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Autore: Ossimoro Vivente    20/12/2014    4 recensioni
"La verità è che io non riesco più a camminare davanti a tutti senza di te accanto, perché tra tutti sei stata la prima e unica che ha applaudito alla mia performance."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Prima regola dell’Assassino: celati nell’oscurità, trattieni il respiro e aspetta il momento di colpire.
-Seconda regola dell’Assassino: studia l’obiettivo e anticipane i pensieri e movimenti.
-Terza regola dell’Assassino: colpisci l’obiettivo prima che si renda conto della tua presenza.
 
Quante volte avrò ripetuto questa tiritera senza mai riuscire a fare una sola delle cose dette?
Sempre.
Vero… Tsubaki?
 
Davanti a tutti abbiamo sempre fatto la stessa figura:
Io: l’egocentrico pallone gonfiato che come unico obiettivo ha mettersi in mostra ridendo come un cretino, che si crede il migliore di tutti, il numero uno, colui che trascenderà gli dei.
Tu: il perfetto opposto, la modesta che se ne sta in una parte nascosta dietro di me silenziosa e permissiva, lasciandoti sovrastare tollerando qualsiasi cosa, la camelia senza profumo.
Camminiamo in modi totalmente differenti come una coppia male assortita, come marito e moglie in crisi di divorzio, mentre sento intorno a noi voci che si chiedono ancora perché siamo così inseparabili. Molte volte me lo chiedo anch’io. Come fai a sopportare tutto questo, come fai a sopportare me? La verità è che io non riesco più a camminare davanti a tutti senza di te accanto, perché tra tutti sei stata la prima e unica che ha applaudito alla mia performance.
 
 
Ero troppo avanti per quell’epoca, ma da quando ho sentito le tue mani sbattere nel silenzio di chi non mi ha mai capito, sapevo che finalmente qualcuno aveva raggiunto la mia epoca. Saltai giù dal mio amato pinnacolo che usavo come palcoscenico per vedere quel visino pallido così fresco e delicato. Mi sembrò strano. Una ragazza così bella che per giunta mi apprezza e mi applaude.
-Hai l’onore di conoscere il grande Black Star! Sono un meister! Tu come ti chiami?-
-Tsubaki. Io sono un’arma!-
E mi sorridesti un po’ timida stringendoti il seno per congiungerti le mani come fai sempre.
-Beh, facciamo una squadra allora! Ti va?-
-Certo!- e allargasti il tuo sorriso.
Non ci avevi neanche pensato su. Sei subito partita in quarta e hai accettato la mia proposta come se niente fosse, come se fossi perfettamente consapevole che non te ne saresti mai pentita. Ammetto che ero rimasto interdetto a quella risposta così decisa e affrettata. Ma incredibilmente accettasti.
-E chi non accetta il grandioso Black Star??-
Grazie.
 
Io sono l’ultimo sopravvissuto della Tribù delle Stelle.
Non te l’ho mai detto perché sai che io vivo nel presente e non tengo conto del passato: è solo una perdita di tempo, e non mi piace essere compatito dagli altri. E poi non ne sono mai andato fiero.
Pioveva forte. Mi scervellavo in tutti i modi per non pensare a quello che era successo prima a quel villaggio e concentrarmi sul trovare la Katana Demoniaca. Scrutavo ogni parte con una mano che mi faceva da visiera e l’altra appoggiata all’umido tronco di legno su cui ero accucciato. Tutti i miei cinque sensi erano offuscati da quella pioggia. La mia mente era impegnata nel far finta di nulla e a non dare a vedere che ero un po’ in agitazione. Mi sentivo già a disagio da solo quando arrivasti tu sul tronco opposto dello stesso albero, con fare un po’ esitante. Senza neanche guardarti sapevo benissimo che eri curiosa.
-Tsubaki, non mi piace parlare del passato per delle ore- dissi a bruciapelo cercando di non vedere il tuo dolce faccino che sbuffava deluso e rassegnato.
-Sì, va bene, scusa…-
L’unico difetto che ti trovo è che fai sempre sentire le persone maledettamente in colpa.
Sei troppo buona.
Non ho resistito.
 
