Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Daisy Pearl    01/01/2015    0 recensioni
Finì di parlare e ansimò brevemente, come se avesse fatto una corsa infinita, lo sentii andare avanti e indietro e in qualche modo riuscii a immaginarmelo. Aveva un lungo abito bianco che si adagiava sul pavimento in pietra. La veste ondeggiava con eleganza e sembrava brillare di luce propria. Le lunghe ali erano spalancate sulle sue spalle, candide come il vestito e, a completarne la figura c’erano i classici boccoli oro che gli ricadevano sulle spalle con gentilezza. Potevo quasi vedere gli occhi azzurri come il cielo fissarmi attendendo che fossi in grado di alzarmi, in quel modo mi avrebbe potuta portare dove dovevo stare.
Mi avrebbe portata all’inferno.
- Questa è la storia di Mar e di Dave. Una storia di magia, tradimenti, colpi di scena, pazza, lucidità, amore. Bene e male si intrecciano in continuazione fondendosi in alcuni punti per poi separarsi. Il confine tra bianco e nero non è mai stato così invisibile.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 29



Camminammo con calma per i corridoi dell’edificio senza proferir parola. Puntavamo ad allontanarci dalla biblioteca il più possibile. Capivo di aver fatto un enorme errore toccando la statua di Myria, ma se non l’avessi fatto non avrei udito quello che aveva da dirmi. Era stato necessario. Sapevo come far funzionare l’amplificatore e sapevo che quello poteva essere l’unico modo per comunicare con Dave, per fargli sapere che ero viva e che doveva continuare a lottare. Eppure non riuscivo a togliermi dalla mente il suo avvertimento. Secondo lei l’amplificatore gli avrebbe la mia posizione e lui sarebbe venuto a cercarmi per uccidermi una seconda volta. La mia mente cercava di ignorare quelle parole eppure sapevo di non poter rischiare. Se Dave mi avesse trovata prima che io avessi trovato un modo per controllarlo o ancor meglio, di salvarlo, allora sarei definitivamente morta e, a quel punto, non sarei stata utile a nessuno.
Giungemmo in un corridoio stranamente affollato e fummo costretti a rallentare ulteriormente il passo. Decine di agenti camminavano svelti da una stanza all’altra. Qualche voce riusciva a sentirsi al di sopra del brusio. Si trattava di ordini.
“E’ per l’allarme in biblioteca?” domandai a Cyfer mentre lo stomaco si contraeva a causa della preoccupazione.
Cyfer scrutò i colleghi per qualche secondo in silenzio prima di rispondere.
“Non può essere solo quello!” sussurrò più a se stesso che a me.
Aumentò il passo e si buttò tra la folla mentre io cercavo di seguirlo.
“Agente Longboom!” chiamò. Solo allora notai i capelli rossi e corti del segugio e capii che Cyfer si era diretto direttamente verso di lei.
“Cyfer! Dove ti eri cacciato?” la donna socchiuse gli occhi con fare sospetto “Sei sparito da ore, tu e…” posò gli occhi chiari su di me per un lungo istante come se stesse cercando la parola giusta con la quale definirmi “La signorina Jones!” decise infine.
“Facevo vedere a Mar l’edificio!” rispose prontamente lui con voce sicura.
Samantha fece un sorriso sarcastico.
“Far ambientare il nemico nella sua prigione, fargliela conoscere! Non sono sicura di aver avuto i tuoi stessi insegnamenti all’addestramento!” concluse con scetticismo e aria di superiorità.
“Per il momento lei è un’alleata, mi comporto con lei come tale!”
Samantha posò nuovamente lo sguardo su di me “Per il momento…” precisò.
“Che succede?” chiese Cyfer ignorandola.
“Stiamo preparando una spedizione in cui tu non sei coinvolto, quindi si tratta di informazioni riservate!”
Samantha gli voltò le spalle e allungò un braccio per afferrare la maniglia di una porta lì vicino. Cyfer la bloccò circondandole il polso con una mano. Lei si voltò di scatto, i muscoli contratti e lo sguardo di fuoco, prima di calmarsi vedendo che nessuno la stava aggredendo. Doveva essere un riflesso incondizionato di una persona abituata a difendersi in ogni occasione.
