PROLOGO
HARRY’S
POV
Ho
sempre pensato che la vita scorresse lenta,
qui a Londra. Fin troppo lentamente, forse.
Erano anni ormai che risiedevo qui, nella bella
capitale inglese, ma di questa città, tanto immensa e
minuscola allo stesso
tempo, conoscevo già ogni nitido ed effimero particolare.
Conoscevo alla
perfezione ogni piccola particolarità correlata a questo
immenso territorio e
per me era ormai impossibile riscontrare meraviglia e stupore in ogni
qualsiasi
suo aspetto. Sapevo a memoria ogni monumento della città e
la sua posizione, e
dopo tante e tante insistenze da parte di mia madre, ero anche a
conoscenza
delle storie tormentate e banali collegate a questi ultimi capolavori.
Avevo
imparato ad apprezzare l’aria mattutina perennemente umida e
frizzantina
inglese, per cui Londra era famosa nel mondo, ed avevo cominciato ad
abituarmi
all’assenza perenne del sole. Ero ormai abituato al suono
continuo e petulante
di migliaia e migliaia di clacson, che accompagnavano anche tutte le
mie
nottate, conoscevo a memoria gli orari di tutti gli autobus della
città e,
addirittura, quali fossero le cabine telefoniche funzionanti, e quali
no,
dell’intera capitale. Conoscevo le piazze più
gettonate di Londra, in cui la
maggior parte dei giovani erano soliti rifugiarsi, ero salito sul
London Eye
centinaia di volte e i locali più in della città
erano già stati tutti tastati.
Da perfetto inglese conoscevo a memoria tutti i drammi di Shakspeare e
nessun
teatro era sfuggito al mio assalto. Londra, insomma, non aveva
più segreti per
me.
Un
mugolio svogliato abbandona le mie labbra
screpolate a causa del freddo, quando la sveglia sul mio comodino
inizia a
trillare animatamente, destandomi dal mio profondo sonno. Impiego
qualche
minuto a fare mente locale e con mia grande, grandissima amarezza, a
ricordare
che oggi, dopo le vacanze natalizie, la scuola riapre i suoi cancelli a
noi
studenti.
Addio uscite serali con gli amici, addio
panettoni e dolciumi natalizi, addio canzoncine e regali. La
realtà mi colpisce
così fortemente da farmi sentire quasi male.
Appoggio la mano sinistra sui miei occhi e
stringo forte le palpebre tra loro. Nonostante la giornata si prospetti
nuvolosa come sempre, un fascio di luce fin troppo forte entra dalla
finestra
della mia stanza, accecandomi completamente. Mia madre Anne,
pensò subito.
La sveglia intanto non smette di ricordarmi che
ormai il tempo del riposo assoluto è ben lontano, e per tale
ragione, deciso di
ascoltarla una volta per tutte e abbandonare definitivamente il
calduccio del
mio letto per riversarmi, quasi strisciando, in bagno. Ho bisogno di
una doccia
gelida, per riprendermi, questo è certo.
Ah, dimenticavo quasi di presentarmi. Io sono
Harry Styles.
“Non
capisci proprio che così peggiorerai soltanto le cose,
papà? Non riesci proprio
a capirlo?? Questa situazione sta diventando insostenibile! Lasciami
vivere la
mia vita!” Urlo forte, mentre le prime lacrime rigano il mio
viso.
Come risveglio, c’è da dire, veramente niente
male.
Io e mio padre ci urliamo contro i peggiori
insulti che un padre e una figlia non dovrebbero nemmeno pensare, ma
come già
specificato, la situazione sta divenendo insostenibile. Alzo le braccia
al
cielo, per poi lasciarle cadere pesantemente lungo i miei fianchi,
mentre mordo
il mio interno guancia, per non mostrarmi tanto debole ai SUOI occhi.
