Disclaimerchemenedimenticosempre:
le persone citate in questa storia esistono realmente (ma dai!) ed i
loro caratteri o modi di fare sono frutto della mia fantasia,
perciò spero di non offenderli in alcuno modo; questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Se i Sevenfold mi
appartenessero, sicuramente li avri rinchiusi in una teca di vetro e li
farei suonare solo per me.
Undisclosed Desires
- Prologue of a Life -
5 Novembre 1999
“No.”
“Ma
dai! Non c'è nulla di male...” si lagnò
una ragazza biondo
platino, alzando gli occhi al cielo.
“No!”
“Non farci
usare la forza...” continuò un'altra, coi capelli
più scuri della
prima.
“Ho
detto di no! Io quella roba non la metto!”
Effie era
irremovibile. Aveva assunto la sua posa di dissenso, incrociando le
braccia al petto, come se volesse tenere i suoi seni lontano da
qualche pervertito, e guardava le due DiBenedetto con astio.
Sopportava tutto di loro: il loro entusiasmo alla potenza di due,
la loro mania-barra-follia-barra-pazzia per lo shopping sfrenato, la
loro forza d'animo e la loro simpatia. Ma se c'era una cosa che non
sopportava delle due, era quella brutta abitudine di costringerla a
mettere inutili vestiti da femminuccia.
Non
era un maschiaccio, Effie, ma non era nemmeno quel genere di ragazza
devota a shopping, vestiti e borsette. No, lei preferiva il buon
vecchio abbinamento jeans più felpa, con delle immancabili
Converse
ai piedi. Dopotutto, le Converse erano un simbolo californiano, no?
“Oh,
andiamo... Il tempo di metterlo e toglierlo!”
esclamò la bionda,
ovvero Valery, affiancata dalla sorella bruna, Michelle, che annuiva
vigorosamente. Le due DiBenedetto erano gemelle, ed avevano avuto la
brillante idea di tingersi in modo differente i capelli. Per Effie,
che era la sbadata numero uno di Huntington Beach, era una manna dal
cielo e le distingueva grazie a ciò. Anche se, ora che le
conosceva
meglio, avrebbe potuto riconoscerle dal tono di voce o dai
comportamenti.
Valery aveva una voce calma e tranquilla, che
infondeva serenità all'istante (al contrario del ragazzo,
che ti
spaventava solo come apriva bocca), ed i modi di fare erano discreti
e gentili. Michelle, era un altro paio di maniche: era un concentrato
di vitalità, con una voce forte e squillante, e sempre
attiva, non
riusciva a stare un attimo ferma, peggio di un cagnolino. Ed il suo
di ragazzo, era identico. Quando c'erano loro nei paraggi, non si
riposava!
Effie
si era ritrovata in mezzo a quelle due per un buffo destino (leggasi
anche avverso). Frequentavano la stessa classe di chimica, ed un
giorno il loro professore aveva chiesto di fare dei gruppi da tre per
un progetto che poi avrebbero consegnato due settimane più
tardi. Le
due DiBenedetto, erano intenzionate a prendere un buon voto, dato la
loro grande mancanza in quella materia ed avevano deciso di
affiancarsi a Effie Meadows, la più brava della classe, per
non dire
di tutto l'istituito. Effie, dall'alto della sua grande
loquacità,
era rimasta una delle ultime a non essere accoppiata con qualcuno e
le gemelle si fecero subito avanti, tranquillizzandola con le parole
di Val e rincoglionendola con la parlantina di Mich.
Da
lì, il passo a diventare amiche non fu molto lungo, e si era
ritrovata spesso a parlare con loro del più e del meno, a
sentire le
lamentele che le due avevano sui rispettivi ragazzi, ad uscire ogni
tanto per dei gelati, ma che alla fine si tramutavano al saccheggio
più selvaggio in uno dei nuovi negozi di abbigliamento di
HB, con
Effie che sedeva su un pouf, cercando di tenersi la testa con una
mano. Avevano anche iniziato a pranzare insieme.
Il
problema però, non era pranzare insieme alle DiBenedetto, ma
era
pranzare insieme alle DiBenedetto in compagnia dei loro due ragazzi,
più tre amici al seguito. E lì, le cose
diventavano più difficili.
