Once
Upon A Time In Neverland
Promesse
Dormire nel mio letto fu più strano di quanto immaginassi,
svegliarmi e trovare un soffitto sopra la testa fu quasi ansioso. Abituata
com'ero a tutte le stelle dell'Isola. Gira lo sguardo e trovai Peter assopito
ai piedi del letto, con il viso nascosto nelle braccia... lo rividi bambino e
il cuore mi si riempì di tristezza. Mi avrebbe lasciato a Londra.
«Peter...» lo svegliai dolcemente «Peter!» lui alzò la testa
di scatto e si guardò intorno. Quando mi vide sorrise «Buongiorno...» disse con
la voce impastata di sonno. Si strofinò gli occhi e poi venne verso di me, gli
feci segno di sdraiarsi nel letto.
«I tuoi fratelli potrebbero vederci» disse lui di rimando.
«Qui si usa bussare alla porta prima di entrare, Peter, non
entreranno.» lui si grattò la nuca e poi accettò, un po' restio. Mi domandai
perché.
Mi appoggiai sul suo petto una volta che si fu sistemato,
con un braccio dietro la testa. Chiusi gli occhi e sentii il sonno invadermi
completamente.
Quando mi risvegliai Peter era esattamente nella stessa
posizione di prima e capii che qualcosa non andava.
«Peter, che succede?» lui guardava fisso, sembrava in trance
«Peter!»
E allora lui si decise a parlare «John ha ragione. Tu devi
restare qui.»
Quasi scoppiai in lacrime, sentivo la gola bruciare «Ancora
con questa storia, Peter? Credevo...»
«No. Tu devi restare qui...»
«Peter! Ma...»
«Come puoi pensare di essere così egoista?! I tuoi genitori
soffrono per la tua scomparsa e i tuoi fratelli ti vogliono accanto a loro. Come
puoi essere così egoista e scegliere ancora me?» inizialmente mi ero arrabbiata
eppure adesso sentivo la rabbia scemare e il senso di colpa prenderne il posto.
Mi concessi alle lacrime.
Piansi e piansi.
Ero combattuta. Peter aveva ragione: come potevo essere così
cieca? Come potevo fare del male alle persone che amavo, volontariamente?
Gli presi la mano e feci un profondo respiro.
«Non sono ancora pronta a lasciarti andare Peter...» gli
confessai.
«Ieri hai detto che lo eri, qualunque cosa significhi.»
«Ed era così. Ma ora... ora so che è reale. Potrei liberarci
entrambi, Peter, potrei liberarti dalla magia del Bacio.» lui non ne fu così
sorpreso come avevo sempre immaginato.
«Come?» sembrava che parlare gli costasse un enorme fatica.
«Se tu mi baciassi quando te lo chiederei, saresti libero e
potresti tornare chi eri prima: un bambino che amava divertirsi.»
«Quindi serve un bacio per annullare un bacio?» io annuì «Ma
ti ho sempre baciata e non è mai cambiato nulla...» era confuso e si passò una
mano tra i capelli spettinandoli maggiormente.
«Dipende da me. Ogni volta che mi baci non desidero altro
che averti, non lasciarti andare. È questo il segreto...» Peter si alzò dal
letto e iniziò a camminare avanti e indietro.
«Mi stai dicendo che solo tu hai questo potere?!» sembrava
deluso o in qualche modo... preoccupato. Annuii di nuovo.
Bussarono alla porta «Wendy? Peter? Siete lì?»
«Entra pure John» risposi alzandomi dal letto.
Mio fratello entrò cautamente con la testa bassa e
strisciando i piedi. Venne verso di noi e sorrise. Strano.
«Volevo sapere... ecco... se vi andava di andare a fare un
giro. Shopping!» John che proponeva di fare shopping?! Il mondo si era
capovolto.
«Shopping?» domandai stupita
«Shopping?» ripeté Peter perplesso. Sorrisi.
«John che ti salta in mente?»
«Vorrei che parlassi con la mamma. Lei sta per tornare e
sarebbe felicissima di vederti.» all'improvviso raggelai. Se la mamma mi avesse
visto mi avrebbe impedito di andarmene di nuovo. Era stata una mia decisione
andarmene e non ne avevo parlato con lei.
Scossi violentemente la testa «No! Assolutamente no!»
«Ma Wendy...» tentò John
«No, John. Ci sarebbero troppe cose da spiegare mamma e papà
non capirebbero...»
«Qualcuno vuole spiegarmi che state dicendo?» intervenne
Peter sempre più confuso. Lo spinsi dolcemente sulla schiena e scusandomi lo
chiusi fuori dalla finestra. Lo vidi strabuzzare gli occhi e levitare davanti
alla nostra finestra incavolato.
«Ascoltami John...»
«No Wendy ascoltami tu. Sono stanco... sei mancata per mesi
nei quali ti credevamo persa o addirittura....morta; abbiamo pensato il peggio
e ora che sei di nuovo qui vuoi lasciarci di nuovo per stare con Peter. Ma non
capisci che se tu andrai con lui ucciderai mamma e papà e contrariamente che
Peter non rimarrà mai qui? Non potrà mai rimanere qui!» per la prima volta in
vita mia la verità mi schiaffeggiò in pieno volto lasciandomi dolorante e caddi
in ginocchio.
Facevo fatica a respirare, sentivo tutto questo opprimermi
in maniera irreparabile mentre John mi assisteva e Peter batteva sui vetri per
raggiungermi.
