Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Minako_86    05/11/2008    8 recensioni
Gabrielle ha ventidue anni ed è decisamente bassa per la sua età. Vive a Parigi ed ascolta solo musica classica. In che modo una ragazza così potrebbe entrare a far parte del magico universo della boyband per ragazzi più conosciuta d'America?
E se fosse il destino a "recapitarle" i fratelli Jonas a domicilio perchè lei possa aiutarli a tirar fuori la loro anima, quella vera?
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed ecco il nuovo capitolo

Ed ecco il nuovo capitolo... Forse leggermente più breve del solito, ma decisamente intenso!x3 No, no, non voglio anticiparvi nulla! Questo aggiornamento voglio che ve lo gustiate proprio. Quindi vi occupo proprio giusto il tempo dei ringraziamenti e non oltre:

 

Tempe: cara la mia socia!x3 Ottimo ritratto psicologico del capitolo precedente, ci hai preso in pieno. Ma adesso? Che mi dici dopo aver letto questo capitolo? Nuove strade si aprono all'orizzonte e chissà... Non è mica finita, ne devono succedere ancora!x3 Sì, sono il male, lo so. Però, per lo meno, ora hai qualche risposta sui miei criptici accenni ed sms. Mi aspetto un'altra mega-recensione. Mi raccomando, eh!X3

 

beautiful_disaster: ebbene sì, frequento proprio il "poli" in quel della bovisa, mi hai scoperta!=P Oddio, adesso ti influenzo anche i sogni?XD D'altronde, chi non vorrebbe essere Coco? Con due pretendenti così... <3 Ed ecco che, oltretutto, in questo capitolo le cose si ingarbugliano ulteriormente e di sicuro non si fanno più chiare sul fronte della scelta... Dovrete aspettare per ottenere le vostre risposte, affezionate lettrici mie!^^

 

Jollina: mia cara, ce ne vorrà di tempo perchè Coco si decida a svelare cosa pensa dei suoi due pretendenti! Ma non temere, scommetto che lo scombussolamento provocato da questo capitolo catalizzerà a sufficienza la tua attenzione e quella delle altre, avrete di che riflettere e commentare, garantisco!XP

 

Aya: I sogni sono il motore della vita. Non si può e non si deve mai farne a meno.x3 Kevin lo adoro anche io, però mi tocca di doverlo martoriare un po' per il buon andamento della fic. E vedrai che anche in questo capitolo (e nei prossimi) dovrò un po' infierire su di lui... Ma, chissà, magari in futuro arriveranno tempi migliori.   

 

fefy88: oh sì, urlo eccome. Non è bello a dirsi, ma è così.=P Per chi propende Coco? Eeeeh... intanto cominciamo a vedere come si muovono i nostri Jonas!

 

Sbrodolina: non sia mai che io lasci sterminare una mia fedele lettrice, perciò eccoti l'aggiornamento!x3 Leggi, leggi...

 

Ecco, è tutto. Sempre grazie anche a chi mi tiene tra i preferiti... E voi fantasmini che leggete solo, fate un'opera buona e lasciatemi un commento ogni tanto!x3  

  

 

 

 

- Capitolo 6° -

 

 

 

{ Chiudi gli occhi e cadi dentro a un guaio...
Baci che si rubano e la pioggia su di noi.
}
Baci Che Si Rubano - Laura Pausini

 

 

 

 

Altri venti giorni scivolarono via in fretta, trasformando l'uno in due. Due mesi dal loro arrivo... Coco si chiedeva sempre cosa la spingesse a tenere quel suo personale conto mentale.

Forse era perchè si sentiva come se il giorno in cui Kevin, Joe e Nick avevano messo piede nel suo appartamento, avesse segnato l'inizio di qualcosa.

 

Qualcosa come la nascita di una nuova Gabrielle? Forse... O forse, semplicemente, di un cambiamento importante.

 

Esattamente come quello che avrebbe dovuto avvenire quel giorno. Pioveva. Era una fredda mattina di inizio novembre e pioveva... Era come se Parigi avesse deciso che ogni punto di svolta delle loro vite, ogni momento importante, dovesse essere incorniciato dalle lacrime del cielo.

 

Gabrielle lasciò cadere con un sospiro i fogli del calendario, prima di tornare al suo posto, dietro il bancone. In tre ore e mezza erano entrate nel negozio solamente due clienti. Con quel tempo nessuno dotato di sufficiente buon senso sarebbe uscito di casa per qualcosa di meno impellente del lavoro... Figurarsi per fare shopping.