Mio padre, dall’altra parte, è furioso. Furioso
come non mai e le vene gonfie sul suo collo e sulla sua fronte, ne
costituiscono la chiara prova. Anne invece ci osserva, e potrei giurare
di
averla vista varie volte intenzionata ad aprire la bocca e pronunciare
qualche
timida parola, sempre bloccata da un urlo improvviso mio o del mio
tanto
“amato” vecchio.
“Non
permetterti di alzare questo tono di voce
nei miei riguardi, signorina! Non te lo permetto Helen! E smettila con
questo
“lasciatemi vivere la mia vita”, perché
sei ancora minorenne e soprattutto sei
mia figlia e le cose saranno sempre e solo come ti dirò io,
chiaro? E tu farai
sempre e solo ciò che io dirò, ok?”
Sbotta, arrabbiato come non mai, non
distogliendo nemmeno un attimo i suoi pozzi neri dai miei occhi
arrossati per
il pianto. Sospira forte, per poi accasciarsi sulla sedia
più vicina a lui e
poggiare entrambi i suoi gomiti sul legno bianco del tavolo.
La rabbia mi attanaglia così tanto il petto e mi
offusca tanto la mente, che sto zitta per qualche minuto, senza nemmeno
rispondere alle sue provocazioni. Abbasso lo sguardo sulle mie
immancabili
converse rosse, abbinate perfettamente alla divisa della mia scuola, e
per
qualche secondo un silenzio tombale si propaga per tutta la cucina
Cooper-Styles, mentre i miei occhi perennemente vuoti e spenti, non
smettono di
lacrimare.
L’aria tesa, viene nuovamente interrotta da mio
padre, che, voltandosi verso Anne, quasi atterrita per la scenetta
rappresentata dalla sua figliastra e dal suo nuovo compagno alle 7 di
mattina appena,
non fiata, né tantomeno interviene. Resta semplicemente in
silenzio e sinceramente
non riesco a pensare cosa possa passarle per la mente. In un momento
come
questo, di certo interpretare i pensieri di Anne però, non
mi appare come
chissà quale grande priorità.
“Come
ho solo potuto pensare di crescere questa
maleducata da solo Anne? E’ una ribelle mio dio! Una ribelle
ed una maleducata.
Non so quale razza di problema o malattia abbia questa ragazza, ma ogni
giorno
che passa appare sempre più isterica e nervosa!”
Sputa ancora veleno mio padre,
e proprio quando sto per ribattere, al limite della sopportazione, ecco
che
l’ultimo componente della nostra
“famiglia”, se così si possa in qualche
modo
chiamare, fa la sua comparsa in cucina.
Harry Styles giunge assonnato nella stanza in
cui ci troviamo e un silenzioso “Buongiorno, anche se non
sembra”, abbandona
appena le sue labbra. Non lo guardo nemmeno, troppo impegnata a
riflettere
sulle parole di mio padre.
“Come
ho solo potuto pensarlo!” Continua lui,
abbassando di qualche ottava il tono della sua voce, e ripetendo questa
cantilena più a sé stesso, che a noi altri
presenti.
“Hai
detto proprio bene, papà! Pensato…
Già, con
tuo grande dispiacere, ti comunico come il tuo intento di educarmi sia
miseramente fallito! Insieme a tutte le tue splendide promesse e i tuoi
buoni
proposito di non farmi assolutamente mancare nulla!”
Colpito e affondato. Colpito e affondato nel
profondo stavolta.
Mio padre si alza improvvisamente dalla sedia,
gettandola dalla furia lontana da sé e procurando un tonfo
sordo che riecheggia
in tutta l’abitazione. Mai avrei giurato di vedere mio padre
tanto arrabbiato,
sinceramente. Non riesco a fare a meno di singhiozzare e piangere
ancora di
più, mentre lo vedo avvicinarsi al mio viso con fare
minaccioso…
“Sei
tu il risultato sbagliato di tutti i miei
buoni propositi, Helen! Quello che manca è una buona dose di
sberle e delle
regole, mia cara!”
