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Autore: Sere J Potter DiLaurentis    22/12/2014    12 recensioni
After 4x11! [Coppie: CaptainSwan - NewCharacter!Love!]
Killian ha riavuto il suo cuore e ora che Tremotino è lontano da Storybrooke, lui ed Emma possono finalmente passare felici e pacifici momenti insieme. Ma ogni volta che finisce una storia, un’altra è pronta ad iniziare.
A Storybrooke è giunta una misteriosa strega che possiede uno scopo ed è disposta a tutto per ottenerlo.
Cosa accadrebbe se questa donna avesse un passato burrascoso intrecciato a quello dell’affascinante Capitan Uncino?
Killian e Ariana condividono un passato di bei ricordi, eppure tra loro v’è stata una frattura che ha inciso sulle loro scelte del passato determinando così il presente.
È noto che non sempre la famiglia si dimostra leale, ancor di più potrebbe essere un pericoloso nemico: Ariana sarà dunque una nuova minaccia per Emma e i cittadini di Storybrooke?
Il passato di Killian mieterà la sua relazione con la Salvatrice?
Altri arriveranno a Storybrooke, ognuno con la propria missione.
Nuove alleanze. Nuovi segreti. Un solo unico finale.
I cattivi otterranno il lieto fine o è concesso solamente agli eroi?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 

Reame di Andals
«Com’è possibile che sia fuggita?!»
Re Maximilian camminava avanti e indietro nella sala del trono dopo che le sue guardie gli diedero la peggior notizia che potesse mai ricevere. Battè le mani sul lungo tavolo di legno massiccio in preda ad un’accecante rabbia: il suo incubo peggiore si era avverato e metteva a repentaglio tutto ciò per cui aveva combattuto e per cui stava lottando da quando era salito al trono.
«Mio sposo! Cosa vi sta adirando immensamente? Cos’è accaduto?» domandò la Regina Vivian entrando nella sala dopo aver sentito la tonante voce del marito dal corridoio. Non era mai stato un uomo irruente, possedeva un carattere molto flessibile e diplomatico per questo vederlo in quello stato d’animo provocò una certa angoscia nella donna: doveva esser accaduto qualcosa di grave.
Lo sguardo profondo del Re capitolò sulla moglie, che continuava ad amare come se fosse il primo giorno nonostante i tanti anni passati. Era stato grazie al sostegno di Vivian che era riuscito a mantenere stabile il regno e certamente avrebbe avuto bisogno di lei in quel momento più che mai.
«Il nostro peggior incubo si è avverato, amore mio. Lei è scappata.» le disse sospirando.
«Non è possibile» I limpidi occhi della minuta Regina sgranarono mentre il cuore fece un balzo. Sapeva perfettamente di quale persona il marito stesse parlando.
«Lo è mia signora» disse una guardia. «non abbiamo idea di chi o che cosa l’abbiamo liberata ma siamo certi che oramai si trovi fuori dalle mura del castello, del resto lo conosce bene e…»
«Tacete!» ordinò la Regina secca «non voglio sentir parlare di quel mostro un minuto di più e… e per quale ragione siete ancora qui?! Dovete darle la caccia immediatamente!»
«Calmatevi, mia cara» sospirò Re Maximilian cingendo le esili spalle della moglie. Comprendeva la sua rabbia e il nervoso che provava a causa della notizia ma dovevano mantenere i nervi saldi o tutto sarebbe andato perduto. «Robert, avete altro da aggiungere?»
«No, mio signore» rispose la guardia «non ci sono segni di magia. Abbiamo controllato la cella e le sbarre erano intatte così come le catene che la tenevano imprigionata. È come se fosse svanita nel nulla»
«Dubitiamo per magia siccome lo scopo della cella è proprio quello di impedire ogni qualsiasi uso della stregoneria» aggiunse un’altra guardia
Il Re annuì freneticamente conoscendo il tipo di prigionia in cui quell’essere era rinchiusa. «Sicuramente sarebbe qualcosa di meglio che averla libera per il regno con la sua rabbia e i suoi poteri. Partite immediatamente e trovatela. L’abbiamo catturata una volta e lo rifaremo nuovamente!»
In quell’esatto momento un’altra pattuglia entrò nella sala del trono attirando l’attenzione dei presenti. L’aria era viziata a causa della situazione critica e i soldati parevano aver timore a parlare per dare nuove notizie riguardo la faccenda.
«Mio signore, mia signora!»
«Gunther, parla in fretta!» sbottò il Re Maximilian non riuscendo a tener a freno la sua collera.