Se
era riuscita un po' ad aprirsi con loro, a volte lo trovava davvero
difficile con quella banda scatenata di cinque ragazzi, che impegnava
la loro maggior parte di tempo libero a strimpellare qualche
strumento, fare qualche rissa di poco conto, dopo aver bevuto
quantità industriali di Jack Daniel's, ad insultasi a
vicenda o a
rubarsi cibo nel piatto. Però, quando s'insultavano,
ammetteva a se
stessa che erano simpatici.
Matthew
Sanders era il ragazzo di Valery. Era un ragazzone alto e pompato,
con le spalle larghe e le braccia gonfie e colme di tatuaggi.
Nonostante l'aspetto poco rassicurante e decisamente da avanzo di
galera, era tra i cinque quello con un po' di sale in zucca (il che
è
tutto dire sugli altri quattro), ed aveva una voce potente e roca.
Era stra-cotto di Val, no che adesso non lo sia, e guai a chiunque la
guardasse per più di un nanosecondo. L'unico aspetto
“tranquillo”
di lui, erano due fossette che gli si formavano quando sorrideva. Il
resto, no.
Poi,
c'era Brian Haner. Se Effie avesse potuto, avrebbe riempito una
enciclopedia solo per enunciare tutti i difetti di questo individuo,
ma sapeva che gli avrebbe dato ancora più importanza, dato
che già
si considerava un dio sceso in Terra, e non voleva incoraggiarlo
ulteriormente. Brian era il ragazzo di Michelle, ed Effie ancora
riusciva a capacitarsi di come erano riusciti a prendersi, ma si
rispondeva che avevano entrambi l'indole da “star”
e che in
futuro avrebbero sicuramente litigato per lo specchio in casa. Era un
tipo massiccio (nessuno dei cinque, ora che ci pensava, era privo di
qualcosa che non fosse abbondante in muscoli e spalle), con braccia
piene di tatuaggi (cosa di cui anche gli altri non mancavano), ed una
zazzera di capelli scuri, spesso sparati in aria disordinatamente.
Tra
i pazzi, c'era anche il più pazzo, James Sullivan. Il
ragazzone alto
più di un metro ed ottanta, armato sempre di un sorriso
sghembo sul
viso e con la battuta sempre pronta. Capace di fare tutto quello che
gli passava per la testa, come uccidere un piccione con una mazza da
baseball (non si nota che odia i piccioni?), buttarsi da una
scogliera oppure venire espulso da varie scuole per aver allagato i
bagni o rubato qualcosa, James Sullivan era questo e molto di
più:
era il fulcro centrale del divertimento del gruppo. Effie si chiedeva
spesso cosa nascondessero quegli occhi più azzurri del
cielo, che
sembravano tanto felici quanto tristi.
Ovviamente,
tra i ragazzi ci doveva essere qualcuno che non superava il metro e
settanta, e questo era Johnathan Seward. Spesso deriso dagli altri
riguardo la sua altezza, ma prontamente difeso da Effie, in quanto
compagna degli Hobbit della Contea, era uno dei più attivi e
giocosi
del gruppo, riceveva e faceva battute da tutti e su tutti, sempre col
sorriso sulle labbra e mai per cattiveria. Nonostante avesse anche
lui l'aspetto da delinquente (ma chi, la in mezzo, non ce l'aveva?),
nascondeva un carattere estremamente dolce e sensibile, sempre pronto
a dare una mano agli amici.
Infine,
c'era lui. Zachary Baker. Per Effie, era sempre difficile da
interpretare, ma a volte si rendeva conto che anche lei si chiudeva
nel suo mondo e gli altri dovevano cercare di sbucciarla, strato per
strato, come una cipolla. Zachary era un ragazzo tranquillo, a tratti
anche timido, finché non si trattava di vendicarsi. In quel
caso, il
ragazzo diventava un vero demonio, tanto da superare teste diaboliche
come Sullivan e Haner, mantenendo però l'espressione dolce
del viso
tondo che aveva. La prima cosa che aveva notato Effie, quando se
l'era trovato di fronte la prima volta, erano i suoi occhi: erano
trasparenti come l'acqua marina. Una calamita per altri occhi, in
sostanza. A volte, pensava che quegli occhi rispecchiavano questo
lato del suo carattere: Zachary difficilmente riusciva a mascherare
quello che provava.
