Ecco qui un'altra puntata... scusate se ci metto tempo a postare, ma sto elaborando altre due ff, e insieme alla scuola non mi rimane molto tempo....
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3. Liquido verde
Quando
mi svegliai la mattina del secondo giorno, l’ansia non
c’era più. C’era solo il desiderio di
rovinare la vita a Aisha. Non so spiegare bene la causa scatenante, ma
so che adesso avevo un motivo in più per tornare a scuola. E
poi c’erano anche Sarah e Alex, che già a prima
vista mi sono sembrate delle ragazze in gamba.
Mi
alzai, mi vestii e andai in cucina per fare colazione, ma trovai solo
un biglietto. Era di mamma.
Siamo
da Carlisle e Esme. Raggiungici là.
E
così uscii fuori da casa e corsi verso casa Cullen. Correre
di prima mattina fa bene. Non è che io corressi
ad una velocità pari a quella di un normale vampiro, ma ero
di gran lunga molto più veloce di un normale umano. Insomma,
una via di mezzo!
Lì,
trovai solo mia madre, intenta a guardare distrattamente la
televisione; le mie zie, che stavano parlottando tra di loro; e mia
nonna, che mi stava preparando la colazione.
-Buongiorno
a tutte!- salutai.
-Buongiorno,
tesoro- disse mia madre.
-‘Giorno
Nessie!- gridò mia nonna dalla cucina.
Zia
Alice mi rivolse un sorriso smagliante, mentre zia Rose….
-Buongiorno
piccolo mostriciattolo!- e mi baciò su una guancia -Come
stai? Dormito bene? Scommetto che hai fame, vero? Ora la zia ti porta
la colazione. Vai a sederti, che tra due secondi torno con una
colazione super!- e mostrò il suo sorriso più
smagliante. Poi si avviò verso la cucina.
Rimasi
impietrita ancora per un po’: odiavo quando mia zia Rosalie
faceva così. Era invadente e appiccicosa, e io non la
sopportavo.
-Abbia
pazienza, Nessie- disse zia Alice –lo sai come è
fatta Rose quando si parla di te.
-Si
lo so,- risposi –ma mi mette in imbarazzo!
-Coraggio
Renesmee,- continuò mia madre –non pensarci.
In
quel momento arrivò la zia con un vassoio colmo di roba, di
cui mangiai ben poco. Mentre mangiavo mi accorsi di una cosa: -Dove
sono gli altri?
-Sono
partiti questa notte,- rispose con noncuranza zia Alice –e
sono andati a caccia. Torneranno questo pomeriggio.
-Oggi
ti porto io a scuola- disse mia madre.
Il
fatto di andare a scuola sulla Ferrari di mia madre
risollevò un po’ il mio umore: avrei voluto
anch’io andare a caccia. L’ultima volta
è stata quasi due settimane fa!
Finii
di mangiare, salutai tutte e poi io e Bella andammo verso la Ferrari.
Rispetto a papà, la mamma non andava molto veloce, nel senso
che non superava i 150 km/h.
Arrivati
davanti la scuola, mi accorsi che non c’era molta gente.
Guardai l’orologio e mi resi conto che era ancora presto.
Salutai mia madre, che mia augurò un’ottima
giornata, e mi diressi verso la scuola.
-Nessie!
Mi
voltai e vidi Sarah correre verso di me.
-Ciao
Sarah! Come mai così mattiniera?
-La
mattina mi sveglio sempre presto, perché devo preparare la
colazione a mio padre e a mio fratello. Sai mia madre è
morta tempo fa.
-Ah-
la notizia mi colse impreparata. Restai zitta, perché non
sapevo che dire. Ma fu lei ad iniziare a parlare, dei compiti, della
scuola, di Aisha… Quel nome destò in me
un’ondata di repulsione, che divenne eccitazione pensando a
come potevo iniziare a rovinarle la vita.
Perdemmo
la cognizione del tempo, finché non vedemmo Alex, che come
al solito, mi spiegò Sarah, era in ritardo. E di conseguenza
anche noi.
La
mattinata trascorse tranquillamente, e notai con mia grande delusione
che l’unico corso che seguivamo insieme sia io che Aisha era
scienze, e quindi dovevo aspettare ancora un po’ per avere un
altro scontro diretto.
Ma
stranamente, a pranzo, il suo tavolo era vuoto. La cosa mi
insospettì.
-Ragazze,-
chiesi –come mai il tavolo di Aisha è vuoto? Hanno
deciso di non venire oggi?
Sarah
e Alex si voltarono verso il tavolo vuoto, poi fu Alex a parlare
–Non penso. Stamattina, Aisha, Terry e altre due stavano nel
mio corso di arte. Probabilmente stanno mangiando fuori.
-Cosa?-
chiesi –Come?
-A
volte, quando il cibo della mensa non le piace molto, ordina qualcosa
per telefono,- spiegò Sarah –e quindi si mettono
tutte fuori a mangiare cibo cinese o pizza italiana.
