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Autore: civia93    13/11/2008    4 recensioni
Ciao! Questa è la mia prima fanfiction!
Allora, dopo Breaking Dawn sono passati 15 anni, e i nostri eroi continuano a vivere sempre nello stesso posto, evitando di frequentare Forks.
La piccola Nessie è cresciuta ormai, e nonostante si possa tranquillamente definire una donna, preferisce comportarsi da adolescente di 15 anni.
E io qui vi propongo un po' di avventure riguardo proprio la vita di Nessie, che si ritrova a fare i conti con una famiglia di vampiri, un fidanzato licantropo e le classiche cose di un'adolescente di 15 anni.
1° ciclo "Inizio nella nuova scuola": [concluso]
2° ciclo "Vampiro ad Halloween": [concluso]
3° ciclo "Impriting sbagliato": [concluso]
4° ciclo "Christmas time": [concluso]
5° ciclo "Gita in Italia": [concluso]
6° ciclo "Soggiorno dai Volturi": [concluso]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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3 puntata modificata

Ecco qui un'altra puntata... scusate se ci metto tempo a postare, ma sto elaborando altre due ff, e insieme alla scuola non mi rimane molto tempo....

 

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3. Liquido verde

Quando mi svegliai la mattina del secondo giorno, l’ansia non c’era più. C’era solo il desiderio di rovinare la vita a Aisha. Non so spiegare bene la causa scatenante, ma so che adesso avevo un motivo in più per tornare a scuola. E poi c’erano anche Sarah e Alex, che già a prima vista mi sono sembrate delle ragazze in gamba.

Mi alzai, mi vestii e andai in cucina per fare colazione, ma trovai solo un biglietto. Era di mamma.

Siamo da Carlisle e Esme. Raggiungici là.

E così uscii fuori da casa e corsi verso casa Cullen. Correre di prima mattina fa bene. Non è che io corressi ad una velocità pari a quella di un normale vampiro, ma ero di gran lunga molto più veloce di un normale umano. Insomma, una via di mezzo!

Lì, trovai solo mia madre, intenta a guardare distrattamente la televisione; le mie zie, che stavano parlottando tra di loro; e mia nonna, che mi stava preparando la colazione.

-Buongiorno a tutte!- salutai.

-Buongiorno, tesoro- disse mia madre.

-‘Giorno Nessie!- gridò mia nonna dalla cucina.

Zia Alice mi rivolse un sorriso smagliante, mentre zia Rose….

-Buongiorno piccolo mostriciattolo!- e mi baciò su una guancia -Come stai? Dormito bene? Scommetto che hai fame, vero? Ora la zia ti porta la colazione. Vai a sederti, che tra due secondi torno con una colazione super!- e mostrò il suo sorriso più smagliante. Poi si avviò verso la cucina.

Rimasi impietrita ancora per un po’: odiavo quando mia zia Rosalie faceva così. Era invadente e appiccicosa, e io non la sopportavo.

-Abbia pazienza, Nessie- disse zia Alice –lo sai come è fatta Rose quando si parla di te.

-Si lo so,- risposi –ma mi mette in imbarazzo!

-Coraggio Renesmee,- continuò mia madre –non pensarci.

In quel momento arrivò la zia con un vassoio colmo di roba, di cui mangiai ben poco. Mentre mangiavo mi accorsi di una cosa: -Dove sono gli altri?

-Sono partiti questa notte,- rispose con noncuranza zia Alice –e sono andati a caccia. Torneranno questo pomeriggio.

-Oggi ti porto io a scuola- disse mia madre.

Il fatto di andare a scuola sulla Ferrari di mia madre risollevò un po’ il mio umore: avrei voluto anch’io andare a caccia. L’ultima volta è stata quasi due settimane fa!

Finii di mangiare, salutai tutte e poi io e Bella andammo verso la Ferrari. Rispetto a papà, la mamma non andava molto veloce, nel senso che non superava i 150 km/h.

Arrivati davanti la scuola, mi accorsi che non c’era molta gente. Guardai l’orologio e mi resi conto che era ancora presto. Salutai mia madre, che mia augurò un’ottima giornata, e mi diressi verso la scuola.

-Nessie!

Mi voltai e vidi Sarah correre verso di me.

-Ciao Sarah! Come mai così mattiniera?

-La mattina mi sveglio sempre presto, perché devo preparare la colazione a mio padre e a mio fratello. Sai mia madre è morta tempo fa.

-Ah- la notizia mi colse impreparata. Restai zitta, perché non sapevo che dire. Ma fu lei ad iniziare a parlare, dei compiti, della scuola, di Aisha… Quel nome destò in me un’ondata di repulsione, che divenne eccitazione pensando a come potevo iniziare a rovinarle la vita.

Perdemmo la cognizione del tempo, finché non vedemmo Alex, che come al solito, mi spiegò Sarah, era in ritardo. E di conseguenza anche noi.

La mattinata trascorse tranquillamente, e notai con mia grande delusione che l’unico corso che seguivamo insieme sia io che Aisha era scienze, e quindi dovevo aspettare ancora un po’ per avere un altro scontro diretto.