Tra
di loro, quei cinque ragazzi, più le due DiBenedetto, erano
ben
assortiti, ma Effie continuava a chiedersi sempre come ci era finita
in quel buco di matti, che sembrava non le appartenesse. A volte, si
sentiva fuori posto, come se lei stesse in una cupola di vetro e loro
le parlassero, ma non riusciva a capire nulla. Ovviamente, non era
così.
Tra Haner che le faceva battutine idiote, James che tentava
di fregarle le patatine dal piatto, Mich che la rimbambiva di
chiacchiere a base di vestiti e shopping, Val e Matt che le
stappavano le orecchie coi loro baci a ventosa e Johnathan che
rispondeva stizzito ad una battuta sulla sua altezza da parte di
Zacky, si sentiva a suo agio. Si sentiva a casa.
No
che una casa non ce l'avesse, eh!
Anzi!
Effie viveva con suo padre, Edward Meadows, in una piccola villetta a
schiera, poco lontana da casa Baker, come scoprì in seguito.
Edward
era un padre single, ed aveva cresciuto Effie come meglio poteva,
anche se non era tutta questa femminilità. Di giorno, faceva
l'operatore ecologico guidando il camion che raccoglieva
l'immondizia, di notte faceva il vigilante, controllando che i
negozianti chiudessero a dovere i loro locali.
Il
discorso “Mamma” in casa Meadows era
tabù, ma lei non si
lamentava affatto.
Edward
cercava di non far mancare nulla alla sua bambina, ed Effie lo
adorava per ciò. Nonostante si vedevano poco (la mattina il
Sig.
Meadows aveva appena il tempo di fare colazione, che già
attaccava a
lavorare, nonostante fosse appena rientrato dal suo giro di
controllo, ed il pomeriggio lo passava a dormire, mentre Effie la
mattina andava a scuola, ed il pomeriggio faceva i compiti o si
incontrava coi suoi amici), c'erano l'uno per l'altra ed non avevano
bisogno di parole per capirsi all'istante o sapere che umore avesse
l'altro. Certo, suo padre le faceva vedere le partite di football,
piuttosto che qualche film romantico, oppure da piccola le regalava
un pallone da basket piuttosto che una bambola o un orsacchiotto, o
le insegnava a guidare la macchina a quattordici anni, invece che
dirle che le donne erano incapaci a guidare... Ma lei non si
lamentava.
A
volte, l'orribile pensiero che suo padre la considerasse un maschio,
invece che una ragazza o che, peggio ancora, era rimasto
terribilmente deluso dalla nascita di una femmina piuttosto che il
tanto agognato maschio, e che cercava di eludere questa mancanza
trattandola diversamente da quello che era in realtà, le era
passato
in testa più di una volta, specialmente quando era
più piccola, ma
suo padre le rispondeva sempre che era una cretina a pensare quello e
che lui voleva un figlio, indipendentemente che fosse stato maschio o
femmina.
Certo,
ammetteva che con un maschio sarebbe stato più semplice,
venendo lui
da una famiglia con solo fratelli, specialmente quando si era
ritrovato ad affrontare il primo ciclo di Effie, cercando di
calmarla, oppure quando avevano intrapreso il discorso sul sesso,
dopo che venne a scoprire che sua figlia tredicenne aveva una
“fidanzatino” e si erano scambiati un casto bacio,
ma era
soddisfatto di lei, al di la del sesso.
Effie
si ritrovava a sorridere, ogni volta che suo padre o lei tiravano
fuori quel discorso. Si ritrovava a sorridere, illuminando i suoi
occhi nocciola, increspando un po' le quarantaquattro lentiggini che
aveva sulle guance e sul naso, ricordando per sempre chi era stato il
primo fuori di testa a contargliele.
Una
ad una.
“Ho
detto di no! Non insistere Valery, per favore...”
esclamò
spazientita Effie.
“Facciamo
i capricci, bambina?”
Brian
Haner era il solito e patentato idiota, e più di una volta
Effie si
era chiesta se avesse qualcos'altro dentro il suo cervello che non
fossero la sua chitarra, Michelle e la sua stupidità al
limite del
normale.
