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Autore: Nessie86    07/12/2014    3 recensioni
Una lettera a cuore aperto di Dean per suo fratello Sam. [Il racconto si riferisce ai fatti accaduti nella prima e in parte della seconda stagione]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Salve!
Ho deciso di cimentarmi in questo piccolo esperimento estremamente modesto e di cui mi vergogno un po’.
Non che mi manchi l’ispirazione quando si tratta di loro ma, volendo rimanere il più possibile IC, non sono riuscita a creare nulla di diverso. Non è detto che non ci riprovi in futuro (:
Spero vi piaccia.
Buon onomastico, Tina.
 

 
Brother
 
 
 
Caro Sam,
Ti ho mai raccontato di quella volta in cui, accarezzando il pancione della mamma, sobbalzai spaventato dal colpetto che avevi dato alla mia mano e per giorni non volli avvicinarmi a lei, temendo che nascondesse un mostro sotto la maglietta?
 
Quando mi dissero che quello era il mio fratellino, pensai immediatamente che saresti stato una spina nel fianco. Voglio dire... cosa ti aspetti da qualcuno che si presenta calciandoti via, senza neppure conoscerti?
 
La notte in cui sei venuto al mondo avrei tanto voluto vederti, solo per capire se i tuoi occhi fossero stati verdi come i miei, se il tuo nasino fosse stato all'insù come quello di mamma, o le tue mani grandi come quelle di papà. Soltanto che, per quanto mi sporgessi, cercando di guardare al di là della ringhiera della tua culla, tutto ciò che riuscivo a scorgere era una testolina bionda e nulla di più.
 
Sai che quella notte non dormii per vegliare su di te?
 
Ogni tanto cominciavi a piangere e io avrei davvero voluto sconfiggere quei mostri invisibili che ti assediavano, solo che non ne ero ancora in grado.
 
Il mattino dopo arrivò la mamma per prenderti in braccio, e tu mi guardasti.
I tuoi occhi erano enormi e le tue dita minuscole, ma tutte si tendevano a me e per un attimo ebbi paura.
 
Non sarei riuscito a sostenerti, ti avrei fatto cadere.
E per i successivi sei mesi, ogni volta che mi chiedevano se avessi voluto tenerti in braccio, il panico mi bloccava e rifiutavo, sconfitto.
 
La prima volta che ti strinsi a me, fu la notte in cui la mamma morì.
 
 
Sai, Sam, da quando sei nato, non ho mai avuto il tempo di essere felice perché finalmente non sarei stato più solo, perché finalmente avrei avuto qualcuno con cui giocare.
 
Sammy, siamo mai stati veramente bambini?
 
Pagherei per darti almeno una parte di ciò che ho vissuto, quando ancora la nostra era una famiglia normale. Rinuncerei ai miei ricordi più belli - le carezze di mamma, il suo canticchiare incessante quando era felice, la sua pelle luminosa mentre aspettava te, le capriole in giardino con papà, i suoi saluti che non erano mai addii - pur di darli a te e fare in modo che la tua prima memoria non sia quella di noi due in fuga, da soli, spaventati e abbandonati.
Però, se ci penso, nonostante tutto a quel tempo fosse più facile, tu non esistevi ancora e io non ero poi così felice.
 
E allora al diavolo i demoni, la caccia, le nostre incomprensioni, al diavolo persino la morte, se tutto ciò è il prezzo da pagare pur di avere mio fratello al mio fianco.
 
Chiamami egoista - avresti ragione - se sento di andare in pezzi ogni volta che ti immagino lontano da me.
Ma guardati! Mi sento così ridicolo a pensare di poterti proteggere anche adesso, che devo alzare il capo per guardarti negli occhi.
Ti senti ancora al sicuro tra le mie braccia, ora che non riesco più a racchiuderti nello scudo del mio corpo e mi tendo per stringerti senza mai riuscirci del tutto?
 
