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Autore: Mitsuko_Ayzawa    22/12/2014    0 recensioni
I demoni esistono, è un dato di fatto.
Dall'Inferno dove vivono essi possono scappare nel mondo degli umani, per divorarli.
Ma in un mondo moderno come il nostro, gli uomini non si fanno sopraffare. E così nascono i Sicari, i Sicari Infernali, ragazzi e ragazze nati umani, ma mutati in mezzi demoni.
è questo che è Noel, un mezzo demone. Ma un mezzo demone estremamente particolare.
A causa della cupidigia dell'organizzazione, Noel, da Sicario numero 1, viene gettata nella rovina.
Ma lei sa che i Tutor nascondono qualcosa, e ha tutta l'intenzione di scoprirlo, per vendicare se stessa e la sua genia.
Sul fondo di una lotta tra umani e demoni che non sembra avere fine, Noel tesse la sua tela, perchè la verità su di quelli come lei sia portata alla luce.
Ma non sa che ciò che ha scatenato, sarà la scintilla di accensione per qualcosa di molto più pericoloso, che potrebbe costringerla a prendere decisioni inaspettate...
-Mitsuko
[il Rating potrebbe aumentare a rosso. potrebbe, è tutto da vedere]
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 7

Bounded Soldier

 
 
 
 
 
 
La bambina si guardò intorno fino a che i suoi occhi non incrociarono quelli del padre. Poi con un gran sorriso salutò la maestra e corse tra le sue braccia. L’uomo la strinse affettuosamente e la prese in braccio, caricandosi in spalla la cartelletta della figlia, piena di fogli e quaderni colorati.
La piccola iniziò subito a gesticolare, raccontando con entusiasmo i fatti della giornata.
Sembrava quasi una bambolina, con i capelli biondissimi e i grandi occhi scuri. Il vestitino color glicine e lilla, poi, accentuava ancora di più l’effetto.
I due si allontanarono, dirigendosi verso l’auto parcheggiata.
Poco distante Isabel sospirò, affondando ancora di più sul sedile dell’automobile su cui sedeva, puntando i suoi occhi gialli sulla conducente dell’auto.
«Signorina Price, possiamo andare.» la donna mise in moto la vettura e con calma uscì dal parcheggio della scuola elementare per immergersi nelle vie della città di Bath.
Isabel non disse nulla durante il tragitto di ritorno alla Delta, e miss Price non fece alcunché per far nascere una qualsivoglia conversazione.
Dopo venticinque minuti le due arrivarono a destinazione e Isabel smontò dalla Mini dai vetri oscurati per dirigersi spedita al suo alloggio.
«Isabel» la richiamò la sua Tutor «non dimenticarti della riunione di oggi pomeriggio, abbiamo la lista delle missioni per questa settimana.» la mezzo demone guardò la donna negli occhi, mostrando un lieve sorriso.
«Non mancherò. Non me ne dimenticherei mai.»
 
 
Il Sicario entrò nella sua cupa stanzetta, nel dormitorio comune dei Sicari del distretto 3 di South West. Alzò le braccia verso l’alto, nel tentativo di sciogliere le membra irrigidite dal viaggio in auto, e si lasciò cadere sul materasso. Rimase a lungo immobile, a guardare il soffitto. Poi si voltò su un fianco, prese un plico di fogli dal comodino e si mise a sedere con le gambe incrociate. Con attenzione lo aprì, iniziandolo a dispiegare, e presto sulle lenzuola si srotolò quello che a tutti gli effetti era un albero genealogico. Isabel scorse tutti i nomi quasi con affetto.
Dalla mensola sopra la testiera prese una penna e un quadernetto lilla.
 
18 marzo 2142, Bath, Aurora
Oggi sono andata a vedere Aurora che usciva da scuola. Ormai ha sette anni e va in seconda elementare. Oggi aveva degli stivaletti rossi e un vestitino che la faceva sembrare una bambolina. Era davvero adorabile. Henri è fortunato ad averla come figlia. Io sono fortunata a poterla vedere crescere.
Domani andrò a vedere suo fratello che esce da scuola, se miss Price me lo permetterà. Quest’anno ha iniziato il liceo. Spero si trovi bene.
 
Ripose il quadernetto e l’albero genealogico e guardò l’ora da una piccola sveglia analogica. Ottimo, c’era giusto in tempo per indossare l’uniforme prima della riunione.
 