Lui
e gli altri quattro si erano affacciati al negozio in cui si
trovavano le tre ragazze, e sembravano cinque scimmie dentro una casa
delle bambole per quanto fossero fuori luogo. Effie sorrise nel
vederli guardarsi intorno, non sapendo di preciso cosa guardare, se
le ragazze, le commesse oppure gli scaffali pieni di reggiseni,
mutandine e perizomi.
James
e Johnathan si dileguarono tra gli scaffali, sogghignando sotto i
baffi con aria cospiratoria, mentre Matthew, Brian e Zachary rimasero
insieme alle ragazze.
Matt
si mise immediatamente affianco a Val, scoccandole un lieve bacio
sulle labbra “Vi ci vuole ancora molto?”
La
bionda fissò la sorella, che aveva in mano ancora il
reggiseno rosso
di pizzo che volevano appioppare all'amica “Credo che abbiamo
finito.” sbuffò, fulminando con uno sguardo la
ragazza presa in
questione, che fece un enorme sorriso.
Effie
si appuntò mentalmente di ringraziare i ragazzi uno ad uno.
Brian
prese tra le mani di Michelle il reggiseno, e se lo rigirò
per
osservarlo meglio “Uao! Addirittura una seconda porti,
Elizabeth? E
dire che sembrava una retromarcia!”
Ok, forse ne avrebbe
ringraziato solo quattro.
“Lieta
di sorprenderti, Haner.” sorrise la ragazza, mettendosi la
tracolla
sulle spalle “E non chiamarmi con quel nome,
grazie.”
Zacky
le sorrise “Potresti anche provarlo...”
Lo
fulminò con un'occhiataccia “Non iniziare anche
tu, per favore...”
Il
ragazzo rise, alzando le mani in segno di resa, e si beccò
un
sorriso da Effie.
“Jimmy
e Johnny dove sono?”- Brian si era appena staccato dalle
labbra di
Michelle, e si guardava intorno, cercando di scorgere la testa del
suo amico spilungone, dato che quella di Jonhathan era difficile da
individuare dagli scaffali più alti di lui.
“Non
si vede la testa quadrata di Jimmy...” disse Zacky,
mettendosi
sulle punte per osservare meglio.
Effie
sbuffò “Ce l'avete sempre con Johnny per la sua
altezza...”
Le
si affiancò Brian, scompigliandole i capelli
“Solidarietà tra
Hobbit. Noi esseri comuni non possiamo comprenderla.”
Si
scacciò la mano dell'antipatico dalla testa, cacciandogli di
rimando
la lingua.
“Dalle
pace, ogni tanto.” intervenne Matt, in sua difesa.
“Ehi!”
si lamentò Brian, beccandosi un pugnetto sul petto da parte
di
Michelle “Oggi non si è fatta vedere a pranzo
perché doveva
studiare per il compito di francese... Devo recuperare!”
“Piuttosto,
cerchiamo quei due.” si intromise Val.
Così decisero di
separarsi, ma non fecero molta strada divisi, dato che la loro
attenzione venne catturata dalla voce arrabbiata di una delle
commesse del negozio, che gridava come una matta.
“Cosa
state facendo?”
Zacky
si voltò all'istante, agguantando per un polso Effie, dato
che era
finito in coppia con lei a cercare quei due pazzoidi, e
costringendola a voltarsi ed a seguirlo. Si incrociarono con gli
altri quattro e raggiunsero la commessa, che continuava a gridare
cose contro qualcuno, che rideva come un matto.
“Possono
essere solo loro...” mormorò Matt.
Ed
infatti...
Davanti
ai loro occhi, una commessa agitava una mano in aria, mentre con
l'altra cercava di raccogliere quantità industriali di
intimo sparsi
a terra, che sembravano dei batuffoli di cotone colorati multicolore.
Affianco alla commessa c'erano due delle persone più strane
a pazze
che HB avesse potuto vedere. Jimmy, che già si vestiva di
per se in
modo eccentrico, aveva indossato un perizoma rosa acceso sopra ai
suoi pantaloni color cachi a zampa, e sul petto aveva legato un
reggiseno bianco con due coppe enormi, dove ci sarebbe potuta stare
una testa intera. Sul capo, aveva un perizoma leopardato di nero e
fucsia, mentre ad entrambe le orecchie pendevano delle mutandine
bianche.