Sei tu il risultato sbagliato di tutti i miei
buoni propositi, Helen…
Forte ed incisiva come non mai, questa frase
riecheggia insistentemente nella mia mente e in questo momento potrei
giurare
di sentire il mio cuore morire lentamente, cedendo nel baratro
più profondo
della disperazione, pezzo dopo pezzo…
“Mi
manca una madre, papà… Ecco cosa mi manca
realmente.” Sussurro impercettibilmente, ma nella stanza in
cui mi trovo sia
papà, sia Anne, sia Harry hanno ascoltato perfettamente ogni
mia singola
parola. Sono distrutta. Completamente.
“Fila in
camera tua, adesso!” Queste sono le ultime parole di mio
padre che riesco a
sentire, per poi correre subito verso il pianto superiore e lasciare
che le
lacrime e il dolore si impossessino definitivamente di me, non prima di
avergli
urlato, con tutta la rabbia del momento, un “Ti
odio”, che, sono convinta,
abbia colpito anche lui.
Litigarci in questo modo mi sconvolge, e molto
probabilmente questa lite è stata sicuramente una delle
nostre liti più accese
dell’ultimo periodo. Molto probabilmente la più
accesa di tutte.
“Ti
odio, ti odio papà!” Ripeto a me stessa,
mentre il mio viso affonda nel mio cuscino bagnato e sporco ormai di
mascara.
In realtà non lo odio, nemmeno un po’, e
probabilmente è questa mia consapevolezza a rendere ancora
più amare le parole
che ha riservato egli a me.
“Mamma,
dove sei?? Ho bisogno di te…”
HARRY’S
POV
Si,
d’accordo, mentre mi preparavo per andare a
scuola, mi era apparsa questa come una lite
“diversa” dalle altre, ma mai avrei
immaginato una scenata del genere. Mai avrei immaginato che David,
sarebbe
stato in grado di sputare in questo modo veleno addosso alla figlia, ne
avrei
mai immaginato vedere Helen, disperarsi in quel modo.
Mentre i singhiozzi e i passi pesanti della mia
sorellastra, risuonano in tutta la casa, un silenzio tombale
è ricaduto
inevitabilmente in tutta la cucina. L’aria è
tesissima e potrebbe benissimo
essere tagliata con un cortellino. Osservo David mantenere la sua testa
con
entrambi i palmi delle sue mani, quasi come gli potesse cedere da un
momento
all’altro, mentre i tratti del suo viso sono duri e il sangue
vivo continua a
pompare forte nelle sue vene gonfie. Ruoto poi la testa verso mia madre
e la
osservo in tutta la bellezza e lo splendore tipico della sua
età. Mia madre, l’essere
più bello, dolce, gentile e puro di questo mondo nasconde il
suo perenne
sorriso stamattina, e mantiene lo sguardo perso in un punto indefinito
del
pavimento. Odio costatare come questa situazione ingestibile tra Helen
e David
stia distruggendo tutti poco a poco.
Come in un qualsiasi banale gioco da tavola,
stiamo cadendo tutti poco alla volta, trascinati inevitabilmente da
mezze bugie
e mezze verità che ostentano pian piano a venir fuori.
Ed io sinceramente sono stanco di questa
situazione.
Mando giù in un solo sorso tutto il caffè
contenuto nella mia tazzina, per poi alzarmi lentamente dal posto in
cui mi
sono seduto e avvicinarmi al lavandino per posarla lì. I
miei passi pesanti, e
ancora un po’ assonnati, riecheggiano nella stanza e
costituiscono l’unico
suono percettibile in tutta la casa. Mi avvicino lentamente a mia
madre, per
poi spostarle una ciocca di capelli dagli occhi, quando la vedo
osservarmi e
accarezzarmi debolmente il viso, accennando un timido e forzato
sorriso. Le do
un bacio sulla fronte e lei, sotto il mio dolce gesto, sembra quasi
distendere
i muscoli e rilassarsi. “Tutto bene, mamma?” Le
chiedo e lei annuisce pian
piano. “Su Harry, sbrigati. E’ quasi
ora…” Mi intima per poi baciarmi uno
zigomo.