 

- Coco, mon trèsor, aiutami a portare questi scatoloni sul retro. - Tubò madame Delalounì, sistemando gli ultimi due maglioni di cachemire in vetrina. Non era una cattiva persona, ma quel suo fare così tremendamente snob la rendeva un po' indigesta. Le sorrise, cominciando ad armeggiare con i contenitori vuoti.

 

Magari, mostrandosi servizievole e ben disposta, avrebbe strappato il permesso di uscire qualche minuto in anticipo.

I ragazzi erano andati in sala di registrazione per la messa a punto di alcune tracce audio del documentario e, eccezionalmente, avrebbero potuto tornare a casa già per pranzo... E lei ci teneva ad arrivare in tempo per preparare. Per sicurezza, fece altre due volte il giro dal magazzino al negozio, prima di provare ad accennare la sua richiesta.

 

- Ehm... Madame? - Cominciò, timidamente. La donna si voltò nella sua direzione, aggiustandosi gli occhialetti sul naso.

 

- Si, cara? - Se c'era una cosa che Sonia Delaounì non sopportava, erano le persone che non rispettavano il loro dovere. Coco respirò profondamente, cercando nella sua mente di strutturare la domanda nel modo giusto.

 

- Mi chiedevo, visto che oggi sembra essere una giornata relativamente tranquilla e che... - Si interruppe, cercando di capire perchè Sonia stesse già annuendo, con un sorrisino sghembo sulle labbra laccate.

 

- Certo, certo... - Riprese, lanciando un'occhiata rassegnata oltre la porta dell'atelièr, alle spalle della ragazza. Gabrielle la imito e, con suo gran disappunto, vide una sagoma familiare al di là del vetro rigato d'acqua.

 

Nascosto dietro due enormi lenti scure e sotto un anonimo cappello di lana blu, Joe Jonas stava facendo cenni di saluto ad un uomo alla guida di un'auto nera. Poi l'auto ripartì rombando e lui si girò nella loro direzione.

 

- Bonjour. - Salutò cortesemente, mentre il campanello sopra la porta, ora aperta, trillava allegramente. - Ciao, Coco. - Continuò poi, avvicinandosi a lei, che lo fissava ad occhi sgranati.

 

- Ti ha dato di volta il cervello? - Sibilò, appena Joe fu abbastanza vicino per captare i suoi sussurri. - Cosa ci fai qui? - Si era momentaneamente dimenticata dell'esistenza di madame Delaounì, che li interruppe, chiedendo attenzione con un leggero colpo di tosse.

 

- Credo di aver intuito dove volevi arrivare, gioia. - Il tono querulo fece letteralmente rabbrividire Coco, che riportò lentamente la sua attenzione sulla donna, senza lasciar andare il braccio di Joe che aveva arpionato. - Per questa volta, visto che il tuo fidanzatino è stato così galante da venirti a prendere, ti lascerò andare via prima. -

 

- Lui non è... - Tentò di ribattere, ma non le fu permesso di infiltrarsi nel discorso.

 

- Ma che rimanga un'eccezione e non divenga la regola, d'accordo? - Detto questo, raddrizzò per l'ennesima volta la montatura viola e poi sparì nel retro del negozio, senza lasciare a Gabrielle la minima possibilità di ribattere... o esprimere riconoscenza.

 

Sospirò rassegnata, mentre Joe le sorrideva soddisfatto.

 

- Togliti quell'espressione ebete dalla faccia, Jonas. - Lo rimbeccò, mentre scriveva due parole di ringraziamento su un post-it giallo e lo attaccava in bella mostra sul registratore di cassa. - Mi hai fatto fare una figura del cavolo, te ne rendi conto? - Lui non rispose, si limitò a sfilare giacca e sciarpa dall'attaccapanni all'ingresso, prima di porgerglieli.

 

- In ogni caso aveva ragione, sono venuto a prenderti... Andiamo? - Ridacchiò, facendole alzare gli occhi al cielo. Uscirono dal negozio, fermandosi fianco a fianco sullo zerbino.

 

- Ce l'hai un ombrello? - Si guardarono con la medesima espressione colpevole, prima che il rombo di un tuono parecchio potente facesse alzare ad entrambi gli occhi verso il cielo. L'acqua prese a scrosciare con sempre maggiore impeto, picchiettando insistentemente sul pergolato sopra le loro teste... Joe si sfilò gli ingombranti occhiali da sole e li ripose in una tasca, prima di afferrarle la mano.