Gusti
raffinati la ragazza!
Quando
suonò la campanella, io e Alex ci dirigemmo verso la classe
di scienze. L’unico corso insieme ad Aisha.
Arrivate
in classe, non c’era ne Aisha, ne le altre due. La cosa si
faceva più strana, e io iniziavo a sospettare qualcosa. Alex
diceva che forse avevano fatto tardi dopo aver mangiato fuori, ma i
miei sensi da vampira mi dicevano che non era così normale.
Il
prof. Right entrò in classe, e iniziò a parlare
quando la porta si aprì.
-Ci
scusi professor Right, abbiamo perso la cognizione del tempo- erano
Aisha, Terry e Ashley.
Il
professore le guardò male, e le fece segno di andare a
sedersi.
Nei
loro sguardi c’era qualcosa che non andava. Come
vorrei leggere nel pensiero come qualcuno di mia conoscenza!
La
cosa più anormale di tutte, fu quella che Aisha, appena
seduta, si girò verso di me e mi sorrise.
E
la cosa continuò per tutta la lezione: appena mi giravo
verso lei, ecco un sorriso a trentadue denti. Ma la cosa che mi
spaventò più di tutti fu quando alla fine della
lezione, Terry e Ashley se ne andarono, mentre Aisha venne verso di te,
sempre con quel sorriso che iniziava a darmi sui nervi.
-Scusami,-
iniziò lei –posso parlarti un attimo?
La
voce era tutta dolce e miele, e il suo sguardo tradiva qualcosa, ma non
riuscivo a capire bene cosa. Così decisi di sentire cosa
aveva da dirmi. –Spara!
-Ci
ho pensato su, e credo che abbiamo iniziato col piede sbagliato.
Insomma, sei appena arrivata, devi ancora ambientarti, e io mi sono
lasciata un po’ prendere la mano.
Non
capivo. –Cosa stai cercando di dire?
-Che
è meglio mettere una pietra sopra quello che è
successo ieri. Ti va se ricominciamo daccapo?- e mi porse la mano
proprio come ieri.
Se
la rifiutavo, sarebbe stato proprio come ieri, una dichiarazione di
guerra, ma non volevo accettare di diventare amica sua! Rifletti.
Se diventi sua amica sarà più semplice rovinarle
la vita. L’idea era allettante.
-Si.
Va bene- e le strinsi la mano. Alex mi guardò sbigottita.
Aisha era felicissima.
-Evviva!
Vieni Nessie, ti accompagno alla prossima lezione- e mi prese
sottobraccio, portandomi alla porta. Stranamente era chiusa.
-Dopo
di te- e mi indicò la porta con un gesto.
Che
stupida che sei Aisha. Ma aperta la porta mi resi conto che
la stupida ero io.
L’aula
di punizione era vuota. C’ero soltanto io e
un’insegnante annoiata da morire, che stava leggendo un
romanzo rosa e mordicchiando una mela. Sbuffai esasperata. Ma
è mai possibile che io sia l’unica ad essere stata
punita in questa scuola!?! Anche se poi quella che dovevo
essere punita non ero certo io.
Appena
aperta la porta di scienze, su di me si era riversato un liquido
viscido, verde, che aveva un odore disgustoso. Le mie urla avevano
fatto girare tutti gli studenti del corridoio, che inevitabilmente si
erano messi a ridere. Ma il rumore più fastidioso fu quello
della voce di Aisha. –Signore e signori, ecco a voi Nessie!
Il vero mostro di Loch Ness!- e questo proclama aveva provocato altre
risate, applausi e anche scatti fotografici o riprese video. Aisha
rideva più forte di tutti. –Credevi sul serio che
sarei diventata tua amica? Ma per favore!
Quando
cacciavo con Edward o Emmett, mi abbandonavo completamente ai miei
pochi ma sviluppati sensi da vampira, in modo tale da essere
più letale possibile. A parte cacciare, non mi era mai
capitato di abbandonarmi completamente ai sensi da vampira, ma stavolta
fu così. Secondo me fu la tremenda ira che provavo verso
Aisha, che mi portò ad attaccarla come avrei fatto contro un
cervo o un alce. Sta di fatto che la attaccai con una tale forza, che
ci vollero due ragazzi dell’ultimo anno a staccarmi da lei.
Sfortunatamente, non le feci niente, ma si finse ferita davanti ad un
professore che aveva assistito al mio attacco, e che poi mi aveva messa
in punizione.
Ed
eccomi lì, in quell’aula vuota. Prima di tutto,
senza farmi vedere dall’insegnante, avevo mandato un sms a
Jacob, dicendogli di venirmi a prendere un’ora dopo. Poi
avevo iniziato a fare i compiti, che però finii in pochi
minuti. E così dedicai il resto dell’ora a
disegnare sul mio quaderno i tanti modi per uccidere Aisha.