«Abbiamo notizie certe che la fuggitiva è viva. Alcuni testimoni hanno giurato di aver visto una donna in fuga che s’aggirava per la foresta probabilmente per raggiungere il lago di Avalon. Anche se è tarda sera, in molti hanno descritto che la fuggiasca possedeva una lunga chioma corvina e i suoi abiti erano sporchi e rovinati…»
«Certamente è lei!» sputò disgustata la Regina Vivian mentre si stringeva al marito, il quale rimase fermo, immobile, nella sua posizione. Doveva assolutamente venir a capo della situazione prima che tutto andasse perduto.
«Non temere, mia dolce sposa, se è diretta al lago è per un unico motivo ovvero quello di fuggire in un altro mondo. Chi conosce bene questo regno sa che il lago di Avalon è conosciuto anche per aprire un portale da chi possiede la magia. Seppur rientra nel regno di Camelot, con cui confiniamo, non dubito che Lei sia riuscita ad utilizzarlo!» affermò con astio nei confronti della persona che molto era odiata da lui e dalla sua Regina. Sbuffò. «Mandate una pattuglia a sorvegliare il lago anche se penso che non sia più una minaccia. Se non è stupida si è rifugiata altrove e mai più tornerà. I popolani hanno fatto il suo nome o quello degli altri prigionieri?»
«No, mio signore.»
«Molto bene! Ora andate e se avrete altre notizie venite immediatamente!» ordinò prima di congedare i suoi uomini con un lieve gesto della mano. Sapendo che si era diretta al lago se ne stava più tranquillo.
La conosceva e immaginava si sarebbe messa in salvo nascondendosi per paura di esser trovata e imprigionata nuovamente.
«Dovremmo starle addosso e prenderla. Non appena si spargerà la notizia potrebbero sussistere delle rappresaglie, del resto i suoi - tossicchiò - i loro sostenitori sono ancora molti.» disse la Regina Vivian.
«Nessuno di loro è stato nominato!»
«Se non sono nominati non significa che sono dimenticati» mormorò fredda la donna prima di andarsene dalla sala del trono lasciando da solo il marito ai suoi pensieri. Lui non la pensava affatto come Vivian: erano al sicuro non c’era nulla di cui preoccuparsi e che la situazione poteva esser tenuta sotto controllo.




Il mondo reale
Aprì gli occhi constatando soddisfatta che finalmente era arrivata in quell’altro mondo di cui molti avevano parlato nella sua terra. Un luogo dove non esisteva la magia o ogni altro genere di creatura che normalmente si incontrava nel luogo in cui risiedeva. Spostò il glaciale sguardo sulla grande insegna che stava alla sua destra.
«Storybrooke.» lesse.
Prese un lungo respiro e con decisione camminò lungo la strada che, non aveva dubbi, l’avrebbe portata dalla persona che stava ardentemente cercando. Chiara era la sua mente e d’acciaio il suo obiettivo.
Non se ne sarebbe andata da quel luogo fino a quando non avrebbe raggiunto ciò che bramava.
Nessuno l’avrebbe intralciata, in caso contrario non avrebbe avuto alcuno scrupolo a togliere di mezzo quelli che chiamava “incidenti di percorso facilmente rimuovibili”.
Erano le prime luci dell’alba quando raggiunse il centro di quella cittadina che osservava con occhi strabiliati. Per quanto il suo obiettivo era fermo e deciso non riusciva a togliere lo sguardo da quegli strani edifici, le strade asfaltate, i mezzi rumorosi che non erano trainati da forti e possenti cavalli.
La sua fronte era corrugata mentre osservava ciò che le stava attorno; le appariva tutto strano e completamente diverso da dove proveniva. Era attirata anche dalle persone che tranquillamente svolgevano le loro faccende senza darle granchè attenzione; notò specialmente il loro abbigliamento, anch’esso differente da come gli uomini o le donne si vestivano nel suo mondo.
Era una ragazza sveglia, comprese subito che per passare inosservata avrebbe dovuto cambiarsi d’abito anche se la persona che cercava l’avrebbe riconosciuta immediatamente.
Frettolosamente si nascose in un vicolo per non farsi vedere mentre utilizzava la magia: fece apparire uno specchio per darsi un’occhiata: i lunghi capelli neri erano disordinati e sporchi come l’abito che indossava da molto… troppo tempo. Lanciò un’occhiata a qualche donna che stava camminando tranquillamente per il centro cittadino e sbuffò prima di usare nuovamente la magia per vestirsi simile a loro.
Le foglie e rametti che stavano tra le sporche ciocche corvine si dissolsero, il lungo abito nero rovinato e maleodorante scomparve lasciando spazio a comodi jeans neri, un corpetto elegante e raffinate scarpe che le coprirono i piedi nudi e freddi, e rovinati, a causa della fuga improvvisa.
Girò su se stessa osservando allo specchio come appariva e anche se avrebbe preferito altri abiti si mostrò soddisfatta, sapeva che doveva mimetizzarsi per passare inosservata così da raggiungere presto il suo scopo.