 

- La fermata è quella, vero? - Chiese, indicando la struttura di ferro battuto verde che si ergeva in lontananza, dall'altro lato del doppio viale alberato. Gabrielle annuì debolmente, continuando ad osservare la pioggia con crescente apprensione. - Ok, sei pronta? - La attirò un po' più vicina e, prima che lei potesse rispondergli, con uno scatto saltò sul marciapiede e cominciò a correre sotto l'acqua battente, trascinandosela dietro.

 

- JOE!!! - Urlò lei, mentre gli schizzi gelati prendevano ad innaffiarle il viso. Di nuovo, lui non rispose. Aumentò il passo, costringendola a serrare la presa sulla sua mano calda, già resa scivolosa dalla pioggia. Continuarono a correre a  scavezzacollo, fino a che non raggiunsero la pensilina del metrò. Lì scesero in fretta la prima rampa di scale e si accasciarono ridendo come due cretini contro il primo muro al coperto che trovarono. Coco sentiva male allo stomaco, da tanto intenso era il miscuglio di sensazioni tra le risate chiassose che le scuotevano le spalle e il fiato corto per lo sforzo fatto.

 

Anche Joe era senza fiato. Pur avendo il capo chino e gli occhi chiusi, lo sentiva respirare affannosamente, tra una risata e l'altra, accanto a lei.

 

- Tu sei... Sei matto! - Disse, quando finalmente fu in grado di articolare nuovamente una frase, aprendo gli occhi per guardarlo.

 

- Pensa se ci fossero stati anche Kevin e Nick... - Soffiò, con la voce che ancora leggermente gli tremava.

 

- Dove sono i ragazzi, a proposito? - Domandò, mentre con incredibile naturalezza si avvicinava ed allungava una mano per sistemargli il cappello. Joe si bloccò, sgranando impercettibilmente gli occhi. Per un secondo l'unica cosa che riuscì a percepire fu l'inconfondibile profumo dello shampoo di Coco...

 

Prima che il metrò arrivasse e lei scivolasse via per correre verso il binario.

 

- Sono tornati direttamente a casa, perchè Nick aveva bisogno l'insulina e Kevin si rifiuta di lasciarlo solo, quando deve prenderla. - Spiegò, seguendola oltre l'ultima porta.

 

Il vagone era stipato di gente ed era tutto piuttosto umido, a causa della condensa che la pioggia aveva formato, evaporando dai vestiti dei passeggieri. Erano entrambi in piedi. Gabrielle appoggiata ad uno dei tubi di ferro accanto alla fila di sedili e Joe, di fronte a lei, che si reggeva in equilibrio solo sulle sue gambe... Cercava di tenere il più possibile lo sguardo basso, per evitare di attirare l'attenzione. Non c'era come comportarsi con estrema naturalezza, per sviare ogni curiosità.

 

Anche così, senza enormi occhiali da sole, solo con quel normalissimo cappello blu, Joe Jonas poteva tranquillamente apparire come un ragazzo qualunque. Ad esempio, di tutte le persone stipate su quel metrò, nessuna sembrava prestargli attenzione... Non più di quella che avrebbe riservato ad un comune diciottenne.

 

Sorrise fra sè e sè, assaporando l'insolito, delizioso gusto della normalità.

 

E passò il resto del viaggio ad osservare Gabrielle che, in silenzio, lasciava correre lo sguardo sulla gente che mano a mano scendeva o saliva...

Studiò perfino la posizione delle sue mani pallide... e delle braccia, troppo minute per arrivare ad afferrare gli appigli che correvano sopra le loro teste. C'era anche una ciocca di capelli umidi...

 

Un riccio scuro, sfuggito da quelli che erano sapientemente incastrati dietro l'orecchio, dondolava lentamente al ritmo dei leggeri scossoni che spingevano il treno lungo i binari.

 

Aveva appena cominciato a pensare di allungare la mano per sistemarglielo, che il metrò si fermò e la porta accanto a loro si aprì con un sibilo. Coco alzò lo sguardo e sorrise quando intercettò il suo, prima di sollevarsi.

 

- Siamo arrivati. - Disse, richiudendosi la zip della giacca. - Ma da qui a casa sono dieci minuti buoni a piedi... -

 

- Scommetto che, correndo, ce ne vogliono la metà. - Sogghignò lui, cominciando a salire le scale che li avrebbero portati in superficie. Senza dire nulla, Gabrielle allungò la mano, intrecciando saldamente le dita con le sue per evitare che le scivolasse la presa.

