Questa storia
partecipa ai contest “Drabble e Flash Fic contest: I’d die to be where you are” (indetto da Stareem), “Something Important” (indetto
da Saru_Misa) e “Poesie,drabble
e flashfic a tutto spiano" (indetto da
Saretta28.EFP) nel forum di EFP.
Il Morso del
Serpente.
«Questa notte… Sai, non
venire…»
«Io non ti lascerò.»
«Sembrerà che soffra…
Sembrerà un po’ che muoia. È così.
Non venire a vedere, non ne
vale la pena.»
«Io non ti lascerò.»
Il Piccolo Principe. Antoine
de Saint-Exupéry
Tobia ha i capelli
biondi e mossi; per questo, suo padre lo chiama “il Piccolo Principe”.
Lo dice
all’infermiera, mentre qualcuno gli passa una macchinetta dietro la testa e le
sue ciocche color del grano cadono sul pavimento.
“C’è una ferita qui
dentro” gli sussurra con dolcezza la donna, sfiorandogli la nuca. “Ma adesso
l’aggiustiamo, vedrai.”
Tobia non ha paura,
anche se la testa gli fa un po’ male: ne ha avuta di più quando la macchina del
suo papà ha slittato sulla strada ghiacciata, prima di cadere in un fossato.
Di fianco al lettino
Rosa continua a singhiozzare, stringendo convulsamente la mano del figlio.
“Non piangere,
mamma” sussurra il bambino, mentre la donna si porta le sue dita alle labbra. “Il
dottore dice che sarà un po’ come quando il serpente morde il Piccolo Principe.
Sembrerà un po’ che muoia, ma non devi aver paura. Mi devono aggiustare, sai”
aggiunge.
Forse la sua mamma non
ha capito che dopo l’operazione starà bene; forse pensa che se ne andrà su un
altro pianeta, come ha fatto il Piccolo Principe.
Rosa bacia il bimbo
sulla fronte e lo guarda a lungo, senza mai stancarsi. Il suo cuore si
sfascia, quando gli occhi del piccolo
incominciano a chiudersi, sotto l’effetto dell’anestesia. Morirebbe, pur di
ricevere quel morso di serpente al suo posto.
“Mamma” sussurra
Tobia, incominciando a sentirsi stanco: adesso un po’ di paura ce l’ha.
“Non ti lascio”
promette Rosa, stringendogli la mano un’ultima volta.
“I’d
die to be where you are”.
*
Tobia, una volta, aveva i capelli biondi e mossi.
Adesso non ne ha più molti e, sulla nuca, ha un segno
simile al morso di un serpente.
Il suo corpo è vuoto e freddo, come quello del Piccolo
Principe quando cade addormentato sulla sabbia.
Rosa continua a pensarci mentre, tremando, conta le
pillole rannicchiate nel palmo della sua mano.
Non ha paura di quello che sta per fare; sa che da
qualche parte, su un altro pianeta, c’è un Piccolo Principe tutto solo[1].
Rosa vuole raggiungerlo: gliel’ha promesso.
“Sono caramelle?”
Una voce esile la sorprende alle spalle; le pillole
cadono nel lavandino.
Mattia si avvicina con occhi impastati dal sonno. Ha
quattro anni, i capelli rossi e una spruzzata di lentiggini sul naso; per
questo, il suo papà lo chiama “Volpe.”
“A Tobia piacevano tanto le caramelle” sussurra il
bambino, raggiungendo la madre. “Dov’è Tobia?”
Rosa si aggrappa con forza al lavandino, sorpresa da un
tremore improvviso. Gli occhi confusi di Mattia la scrutano preoccupati e il cuore
della donna va in frantumi ancora una volta.
“Sul pianeta del Piccolo Principe” risponde infine,
facendo scorrere l’acqua nel lavello per liberarsi delle pillole.
Lo sguardo del bimbo si rabbuia.
“Ci devi andare anche tu, mamma?” chiede, stringendo un
lembo della sua vestaglia. “Non è che poi mi lasci solo?”
Le lacrime riprendono a rigare le guance di Rosa, mentre
la donna si accovaccia per abbracciare il figlio. Dentro di lei il dolore
continua a strisciare come il più infido degli anaconda, ma fa del suo meglio
per combatterlo.
“Non ti lascio” promette, aggrappandosi a quel bimbo così
piccolo.
I singhiozzi tormentano il suo corpo, simili alle spine
di una rosa.
Ha provato a raggiungere Tobia, ma non ce l’ha fatta.
Mattia l’ha protetta dal morso del serpente.
“I
tried to be where you are.”[2]
Note.
In questa flash ho
cercato di inserire diversi riferimenti
al libro “Il Piccolo Principe”. La citazione iniziale e le menzioni al “morso
del serpente” si rifanno a una delle scene finali del libro in cui il bambino
si fa mordere da un serpente per tornare al suo pianeta. Di fatto, una volta
morso, il piccolo principe “muore” in apparenza, poiché il suo corpo rimane
sulla Terra. I nomi o soprannomi dei
vari personaggi della flash ricalcano un po’ la storia del Piccolo Principe. La
mamma di Tobia si chiama Rosa, per rappresentare appunto la Rosa del Piccolo
Principe; Tobia cerca di rassicurarla, così come il Piccolo Principe si prende
cura della sua rosa. Le frasi di Tobia sull’operazione riprendono quelle del
dialogo citato all’inizio della flash. Mattia è la “volpe” per via del
soprannome e dei capelli rossi che ricordano il manto dell’animale. Ho scelto
la volpe perché nel libro è lei che aiuta il Piccolo Principe a trovare
qualcosa di bello, per cui valga la pena restare, anche sulla Terra: la sua
amicizia. In maniera analoga, Rosa si convince a restare in vita proprio grazie
a Mattia e al bisogno che il bimbo ha di lei. Infine, le due immagini che ho
scelto per raffigurare il dolore di Rosa, l’anaconda e le spine, fanno sempre
riferimento ad alcune figure presenti nel Piccolo Principe (il serpente che
morde il bambino e le spine della rosa a
cui accenna spesso).