In
quel momento la stavo disegnando impiccata, ma era meglio strangolata.
Spostai una ciocca ribelle dietro l’orecchio, e per poco non
mi veniva la nausea: quel liquido schifoso puzzava enormemente! Grazie
al cielo, Sarah e Alex erano riuscite a convincere il professor Clift
(quello che mi aveva messo in punizione, educazione civica) di mandarmi
a fare una doccia e di indossare degli abiti puliti prima di andare in
punizione. Entrambe mi accompagnarono il palestra, verso le docce,
rimproverandomi di essere cascata in un tranello di Aisha, e di averle
premesso di rovinarmi la reputazione. Purtroppo anche dopo la doccia, i
miei capelli puzzavano come non mai. Ma fortunatamente non fui
costretta a rimettermi i miei vestiti, ma presi in prestito la tuta di
Alex, che aveva la mia misura.
Sei
stata una cretina! Me lo ero ripetuta per tutta la mia
permanenza in quell’aula. L’avevo subito intuito
che c’era qualcosa che non va, eppure ero caduta nella sua
trappola. Come vampiro fai proprio schifo! Anche se solo per
metà! Ma ora, quello che bisognava fare era
trovare un modo per farla pagare ad Aisha.
La
mia prigionia finì, e all’uscita non
c’era nessuno. Tranne un ragazzo appoggiato ad una moto nera.
-Nessie!-
mi chiamò Jacob, agitando una mano. L’espressione
tradì che era felice di vedermi, e probabilmente lo sarei
stata anche io, se non fossi stata ancora arrabbiata.
Andai
verso di lui, che mi salutò abbracciandomi e baciandomi. Ma
dopo un po’ si ritrasse, disgustato.
-Caspita
Nessie, puzzi più del solito.
Per
i licantropi i vampiri hanno un odore sgradevole, e viceversa. Io ne ho
solo un po’ di quell’odore, ma abbastanza perche
Jacob se ne accorga.
Grugnii
ancora più arrabbiata e gli mostrai tutto quello che era
successo, dalla proposta di Aisha al liquido verde, dal mio attacco
alla punizione.
Con
mia grande sorpresa, scoppiò a ridere.
-Si
può sapere che cosa ci trovi di divertente?- stavo per
infuriarmi anche con lui.
-È
divertente il fatto che tu ci sia cascata. E…- non voleva
continuare.
-E…???
-…è
troppo divertente che tu sia finita sotto un liquido verde puzzolente!-
e rise di nuovo.
Ero
furiosa. Avrei voluto attaccare anche lui, ma era più forte
di me. Gli voltai le spalle e me andai via. Ma mi riprese per un
braccio.
-Dove
credi di andare?- mi chiese, stringendomi sul suo petto.
-A
casa- risposi senza guardarlo in faccia.
-A
piedi?- chiese scettico.
-Di
corsa. Sono abbastanza veloce e carica per arrivare a casa Cullen.
Cercai
di divincolarmi dalla sua presa, ma non ce la facevo. Allora lo guardai
male: lui continuava a guardarmi con sarcasmo.
-Lasciami
andare Jacob.
-Perché
fai così, Nessie?
-Perché
mi hai offeso! E mi hai reso ridicola!
-Mai
come oggi!- e riprese a ridere.
-Ma
che razza di fidanzato dovresti essere tu? Dovresti consolarmi e
tirarmi su di morale, e invece mi deridi anche tu. Ecco
perché Bella ti ha lasciato per Edward.
L’espressione
passò dal divertito all’infuriato. In quel momento
ci guardavamo in cagnesco. Poi la sua espressione si addolcì.
-Sono
contento che l’abbia fatto- iniziò lui
–altrimenti tu non esisteresti.
Alzai
gli occhi al cielo. Mi piaceva quando diceva così, ma ero
troppo nervosa per apprezzarlo.
Continuò
–Mi dispiace di averti derisa. Pensavo che ormai ci ridevi su
anche tu. Ma a quanto pare sbagliavo. Mi perdoni?
Io
continuavo a guardarlo male.
-Avanti
Nessie, che devo fare per farmi perdonare? Mettermi in ginocchio?
Mi
scappò una risata.
-Questo
vuol dire che mi hai perdonato?- sfoggiò un sorriso.
Gli
sorrisi e poi lo baciai. –Mi spieghi come faccio ad
arrabbiarmi con te?- gli chiesi divertita.
Jake
scoppiò in una fragorosa risata e mi baciò
ancora. Poi salimmo entrambi sulla moto.
-Allora
dove ti va di andare? Alla spiaggia o andiamo a incontrare gli altri?-
chiese mentre accendeva la moto.
-Per
me è uguale, ma prima vorrei passare a salutare Claire.
Anche se probabilmente già sa della mia ultima performance.
Jake trattenne a stento una risata, e poi partì con la moto.