 

Appena misero piede sull'ultimo gradino e le prime gocce di pioggia cominciarono a posarsi su di loro, scattarono all'unisono. I loro piedi calpestavano l'asfalto fradicio, schizzando l'acqua delle pozzanghere un po' ovunque, ma, nonostante fossero zuppi già fino alle ginocchia, non smisero di ridere un attimo.

 

All'ultimo angolo prima della via giusta, un furgoncino li superò a tutta velocità, sollevando dalla strada un autentico muro d'acqua che si riversò quasi completamente su di loro. Degno coronamento di tanta giornata.

 

Ma mancava la cosiddetta ciliegina sulla torta...

 

Si scaraventarono nell'atrio del palazzo e si infilarono in ascensore, slittando sul pavimento liscio, poi raggiunsero l'interno della cabina con un po' troppo impeto.

Impeto che venne frenato soltanto dalla presenza delle pareti circostanti e della sottile sbarra d'ottone che vi correva tutto intorno.

 

Tra una risata e l'altra, uno dei due riuscì a schiacciare il pulsante dell'ultimo piano e le porte si richiusero velocemente.

 

Mentre l'ascensore cominciava la sua salita con uno scatto deciso, Joe aprì gli occhi ed alzò leggermente la testa nel tentativo di riprendere fiato...

 

Inefficace tentativo. Perchè il respiro gli morì immediatamente in gola...

 

Coco era letteralmente schiacciata tra il suo corpo ed il muro. Le mani di lei aggrappate alla sbarra per sostenersi, quelle di lui, una appoggiata alla parete e l'altra che stringeva il cappello fradicio appena sfilato.

 

Joe rimase immobile, incapace di distogliere lo sguardo dal suo viso... I ciuffi di capelli bagnati le si arricciavano sulla fronte, lasciando scivolare le gocce d'acqua che avevano catturato lungo l'arco morbido del naso e delle guance nivee.

 

Seguì con gli occhi il loro percorso. Giù fino alle labbra sottili, appena incurvate in un sorriso.

Arrivato a quel punto, Joe si ritrovò ipnotizzato e completamente incapace di resistere...

 

Si chinò impercettibilmente in avanti e premette la bocca su quella di lei, totalmente indisturbato nella loro completa solitudine.

 

Niente suoni o movimenti che potessero interromperli. Solo il ticchettio irregolare delle gocce che cadevano sul pavimento.

 

Gabrielle, per cui tutto era avvenuto in poco più di un battito di ciglia, sgranò gli occhi al contatto con le labbra fredde e umide di lui. Rimase immobile, completamente impreparata, congelata in quella posizione, fino a quando Joe non si allontanò.

 

Nel momento stesso in cui i loro sguardi si incrociarono, le porte dell'ascensore si spalancarono di scatto. Gabrielle aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non riuscì ad emettere alcun suono...

Chinò la testa e sgusciando fuori da quell'insolito abbraccio, schizzò sul pianerottolo.

 

- Coco... ASPETTA! - Urlò Joe, quando riuscì a riacquisire il controllo della voce e del suo corpo, ancora inchiodato alla parete della cabina.      

 

Saltò fuori dall'ascensore, ma lei già era sparita. Vide giusto la porta dell'appartamento richiudersi violentemente.

 

 

***

 

 

Appena sentì lo schianto della porta, Kevin si alzò dal divano con l'intenzione di accogliere Gabrielle.

 

- Ehi. - Cominciò, quando vide apparire la familiare sagoma nell'ingresso. Lei non lo degnò della minima attenzione, non si fermò nemmeno per salutarlo. - Cos'è successo? - Continuò allora, rabbuiandosi improvvisamente.

 

Di nuovo nessuna risposta. Coco continuò a correre attraverso la stanza, schivò per un pelo Nick, che era appena uscito dalla cucina ed imboccò il corridoio. Lui fece giusto in tempo a muovere un passo, prima di sentire un altro schianto e poi il familiare scatto dei giri di una serratura.

 

- Si è chiusa in bagno? - Domandò il fratello minore, visibilmente spaesato. Lui e Kevin si scambiarono un'occhiata interrogativa, prima che quest'ultimo scuotesse il capo in segno di resa.

 

Poi l'ennesimo botto e Joe entrò nella stanza a passo di carica.