So che mi odi per averti strappato alla tua vita normale, mi odio anch'io per non aver saputo resistere senza di te. Ma in fondo sei sempre stato così intelligente, cosa ti saresti mai aspettato? Che anch'io mi fossi fatto una vita? Trovando una ragazza da sposare e un banale lavoro in fabbrica?
Sono condannato, Sam!
La mia esistenza è un continuo lottare per non essere inghiottito dalle tenebre e, sebbene ne rifugga, esse mi attraggono e mi ossessionano, ancora mi seducono. Temi di avere il mostro dentro di te, ma probabilmente non ti sei mai reso conto del fatto che, il vero mostro, lo hai sempre avuto accanto.
 
Una creatura del male non ha scelta. Sarà malvagia perché è insito nella sua natura, ti succhierà via la vita per la sua sopravvivenza.
Io invece una scelta l'ho avuta, continuo ad averla, e continuo a sbagliare consapevolmente. E forse è questo a farmi più male.
Perché se solo volessi tenerti al sicuro, ti direi di andare via, lontano da me, dalla mia smania per la caccia, dalla mia insana perversione. E invece mi illudo di farti del bene, semplicemente cercando di tenerti in vita ogni volta che, per colpa mia, rischi di morire.
La cosa davvero ironica, in tutto ciò, è che finora tu sia riuscito a proteggere me più di quanto non abbia fatto io con te.
 
"Veglia su Sammy" mi diceva sempre papà.
 
Chissà se avrebbe mai immaginato che quello scricciolo con una matassa aggrovigliata di capelli in testa sarebbe diventato quest'uomo alto e fiero, in grado di salvarmi la vita in una quantità di modi che non avrei saputo neppure immaginare.
 
Sarebbe fiero di te. Io lo sono, mille volte. Anche se non riesco a guardarmi allo specchio senza scorgere il senso di colpa ormai inciso in tutte le linee che solcano il mio volto.
 
Mi dispiace di averti trascinato in tutto questo.
Mi dispiace.
 
Perdonami se puoi.
Mi tremano le mani se penso che, un giorno, tutto possa finire e tu possa voltarmi le spalle, lasciandomi qui, incapace e solo.
 
Sai qual è la verità, Sam?
Che tu sei l'unico al mondo che riesca ad accettarmi, con tutto il groviglio di paure inespresse, ansie inesplicate e problemi irrisolti che mi porto appresso, come un macigno legato alle caviglie. Sei l'unico che se ne frega della mia apparenza burbera e scostante, falsamente forte e fiera. Con una parola sei in grado di sbriciolare questo castello di sabbia, per leggermi dentro, come neppure io stesso saprei fare. E non si tratta del tuo dono, della tua maledizione o di qualunque altra cosa ti attanagli l'anima facendomi sentire un perfetto incapace dal momento che non ho la più pallida idea di come liberarti. No. Si tratta semplicemente di te. Che sei mio fratello. E mi ami esattamente come un fratello dovrebbe fare. Accettandomi. Senza chiedere nulla in cambio. Con quell'ingenuità e quella fiducia tali che, davvero, certe volte mi chiedo cosa diamine possa mai spingerti a continuare a starmi accanto.
 
Arriverà il momento in cui ti libererò, te lo prometto, soltanto... resta ancora al mio fianco un altro po', finché non sarò in grado di reggere questa vita da solo.
Ti prometto che farò di tutto per continuare a proteggerti. E sbaglierò ancora. Un'infinità di volte. E mi odierai per questo. E io odierò te. Ma rimani con me, fratello.
 
L'alba è ancora così lontana che questa notte sembra infinita.
 
E anche se non troverò mai il coraggio di darti questa lettera e domattina ti sveglierai, brontolando come tutte le mattine, ancora stanco per la caccia di ieri e senza alcuna voglia di riprendere la strada, posso assicurarti che veglierò sul tuo sonno.
 
Come feci la prima notte in cui venisti al mondo.
 
Come ho fatto ogni notte da quando ti ho ritrovato.
 
So che non è molto, ma è tutto quello che ho da offrirti.
 
Dormi bene, fratellino.
 
Nessuno potrà farti del male, non finché ci sarò io.
 
 
Dean
 
 
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Grazie infinite a Laura ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=174286 ) per aver betato e per la copertina che ha voluto regalarmi, la quale, come ho già detto a lei, trovo più bella della ff in sé :D
 
Grazie a chi ha letto.
 
  
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