Avrei tanto voluto non avere possibilità di scelta. Perché
ogni scelta avrebbe comportato dolore
qualcuno: o ai miei genitori se me ne fossi andata o a me se fossi
restata.
Ma alla fine sapevo che la decisione giusta da prendere,
quella moralmente più giusta, era sempre stata lì, in un angolo della mia
mente. Solo che non volevo vederla...
Passammo il pomeriggio in silenzio. Mia madre era tornata e
io ero riuscita a non farmi vedere; John e Michael avevano mantenuto il
silenzio a malincuore.
Peter mi teneva tra le braccia e stava in silenzio, sapeva
cosa avevo deciso. Ormai mi conosceva piuttosto bene. Ciò che mi sorprese fu
che accettò senza sollevare questioni, da vero uomo.
Sorrisi al pensiero di lui come uomo, alla vita che avremmo
potuto vivere... alle avventure che ci aspettavano. Strinsi la sua mano e le
mie guance si rigarono di lacrime.
«Andiamo a giocare con la neve!» mi propose Peter. Annuii ma
i miei fratelli avevano degli impegni: John a pianoforte e Michael a teatro.
Era uno scrittore provetto. Le avventure del bambino che non cresceva mai e che
poteva volare fecero il giro di Londra in poco tempo.
Così uscimmo io e Peter a giocare. La neve era fredda tra le
mie mani.
Avevo il naso rosso per il freddo e Peter ne baciò la punta
affettuosamente, prima di lanciarmi una palla di neve addosso. Lo guardai
sorpresa e ricambiai il lancio. Mancandolo ovviamente...
«Non vale volare Peter Pan! Combatti da umano!» lui aggrottò
le sopracciglia e atterrò con un tonfo sordo sulla neve.
Mi guardò intensamente e il suo sguardo mi accese,
sciogliendomi il cuore. Corsi da lui e mi buttai sul suo collo e cademmo
entrambi sulla neve, ridendo.
Ci guardammo e poi unimmo le nostre labbra in un bacio
freddo e al contempo caldo d'amore.
«È bello giocare con la neve sapendo che non sono stato io a
farla cadere...» sorrisi e mi persi nei suoi occhi verdi «Ti amo Wendy» pensai
di essermelo immaginato e la mia decisione sembrò pesare sul cuore.
«Vivremo mille avventure» iniziai a dire «Sconfiggeremo i
pirati e il nipote di Uncino! Anzi, i nipoti del nipote di Uncino. E creeremo
una bellissima Tana per gli altri Bimbi Sperduti. Magari con uno scivolo...»
«E un albero di neve!» suggerì Peter «Adoro la neve!»
«Sì! Magari che cambia colore allo scendere della notte...»
«E tanti alberi di frutta... la frutta fa bene.» annuii
«Costruiremo una nostra nave pirata e lasceremo che i nostri figli si divertano
al timone...»
Ci fu un momento di pausa.
«I nostri figli?» gli domandai
«Sì, avremo tanti bambini. Sia maschi che femmine e gli
insegnerò a volare e tu gli racconterai le storie.»
«Storie sul loro papà...»
«...di come si innamorò della mamma e sconfisse il più
temibile dei pirati!» lo guardai con un sopracciglio alzato e lui scoppiò a
ridere.
«Potrai raccontare ciò che vorrai Wendy... te lo prometto
non interferirò né cambierò le tue storie.»
«Promettilo.» lui mi guardò confuso «Prometti, Peter Pan,
che tutto questo di cui abbiamo parlato succederà...»
«Ti prometto, Wendy Moira Angela Darling, che tutto questo
succederà...» e con queste parole suggellammo la nostra promessa con un bacio.
Quanto mi sbagliavo...
Lo sapeva, in ogni caso. Peter sapeva quale decisione avessi
preso e fingere che le cose fossero diverse fu un bel gioco, pieno di mute
bugie ed omissioni. Era volato via durante la notte...
Mio malgrado non ero riuscita a dormire e l'avevo sentito
andar via. Si era avvicinato al mio letto e mi aveva dato un bacio sulla fronte
«Ci rivedremo Wendy...» si voltò per volare via ma non resistetti e lo afferrai
per un braccio.
«Peter... aspetta.» mi guardò confuso, chiedendomi con lo
sguardo se avessi per caso cambiato idea. Purtroppo non era così...
«Che succede?» mi avvicinai e gli accarezzai una guancia.
Dovevo sistemare una faccenda.
«Stare con te, anche se solo per poco, è stata l'esperienza
più bella della mia vita. Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Ci
siamo amati tanto, noi due, tanto quanto due persone possono amare in una vita
intera; perciò lasciarti è ancora più difficile...»
Lui, con le lacrime agli occhi, mi sembrava quel bambino
tanto sperduto che era all'epoca del nostro primo incontro da cui sembravano
passati secoli...
«Baciami, Peter Pan...»
E con quel bacio suggellai una promessa mai fatta e
rinunciai a lui per sempre.
NOTE:
Buona sera! Non odiatemi! Mettete giù quelle armi improprie
che potrebbero nuocere alla mia salute gravemente! Sì, è andata così. Dispiace
tantissimo anche a me, è stato difficile accettarlo. Ma cercate di capire la
decisione di Wendy... la sua famiglia... il prossimo capitolo arriverà presto
dato che tra poco ci sono le vacanze, promesso! Alla prossima!