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Autore: Kanako91    10/12/2014    7 recensioni
Ma in cuore a Thranduil era un’ombra ancor più fitta. Aveva visto l’orrore di Mordor e non riusciva a dimenticarlo; e, se mai volgeva lo sguardo a sud, nel suo ricordo la luce del sole si oscurava e, sebbene lo sapesse ormai distrutto e deserto, posto sotto la vigilanza di Re di Uomini, la paura che aveva in cuore gli diceva che quell’orrore non era stato vinto per sempre, ma che sarebbe risorto.
– J.R.R. Tolkien, Racconti incompiuti: Parte seconda, IV. Appendice B, I sovrani Sindarin degli Elfi Silvani
[Raccolta di one-shot su momenti importanti della vita di Thranduil, dall’Ultima Alleanza al ritorno di Sauron]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Thranduil, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di una Vigorosa Primavera'
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Arodel gli sistemò la sopravveste sulle spalle, lisciò le pieghe e gli sorrise.

«Sei elegante quasi come al nostro matrimonio».

Thranduil le rivolse un ghigno. «Sto cercando di distogliere l’attenzione dallo sposo. Non che sia troppo difficile, se lo hai visto».

Arodel gettò la testa all’indietro e rise. Irradiava gioia, quasi fosse davvero il loro giorno e non quello di Elrond e Celebrìan. La sua vitalità era stata il balsamo per le sue ferite, dopo la perdita di suo padre e dopo i sette anni di assedio a Barad-dûr; l’impegno con cui Arodel si era lasciata coinvolgere nel suo nuovo ruolo di regina gli aveva quasi fatto dimenticare le sue preoccupazioni dopo l’ultima battaglia. Poteva vedere un futuro luminoso e pieno di gioia per loro a Boscoverde. Il suo popolo si era dimostrato molto in sintonia con lui e Thranduil non poteva essere più felice di dar feste per il loro divertimento.

Alla fine, l’eredità di suo padre si era rivelata la cura giusta per le cicatrici che si portava dietro da Doriath. Se nel Lindon non era riuscito a dimenticare la sua prima grande guerra, i suoi Elfi Silvani furono bravissimi a sommergere qualsiasi ricordo doloroso con risa, balli e musica, al punto che Thranduil dubitava di aver vissuto la metà delle sue memorie.

Thranduil prese Arodel per la vita, la strinse a sé e le avvicinò le labbra all’orecchio: «Mi piacerebbe, però, poter dare presto una lieta notizia a tutti questi Noldor tristi».

A quelle parole, Arodel si irrigidì e girò la testa per guardarlo. «Sai qualcosa che io non so?»

Thranduil ridacchiò e le posò un bacio sul collo, là dove il tendine era teso per lo sforzo di tenere la testa di lei rivolta verso di lui. Le dita di Arodel si strinsero intorno al soprabito.

«Non è qualcosa che io possa fare a tua insaputa». Premette le labbra sulla clavicola di Arodel, al limitare del colletto del vestito.

Arodel gli avvolse le braccia intorno alle spalle, affondò il viso contro il suo collo e lui premette la guancia contro la sua testa. Con il corpo di lei contro il suo, Thranduil poteva sentire il battito calmo del suo cuore, il suo petto gonfiarsi a ogni respiro, il calore e la morbidezza di lei ma, allo stesso tempo, Arodel sembrava così lontana, persa nei pensieri, persa nei ricordi. Thranduil chiuse gli occhi e le accarezzò i capelli.

«Non esiste tempo migliore di questo per rafforzare la corona e dare una certezza per il futuro al nostro popolo» le disse. «Abbiamo un lungo periodo di pace davanti a noi, abbastanza lungo da prendersi cura di una nuova vita, senza guerre e sofferenze a rubarci i momenti più preziosi».

«La pace non dura mai abbastanza, amore mio».

Thranduil sollevò la testa e cercò di guardare Arodel negli occhi, ma lei non smise di nascondersi. Credeva di dovergli nascondere qualcosa? Di sicuro niente che lui non sapesse già bene, nel profondo. Avevano vissuto le stesse vicende, loro due, se anche da due punti di vista diversi, ed entrambi potevano trarne le stesse conclusioni. Gli sembrava di sentire le paure di lei, quasi fossero le sue. Ma lui non aveva intenzione di soccombervi e avrebbe impedito a lei di farlo.

«Sono passati poco più di cento anni dalla guerra, mia cara; il disastro ai Campi Iridati è ormai lontano e questo matrimonio è la conferma del periodo di pace che abbiamo davanti. Di quali altre prove abbiamo bisogno? Non siamo più esuli, non siamo più ospiti senza una famiglia. Ora abbiamo una casa, ora possiamo crearla noi una famiglia».

Arodel sciolse l’abbraccio e gli concesse uno sguardo: nei suoi occhi Thranduil vide le fiamme della Guerra d’Ira, la rovina del Beleriand, gli Anni Oscuri.

Thranduil non aveva dimenticato nulla.

Thranduil voleva quella possibilità di pace, dopo due ere di incertezza e paura. Voleva costruire con lei qualcosa in ricordo di tempi felici.

E tra i ricordi di guerra, vedeva negli occhi di lei quello stesso desiderio.

«Non ci sarà un’altra occasione, Arodel».

Arodel chiuse gli occhi.

«No, non ci sarà. Ed è questo a spezzarmi il cuore».






Nota dell'autrice


La moglie di Thranduil è sempre stato un tasto dolente per me, non volevo avere degli headcanon, non volevo pensarci troppo su per non stravolgere il marito e il figlio... ma alla fine, gli headcanon degli altri li ho letti e a furia di pensare "no, lei non è così!" di fronte alle idee altrui, Arodel è nata da sola (senza nemmeno un nome, all'inizio!) e si è intrufolata nella long che stavo scrivendo, senza che potessi farci nulla. Ma non potevo sperare di tenere lontano dalla vita di Thranduil qualcuno di così importante, no?

A livello tecnico, questo racconto era nato come una flash fic, ma tra una cosa e l'altra ho superato il limite di quasi 200 parole e ho lasciato che si trasformasse in una one shot, per quanto breve.
Spero almeno che le parole in più siano servite a farmi mostrare perché il tema del racconto è una spina per il mio Thranduil, mmmh.

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato, seguito/preferito la storia o anche solo letto: grazie mille! ♥

E con questo, ci vediamo la prossima settimana – troverò un modo di postare prima di fiondarmi al cinema!

Kan


   
 
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