 
Era un faro, Isabel. Unica tra tutti i Sicari a vestirsi di bianco. Unica a sorridere con gli occhi, e non solo con la bocca. Unica a uscire da un combattimento senza nemmeno una goccia di sangue addosso.
Brillava, Isabel, mentre camminava lungo i corridoi della Delta. La luce si rifletteva sulla sua tunica bianca, rimbalzando sulle pareti.
Camminava spedita, lo sguardo fiero puntato in avanti. Percorse rapidamente i corridoi dell’edificio principale fino a giungere all’ala dedicata agli uffici. Si fermò davanti a una porta e bussò. Non attese nemmeno la risposta: aprì la porta ed entrò.
Price sedeva sulla poltrona girevole, fasciata da suo solito tailleur nero e stretto. Con lei c’erano un altro paio di persone che Isabel aveva avuto l’occasione di incontrare più volte.
Nessuno che valesse davvero la pena di conoscere o di cui sapere qualcosa.
«Sono venuta per l’assegnazione delle missioni per questa settimana.» disse. Price prese una busta di carta nera e la posò su un angolo del tavolo senza nemmeno degnarla di uno sguardo, continuando a parlare. Isabel represse un ringhio di umiliazione, mentre faceva un passo in avanti.
Odiava quelle persone, soprattutto per come la guardavano. Isabel la candida. Così bella, così giovane.
Uno scherzo della natura, persino tra i mezzo demoni.
Prese la sua busta e fece per andarsene, ma esitò un secondo sulla porta.
«Isabel, che fai lì impalata?» la interpellò seccamente Price.
«Io… io mi chiedevo se fosse possibile per me andare a vedere Allen, domani.» la voce di Isabel non aveva tono. Come se a parlare fosse una macchina. Price sbuffò.
«Permesso respinto. Ora và, devo lavorare.»
Isabel prese un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.
«Con permesso.» sussurrò. Poi uscì.
Price tornò a volgere l’attenzione ai colleghi.
«Allora, dove eravamo rimasti? Noel l’Infernale, giusto?»
«Precisamente.» disse un uomo dagli occhi azzurri come il ghiaccio.
 
 
La cartelletta volò attraverso la stanza, schiantandosi contro il muro. Isabel rimase immobile fino a che tutti i fogli dispersi non si fossero fermati.  Ora era davvero incazzata.
Avevano un patto, loro. Un fottutissimo patto. Lei lavorava per la Delta, e in cambio loro le avrebbero permesso di vedere quelle persone.
Non era la prima volta, ultimamente, che miss Price le negava il permesso di uscire. E questo non era assolutamente nei patti.
Isabel iniziava a dubitare della lealtà della Delta. Non che prima ne fosse certa, ma ora le cose stavano degenerando.
E non era l’unica a percepirlo.
Era una sensazione che iniziavano ad avere anche altri Sicari. Isabel, nonostante fosse una dei mezzo demoni nelle posizioni alte della classifica, parlava spesso con i ranghi bassi.
Non erano scemi, anzi. Stava diventando tutto sospetto e pericoloso.
Le uscite libere erano state dimezzate per quelli nelle prime quaranta posizioni. Oltre, erano state completamente azzerate.
Gli attacchi dei demoni diventavano sempre più frequenti.
 I demoni stessi sembrava diventassero ogni anno più cattivi, più affamati, più numerosi.
Per quante teste Isabel avesse tagliato, ne rispuntavano fuori da tutte le parti.
La mezzo demone si guardò intorno.
Da quando aveva iniziato il servizio alla Delta la carpetta non era mai stata così piena di missioni. Massimo due o tre a settimana.
Contò i fogli.
Otto. Otto missioni in sette giorni.
La faccenda era decisamente inquietante.
Raccolse lentamente i fogli. Fece per metterli nuovamente dentro la carpetta quando si bloccò, mentre il sangue le pompava nelle tempie.
L’intestazione. Nell’intestazione della busta per l’assegnamento bisognava sempre scrivere a chi le missioni fossero rivolte, il numero di rango del Sicario e una serie di altri dettagli.
Ed era proprio questo a sconvolgere Isabel.
Perché accanto al suo nome c’era scritto rango uno. Ma Isabel era la numero tre.
“Non è possibile. Come faccio a essere la numero uno?” un brivido gelido le percorse la spina dorsale. Quando era successo? Quando era successo che Isabel la candida aveva superato in classifica i due mezzo demoni più potenti?
Poteva solo significare che fossero morti.
Ed era il fatto che avrebbero potuto esserci due mostri talmente potenti da sconfiggere Noel l’Infernale e Meara l’Incantatrice, che instillò in Isabel un terrore che lei non pensava si potesse provare.
 
