calma, impegnata a sostenere i ritmi richiesti dalla propria mansione ed al contempo non affaticarsi troppo per non nuocere al bambino; parte di lui le era infinitamente grato per la sua discrezione e rispetto, ma il dolcissimo sguardo sul suo viso faceva male, molto male: non si meritava comprensione, né la sua né quella di nessun altro.

Quella fu l'unica volta in cui desiderò di sparire nel nulla.

L'ora di cena arrivò e passò, le pietanze furono preparate e servite, il giorno diede posto alla sera: Jack aveva cercato inutilmente di ricevere informazioni riguardo alla salute della principessa, ma inutilmente: evidentemente il sovrano aveva già provveduto ad avvertire chiunque a non farne parola con lui. Ormai rassegnato, lasciò la sua postazione con lo scopo di dirigersi verso la parte della stanza riservata agli alloggi della servitù. Non aveva fatto che pochi passi, quando udì alle sue spalle:

<< Hey hey, aspetta un momento! Jack? >>

Riluttante, si voltò: la voce trafelata che l'aveva chiamato apparteneva una giovane donna, un' apprendista, a giudicare dall'età, ma l'uniforme... Era l'uniforme delle governanti personali della famiglia reale! Cosa ci faceva lì, a quell'ora poi?

Prima che potesse trovare una risposta, la ragazza lo raggiunse; riprendendo fiato, gli chiese incerta:

<<...Sto...Sto cercando Jack, sei tu? >>

<<...Può darsi. >>

<< Oh. Bene allora. >>

Aveva iniziato a frugare nelle tasche del grembiule che le cingeva la vita, in cerca di qualcosa al loro interno. << Ah, eccoti qua... >>

Jack la osservò mentre portava le mani davanti a lui, racchiuse, come a voler proteggere un bene prezioso: ed in effetti, quando si accorse che si trattava di una consistente pagnotta di pane bianco, il bambino rimase a bocca aperta. << Ma dove l'hai presa? E' rubata vero? >> sussurrò.

<< Non preoccuparti, non l'ho rubata. E' un regalo. Tieni. >>

<< Ma perché vuoi darla a me? Io non ti conosco! >>

<< Lo scoprirai tra poco, Ma mi raccomando, non farne parola con nessuno, o finiremo entrambi nei guai! E ora è meglio che vada. >>

Con queste parole, l'intrusa si dileguò, tanto velocemente quanto era arrivata: se non avesse tenuto la pagnotta stretta fra le mani, Jack avrebbe pensato di aver assistito ad una visione. Ma questa era lì, tutta per lui; tuttavia, non aveva intenzione di mangiarla. O meglio non subito,

Senza pensarci una seconda volta, lo spezzò: fra le molliche, proprio nel cuore del pane, scorse ciò che sembrava essere un minuscolo pezzo di carta spiegazzato...Un biglietto! Lo prese immediatamente, lo spiegò, e portandolo il più vicino possibile al suo viso, ne lesse il contenuto.

La scrittura era incerta, i caratteri distorti, ma si potevano comunque leggere piuttosto chiaramente le parole:

….StanOttE.... MEZzanOTte...RicevimEnti.

Elsa.

 

 

 

 

Ce l'ho fatta...Incredibile! Dopo mesi di assenza, un nuovo capitolo si aggiunge alla storia. Mi dispiace di non aver potuto scrivere più frequentemente, ma si sa, l'università impegna :-) Spero che non ci siano errori/ripetizioni o cose del genere, e che ovviamente vi piaccia! A presto!

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: SpiritIsForever