Non avrebbe lasciato nulla al caso.
Con un gesto della mano fece scomparire lo specchio, si stampò un lieve sorriso sulle labbra e cominciò a girovagare per quello strano posto cercando una locanda dove mangiare un boccone: dopo tutto quel tempo in quella fetida prigione ne aveva proprio bisogno.
Quando vide un paio di persone uscire da un piccolo locale bianco, apparentemente tranquillo, con del cibo tra le mani, intuì che quello era il luogo che nel suo mondo era solito chiamare bettola o osteria. Senza far trapelare la sua insicurezza entrò da Granny’s e si sedette in uno dei primi tavolini che trovò. Non pochi minuti dopo se s’avvicinò una ragazza alta, dai lunghi capelli bruni e una ciocca rossa che saltava subito all’occhio, se non si contava l’abbigliamento sexy, troppo per i gusti della nuova cittadina.
«Ehi, alla buon’ora stamattina! Posso portarti qualcosa?» domandò tutta allegra prima che i suoi grandi occhi versi sgranassero «Oh! Sei nuova in città? Scusa se lo domando ma non ti ho mai vista da queste parti e ti riconoscerei perché hai dei capelli molto lunghi e sembrano così soffici, che balsamo usi?»
L’altra ragazza non aveva la più vaga idea di cosa le stesse chiedendo o perché era così entusiasmante. Si limitò a sorridere per sembrare cortese e cambiò liquido quella domanda con un’altra:
«Saresti così gentile da dirmi se c’è un posto dove io possa fermarmi a dormire anche solo per una notte?»
La frizzante cameriera sembrava un po’ stranita da quella domanda o più probabilmente dal tono frettoloso usato dalla ragazza sconosciuta, ma ciò non la fermò da darle una risposta. «Mia nonna ha una piccola pensione in fondo alla via. Le farà piacere avere una nuova cliente»
La nuova arrivata sorride beffarda e annuì. «Ne sono certa.» disse prima di alzarsi dal tavolino per uscire, stare in quel posto l’aveva già irritata abbastanza anche perché aveva capito che più rimaneva e più quell’allegra ragazza si sarebbe impicciata dei suoi affari.
«Come hai detto di chiamarti?»
«Oh, non l’ho detto.» specificò la strega poco prima di attraversare la soglia dell’uscita. Si voltò e sospirò mettendo ancora una volta in mostra il sorriso più falso che potesse avere «Mi chiamo Rosalyn.»
«Bel nome! Io sono Ruby, se ti servisse aiuto per qualsiasi cosa vieni pure da me. Sono sempre qui o dalla nonna.»
«Contaci.» rispose ironica la nuova arrivata prima di uscire da quel locale per dirigersi in fretta da Granny’s Bed and Breakfast che suppose essere l’ostello indicato da quell’irritante cameriera. Sperò di non trovare altri cittadini impiccioni o che le avrebbero sorriso in maniera talmente gentile da sembrare dei veri idioti oltre che incapaci di non farsi gli affari altrui. Non voleva far amicizia o essere carina con nessuno: era arrivata in quello strambo luogo per un unico scopo e non intendeva avere alcun tipo d’intralcio. Salì decisa i gradini del Bed and Breakfast e con la stessa veemenza entrò trovando subito - per sua fortuna - l’anziana proprietaria che stava spazzando la polverosa scalinata. Si schiarì la voce per farsi notare.
«Oh, salve!» la salutò la signora poggiando la scopa al muro e scendendo dalla scalinata velocemente. Le mostrò un largo sorriso e si sfregò le mani. «posso esserle d’aiuto, cara?»
«Gradirei avere una stanza.»
L’anziana proprietaria sembrò rimanere di stucco dalla richiesta, sbattè un paio di volte le palpebre prima di avvicinarsi al Front-office. «Ehm… la vuole con vista sulla foresta o sulla piazza? Solitamente per la vista sulla piazza c’è una maggiorazione ma potrei chiudere un occhio.»
«La ringrazio, la piazza va bene.»
«Ottimo!» disse sfogliando le pagine impolverate e alquanto vecchie del registro prenotazioni «Dunque… come si chiama?»
«Jones, Rosalyn Jones!»
«Quanto intende fermarsi?»
«Uhm… facciamo una settimana.»
L’anziana sorrise prima di farle firmare il registro e passarle la chiave di una delle stanze. «Benvenuta a Storybrooke.»
Rosalyn allungò la mano per afferrare la chiave e nel momento in cui la strinse nella mano si sentì il forte rimbombo di un tuono che fece sussultare la nonnina mentre sembrava non aver toccato minimamente la nuova arrivata, la quale accennò ad un sorriso.
«Si goda la permanenza.» disse la proprietaria.
