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Autore: Lisileo    23/12/2014    4 recensioni
Qui Jacob spiega per la prima volta a Renesmèe dell'imprinting. Spero di avere dato abbastanza importanza a questo momento.
Dal testo:
- Jake… -
- Mmmmmmh? –
- Cosa vuol dire che hai l’imprinting con me? –
[...]
- Sai… i lupi lo hanno. Quando vedono una persona e… pum! Quella persona diventa la cosa più importante nella loro vita. –
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Pov. Edward
- Papà, ti prego, oh, dai, papà, posso andarci? –
Fu questo che la piccola Renesmèe strillò entrando in casa. Dietro di lei camminava, lento , Jacob, con le mani in tasca.
- Andare dove? -  Edward sapeva benissimo dove volevano andare, e non ne era per niente contento.

- In campeggio con Jake!- Ecco, appunto.
- No. – 
Non è che non si fidasse di Jacob, solo che con tutta quella storia dei Volturi, eccetera eccetera… avrebbero potuto essere ancora in agguato, lì ad aspettare la prima occasione per prendersela, e qualche mese prima era stato avvistato un vampiro nomade da quelle parti.
Riprese a suonare il piano, a cui si era seduto pochi minuti prima.
- Ma dai, papà! Uffa! – Nessie che faceva i capricci era un’occasione più unica che rara.
- Edward, perché no? –
Jacob fece un passo avanti, inclinando leggermente la testa.
- Lo sai benissimo perché no . –
- Ma ci sono io! –
- Tu sei un lupo, uno, se arrivano loro…-
- Perché dovrebbero arrivare?! Comunque…- proseguì Jacob, abbassando la voce – Sai com’è, l’imprinting… darei la vita per lei…- fece ironico.
Edward storse il naso.
- Paaaaapàààààà…-
Renesmèe gli si avvicinò, appoggiandogli i gomiti sulla gamba fredda e congiungendo le mani.
- Ti prego…-
Edward cedette. Ma dopotutto, come si poteva resistere a una bambina così dolce?
- D’accordo. –  Sospirò. – Ma vi voglio a casa entro le dieci di domani mattina. E non state troppo svegli, questa sera. –
- Grazie! Grazie grazie grazie! –
Sua figlia cominciò a saltellare intorno al pianoforte, felicissima. Jacob sorrise.
Ok, Edward doveva ammetterlo: era un po’ geloso di lui. Avrebbe voluto che la felicità di sua figlia fosse solo per lui, suo padre. Ma, in fondo, non avrebbe potuto volere una persona migliore di Jake a fianco di sua figlia. E poi, avrebbe avuto la serata libera con Bella. Niente di meglio, no?
 

