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Autore: Astrid lover    15/12/2014    3 recensioni
[tratto dal testo]
Era una splendida giornata primaverile. Il sole splendeva e con i suoi caldi raggi mi avvolgeva in un gradevole abbraccio. Il cielo era completamente terso, non c’era nemmeno la minima ombra di una nuvola.
Io ed Hiccup stavamo volando, con il vento che ci scompigliava i capelli e la sensazione di libertà che ci rendeva adrenalinici al massimo. Noi amiamo librarci in aria con i nostri amati draghi ed è un’impagabile emozione scendere in picchiata per fare slalom fra gli alberi dei boschi e risalire rapidamente per ritrovarsi liberi nel cielo azzurro. Be’, io stavo volando in picchiata con la mia fida Tempestosa, quando la mia draghessa cominciò ad agitarsi e le sue pupille nere come la pece si assottigliarono, diventando una piccola fessura affusolata. Cessò di avanzare nell’aria e si fermò, voltando la testa verso di me in un’espressione inquietante. Colei che amavo come una sorella mi disarcionò a tradimento, come improvvisamente posseduta da un qualche essere malvagio e mi ritrovai in caduta libera tra le braccia del vento.
Eh sì, perché in fondo è tutta una questione di fiducia.
Storia ambientata prima e durante gli avvenimenti di Dragon trainer 2
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi risvegliai nuovamente in quel letto, ma Hiccup non era accanto a me.
“Hic… Hic…” lo chiamai con voce flebile. Sentii la porta aprirsi e la figura snella di Hiccup avvicinarsi a me.
“Astrid! Hai bisogno?” mi chiese, precipitandosi accanto a me.
“No, ma volevo solo la presenza del mio migliore amico vicino…” sussurrai accennando un tenero sorriso. Hiccup si sedette sulla sedia accanto al mio letto e mi prese la mano, cominciando ad accarezzarla rassicurante.
“Dov’è Tempestosa?” domandai.
“Non so. Dopo averti disarcionata non l’ho più vista… presumo sia volata via.” Rispose Hiccup. Sospirai. Cosa può averla ridotta così? Perché mi ha allontanata da sé?
“Astrid… non ti preoccupare… capiremo perché ha reagito così.” Mi rassicurò lui, vedendomi pensierosa. La collera cominciò a nascere dentro me, come un fuoco ardente. Quell’inutile rettile mi aveva ridotta così, con fitte lancinanti alla testa da non reggersi in piedi. Colei che amavo più di ogni altra cosa mi aveva ridotta così. Il primo volto che vedevo la mattina e l’ultimo la sera; l’anima che mi è sempre stata accanto; un dono del cielo. Ora però, in quel momento difficile, se n’era volata via, dimenticandosi di ciò che mi aveva fatto e di chi aveva tradito. Aveva tradito un cuore guerriero che ora è gonfio di rancore e dolore.
“Non mi interessa, Hiccup.” Risposi seria.
“Come no?” mi domandò incredulo.
“Non mi interessa, ho detto. Non voglio più rivederla.” Ribattei secca. 
“Ma Astrid, cosa stai dicendo?!” chiese sbalordito.
“Hiccup. Capisci o no che non mi interessa più niente vedere qual viso coperto di squame?!” urlai rabbiosa.
“Ok… e allora?” sussurrò.
“Allora lasciami in pace.” Dissi, mettendomi a sedere e cercando di alzarmi. Provai a mettermi in piedi, ma non riuscii a mantenere l’equilibrio. Per fortuna Hiccup mi prese.
“Astrid dove pensi di andare? In queste condizioni non puoi vagare per Berk autonomamente.” Suggerì.
“Sono una vichinga ed i vichinghi non si arrendono mai.” Risposi freddamente, staccandomi da lui e dirigendomi verso la porta. Venni fermata dal corpo di Stoik, che mi prese delicatamente per le spalle e mi domandò preoccupato:” Ragazza mia, tutto bene?”.