«Sicuramente.» rispose Rosalyn prima di salire la scalinata che l’avrebbe portata al piano di tutte le camere.
Trovandosi un posto dove stare era già a metà dell’opera, doveva capire come funzionava quello strambo mondo, ma non avrebbe fatto fatica ad adattarsi, per quel poco tempo che sarebbe rimasta. Ciò che le dava maggior sollievo e un pizzico di gioia era la liberazione da quella cella, nella quale aveva vissuto per moltissimi anni e che, ad un certo punto, pensava sarebbe stata la sua prigione. Lentamente stava riassaggiando cosa significava vivere sotto alla luce del sole e avere un minimo contatto con le persone; per qualche attimo pensò di sognare.
Lo scontro con una donna bionda, mentre svoltava l’angolo, interruppe per qualche attimo i suoi pensieri.
Entrambe mormorarono subito: «Mi scusi.» prima di mostrare quel sorriso cortese misto ad imbarazzo che la maggior parte delle persone usavano dopo esser andate a sbattere per sbaglio contro uno sconosciuto.
«Non è possibile.» sentì dire alle sue spalle.
Rosalyn si bloccò. Le si raggelò il sangue all’udir di quella voce appartenente ad un uomo, il quale ultimo momento passato apparteneva ad un tempo immemore. Pareva aver quasi paura a voltarsi sapendo che si sarebbe dovuta mostrare, rivelando così la sua presenza e rischiando di mettere a repentaglio il suo piano. Il coraggio risiedeva nel suo cuore dalla nascita così come la determinazione che molti avevano temuto: Rosalyn si voltò mettendosi faccia a faccia con il più affascinante pirata che Storybrooke potesse possedere.
«Killian.»
«Killian!» le fece eco quella donna con cui si era scontrata pochi attimi prima. Tornando al piano superiore e trovandosi quella scena di fronte non potè non notare gli sguardi del suo ragazzo e di quella misteriosa sconosciuta che facevano trasparire qualunque cosa benché meno felicità. Ciò fece scaturire un’ingenua domanda da parte di quella che molti conoscevano come la Salvatrice: «vi conoscete?»
Ci sarebbero state una miriade di cose che Killian Jones avrebbe voluto rivelare senza badare alle conseguenze, ma preferì tacere e aspettare di vedere cosa sarebbe accaduto. Conosceva molto bene quella donna dai capelli neri come la pece lo sguardo glaciale che poteva far invidia a quello della Perfida Strega; si poteva dire che erano fatte della stessa pasta.
«No, non ci conosciamo.» rispose tranquillamente Rosalyn.
«Infatti.» aggiunse a denti stretti Killian.
«Allora possiamo andare?» Emma Swan non sembrava molto convinta delle loro parole ma fece finta di niente, pensando che se Killian avrebbe voluto parlarne l’avrebbe fatto più tardi. Senza troppa esitazione Capitan Uncino raggiunse il suo amore mentre Rosalyn si diresse nella sua camera e non appena vi entrò si chiuse a chiave, non volendo ricevere sgradite visite a sorprese.
Si passò le mani sul viso sospirando pesantemente: avere Killian in città non ci voleva proprio. Era certa che tutto il suo piano sarebbe andato in fumo a causa di quel dannato pirata!
Per un singolo momento pensò che forse si era lasciato tutto alle spalle siccome non aveva rivelato la sua identità di fronte a quella che pareva esser la sua fidanzatina. Ma lo conosceva troppo bene ed il suo sesto senso la metteva in guardia, ciò significava che aveva un’altra sfida di fronte a sé.
Ringhiò battendo una mano sulla porta: quel dannato pirata avrebbe cambiato le carte in tavola!



Note Autrice
Buonasera a tutti! Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto questo capitolo sperando che vi sia piaciuto :)
Questa storia inizia dopo la 4x11; in quelle sei settimane che Tremotino non è a Storybrooke.
Rosalyn è il nuovo personaggio da me ideato e che ha il volto di Katie McGrath: attorno a lei c'è molto mistero e per ora le uniche informazioni sono che proviene dalla Foresta Incantata, dove c'è il regno di Andals da me inventato, e che conosce il nostro bel pirata.
Killian e Rosalyn condividono un passato e potrebbe complicare la situazione con Emma. Attenzione che non tutto ciò che appare è realtà e avrete molto da scoprire sul passato di Uncino ma anche quello di altri che coinvolgono Rosalyn e il suo ritorno. Non amo particolarmente i triangoli amorosi quindi da fervida Captain Swan quale sono vi assicuro che Rosalyn non farà da terzo incomodo come altro "amore" di Killian, assolutamente no! Ma - eheheh c'è sempre un ma - Rosalyn causerà qualche danno.
Soprattutto c'è da porsi: chi sta cercando?

Grazie per aver letto e alla prossima!
Sere
   
 
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