Ti aspettavo.
Quel giorno, mentre combattevi contro la Katana Demoniaca, malgrado fosse stato tuo fratello. Assistevo alla tua performance come tu avevi fatto con me.
Guardavo seduto a terra il tuo viso addormentato attraversato dai tipici segni di chi impugna quella katana, che si intravedeva dietro i capelli disordinati, abbandonato al petto. Pensavo solo al fatto che saresti tornata da me prima o poi, mentre bastonate piene d’odio, che la mia famiglia si era guadagnata, mi picchiavano la testa insistentemente. Non me ne fregava nulla. Tra l’altro non erano nemmeno bastonate così forti. Bastava solo che non toccassero te e potevo sopportarle per una vita intera. Ma confesso che quando sei stata risucchiata stavo per piangere come un bambino, chiedendo il bis disperato con il sangue che mi disturbava gli occhi, che lasciavo colare senza badarci lento e copioso su ogni sporgenza della mia faccia. Stavo pensando al peggio, a una vita senza Tsubaki. Una vita senza Tsubaki è impensabile.
Poi sei tronata e dovetti mostrare senza preavviso un certo contegno, lo stesso che ti ho sempre mostrato, perché un grande come me non piange mica. Ti chiesi come stavi, fingendomi poco preoccupato, trattenendo la mia euforia nel rivederti.
-Bene-
-Tutto apposto?-
-Tutto apposto.-
Nulla di più falso.
Lo capii cominciando a fissarti. Ostentavi quel tuo solito sorriso cercando di renderlo il più dolce e solare possibile. L’ ho sempre adorato, ma solo quando è spontaneo, e quello non lo era per niente. Stavi uno schifo. D’altronde non si può restare così impassibili dopo aver ucciso il proprio fratello. Ti sorrisi a denti stretti mentre allargavo ampiamente le braccia.
-Vieni qui, ti concedo il mio fantastico abbraccio!-
E dopo essere caduta ai miei piedi grondante di lacrime, abbracciandomi come se fossi il tuo unico appiglio ti preoccupasti pure del sangue che avevo sulla faccia. Chi se ne fregava di me adesso? Quella era la tua performance: gli occhi dovevano essere tutti su di te. Soprattutto i miei. Fu così che non resistetti nell’accarezzarti la testa che singhiozzava sonoramente.
-Tranquilla, nulla di che-
 
Durante il tragitto per andare nella Camera della Morte rimuginavo in continuazione se chiederti una cosa che probabilmente avrebbe cambiato per sempre il nostro rapporto. Avevo paura che mi dicessi di no. Ok, so che non avresti detto proprio quella parola dall’impatto così deciso, ma qualunque cosa avresti detto ciò che mi terrorizzava era vedere la verità nel tuo viso. Una verità che avrei compreso, ma che non mi sarebbe piaciuta per niente. Cercai di essere il più naturale possibile. Mi fermai davanti a te e mi girai guardandoti.
-Tsubaki… Ora che hai sconfitto tuo fratello e raggiunto l’obiettivo principale per cui sei entrata alla Shibusen… Sarai ancora la mia arma, vero?-
Che sollievo. Il tuo sorriso era ancora lì, fresco e sincero. Non potevo chiedere di meglio in un momento di tensione come quello.
-Certo!-
 
Black Star.
Il mondo delle tenebre.
Che diavolo di nome è per uno che, più che nelle tenebre, vuole stare sotto i riflettori?
-Mi hanno dato un nome pessimo-
Guardavo le stelle. Nonostante il buio che inondava l’intera foresta, l’unica cosa che si poteva vedere era il firmamento. Sono davvero colui che vive nell’oscurità? Che sottrae la speranza agli altri? Sarà che sono proprio maledetto da quando ho avuto quella stella stampata sulla spalla.
Io voglio diventare forte. Se la via del demone è quella per riuscirci, la percorrerò senza esitazioni.
So che stavi male quando avevo pronunciato quelle parole. Quel giorno me ne ero un po’ pentito. Era piuttosto difficile. Tutto. Dubitai per la prima volta del mio obiettivo incentrato nel superare tutto, nel superare Dio.
Un nome veramente pessimo.
Poi arrivasti tu, e volevo farmi perdonare, ma il mio solito orgoglio me lo impediva.
Ti dissi la prima frase che dimostrò quanto io in realtà tenessi davvero a te.
 
E’ vero, la gente continua tutt’ora a vederci come la solita coppia di sempre.
Ma io so in cosa si sbagliano.
Io: Colui che ha surclassato gli dei, che è riuscito a diventare il più grande di tutti. Che con il suo essere cretino ti rende più allegra ogni giornata.
Tu: la camelia più bella che abbia mai visto, che con il suo dolcissimo profumo mi inebria ogni secondo.
Credo non ci sia coppia migliore.
 
Se io sono questo cielo nero…
Allora tu sei le stelle che brillano, Tsubaki

Anche voi li adorate vero?? ç_ç non potevo non fare una fanfic su di loro. Li amo follemente! Beh spero vi sia piaciuta! Da parte mia non la trovo granchè, ammetto che l'ho fatta un po' di rigetto. Ho pensato a quanto questa coppia sia bellissima e ho scritto tutto così. Mah, ovviamente fatemi sapere!
   
 
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