Johnny,
sarà stato anche più basso e si era divertito
anche lui con una
bomba a mano di mutandine e perizoma, ma nonostante ciò
aveva appeso
ad entrambe le orecchie due reggiseni rosso fuoco pieni di
brillantini ed un altro lo aveva indossato come se fosse un paio di
occhiali da sole.
La
commessa continuava a gridare, cercando di sovrastare le risa dei due
presi in causa e dei sei amici che si godevano la scena.
“Andatevene
immediatamente fuori di qui!” aveva gridato infine, ed i due
si
limitarono a spogliarsi dell'intimo ed a seguire i loro amici, che si
dirigevano all'ingresso, cercando di trattenere le risate,
riuscendoci a stento.
“Oh
andiamo, mica c'era da prendersela così tanto...”
borbottò Jimmy,
davanti alla sua birra fresca.
Si
erano spostati al Johnny's, il locale che erano soliti frequentare ed
in cui i ragazzi si esibivano solitamente con la loro band, gli
Avenged Sevenfold. Avevano occupato un tavolo
intero, cercando
di stringersi il più possibile gli uni con gli altri, peggio
delle
sardine. I ragazzi avevano ordinato delle birre, e le stavano
sorseggiando come se fossero nettare degli dei, mentre le DiBenedetto
sorseggiavano il loro aperitivo alcolico. Effie li osservava
attraverso la sua limonata. Si era sempre chiesta come facessero ad
ingurgitare alcol già da metà pomeriggio. Lei
tollerava appena il
caffè, dato che la rendeva più nervosa di una
iena.
“A
cosa pensi?” - Valery le era seduta di fronte e si accorse
che era
sovrappensiero.
Effie
scosse la testa, poggiando il suo bicchiere sul tavolo e prendendo
una patatina dalla ciotola che gli avevano servito assieme alle
bevande, prima che Jimmy potesse finirle “A nulla.”
“Andiamo
Pulce!” intervenne Matt, sorridendole con le sue fossette
“Cosa
ti turba?” - Pulce era il soprannome che le avevano dato i
ragazzi,
tranne Brian che la chiamava Hobbit o bambina ogni tre per due.
Scosse
di nuovo la testa “Davvero, nulla.” e
tirò un sorriso.
Jimmy,
che le era seduto affianco, si chinò verso il suo orecchio “Smettila
di tirare sorrisi.”
“Non sto tirando nessuno sorriso.”
mormorò di rimando Effie, agguantando l'ultima patatina
della
ciotola “Ti sei finito tutte le patatine,
Sullivan!” esclamò
poi, sgranando gli occhi nocciola.
“Si
chiama fame!”
“Jimmy
sei sempre il solito...” si lagnò Brian, finendo a
schioppo la sua
birra “Vado ad ordinarne altre. Tu cosa vuoi, bimba? Un
bicchiere
d'acqua frizzante?” - il ragazzo sfotté Effie, che
gli rispose col
terzo dito della sua mano destra, facendo scoppiare a ridere tutti.
Effie
cacciò il suo cellulare, o come preferiva chiamarlo
Vice-Papà, dato
che suo padre vi si attaccava per ogni minima cosa, e guardò
l'ora.
Erano quasi le sei del pomeriggio. Finì la sua limonata e
cacciò
dall'altra tasca degli spicci, posandoli sul tavolo ed alzandosi da
esso.
“Devo
andare.” mormorò, agguantando la sua borsa e
mettendosela su una
spalla.
Jimmy prese gli spicci e li infilò velocemente nella
tracolla della ragazza “Prova a cacciare un'altra volta dei
soldi
in nostra presenza, e ti taglio le mani. Quando sono con noi, le
ragazze non pagano!” ed indicò gli amici, che
annuivano.
Alzò
gli occhi al cielo “Potevi almeno mettermeli in
mano...”
“Na!
E' più divertente vederti armeggiare con quella stupida
borsa per
cercarli.”
Effie
tirò un sorriso “Devo proprio andare. Domani
c'è il compito di
francese, e devo finire di studiare...”
Brian
sbiancò “Stai scherzando, vero? Dimmi che stai
scherzando!”