“Che spedizione?” il tono di voce di Cyfer non ammetteva repliche. Era riemerso il leader che era in lui e non potevo non ritenermi fortunata nel sapere di avere come mio alleato una persona di un grado così elevato all’interno dell’associazione.
“Lasciami andare Cyfer!” Samantha mosse abilmente il braccio e si liberò dalla presa di Cyfer. Gli diede le spalle lanciandogli un’ultima occhiata minacciosa e oltrepassò la porta. Cyfer la seguì rapidamente ed io entrai subito dopo di lui.
“Agente Longboom!” un uomo sulla quarantina si avvicinò a noi col fiato corto “E’ tutto confermato, le coordinate, gli orari. Se la squadra viene mandata adesso arriverà in tempo!”
Samantha strinse la mascella.
“Bene! Preparate gli elicotteri!”  ordinò.
“Ommiodio!” capii improvvisamente. Samantha si voltò verso di me. Incontrai i suoi occhi e li incatenai ai miei come da sempre avevo saputo fare. “L’avete trovato!” la mia voce era appena un sussurro.
Samantha spalancò gli occhi incapace di nascondere la sorpresa.
Cyfer digrignò i denti. “E’ quello che sospettavo!” disse prima si superare a grandi passi Samantha e dirigersi verso l’uomo che le aveva dato quelle informazioni.
“Avete trovato Dave!” ripetei. Più lo dicevo più la felicità cresceva dentro di me. Se riuscivamo a prendere Dave e sbarazzarci di Jasmine saremmo stati già alla metà dell’opera.
Samantha riprese a camminare, dirigendosi verso Cyfer e l’uomo di cui non conoscevo il nome. Rapidamente le corsi dietro e riuscii a pararmi di fronte a lei bloccandole la strada.
“Perché ci stai tenendo fuori?” domandai.
“Ordini dall’alto e levati  di mezzo. Come Cyfer ti ha già spiegato chiaramente ci serve solo che tu faccia un altro passo falso e ti inietteremo con piacere litri di sedativo!” il suo sguardo era minaccioso.
Mi venne voglia di sfidarla a farlo, ma non dovevo essere imprudente se volevo essere utile.
“Non riuscirete mai a uscirne vivi senza di me!” precisai.
“Come l’ultima volta, vero signorina Jones?” era tornato il tono professionale. Era come se avesse imparato a memoria la lezione e non vedesse l’ora di esporla alla perfezione.
“L’ultima volta sono quasi morta, ma non si può dire la stessa cosa per i dodici agenti. Loro sono morti, senza il quasi!” sbottai.
“Stiamo perdendo tempo!”
“Avevamo un accordo!” sibilai “Io, lei e Cyfer! Dovevamo essere solo noi, cos’è cambiato?”
Vidi Cyfer che continuava a discutere con l’uomo e pregai che riuscisse a estrapolare qualche informazione in più di me.
“E’ cambiato che nessun nemico arriva qui e detta legge. Davvero credevi che bastava offrirti volontaria per qualche esperimento e subito dopo tutta l’agenzia avrebbe fatto quello che credevi? Se sei ancora cosciente lo devi solo a Cyfer, ma il resto dell’associazione si sta muovendo Marguerite e, che ti piaccia o no, sta costruendo al rete nella quale finirai prima o poi. Eri e sei una minaccia, questo non possiamo dimenticarlo!”
“Dave è una minaccia maggiore al momento!” mi ci volle tutta la concentrazione per mantenere un’apparenza di calma “Quindi, al posto di muovere una guerra nei miei confronti permettetemi di essere lì!”
Samantha scosse la testa.
“Ho ricevuto ordini precisi e tu e Cyfer siete fuori dalla missione!”
Strinsi i pugni cercando di trattenermi dall’aggredirla, se lo avessi fatto mi sarei condannata da sola e non potevo essere stupida fino a quel punto.