 
-Anno corrente, 2145-
 
Erano passati tre anni da quando Isabel era stata misteriosamente promossa da numero tre a numero uno, e durante quel lasso di tempo, nessuno aveva mai più avuto notizie delle due mezzo demoni che avevano occupavano le prime posizioni.
Tre anni, in cui Noel e Meara, per tutti, avrebbero dovuto essere morte.
E invece non era così.
Invece quelli della Delta avevano tenuto nascosta Noel per tre anni, all’oscuro di tutti, e poi l’avevano mandata in una missione ufficiale e pubblica.
Era stata la fine. Glasgow era diventato un macello. E non solo la città inglese.
Quella che era successa poi, poteva essere paragonata a una pseudo ribellione.
L’ordine dei Sicari non aveva intenzione di soverchiare nulla, semplicemente non accettava quello che era successo a Noel.
Di Meara, non avevano ottenuto informazioni. Noel, dopo l’attacco al museo, era scomparsa. Di nuovo. Per mesi.
I Sicari non ci avevano visto più, e si erano rifiutati di scendere in missione fino a che Noel non fosse stata liberata.
In tutta Inghilterra, prima di Glasgow, si contavano meno di trenta Sicari, divisi tra i nove distretti, e distribuiti a seconda sella grandezza di quest’ultimi.
Isabel divideva il dormitorio con la numero quaranta, Alice, il numero sessantanove, Damian e il numero ventisei, Alessandro.
Damian era il più basso in classifica tra di loro. Fu il primo a scomparire. Isabel e Alice andarono a cercarlo.
Lo trovarono nella campagna di Bath. I pezzi del corpo ricoprivano l’area di una trentina di metri quadrati.
I tagli erano di una precisione chirurgica. Di certo non opera di un demone. Sui polsi del mezzo demone c’erano le bruciature tipiche dei ceppi inibitori. Era opera della Delta.
Il giorno prima, Damian aveva conficcato la spada nel cortile del dormitorio e si era rifiutato di andate in missione. Quella sera aveva confidato a Isabel di aver conosciuto Noel, anni prima. Ogni volta che ci pensava, aveva detto, gli venivano i brividi. Poi si era messo a ridere.
La mattina dopo la sua stanza era vuota e la spada era scomparsa.
A quel punto sarebbe toccato probabilmente ad Alice.
Era scappata nella stanza di Isabel e si era rannicchiata accanto a lei. Le aveva confidato di avere paura. Isabel le disse che la perdonava.
Il giorno dopo Alice andò in missione, ma Isabel vide che sui suoi polsi c’erano le bruciature da inibitore, e non le fu più permesso di parlarle.
Quanto ad Alessandro, lui era l’attore migliore che la nuova, ma mai accettata, numero uno avesse mai visto.
Recitava perfettamente il ruolo da Sicario assolutamente fedele ai principi della Delta.
Ma alla prima occasione sgattaiolava via insieme agli altri. Avevano scovato delle gallerie sotto la città.
Si rifugiavano lì, a parlare. Non sempre della Delta e dei demoni. Ma almeno lì erano sicuri che nessuno li avrebbe sorvegliati.
Dapprima erano stati loro quattro. Poi Damian era morto e Alice era stata isolata dai compagni, quindi alla fine era diventato il ritrovo di Isabel e Alessandro.
«Isabel.» la voce del mezzo demone la riportò alla realtà.
«Cosa c’è?»
«Ti stavo parlando, ecco cosa. Ti ho chiesto quanti incarichi hai ricevuto questa settimana.»
«Perdonami, mi sono distratta. Comunque ne ho ricevuti quindici, tu?»
«Diciassette.» i due tacquero. «Beh, adesso dobbiamo fare anche il lavoro di Damian, non pensi?» il mezzo demone guardò fisso davanti a sé, e diede un calcetto ad un sasso che rotolò poco lontano.
«Manca anche a me.» sussurrò Isabel. Tra tutti loro Damian era sempre stato il più solare, quello che prendeva le cose come gli capitavano. Bisticciava spesso con Alessandro, ma alla fine era quello con cui aveva legato di più.
«Isabel, sii sincera.» la numero uno guardò il compagno «Secondo te, perché i demoni sono qui?»
«Non lo so, Alessandro, ed è la cosa peggiore.» si strinse le braccia intorno alle gambe «In realtà è come se lo sapessi, ma non riuscissi a ricordarlo.»
«Lo so, anche io mi sento così.» Isabel alzò di scatto la testa, guardandolo «Anche Dam aveva questa impressione. Abbiamo tutti questa impressione. È come se tutti noi ci stessimo dimenticando di qualcosa di importante. Ma cosa?»
«Ale, credi sia possibile che sia stata la Delta a farcelo dimenticare?» la sua domanda aveva una sottile velatura di accusa.
«Esattamente. Durante la nostra nascita possono aver disattivato qualcosa nel nostro cervello.»
«Sarebbe meschino. Sarebbe come se la Delta stesse cercando di sotterrare qualche segreto.»
«La Delta è la quintessenza del segreto, Isabel.» disse ironicamente il Sicario, con un lieve sorriso a stirargli le labbra. «Se c’è qualcuno in grado di insabbiare qualche informazione, è la Delta. Ma non so se sia anche in grado di manipolare la memoria.»
«Alessandro, e se non fosse un ricordo?» il giovane inarcò le sopracciglia.
«Non capisco cosa intendi.» Isabel si guardò intorno, concentrata, nel tentativo di cercare un esempio.
«Come per gli uccelli. Loro non sanno di saper volare, lo fanno e basta. Lo fanno per istinto.»
«Fare le cose per istinto è da bestie selvagge.»
«E chi tra tutte le creature è più addomesticato di noi? Pensaci, Alessandro: se loro soffocando la bestia che è in noi avessero soffocato la chiave per uccidere i demoni?»
«Non né da escludere.» la creatura si prese il mento tra le mani, pensieroso. «Ma in tal caso, saremmo tutti perduti.»
«Lo saremmo comunque.» si rese conto Isabel. «Non appena anche l’ultimo demone sarà ucciso, saremo noi le bestie da sconfiggere. Siamo perduti in ogni caso.»
Poco altro fu pronunciato, quel giorno, mentre i due tornavano alla base.
 