Lui
ed Effie partecipavano alla stessa classe di francese, anche se il
primo sapeva a malapena dire “Bonjour”.
La ragazza scosse
il capo, cercando di trattenere il sorriso divertito che si stava
impadronendo del suo viso.
“Cazzo! Cazzo! Cazzo!” iniziò ad
imprecare Brian, correndo verso Effie ed agguantandola per le spalle,
strattonandola un po' “Domani devi aiutarmi
assolutamente!”
“Haner,
hai mai provato il brivido dello studio?”
Matt
scoppiò in una risata crassa, battendo una mano sul tavolo e
contagiando gli altri. Effie non era solita fare battutine
sarcastiche o cattive, ma quando ci si metteva, sapeva bene dove
pungere, rimanendo sempre educata e gentile nei modi e con un tono
dolce nella voce.
“No,
e non ci tengo! Ma devi aiutarmi!” cercò di fare
la faccia da
cucciolo indifeso, facendo luccicare gli occhi castani.
“Brian...”
- il ragazzo iniziò a sorridere: se lo chiamava per nome era
un buon
segno!
“Farò
tutto quello che vuoi! Mia madre mi ammazza se torno a casa con una
nuova F nella mia pagella.”
Effie
alzò un sopracciglio “Tutto-tutto?”
“Attento
a quello che prometti!” gridò Jimmy, battendo poi
il cinque con
Johnny, che rideva come un matto.
“Tutto-tutto.”
ripeté Brian, ignorando gli amici che lo prendevano in giro
alle sue
spalle.
La
ragazza sorrise soddisfatta, togliendosi di dosso le mani del ragazzo
e salutando gli altri con uno sventolio di mano “Domani,
mettiti
affianco a me e segui tutto quello che ti dico.” e, dopo aver
salutato nuovamente i ragazzi, sparì.
Brian
andò al bancone, prese altre birre e si sedette soddisfatto
affianco
a Michelle.
“Mi
sono scampato una bella F!” esclamò, felice.
“Ogni
tanto potresti anche studiare, sai?” lo rimbeccò
Valery “Effie
mica studia per la fama e per la gloria.”
“Lo
so Val, ma francese lo odio proprio mentre lei è un
genio!” poi si
affrettò ad aggiungere “Non ditele che l'ho
detto!”
“Parliamo
di cose serie!” esclamò improvvisamente Jimmy
“Tra un po' è il
suo compleanno...”
“Siamo già a novembre?” chiese Johnny,
riprendendosi da un sorso di birra.
“Sì.”
continuò Michelle “Cosa le possiamo
fare?”
Brian si strinse
le spalle, guardando Zacky, che scosse il capo e prese parola.
“Non
è tipo da festini come noi. Al limite, lei non
berrà e sarà
costretta a riportare noi a casa.”
Matt
annuì alle parole dell'amico “Dovremo farle
qualcosa di più
tranquillo ma non troppo... Qualcosa tra noi e lei.”
I
ragazzi rimasero in silenzio, cercando di pensare a cosa farle, chi
più chi meno.
“Forse
ho un'idea.” esclamò Valery “In che
giorno capita il
venticinque?”
“Mercoledì.”
disse distrattamente Zacky, rigirandosi la bottiglia di birra tra le
dita.
Brian
fischiò “Come siamo informati...”
“Piantala!” replicò
questi.
“Il
padre lavora, giusto?” continuò Val, chiedendo con
lo sguardo
conferma dalla sorella, che annuì.
“Il
mercoledì Effie ha il corso d'arte a scuola...”
“Zee,
mi chiedo come mai tu sia così informato...”
“Piantala anche
tu, Jimmy!”
“Perfetto!”
gridò entusiasta la bionda, battendo le mani euforica
“Ho un piano
ed un'idea che sicuramente farà al caso nostro.”
“Ovvero?”
chiese preoccupato Johnny. Se conosceva abbastanza bene Valery, si
sarebbe sicuramente trattato di qualcosa femminile e che aveva poco a
che fare con birre e Jack.
“Fidati
di me, Seward!” lo rimbeccò la ragazza,
sfregandosi le mani
pregustando già la sua soddisfazione ed immaginandosi la
faccia che
farà Effie.