Vidi Cyfer dirigersi a grandi passi verso di me, lo sguardo determinato, ma cupo al tempo stesso, mi afferrò il braccio e quasi mi trascinò via senza che nemmeno riuscissi a dire una parola.
“Ci vogliono tagliare fuori!” sbottai quando fummo abbastanza lontani da Samantha.
“Lo so!” disse semplicemente lui, mentre una piccola folla di agenti camminava intorno a noi, andando in direzioni diverse. Il vociare era quasi insopportabile. Ognuno aveva qualcosa da fare, tutti sapevano dove andare.
“Come puoi accettarlo? Hanno ingannato anche te!”
“Non lo sto accettando!”
“Cosa?” non riuscivo a capire dove voleva arrivare. Continuava a far vagare gli occhi, studiando le persona che lo circondavano e persino le pareti stesse. Sembrava assente eppure ormai conoscevo Cyfer e sapevo che stava valutando ogni possibilità, ogni dettaglio, tutto con rapidità e precisione.
“Dobbiamo uscire!”
“Uscire?” ancora non capivo, ma mi lasciai ugualmente trascinare dalla sua presa salda sul mio polso,oltre tutta quella gente. Prendemmo le scale e ci dirigemmo verso il piano superiore. Non correvamo, ma il nostro passo era veloce.
“Cyfer, per uscire non dovremmo scendere invece che salire?” azzardai mentre continuavamo ad andare verso l’alto, piano dopo piano. Cercavo di ignorare il furioso battito del mio cuore, il respiro affannoso e l’ansia che stavo provando.
“Tutto l’edificio si sviluppa sotto terra, quindi per uscire l’unico modo è salire!” mi spiegò sbrigativo.
“Sotto terra?”
Doveva essere davvero stato un lavoro immenso costruire quel posto. Era davvero immenso e non doveva essere stato facile. Inoltre, se avessi tentato la fuga non sarei riuscita ad andare proprio da nessuna parte dato che sarei andata automaticamente verso il basso.
Finalmente raggiungemmo quello che poteva sembrare un piano terra. Dalle finestre entrava la luce del sole mattutino e noi ci precipitammo verso la porta. Potevo vedere oltre i vetri un grosso spiazzo nel quale si trovavano almeno una mezza dozzina di elicotteri. Al limitare di esso vi erano solo alberi. Non mi fu difficile immaginare dov’eravamo. Mi trovavo nel bosco che avevo visto nei sogni che mi aveva dato Myria. L’agenzia non si era mai mossa dalla sua sede originaria, si era ampliata, era mutata, eppure era rimasta lì.
Due agenti erano fermi davanti alla porta. Cyfer si diresse a passo spedito verso di loro.
“Signor Cyfer, al momento non può passare!” disse uno di loro con voce ferma.
“Chi l’ha ordinato?” ribattè Cyfer senza far trasparire alcuna emozione.
“Il Signor Dush!” rispose l’agente.
“Molto bene!” ribattè quasi comprensivo Cyfer.
Non riuscivo a capire la ragione di tutta quella accondiscendenza da parte sua, non aveva alcun senso. In più la rabbia che avevo dentro pian piano cresceva. Dush ci aveva presi in giro. Aveva usato le mie informazioni e poi aveva messo da parte sia me che Cyfer perché sapeva che avremmo agito a modo nostro, senza seguire le sue regole, ma soprattutto sapevo che voleva mettere davvero le mani su Dave, per studiarlo. Un essere come lui era unico, si trattava di un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
“Mar!” mi chiamò Cyfer distogliendomi dai miei pensieri.
“Sì?”
“Ricordi quando ti ho minacciata di sedarti con le mie mani quando hai attaccato Samantha nel centro amministrativo dell’associazione?”
Sorrisi istintivamente al ricordo. Samantha meritava quello e altro.
“Sì, ricordo!”
“Dimentica la mia minaccia!”
Rimasi esterrefatta. Tutto accadde in un secondo. I miei occhi incontrarono quelli determinati di Cyfer e capii che non stava assolutamente scherzando.