 
«Permesso negato.» per Isabel fu l’ennesima pugnalata al cuore. Nuovamente, non sarebbe potuta andare a vedere i bambini.
«Perché?»
Price alzò lo sguardo. Era la prima volta, da quando conosceva Isabel, che la mezzo demone chiedeva il perché di qualcosa.
«Non è giusto. Non erano questi i patti. Io esigo di poter vedere la mia famiglia.» Involontariamente alzò il tono di voce. Price fu veloce ad estrarre la pistola dal cassetto e a puntargliela contro. Isabel si fermò. Sapeva perfettamente che Price non avrebbe esitato a spararle addosso un proiettile. Uno di quelli realizzati con lo stesso metallo degli inibitori.
Una pallottola nel punto giusto, e Isabel non avrebbe più potuto rigenerarsi e sarebbe morta.
«Perché lo dico io.»
Una quiete innaturale calò nell’ufficio.
«Devi andare in missione.»
«Ho già svolto tutte le missioni per questa settimana. Tutte e quindici.» ci tenne a sottolinearlo.
«Questa infatti è arrivata stamattina. È di prioritaria importanza.»
Isabel trattenne l’impulso di saltarle addosso.
«Che tipo di missione è?»
«Una caccia. In coppia.»
Isabel sgranò gli occhi. Una caccia al demone. Questo poteva significare solo una cosa.
«Sei stata affiancata a Ryan, un numero singolo, posizionato in America. Il nostro aereo parte tra un’ora. Và a prepararti. Ti spiegherò i dettagli lungo il viaggio, intanto prendi questo foglio.»
“Merda.” Pensò Isabel mentre se ne andava. “Questa non ci voleva. Devo avvisare Alessandro.”
 
Il mezzo demone entrò nella sua stanza. Capì subito che Isabel era stata lì, lo sentiva dall’odore. Si guardò intorno e vide che sul suo letto c’era un pezzo di carta lilla, piegato a metà fino a farlo diventare minuscolo. Lo aprì.
“Parto per l’America. Caccia in coppia. Potenziato di classe 1. Mi hanno incastrato.”
Alessandro rimase immobile per un secondo, prima di prendersi la testa tra le mani e cadere in ginocchio.
Era rimasto solo lui.
 
