Ed
eccola qua!x3 La Phane (Peggy/Shane) che avevo promesso alla mia socia Tempe,
in cambio della meravigliosa Jaitlyn che mi ha scritto.<3
(a
proposito, leggetela perchè merita davvero! Si intitola "Breakfast at
Tiffany")
Il titolo
è ispirato alla canzone che Peggy canta in Camp Rock, il sottotitolo
all'omonimo film con Meg Ryan e Tom Hanks, di cui ho comprato il DVD l'altro
giorno e che mi ha ispirato la trama di questa shot... e leggendo capirete
perchè!=)
Beh,
socia, spero che ti piaccia. Ci ho messo tutto il mio cuore (nonostante io sia
il Male!XD).
Here I am.
{ C'è
Posta Per Te. }
Mezzanotte.
Peggy si rigirò per
l'ennesima volta nell'enorme letto bianco, incapace di prendere sonno.
Forse era la dimensione
esagerata della stanza, o i lampadari di cristallo così inquietantemente
imponenti. Forse la seta pregiata delle lenzuola... o l'opprimente silenzio che
la avvolgeva. Fatto stava che lei, in quella lussuosissima suite, non sarebbe
mai riuscita a dormire.
Si alzò, scostando il
morbido piumino d'oca con un gesto stizzito.
All'inizio l'idea
della collaborazione con i Connect 3 le era sembrata favolosa. Avrebbe aperto i
loro concerti con la sua canzone e poi duettato con Shane nel pezzo che avevano
registrato insieme... Chiunque sarebbe stato al settimo cielo.
Peccato che, da quello
stesso cielo, lei era ripiombata a
terra con un tonfo sonoro, appena qualche settimana dopo l'inizio del tour.
Gli orari erano massacranti
e la solitudine sempre meno sopportabile.
Sola, sì, era
dannatamente sola...
Perchè i suoi
simpaticissimi genitori non avevano pensato di poter sospendere il lavoro per
stare al suo fianco. Per questo le era stata assegnata una tutrice, Magda,
responsabile di ogni suo movimento... Con l'andare del tempo, Peggy si era
convinta che tenesse il conto perfino dei suoi respiri.
I Connect 3 li vedeva
pcco o niente. Durante i concerti, ovviamente e la sera, al momento in cui
Magda distribuiva loro le chiavi delle stanze d'albergo.
Una tripla per loro,
una singola per lei... Poi ognuno per la sua strada.
Lontani, anche se
spesso e volentieri c'era soltanto un muro fra di loro. Come quella sera.
Shane, Jason e Nate
stavano nella camera in fianco alla sua. Grande forse anche il doppio...
Si avvicinò alla
parete, scostando i lunghi capelli scuri e ci appoggiò l'orecchio, come a voler
carpire qualche rumore... Niente.
Per essere tre giovani
rockstar, erano stranamente silenziosi.
Si sedette sul pavimento,
aprendo il suo notebook... Un sorriso luminoso le affiorò alle labbra, ancor
prima che questo si avviasse. Poi un breve trillo e le si ravvivarono anche gli
occhi color miele.
Sullo schermo
lampeggiava quella che, ormai, era diventata la sua frase preferita... Quella
che era preludio dei migliori momenti della giornata.
C'è posta per te...
Cliccò con impazienza
sulla cartella e aprì la mail che era arrivata. Il mittente era di nuovo lui, DreamBoy. Il suo misterioso
corrispondente virtuale...
Il suo... ragazzo dei sogni.
Si erano
"scontrati" qualche settimana prima, nella corsa all'acquisto di un
particolare tipo di plettro su e-bay. Si erano cercati e si erano trovati...
Dopo aver trovato un
accordo, avevano continuato a tenersi in contatto, scoprendo di avere
moltissime cose in comune. A partire da un profondo amore per la musica...
Amore che in lei si
stava spegnendo e anche in lui, a quanto scriveva... Per motivi forse uguali,
forse diversi...
"... credevo di aver
trovato la voce giusta, ma non era lei. E io... da solo non riesco più a
suonare."
Solo, anche lui... Brutta bestia la solitudine.
Sospirò, tamburellando
sulla tastiera, mentre cercava le parole giuste per rispondergli. Ogni volta,
sceglieva con cura ogni espressione, ogni metafora, ogni virgola... Voleva che
i suoi consigli riuscissero davvero ad aiutarlo. Ci teneva... perchè quando era
lei, ad essere in difficoltà, le parole di DreamBoy erano un vero e proprio
toccasana.
Erano così uguali,
loro due, che riusciva a leggerle dentro come fosse un libro aperto.
Si sistemò i capelli
dietro le orecchie e cominciò a battere sui tasti...
"... chiudi gli
occhi e pensa alla persona che preferisci, quella che ti fa star meglio.
Concentrati sulla sensazione che ti da, stare con lei... immagina di averla al
tuo fianco e poi suona. Suona e basta. Senza pensare a nient'altro. Suona..."