“Altro
problema!” gridò Matt, richiamando l'attenzione di
tutti “Cosa
le regaliamo?”
Si
guardarono tutti in volto, scuotendo il capo, incapaci di pensare a
qualcosa che fosse adatto alla loro amica.
“Album
e cosa per disegnare?” propose Brian, spremendo un poco le
meningi.
Michelle,
al suo fianco, scosse il capo “No, la sua stanza è
piena di quella
roba.” e guardò la sorella, per cercare conferma.
“E'
vero! Il padre la minaccia spesso di cacciarla fuori per far spazio a
colori, vernici e fogli.”
“Libri?”
“No,
Matt.” disse Jimmy, prendendo una manciata di arachidi
tostati “E'
piena anche di quelli. E quello che vuole lo ha già ordinato
alla
libreria vicino Central Park.”
“Beh,
possiamo comprarglielo noi, no?” domandò Johnny.
Il
ragazzo scosse il capo “L'ho accompagnata io ad ordinarlo. Ha
già
dato un acconto.”
Zacky
sbuffò “Ci manca ancora un po' al suo compleanno,
nel frattempo
organizziamoci e pensiamo a cosa possiamo regalarle.”
“Mi
sembra l'idea più sensata che sei riuscito a cacciare dalla
tua
testa, Zee.” lo prese in giro Jimmy.
“Piantala!”
Valery
li guardò “Certo, non c'è bisogno di
Effie per farvi passare per
degli stupidi.”
“Non
iniziare anche tu, Val...” sbuffò Zacky.
Michelle
si mise a ridere “Vi ricordate quando vi ha fatto brutto,
spiegandovi le fasi lunari, in meno di cinque minuti?”
“E
chi se l'ho scorda!” esclamò Matt “Non
mi sono sentito mai così
stupido in vita mia!” e guardò gli amici, che
annuirono scoppiano
a ridere.
“Cazzo!
Però io ho preso la mia prima ed unica B-, grazie a
lei!”
“E'
vero Bri!” rise Jimmy “Tua madre voleva
incorniciarla!”
E
scoppiarono tutti a ridere.
LuMiK's NdA
Ok, ho avuto il coraggio di
pubblicare questa cosa! Non chiedetemi il perché ed il per
come, ma l'ho fatto! E' da un po' che questa storia gira per il mio
computer, ovviamente incompleta, e mi saltava spesso fuori dal nulla,
come per dirmi "Ehi! Ci
sono anche io!"... Rileggendola, ho capito che dovevo
assolutamente concluderla e pubblicarla, perché ogni scritto
merita di uscire allo scoperto, e non solo i miei... Dunque, eccolo qui!
Ammetto di non averle dato un titolo fino a due secondi prima di
scrivere questo sproloquio, per cui si è beccata la prima
canzone che mi è capitata all'orecchio, grazie a mia sorella
che la sparava a tutto volume nella stanza affianco, ovvero Undisclosed Desire
dei Muse,
gruppo che io e mia sorella adoriamo, ma questa è un'altra
storia.
Non so nemmeno come definire questa cosa... Rileggendola, mi sono
ricordata di voler inserire una "brava ragazza" nel nostro gruppo di
delinquenti preferito, ed ecco qui il risultato, credo a dir poco
scabroso!
I capitoli saranno un altanelare tra presente e passato,
così da poter spiegare come questa ragazza sia capitata in
quel manicomio chiamato Avenged Sevenfold, e l'evolversi dei vari
rapporti che avrà coi ragazzi e le ragazze (sì,
ci aranno anche loro, nonostante quasi tutte odiano Michelle!)... La
data è a scopo puramente indicativo!
Lo so, ho ancora un altra storia da continuare, su un altro fandom
(quello dei MCR), ma non potevo non pubblicarla! Capitemi (Ma anche
no!)!
Non so quanto ci risentiremo... In un pronostico positivo (per me, dato che per voi sarà più che negativo), conto di aggiornare settimana prossima, salvo imprevisti dell'ultima ora dovuta alla connessione che rifiuta di collaborare, peggio del codice HTML! In caso vogliate avere mie notizie, vi lascio i mie contatti... Ma potete anche usarli per offendermi eh, non mi arrabbio mica!
Vostra, Lu
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