Ma stranamente, a pranzo, il suo tavolo era vuoto. La cosa mi insospettì.

 -Ragazze,- chiesi –come mai il tavolo di Aisha è vuoto? Hanno deciso di non venire oggi?

Sarah e Alex si voltarono verso il tavolo vuoto, poi fu Alex a parlare –Non penso. Stamattina, Aisha, Terry e altre due stavano nel mio corso di arte. Probabilmente stanno mangiando fuori.

-Cosa?- chiesi –Come?

-A volte, quando il cibo della mensa non le piace molto, ordina qualcosa per telefono,- spiegò Sarah –e quindi si mettono tutte fuori a mangiare cibo cinese o pizza italiana.

Gusti raffinati la ragazza!

 

Quando suonò la campanella, io e Alex ci dirigemmo verso la classe di scienze. L’unico corso insieme ad Aisha.

Arrivate in classe, non c’era ne Aisha, ne le altre due. La cosa si faceva più strana, e io iniziavo a sospettare qualcosa. Alex diceva che forse avevano fatto tardi dopo aver mangiato fuori, ma i miei sensi da vampira mi dicevano che non era così normale.

Il prof. Right entrò in classe, e iniziò a parlare quando la porta si aprì.

-Ci scusi professor Right, abbiamo perso la cognizione del tempo- erano Aisha, Terry e Ashley.

Il professore le guardò male, e le fece segno di andare a sedersi.

Nei loro sguardi c’era qualcosa che non andava. Come vorrei leggere nel pensiero come qualcuno di mia conoscenza!

La cosa più anormale di tutte, fu quella che Aisha, appena seduta, si girò verso di me e mi sorrise.

E la cosa continuò per tutta la lezione: appena mi giravo verso lei, ecco un sorriso a trentadue denti. Ma la cosa che mi spaventò più di tutti fu quando alla fine della lezione, Terry e Ashley se ne andarono, mentre Aisha venne verso di te, sempre con quel sorriso che iniziava a darmi sui nervi.

-Scusami,- iniziò lei –posso parlarti un attimo?

La voce era tutta dolce e miele, e il suo sguardo tradiva qualcosa, ma non riuscivo a capire bene cosa. Così decisi di sentire cosa aveva da dirmi. –Spara!

-Ci ho pensato su, e credo che abbiamo iniziato col piede sbagliato. Insomma, sei appena arrivata, devi ancora ambientarti, e io mi sono lasciata un po’ prendere la mano.

Non capivo. –Cosa stai cercando di dire?

-Che è meglio mettere una pietra sopra quello che è successo ieri. Ti va se ricominciamo daccapo?- e mi porse la mano proprio come ieri.

Se la rifiutavo, sarebbe stato proprio come ieri, una dichiarazione di guerra, ma non volevo accettare di diventare amica sua! Rifletti. Se diventi sua amica sarà più semplice rovinarle la vita. L’idea era allettante.

-Si. Va bene- e le strinsi la mano. Alex mi guardò sbigottita. Aisha era felicissima.

-Evviva! Vieni Nessie, ti accompagno alla prossima lezione- e mi prese sottobraccio, portandomi alla porta. Stranamente era chiusa.

-Dopo di te- e mi indicò la porta con un gesto.

Che stupida che sei Aisha. Ma aperta la porta mi resi conto che la stupida ero io.

 

L’aula di punizione era vuota. C’ero soltanto io e un’insegnante annoiata da morire, che stava leggendo un romanzo rosa e mordicchiando una mela. Sbuffai esasperata. Ma è mai possibile che io sia l’unica ad essere stata punita in questa scuola!?! Anche se poi quella che dovevo essere punita non ero certo io.

Appena aperta la porta di scienze, su di me si era riversato un liquido viscido, verde, che aveva un odore disgustoso. Le mie urla avevano fatto girare tutti gli studenti del corridoio, che inevitabilmente si erano messi a ridere. Ma il rumore più fastidioso fu quello della voce di Aisha. –Signore e signori, ecco a voi Nessie! Il vero mostro di Loch Ness!- e questo proclama aveva provocato altre risate, applausi e anche scatti fotografici o riprese video. Aisha rideva più forte di tutti. –Credevi sul serio che sarei diventata tua amica? Ma per favore!

Quando cacciavo con Edward o Emmett, mi abbandonavo completamente ai miei pochi ma sviluppati sensi da vampira, in modo tale da essere più letale possibile. A parte cacciare, non mi era mai capitato di abbandonarmi completamente ai sensi da vampira, ma stavolta fu così. Secondo me fu la tremenda ira che provavo verso Aisha, che mi portò ad attaccarla come avrei fatto contro un cervo o un alce. Sta di fatto che la attaccai con una tale forza, che ci vollero due ragazzi dell’ultimo anno a staccarmi da lei. Sfortunatamente, non le feci niente, ma si finse ferita davanti ad un professore che aveva assistito al mio attacco, e che poi mi aveva messa in punizione.