Mi venne naturale sorridere. Assaporai quell’attimo di libertà prima di chiudere gli occhi con un’espressione di pura beatitudine stampata sul volto.
Immaginai l’aria attorno a me muoversi secondo il mio volere. Mi figurai i due agenti che venivano scaraventati all’indietro con violenza fino ad andare a finire contro il vetro.
Ero autorizzata a fare il passo falso che mi avrebbe messo tutta l’associazione contro, ma non mi importava. Ne avevo abbastanza di tutti loro.
Spalancai gli occhi e un istante dopo i due agenti volarono all’indietro andando a sbattere contro il vetro, prima di accasciarsi a terra come addormentati.
“Andiamo!” disse sbrigativo Cyfer oltrepassando al porta. Fuori dall’edificio c’erano diversi agenti che, allarmati dal trambusto da me provocato, si stavano dirigendo verso di noi con le armi cariche.
“Fermi o sparo!” avvertì uno di loro. Non ebbi più bisogno delle parole di Cyfer per sapere cosa dovevo fare. Immaginai che le armi volassero via dalle mani di tutte quelle persone e non controllai nemmeno se era successo, sicura che la magia avesse funzionato. Arrivarono altri agenti.
Uno di loro mi afferrò il polso bloccandomi. Immaginai la temperatura della mia pelle aumentare a dismisura. L’uomo sgranò gli occhi mentre io lo guardavo insofferente, dopo di che spalancò la mano trattenendo un urlo. Lo spinsi con forza di lato, riuscendo ad andare avanti. Intanto Cyfer aveva ingaggiato un corpo a corpo con due agenti privi di armi. Se la cavava piuttosto bene, evitava i colpi e subito dopo li assestava con precisione. Nonostante la sua mole, riusciva a muoversi con agilità.
Scaraventai solo figurandomelo nella testa, i due agenti lontano da lui e lo affiancai.
“Non ti stai mettendo contro la tua adorata associazione?” domandai con una piccola punta di sarcasmo, mentre altri agenti correvano verso di noi urlando avvertimenti che decisi di ignorare.
“E tu non stai operando al di sotto delle tue capacità?” il tono di voce era fermo, solo un po’ alterato dal fiato corto, dovuto alla fatica del combattimento di poco prima.
“Hai ragione!” dissi senza smettere di sorridere. Usare i poteri mi faceva sentire bene, completa in qualche modo. Ero nel mio elemento e nulla di quello che c’era fuori mi poteva in qualche modo turbare.
Immaginai un’enorme onda d’urto partire da me ed estendersi tutto intorno.
“A terra Cyfer!” dissi semplicemente prima di completare la scena presente nella mia mente.
Un istante dopo un boato scosse l’aria e decine di agenti si ritrovarono stesi a terra, privi di coscienza.
Inspirai e mi godetti il panorama per un secondo, mentre Cyfer si rimetteva agilmente in piedi.
“All’elicottero!” urlò prima di iniziare a correre verso il velivolo più vicino, scavalcando i corpi privi di sensi.
Il rumore di uno sparo si propagò nell’aria. Sgranai gli occhi mentre il cuore mi batteva sempre più forte. Cercai Cyfer e vidi i suoi occhi saettare da una parte all’altra alla ricerca del cecchino.
Si udì un altro colpo che quasi fece fermare il mio cuore per lo spavento. Sussultai.
Cyfer aveva tirato fuori la sua pistola, ma non aveva arrestato la sua corsa verso il velivolo. Non sembrava ferito. Feci un sospiro di sollievo. Immaginai una barriera intorno a noi, un muro invisibile che fosse impenetrabile dai proiettili.
Altri colpi. Quella volta più di uno, segno che non miravano più solo ad arrestare la nostra corsa, ma a fermarci completamente.
“Cosa sta accadendo? Tu sei un loro agente, perché ti vogliono morto?”
Cyfer strinse la mascella mentre si arrampicava per raggiungere il posto di guida sull’elicottero.
“E’ partito il protocollo alpha!”
Si sentirono altri spari e mi si contrasse nuovamente lo stomaco per la paura, anche se sapevo che eravamo comunque protetti grazie alla mia barriera.