“Sì, capo Stoik. Solo una piccola caduta ed un’insignificante ferita alla testa. Posso benissimo cavarmela da sola.” Dissi, guardando i miei piedi. Vidi Stoik fissarmi la testa, tutta fasciata e sporca di sangue.
“Astrid, non stai bene. Non puoi riprendere ora da sola la vita a Berk. Per un po’ ti servirà l’aiuto di qualcuno.” Sentenziò chiaro.
“No… veramente… non si deve preoccupare. Sono una vichinga ed i vichinghi non si arrendono per… per una cosetta del genere!” risposi.
“Astrid. Lo so che tu sei una grande guerriera ma ora… stammi a sentire. Non è per nulla una cosetta da poco ciò che ti è accaduto. Le fitte alla testa da quanto mi ha detto Gothi non passeranno in breve tempo e tu hai bisogno di sostegno.”
“Testa Bruta andrà benissimo.” Mi affrettai a dire.
“Astrid. No i fratelli Thorston, ti supplico. Bruta non saprebbe come fare. Lo sai che lei ha spirito masochista e… sicuramente se ti vedesse perdere i sensi penserebbe subito che tu sia morta e… meglio non andare avanti.” Spiegò cercando di farmi capire.
“E allora chi?” domandai quasi infastidita.
“Mio figlio è sicuramente la persona giusta. Vero Hiccup?” disse con fare orgoglioso. Mi voltai verso di lui, in attesa di una risposta.
“Emm… certo papà! Come no! Io sono proooprio la persona giusta… sì sì…” sfarfugliò.
“Ebbene, è deciso. Hiccup accompagnala a casa e sta con lei. Prenditene cura, per favore.” Concluse, prima di salutare e chiudere la porta della camera alle sue spalle. Mi spostai a sedere sul letto, sconsolata.
“Che cosa vogliamo fare ancora qui? Forza, andiamo a casa.” Dissi stizzita. Hiccup si alzò e mi prese sottobraccio. Uscimmo dall’abitazione e ci dirigemmo verso la mia. Il cielo era tinto di caldi colori ed il sole ormai posava il suo volto infuocato sulla sconfinata distesa del mare.
“Ora puoi andare.” Dissi sedendomi sulla sedia mentre Hiccup chiudeva la porta.
“Perché Astrid? Non hai nemmeno l’aiuto di Tempestosa! Non puoi farcela da sola è…” Hic non finì la frase, poiché io lo fermai.
” Tu e il tuo stupidissimo trattato di pace con i draghi. Cosa pensavi, eh? Che quelle lucertole troppo cresciute si sarebbero prostrate ai piedi di un… di un singhiozzo?! Sei stato fin troppo bravo, i miei complimenti. Ma vedi, Hiccup. A volte le cose vanno come non dovrebbero andare. Un tangibile esempio è il mio. Guarda te quel rettile senz’anima cosa mi ha causato!” gridai, versando un’amara lacrima di dolore che mi rigò la guancia candida. Hiccup corse verso di me e mi abbracciò.
“Astrid… mi dispiace per ciò che ti è successo ma… i draghi sono draghi, no? Nessuno può cambiare la loro selvaggia natura, tantomeno se a provarci è un insignificante singhiozzo. Penso che Tempestosa non l’abbia fatto a posta… c’è qualcosa di più che dobbiamo scoprire.” Mi sussurrò, carezzandomi la guancia bagnata. Lo strinsi a me e mi lascai andare in un liberatorio pianto.

ANGOLO AUTORE
Un grosso saluto a voi. Avrei voluto pubblicare il capitolo ieri ma dovete scusarmi se non l’ho fatto. Sabato e domenica li ho passati in ospedale da mio nonno e appena tornata a casa non ero molto ispirata perciò… vi porgo le mie più sentite scuse.
Il capitolo non è granché, è corto e secondo me neanche bellissimo però… sta a voi giudicare recensendo.
Un bacione grosso.
Astrid
   
 
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