Pov. Jacob
Mi accertai ancora una volta che i picchetti della tenda fossero ben fissati nel suolo. Renesmèe mi stava saltellando accanto - l’entusiasmo di prima non era ancora scemato.
- E’ pronta? Jacob, è pronta? – chiese la bambina. Annuii e la seguii nel piccolo spazio; dopo aver srotolato i due sacchi a pelo uno a fianco all’altro uscimmo di nuovo. Ci sedemmo su una roccia piuttosto grande e cominciammo a svolgere la carta che stava intorno ai panini che ci eravamo portati da casa.
Mi guardai intorno e sorrisi:
- Bello questo posto, vero?- chiesi alla mia amica.
- Già! - Rispose lei. In effetti la radura che avevamo scelto era piccola ma luminosa; la luce debole della sera penetrava tra le fronde verdi degli alberi, che però avrebbero permesso di vedere un piccolo riquadro di cielo stellato, quando il sole sarebbe tramontato.
Renesmèe e io mangiammo in silenzio, osservando le nostre ombre allungarsi lentamente sull’erba e ascoltando il cinguettio degli uccelli. Quando finimmo i panini facemmo due tiri con una vecchia palla, appartenuta a Billy:
- Mia! Mia! Era palla mia! – strillava la bambina.
- Ma cosa dici! Era chiaramente nel mio campo! – rispondevo io, tenendo la palla alzata in modo che lei non potesse prenderla.
- Daaaaiiiii! Jake, non si dicono le bugie! – Nessie saltò, tentando di recuperarmela dalle mani. E, come tutti immaginerete, un nanosecondo dopo la palla era in sua possessione. Mi fece una linguaccia e io sbuffai, dandole la schiena e facendo finta di essere offeso.
- Jacob, so benissimo che fai finta! – esclamò lei. Io non risposi. – Jaaaacooob, daaaaaai…- mi si avvicinò piano, un po’ dubbiosa. – Jake…- in quel momento io mi girai, urlando “buuuuuu” e poi scoppiando a ridere, vedendo la sia faccia spaventata.
- Jacob Black! Non si fa! Uffa! -
Io risi ancora, ignorando le sue occhiatacce, ma poi non resistetti alla sua faccina offesa (e furiosa) e la abbracciai.
E poi decidemmo di andare a dormire. Ormai il sole aveva lasciato il posto alla luna e le cicale avevano cominciato a stridere forte. Nessie si lamentò un po’, dicendo che “cavoli, ero proprio cattivo a mandarla a letto così presto, perché eravamo in campeggio e non era giusto, uffi”.
- Sai, la cosa più bella da vedere è l’alba. - le spiegai. –E se ci riusciamo a svegliare abbastanza presto ti porto alla scogliera di La Push, che lì è fantastica. Ma ci dovremmo alzare che è ancora buio. –
- Davvero? – Nessie spalancò gli occhi. Ecco quale era una delle cose che di lei piacevano più a Jacob: la sua capacità di stupirsi di tutto, di entusiasmarsi per un nonnulla.
- Sì. – le risposi, sorridendo e sospingendola gentilmente verso la tenda. – Quindi, dai, mettiti il pigiama. Io rimango qui fuori. –
La bambina entrò saltellando e ne riemerse un paio di minuti dopo con un  paio di pantaloncini verdi e una maglietta a maniche corte verde chiaro. – Tocca a te. Anche io resto qui. -
Io cercai di fare il più veloce possibile, perché non volevo lasciare la bambina lì fuori da sola, al buio. Quando sporsi la testa fuori per chiamarla fortunatamente c’era ancora, viva e vegeta. Era seduta su un masso e guardava il cielo, che era già punteggiato di stelle.
- Nessie…- sussurrai, chiamandola. Lei si girò, e poi,  con il viso un po’ triste, entrò nella vecchia tenda canadese, anch’essa gentile concessione di Billy. Ci sdraiammo nei sacchi a peli e spegnemmo la lucetta da campeggio. Sentii Renesmèe voltarsi piano, accanto a me, e cominciai a fissare un punto della tela che si era leggermente sgualcito. Proprio quando stavo per lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo, la voce della bimba accanto a me mi ridestò.
- Jake… -
- Mmmmmmh? –
- Cosa vuol dire che hai l’imprinting con me? –
A quelle parole, per poco non ebbi un infarto. Doveva aver sentito me ed Edward che parlavamo prima. Cavolo.
- Ehm…- Mi sollevai su un gomito e riaccesi la lucina.
- L’imprinting è…una cosa da lupi.-
Vedendo che la fame di informazioni della bambina non era ancora affatto saziata, cercai le parole giuste. Ma non le trovai. Insomma, stavo parlando con una bambina che dimostrava otto anni, ma che caspita, all’anagrafe non ne aveva neanche quattro!
- Sai… i lupi lo hanno. Quando vedono una persona e… pum! Quella persona diventa la cosa più importante nella loro vita. –
- Se ne innamora? – chiese la bimba, esitante.
Riflessi un istante.
- No. – risposii poi. – Non proprio. Perché io ho avuto l’imprinting con te che eri una neonata, e io non mi potevo innamorarmi di una neonata. E’ come… non so, davvero. Non è che… bho…
Ci fu un momento di silenzio.
- Ma… Jacob… ma tu mi vuoi bene solo perché hai avuto l’imprinting con me? –
I suoi occhi sembravano… terrorizzati. No, più… infinitamente tristi, come quando si aspetta una brutta notizia. E io non volevo deluderla, ma davvero, non avevo idea di quale fosse la risposta a quella domanda.
- Non lo so. - risposi. – So solo che ora, non una volta, o se, ora, io ti voglio tanto bene. Più di quanto te ne vogliono mamma, papà, nonni zii, cugini e amici. Insieme. – aggiunsi, non vedendola convinta.
In quel momento, un moto di rabbia mi attraversò – come faceva solo a pensare che io non potessi amarla?-,  e scattai seduto.
- Nessie, non dire cavolate! Vieni con me. –
La presi delicatamente per un braccio e la tirai fuori dal sacco a pelo e poi dalla tenda. Scrutai il riquadro di cielo: le stelle brillavano anche più di prima, e ne erano spuntate di nuove. Ci sedemmo sulla grande roccia di prima e poi indicai al mio imprinting un piccolo puntino nelle profondità del blu.
- La vedi quella stella? – le chiesi. – Vicino alla Polare? –
Nessie annuì.
- Ecco. Quella è la nostra stella. Fino a che brillerà io ti vorrò bene, e tu vorrai bene a me, d’accordo? –
- D’accordo. –
- Bene. Torniamo a dormire. -
Sembrava già più convinta. Nella tenda scivolò subito nel sonno, ma io restai ancora un po’ a pensare. E’ possibile che dopo questa scoperta Renesmèe fosse arrabbiata con me? Magari credeva che tutto questo bene che le volevo fosse dato solo dall’imprinting, e per un certo verso fosse falso. E magari ora mi detestava. Non sia mai che le stelle si spengano.
Ma dopo qualche secondo, sentii ancora la sua voce:
- Ma Jake, sicuro che l’imprinting è solo dei lupi? -
- Mmmmmh… sì, perché? –
- Sai, pensavo che magari io avevo avuto  l’imprinting con te. –
 
Nessie adesso é una ragazza, e dimostra più o meno 15, 16 anni; é giunta ormai quasi al termine della sua strana crescita.
Siamo di nuovo nella radura, ed è notte. Da quella sera siamo tornati molte volte qui, è diventato il nostro posto. Nessie è sdraiata di fianco a me, è ha gli occhi chiusi, ma non credo che dorma. E’ bellissima. Riporto lo sguardo al cielo, ma dopo qualche secondo una voce  mi richiama:
- Jake, ma sei proprio sicuro che a te quella ragazza del bar non ti piaccia? –
- Uffa, basta. Ti ho già detto di no una quindicina di volte! Ma poi, perché? –
- No, niente, così. –
Si gira verso di me e mi guarda negli occhi.
E in questo momento so che, con o senza imprinting, l’avrei amata lo stesso.
E che le stelle non si spegneranno.

 
 

Un paio di note: prima di tutto ho messo OOC per sicurezza, perché solitamente 1) Jacob è molto più allegro e simpatico e 2) Nessie  nei libri parla davvero poco, comunica quasi sempre solo attraverso il suo potere, mentre qui non lo usa proprio.
Seconda cosa: inizialmente avevo scritto il Pov di Jacob in terza persona, ma poi lo ho trasformato in prima; ho riletto la storia una quindicina di volte (non è vero, solo un paio, dettagli…) ma potrebbe essermi scappato qualche pronome o qualche verbo. In tal caso, perdonatemi.
Grazie dell’attenzione! A molto presto, spero!

   
 
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