 
A Isabel piaceva volare, ma quello era un aereo su cui non sarebbe mai voluta salire. Facendolo, sarebbe stato come firmare la propria condanna a morte.
Price sapeva che lei non era il tipo di Sicario a cui piaceva obbedire agli ordini.
Dopo la morte di Damian e le torture di Alice, ovviamente toccava a lei. Alessandro era sempre stato irreprensibile.
Salì sul velivolo trattenendo il fiato, quasi che stesse per entrare in acqua. Si sedette sul primo sedile libero, appoggiando le sue armi su quello accanto. Price le si sedette di fronte, allungandole i restanti fogli con i dettagli della missione.
Isabel li lesse con attenzione. Le cose stavano peggio di quanto immaginasse.  Accantonò il plico e provò a riposare. Sprofondò in un sonno profondo, di quelli che ti fanno fare sogni strani.
Peccato che i Sicari non sognavano. I Sicari avevano gli incubi.
 
 
“Mamma.” Era stato il suo primo pensiero, quando aveva ripreso conoscenza. Isabel aprì gli occhi. Si sentiva strana. “Dove sono?”
I ricordi la colpirono con la violenza di una martellata. L’hotel in cui alloggiava. L’attacco dei demoni. Si trasse di scatto a sedere. Erano stati attaccati. Era in viaggio con i suoi amici e la famiglia di questi. Stavano andando in vacanza. Erano stati attaccati.
Erano tutti morti. Lei era stata gravemente ferita, si ricordava il dolore.
Isabel iniziò ad ansimare, in preda al panico. Si sentiva molto strana. Si era guardata le mani, le braccia, le gambe. Era tutto normale, stava bene. Ma non era normale, non era dove avrebbe dovuto essere. Si trovava in una stanzetta grigia e quadrata. Era sdraiata su una brandina.
Si passò le mani sul viso e sui capelli. Qualcuno glieli aveva legati dietro la nuca. Se li sciolse, lasciando che le cadessero intorno all’volto. Una cortina nera le aveva coperto gli occhi. Isabel aveva sobbalzato e li aveva guardati attentamente, poi aveva urlato. I suoi capelli non erano neri. Isabel era bionda. Una porta si aprì e alcuni uomini entrarono. Isabel rotolò giù dalla branda e si allontanò, spaventata.
«Chi siete?» urlò «Che mi avete fatto?» aveva voglia di piangere.
Una donna emerse dal gruppo e le si avvicinò.
«Ti abbiamo salvato la vita.» la ragazza non disse nulla. «Come ti chiami, signorina?»
«Io … io sono … Isabel.» sussurrò la ragazza.
«Piacere di conoscerti, Isabel, io mi chiamo Price.»
Le allungò qualcosa coperto da un panno. La giovane protese una mano e lo scoprì. Era uno specchio.
Isabel vide il suo nuovo riflesso per la prima volta, e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Quella che vedeva riflessa non era una ragazza bionda con gli occhi azzurri. Quella riflessa non era Isabel.
Il riflesso le mostrava il volto di un mezzo demone, con i capelli neri e gli occhi gialli. Una lacrima le solcò il volto. Un dolore lancinante le attraversò la guancia, mentre la lacrima le scavava un solco nero sotto l’occhio.
Il suo marchio, il suo simbolo.
«Benvenuta nella Delta, Isabel.»
E la ragazza comprese di non essere più umana.
 
 
La mezzo demone si svegliò di scatto. Price le stava di fronte.
«Svegliati, siamo arrivate. Tra dieci minuti atterriamo a Denver.»
“Ci siamo.” Pensò il Sicario, afferrando le sue armi.
 
 
 
 
 
 
 
 

 Lounge dell'autrice
Ciao a tutti!! Come state?
:D
Inizio ringraziando come sempre la mia editor, che fa un lavoro eccezionale, che da sola non riuscirei a fare
e congratulazioni anche per la tua patente <3
Bhe, passiamo alle cose serie (?)
Vi lancio una piccola sfida, che ho proposto anche sulla mia pagina Facebook: dovete trovare i due punti di connessione tra il capitolo 6 e il 7 e dirmi quali sono ;)
chi li indovina vince un premio-disegno a scelta tra i personaggi di HHK e la mia seconda long, "Stones' War"
Buona sfida!!
Au Revoir!

Mitsuko





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