Ottimi consigli. Che
lei per prima non era capace di seguire... Scrollò le spalle e dopo aver
riletto per l'ennesima volta ciò che aveva scritto, aggiunse la firma ed inviò.
GoodGirl. La brava ragazza che era sempre stata e che
avrebbe voluto imparare a non essere più.
Aspettò che la mail
fosse partita e poi spense il pc, concedendosi un ultimo sorriso. Già
cominciava a contare i minuti che la separavano dal prossimo scambio di lettere
virtuali.
Mentre si rinfilava
sotto le coperte, le sembrò di sentire un trillo provenire dall'altro lato
della parete. Si fermò, bloccando il fruscio della stoffa per ascoltare meglio,
ma nessun altro suono spezzò il silenzio circostante.
Probabilmente se l'era
solo immaginato.
***
Ad due mesi da quella
sera, Peggy e i Connect 3 tornarono al Plaza Hotel di New York, per trascorrere
l'ultima notte della tournee.
Il concerto era stato un
successo, avevano decisamente chiuso in bellezza. Erano perfino più stanchi del
solito, ma anche più soddisfatti.
Ritirarono i soliti
due mazzi di chiavi, ma, quella sera, Peggy non si avviò verso l'ascensore.
Nonostante avesse le gambe doloranti e un fastidioso mal di testa, si fermò a
chiedere all'addetto alla reception se c'era la possibilità di usare un
computer con collegamento ad internet...
Il suo prezioso
notebook era andato perso insieme al bagaglio di Nate, durante l'ultimo
trasferimento da un aereoporto all'altro. Erano giorni che non controllava la
sua casella di posta ed era letteralmente in fibrillazione... L'ometto dietro
il bancone le indico un gruppo di tavolini in fondo all'immenso ingresso, su
cui erano stati sistemati sei machintosh colorati a totale disposizione dei
clienti.
Ringraziò
cortesemente, mentre il solito sorriso già le affiorava alle labbra...
Ormai erano tre mesi
tondi che lei DreamBoy si "conoscevano".
Avevano passato notti
intere a scriversi mail, ore nella spasmodica attesa di una risposta. Gli aveva
raccontato cose di lei che non aveva mai voluto rivelare a nessun altro.
Nemmeno con Ella si
era lasciata andare in quel modo del tutto spassionato e privo di limitazioni.
Accelerò il passo e si
sedette al primo computer, con il cuore quasi in gola... E senza prestare la
minima attenzione alle persone che occupavano gli altri posti.
Accese il computer, ma
questa volta non venne accolta dal familiare scampanellio. Invece, una finestra
luminosa si aprì di scatto dall'angolo della schermata... Era completamente
vuota, fuorchè per un unica linea di testo...
"DreamBoy scrive: Ehi...
"
Peggy la rilesse per
almeno una decina di volte, sbattendo le palpebre come se si trattasse di
un'illusione. Avevano sempre e solo parlato via mail, non si erano mai trovati
"faccia a faccia" per quanto sempre virtualmente parlando, prima di
allora.
Fissò la finestra
della chat per cinque minuti buoni, prima di decidersi a rispondere...
{ GoodGirl scrive: Sei davvero tu?
DreamBoy scrive: E chi altri, se no?=)
GoodGirl scrive: Scusa, dev'essere questa maledetta
emozione... come stai? Suoni sempre? }
Sorrise, lasciandosi
andare. In fondo era sempre lui,
poteva parlargli di tutto senza paura... Una volta partiti, andarono avanti per
una mezz'ora buona. Lei gli raccontò della sua ultima esibizione e gli rivelò
che l'indomani sarebbe tornata a casa, alla sua vita di sempre... Che aveva
paura di perdere i contatti una volta ripresa la scuola e i suoi mille impegni.
Lui le raccontò di
come, finalmente aveva ritrovato la gioia di suonare e di come grazie anche a
lei, sentisse la sua musica di nuovo... sua.
Di come avesse finalmente preso in mano la sua vita e avesse riscritto le
regole a modo suo, stanco di stare fermo sulla linea di partenza, ad aspettare
qualcuno che. forse, non sarebbe arrivato mai.
A quella frase, il
cuore di Peggy mancò un battito. Doveva chiederglielo...
Digitò la domanda con
le dita tremanti.
{ GoodGirl scrive:
Belle parole. Sono... tue?
DreamBoy scrive: Mi
hai beccato!=P No, non sono mie... Le ho "prese in prestito" da una
bellissima canzone che ho ascoltato tante e tante volte, negli ultimi mesi... }
Peggy sussultò,
rischiando perfino di far cadere il mouse a terra. Non era una canzone... Era la sua
canzone.
Ebbe per un attimo la
fugace visione di lui, con i meravigliosi occhi scuri che lei gli aveva sempre
attribuito nella sua immaginazione, nascosto in mezzo alla marea umana, durante
i suoi concerti...
Era così vicino e lei non l'aveva mai
saputo?
O, magari, lo era
perfino di più...
{ GoodGirl Scrive: Una
canzone?
DreamBoy scrive: Sì.