Ed eccomi lì, in quell’aula vuota. Prima di tutto, senza farmi vedere dall’insegnante, avevo mandato un sms a Jacob, dicendogli di venirmi a prendere un’ora dopo. Poi avevo iniziato a fare i compiti, che però finii in pochi minuti. E così dedicai il resto dell’ora a disegnare sul mio quaderno i tanti modi per uccidere Aisha.

In quel momento la stavo disegnando impiccata, ma era meglio strangolata. Spostai una ciocca ribelle dietro l’orecchio, e per poco non mi veniva la nausea: quel liquido schifoso puzzava enormemente! Grazie al cielo, Sarah e Alex erano riuscite a convincere il professor Clift (quello che mi aveva messo in punizione, educazione civica) di mandarmi a fare una doccia e di indossare degli abiti puliti prima di andare in punizione. Entrambe mi accompagnarono il palestra, verso le docce, rimproverandomi di essere cascata in un tranello di Aisha, e di averle premesso di rovinarmi la reputazione. Purtroppo anche dopo la doccia, i miei capelli puzzavano come non mai. Ma fortunatamente non fui costretta a rimettermi i miei vestiti, ma presi in prestito la tuta di Alex, che aveva la mia misura.

Sei stata una cretina! Me lo ero ripetuta per tutta la mia permanenza in quell’aula. L’avevo subito intuito che c’era qualcosa che non va, eppure ero caduta nella sua trappola. Come vampiro fai proprio schifo! Anche se solo per metà! Ma ora, quello che bisognava fare era trovare un modo per farla pagare ad Aisha.

La  mia prigionia finì, e all’uscita non c’era nessuno. Tranne un ragazzo appoggiato ad una moto nera.

-Nessie!- mi chiamò Jacob, agitando una mano. L’espressione tradì che era felice di vedermi, e probabilmente lo sarei stata anche io, se non fossi stata ancora arrabbiata.

Andai verso di lui, che mi salutò abbracciandomi e baciandomi. Ma dopo un po’ si ritrasse, disgustato.

-Caspita Nessie, puzzi più del solito.

Per i licantropi i vampiri hanno un odore sgradevole, e viceversa. Io ne ho solo un po’ di quell’odore, ma abbastanza perche Jacob se ne accorga.

Grugnii ancora più arrabbiata e gli mostrai tutto quello che era successo, dalla proposta di Aisha al liquido verde, dal mio attacco alla punizione.

Con mia grande sorpresa, scoppiò a ridere.

-Si può sapere che cosa ci trovi di divertente?- stavo per infuriarmi anche con lui.

-È divertente il fatto che tu ci sia cascata. E…- non voleva continuare.

-E…???

-…è troppo divertente che tu sia finita sotto un liquido verde puzzolente!- e rise di nuovo.

Ero furiosa. Avrei voluto attaccare anche lui, ma era più forte di me. Gli voltai le spalle e me andai via. Ma mi riprese per un braccio.

-Dove credi di andare?- mi chiese, stringendomi sul suo petto.

-A casa- risposi senza guardarlo in faccia.

-A piedi?- chiese scettico.

-Di corsa. Sono abbastanza veloce e carica per arrivare a casa Cullen.

Cercai di divincolarmi dalla sua presa, ma non ce la facevo. Allora lo guardai male: lui continuava a guardarmi con sarcasmo.

-Lasciami andare Jacob.

-Perché fai così, Nessie?

-Perché mi hai offeso! E mi hai reso ridicola!

-Mai come oggi!- e riprese a ridere.

-Ma che razza di fidanzato dovresti essere tu? Dovresti consolarmi e tirarmi su di morale, e invece mi deridi anche tu. Ecco perché Bella ti ha lasciato per Edward.

L’espressione passò dal divertito all’infuriato. In quel momento ci guardavamo in cagnesco. Poi la sua espressione si addolcì.

-Sono contento che l’abbia fatto- iniziò lui –altrimenti tu non esisteresti.

Alzai gli occhi al cielo. Mi piaceva quando diceva così, ma ero troppo nervosa per apprezzarlo.

Continuò –Mi dispiace di averti derisa. Pensavo che ormai ci ridevi su anche tu. Ma a quanto pare sbagliavo. Mi perdoni?

Io continuavo a guardarlo male.

-Avanti Nessie, che devo fare per farmi perdonare? Mettermi in ginocchio?

Mi scappò una risata.

-Questo vuol dire che mi hai perdonato?- sfoggiò un sorriso.

Gli sorrisi e poi lo baciai. –Mi spieghi come faccio ad arrabbiarmi con te?- gli chiesi divertita.

Jake scoppiò in una fragorosa risata e mi baciò ancora. Poi salimmo entrambi sulla moto.

-Allora dove ti va di andare? Alla spiaggia o andiamo a incontrare gli altri?- chiese mentre accendeva la moto.

-Per me è uguale, ma prima vorrei passare a salutare Claire. Anche se probabilmente già sa della mia ultima performance.

Jake trattenne a stento una risata, e poi partì con la moto.

 

 

   
 
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