Quanto amore, quanta felicità, ma quanto odio provavo e quanta tristezza e malinconia mi suscitava la famiglia Phantomhive. L'uomo che amavo e la mia adorata sorella, insieme al loro amato figliolo neonato, bello come il padre e con la grazia della madre. Ad aggravare la situazione già tragica della mia psiche si aggiunse una tremenda notizia. Io, io che tanto avevo studiato il corpo umano, io che tanto avevo invidiato la vita di mia sorella, io che tanto desideravo dare vita ad una dolce e tenera creatura. Io, proprio io, ero sterile. Un albero che non da frutto, una terra arida sulla quale è impossibile coltivare. Il lutto per un desiderio, per un essere mai esistito, per un figlio mai stato possibile, segnò il resto della mia vita. Decisi così di diventare un medico, una ginecologa, una chirurga. Un determinante dettaglio avevo tralasciato. Schifose schifosissime prostitute, che ignoravano la fortuna che avevano avuto, con una leggerezza d'animo che mai mi sarei aspettata da nessun essere umano, venivano da me implorando per un aborto, l'interruzione di una gravidanza, l'uccisione di un piccolo essere mai amato, mai voluto. Loro, loro che non se lo meritavano, avevano quella straordinaria fortuna che a me era stata negata, per qualche motivo a me oscuro. Ira disumana, gelo, invidia, pervasero il mio animo ferito. Fu come se qualcuno avesse versato dell'acido nella mia ferita ancora fresca, aperta, sulla mia carne viva. In quest occasione incontrai lui, amai lui, odiai lui, sentimenti contrastanti sono rimasti impressi nella mia memoria, forse per la fine a cui egli stesso mi ha portata. Grell, lo scarlatto shinigami, l'odio per ogni donna ci accomunava, insieme ad una smodata sete di sangue. Squarciarle, ucciderle, sezionarle e vivisezionarle, sentendo le loro urla straziate dal dolore mentre mi prendevo ciò che di diritto mi toccava. Il loro utero, fantastico, funzionante, fertile dal quale avevo dovuto rimuovere un piccolo e magnifico essere pieno d'amore. Jack lo squartatore, così parlavano di noi i giornali. E con quel nome, il mio giovane e ormai orfano nipote mi cercava per punirmi. Già il mio amato nipote era diventato il cane della regina, e adesso mi cercava, cercava lo squartatore, quel pazzo, quel maniaco che con precisione chirurgica straziava quelle donne. La soddisfazione quando le vedevo svuotate dal loro prezioso utero, dalla loro vita con gli occhi, che prima imploravano pietà, ormai svuotati da ogni luce. Poi d'un tratto fini tutto. Esitai, esitai di fronte al mio amato nipote. I sentimenti contrastanti che provavo per lui si scontrarono tra di loro, nel momento in cui avrei dovuto porre fine alla sua vita. I miei occhi so sgranarono, ogni mio muscolo si bloccò di colpo, non lo uccisi, a costo della mia stessa vita. Poi la fine. La fine di ogni turbamento, di ogni rabbia, di ogni sete, di ogni dispiacere. La pace, la pace di un sonno eterno, privata di ogni ricordo, di ogni dolore. Una luce, di un rosso intenso, era, la pace e il riposo, la notte eterna dove avrei riposato da quel momento in poi, senza più pensieri, privata di quel corpo cosi inutile, cosi freddo, sterile. Finalmente mi sentii completa, nella pace di un perpetuo riposo. A.A.A allora spero non vi dispiaccia ... Sono rimasta nuovamente colpita, riguardando le prime puntate dell'anime, dalla storia e dal personaggio di Madame Red. Recensite vi prego ... Sono gioie ^^ konnichiwa