La osservo negli occhi verdi e candidi come i miei
e poi le sorrido. Abbiamo un rapporto speciale io e lei, da
sempre…
Saranno
state le circostanze della vita, il
trasferimento da Holmes Chapel qui a Londra, la morte improvvisa di mio
padre, l’arrivo
del suo nuovo compagno, ma io e mia madre siamo divenuti ormai
inseparabili. Ci
siamo sempre, l’uno per l’altra e non ci sono
segreti di cui lei non è a
conoscenza.
Una santa. E’ veramente una santa, la mia mamma.
HELEN’S
POV
Non ho
più nemmeno la forza di piangere, questo
è sicuro.
Non singhiozzo, nè urlo. Il mio è un grido muto,
che rende sordi. Sono distrutta dentro e fuori e la convinzione di
essere stata
un semplice sbaglio per mio padre, ormai diviene quasi una certezza.
A volte invidio quello stupido di Harry. Lui e
sua madre sono così legati, da divenire indistruttibili
dinnanzi ai problemi.
Io e mio padre siamo il perfetto contrario.
Siamo noi l’uragano in un giorno sereno, siamo noi la guerra
in mezzo la pace.
Siamo noi l’arroganza nell’umilità,
siamo noi lo schifo nella bellezza.
Ed io sono stanca, fin troppo stanca di questa
situazione.
ANGOLO
AUTRICE:
Salve a
tutti ragazzi <3
Decisamente, era da troppo tempo che non mi
ritrovavo più a scrivere un angolo autrice e facendolo non
avete idea di quanto
questa cosa mi sia mancata. Io sono Smookie971, conosciuta
precedentemente come
Smookie97. Ho avuto molti problemi con il mio vecchio account e per
tale
ragione ho deciso di iscrivermi nuovamente nel sito, con un account
diverso
(sisi, lo so… L’originalità non
è il mio forte) e ho deciso di ri-postare
nuovamente le mie storie, ovviamente portandole a termine e modificando
tutte
le parti che, rileggendo, non mi avevano particolarmente affascinata.
Per tale
ragione, eccomi di nuovo qui, con un vecchio capitolo della mia storia
“ Così
perfetta come l’avevo sempre immaginata”, che in
realtà tanto vecchio non è,
essendo stato totalmente modificato e apparendo come un capitolo del
tutto
nuovo.
Per chi avesse letto questa storia nella mia
versione precedente, ci tenevo a specificare che ci saranno moltissimi
cambiamenti nei vari capitoli, anche se a grandi linee la storia
sarà sempre
quella. Il nome di Hope è stato modificato in Helen, ma i
nomi degli altri
protagonisti resteranno gli stessi. Anche la
“locandina” della storia è rimasta
sempre la stessa, come potete notare. E’ vero, la trama della
storia potrà
apparirvi banale in questo primo momento, ma davvero non avrete idea di
cosa
accadrà in questa “famiglia” e quanti
quanti segreti si nascondono nelle storie
di questi personaggi. Saprò stupirvi, ragazzi… Ho
solo bisogno di appoggio da
parte vostra ;)
Concludo il mio monologo e vi lascio finalmente
liberi (susu, so che in realtà aspettate solo questo xD)
ringraziando tutti coloro
che avevano letto, seguito, preferito, commentato, criticato la mia
storia
precedentemente e che lo faranno anche adesso. Ringrazio tutti coloro
che
semplicemente appoggeranno la mia storia nei prossimi mesi e che
condivideranno
con me emozioni, gioie e passioni.
Mi scuso con tutti coloro che hanno atteso per
tanto tempo dei nuovi capitoli, anche se so di essere ormai
imperdonabile :’)
Vi
lascio con i miei più calorosi e sinceri auguri di Buon
Natale e di un
Felicissimo Anno Nuovo. Che questo 2015 sia un anno ricco di gioie e di
emozioni per tutti!!! Ancora tanti tanti tanti tanti tanti auguri!!!
<3
smookie971