 

- COCO! - Chiamò, senza ottenere alcuna risposta. - Io... Lei... dov'è? - Continuò, rivolto ai fratelli e senza preoccuparsi di dare una spiegazione.

 

- Si può sapere che cos'è successo? - Ritentò Kevin, questa volta un po' più bruscamente. Joe lo ignorò deliberatamente.

 

- Dov'è? E' di là? - Continuò imperterrito, sollevando un braccio in direzione del corridoio. Quando Nick accennò un sì, fece per andarsene, ma venne letteralmente placcato dal fratello maggiore che gli si piazzò davanti.

 

- Joe. Che. Cosa. E'. Successo? - Scandì, fissandolo dritto negli occhi.

 

- Niente che ti riguardi, Kevin. Spostati. - Rispose seccamente, spintonandolo per farsi largo. Lui contraccambiò, ricacciandolo con decisione verso il soggiorno.

 

- Non prima che tu mi abbia dato una spiegazione. - Si appoggiò con una spalla allo stipite ed incrociò le braccia, senza smettere di fissarlo. Cosa che contribuì ad innervosire ulteriormente Joe, già incredibilmente teso.

 

- Ho detto che non ti riguarda, sei sordo per caso?! - Detto questo gli si buttò addosso di peso e lo scavalcò. - COCO! - Chiamò di nuovo, quando riuscì finalmente a guadagnare il corridoio. - COCO, DOVE SEI?! -

 

Il suo tono si andava tingendo di crescente dolore e frustrazione.

Si guardò attorno con aria spaesata, prima di avvertire un flebile singhiozzo provenire dall' interno del bagno. Raggiunse la porta a grandi falcate ed agguantò la maniglia, nella più che vana speranza di trovarla aperta.

 

- Coco, ti prego, fammi entrare! - Implorò, scuotendola inutilmente. Il meccanismo scattava a vuoto e la porta rimaneva spietatamente chiusa. - Coco... - Ripetè, con voce spezzata, appoggiando la fronte contro il legno freddo. Dall'interno non giunse alcuna risposta...

 

Solo, quello che prima era appena un flebile gemito, sfociò in un pianto senza freni.

 

Improvvisamente Kevin, che l'aveva raggiunto, agguantò il braccio di Joe e lo costrinse a girarsi.

Era già profondamente irritato a causa del suo atteggiamento evasivo ed arrogante, ma, quando si accorse di come Coco stava piangendo disperatamente oltre la parete, scagliò al fratello un'occhiata decisamente infuriata.

 

- Sei stato tu? - Sibilò, con un tono che perfino lui stesso si era sentito usare raramente. - Ce cosa le hai fatto, Joe?! - Serrò la stretta sul suo polso, tenendolo fermo.

 

- NON SONO AFFARI TUOI!!! - Sbottò quello, divincolandosi con un gesto stizzito. Si guardarono in cagnesco per qualche attimo, prima che Kevin gli rispondesse, rinunciando incredibilmente a smorzare i toni.

 

- VOGLIO SAPERE CHE COSA LE HAI FATTO, DANNAZIONE! - Urlò, spingendolo per l'ennesima volta contro il muro alle sue spalle. Joe e Nick ammutolirono, guardando il fratello con aria profondamente scioccata.

 

Non era da Kevin, il dolce, sensibile Kevin, perdere il controllo a quel modo.

 

- Sentite... - Si intromise il più piccolo, appena ritrovò la forza di parlare. - Non penso che sentirvi urlare l'uno con l'altro aiuterà Coco a calmarsi. - Si spostò di lato, lasciando libero il passaggio verso il soggiorno. - Spostiamoci di là, perfavore. -

 

I due fratelli annuirono flebilmente e senza guardarsi, si incamminarono simultaneamente verso l'altra stanza. Joe lanciò un'ultima, disperata occhiata alla porta chiusa, prima di voltarsi. In realtà, fosse stato per lui, sarebbe rimasto lì fermo a supplicare, fino a che Gabrielle non fosse uscita.

 

Kevin tornò alla carica, appena si furono seduti sul divano. Lui, seduto, per modo di dire...

Perchè saltò immediatamente in piedi, rivolgendogli l'ennesimo sguardo furente.

 

- Avanti. Cosa le hai fatto? - Ripetè. Joe abbassò lo sguardo, passandosi nervosamente le mani fra i capelli ancora fradici. Poi sospirò, rivolgendosi mentalmente una lunga, colorita sequela di insulti.

 

- L'ho baciata. -

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Minako_86