Ha un gran bel testo e ottima melodia... }
Improvvisamente, una
voce a lei fin troppo nota prese ad intonarne il ritornello... Proprio lì, in
quella hall di albergo e in maniera del tutto surreale.
Si voltò lentamente,
trovandosi davanti l'inconfondibile capigliatura piastrata e le spalle di Shane
Gray, che era seduto al computer dietro il suo.
Non si era nemmeno
resa conto che, invece di salire alle camere, l'aveva seguita...
- You gotta scream
until there's nothing left, with your last breath: so here I am. Here I am. Make 'em
listen. Cause there's no way you'll... - Si bloccò, forse sentendosi osservato,
e si voltò, facendo girare la sedia mobile su se stessa.
Quando incontrò gli
occhi di Peggy e, successivamente, riuscì ad intravedere lo schermo alle sue
spalle, la sua espressione si tinse di indescrivibile sorpresa... Tornò a
guardarla, mentre le guance di lei si andavano tingendo di un intenso color
vermiglio.
- Sei... Sei tu? - Le
chiese, senza smettere di fissarla negli occhi. - GoodGirl... Sei tu? - Lei non
rispose, interruppe bruscamente il contatto visivo e schizzò via, in direzione
dell'ascensore.
- ASPETTA! - Le urlò
Shane, attirando su di sè l'attenzione di tutto l'albergo, prima di saltare in
piedi e correrle dietro.
Si fermarono davanti
al banco della reception, quando lui riuscì ad avvicinarsi abbastanza per
afferrarle il polso.
- Peggy... Aspetta...
- Sussurrò, cercando di riprendere fiato. Lei si voltò di scatto, con le
lacrime che spingevano per essere lasciate libere di uscire.
Non si era mai
vergognata tanto in vita sua... Le tornarono alla mente tutte le cose che gli
aveva detto, tutte le mail disperate spedite negli ultimi tre mesi... Le
confessioni più personali... Tutto.
- Lasciami! Io... - Abbassò lo sguardo, prendendo un respiro
profondo. - Non immagini quanto mi senta in imbarazzo in questo momento. Non
avrei mai... Io... Non avrei dovuto dirti tutte quelle cose. Dimenticale, Shane.
-
- Perchè dovrei? -
Ribattè, in tono piccato. Peggy tornò a guardarlo, senza riuscire a trovare le
parole per rispondergli. - In questi tre mesi, parlare con te, conoscerti, è
stata la cosa più bella che mi sia successa... Non avevo mai incontrato nessuno
che mi capisse, come hai fatto tu. - Sorrise, prendendole anche l'altra mano. -
Credo proprio che tu mi piaccia, Peggy... Anzi, Margaret.
Peggy rimase immobile,
incastrata nello sguardo vivo e bruciante di lui, con il cuore che le
martellava furiosamente nel petto.
Non poteva credere che
Shane Gray, il famoso Shane Gray,
stesse dicendo quelle cose proprio a lei... Erano stati fianco a fianco sul
palcoscenico mille e mille volte, ma non l'aveva mai guardata così.
- E Mitchie? - Le
sfuggì, in un sussurro. Shane sorrise, scuotendo amaramente la testa.
- Mitchie è... storia
passata. - Concluse, avvicinandosi di un passo. - Credevo fosse la voce che
cercavo. Credevo di averne bisogno... e di non riuscire ad essere me stesso,
senza di lei, ma tu mi hai aiutato a capire che non è così. - Si avvicinò di
nuovo e, questa volta, al punto che le punte delle loro scarpe si sfioravano.
- Cause there's no way you'll be ignored. Not anymore... So Here I am. Here I am... -
Continuò a cantare, chinandosi verso di lei e lasciando che il suo tono di voce
si abbassasse man mano che la distanza tra i loro volti si azzerava. - Here...
I... am. - Stava per baciarla, quando Peggy si tirò indietro e prese a
guardarsi intorno ridacchiando.
- Ci... stanno
fissando. - Shane la imitò, accorgendosi solo in quel momento di tutti gli
sguardi puntati su di loro, in piedi praticamente in mezzo alla hall...
Dall'addetto alla
reception agli ospiti, dai facchini all'uscere fermo davanti all'ascensore. Tutti
li osservavano con aria profondamente sognante.
Una cameriera
grassottella estrasse un fazzoletto ricamato dalla tasca della divisa e si
soffiò il naso, lasciandosi sfuggire un singhiozzo commosso.
- Com'è romantico... -
Spernacchiò.
Shane si lasciò
sfuggire una risatina, sorridendo praticamente contro le labbra di Peggy.
- Sai... - Le
sussurrò. - A questo punto credo che dovremmo andare fino in fondo, anche solo
per non scontentarli. -
Non gli rispose
nemmeno. Semplicemente si alzò in punta di piedi, stampandogli un bacio sulla
bocca. Alle loro spalle si sollevò un vero e proprio coro di fischi e perfino
qualche applauso.
Poi un trillo
inconfondibile.
Peggy sorrise
raggiante a Shane che aveva negli occhi il più dolce degli sguardi.
Ehi, c'è posta per te...