“Protocollo alpha?” urlai per sovrastare il rumore delle pale che si mettevano in movimento mentre mi sedevo accanto a lui.
“Il protocollo che indica la presenza di nemici all’interno!” spiegò brevemente lui. Presi le cuffie e me le misi sopra le orecchie.
“Traditori!” dissi tra me e me.
“O prigionieri che fuggono via!” precisò lui.
“Io sono una prigioniera, ma tu?” non riuscivo davvero a capire i meccanismi di azione di quell’agenzia. Non aveva alcun senso sparare ad un proprio agente e nemmeno all’unica persona dotata di potere che avessero mai avuto tra le mani.
“A quanto pare non ero un libero agente!”
Il velivolo si staccò da terra ondeggiando e prese quota.
“Quanto vantaggio abbiamo?” domandai guardando oltre il vetro del finestrino e vedendo che lo spiazzo si stava riempiendo di agenti pronti a prendere gli altri velivoli ed inseguirci.
“Dieci minuti al massimo!”
Strinsi la mascella osservando le sagome che si muovevano frenetiche sotto di noi.
Immaginai chiaramente ogni singola pala di ogni singolo elicottero sotto di me. erano così reali che se avessi teso la mano avrei potuto toccarne la superficie. Avrei potuto sentire il freddo metallo scorrere sotto le mie dita con dolcezza. Immaginai che esso si fratturasse in più punti.
Guardai oltre il finestrino e in quell’attimo tutte le pale si ruppero di diversi pezzi. Vidi i frammenti cadere al suolo e gli agenti spostarsi per non essere colpiti da essi. Sorrisi involontariamente mentre mi prendevo gioco di tutte quelle persone. Come poteva un’associazione del genere non essere pronta alla fuga di un essere come me? Volevano studiare le persone dotate di potere eppure non sapevano nemmeno come impedire ad uno di loro la fuga.
Sentii che dovevo rendere giustizia a Myria. Non era questo quello che lei voleva per la sua agenzia, quello per il quale aveva dato la vita prima che suo figlio nascesse. Sapevo che quei sentimenti erano dettati dalla sua essenza, eppure li sentivo reali, quasi come se fossero miei.
D’altra parte ero completamente disgustata da tutti quegli uomini. Mi sembravano soldatini alla mercè di un uomo che voleva solo il potere. Non volevo avere nulla a che fare con loro.
“Credo che siamo riusciti a guadagnare tempo!” dissi semplicemente, senza smettere di sorridere.
Cyfer mi guardò con la coda dell’occhio.
“Che hai fatto?”
“Ho rotto i loro elicotteri! Dove stiamo andando?”
Mi piaceva lavorare con Cyfer. Anche dopo una sparatoria lui era estremamente tranquillo come in quel momento. Doveva aver sopportato davvero un duro addestramento per non lasciarsi prendere dal panico. Per me era diverso. Io ero estremamente sicura di me e delle mie capacità, avevo avuto paura, ma sapevo anche che il mio scudo sarebbe stato impenetrabile, quindi non avevo mai temuto veramente per la mia vita.
“Dove Brown mi ha detto di andare!”
“Brown?”
“L’uomo con cui ho parlato mentre tu eri con Samantha! Pare che abbiano fatto una serie di controlli incrociati e che si emerso un unico bersaglio possibile per il prossimo attacco!”
“Stiamo andando lì?”
“Esatto!”
“Agente Cyfer, è in ascolto?”
Una voce metallica raggiunse le nostre orecchi tramite le cuffie.
“Signor Dush!” lo salutò con educazione Cyfer senza perdere la concentrazione.
“Lei è consapevole di aver infranto tutte le regole, i codici e i protocolli dell’A.P.M.?”
“Sissignore! Lei invece sa che ha appena sparato contro uno dei suoi migliori agenti?”
Seguì un minuto di silenzio in cui vidi Cyfer contrarre la mascella e i muscoli delle braccia per eseguire una virata.
“Sapevamo che nessuno di quei colpi sarebbe stato fatale!” disse infine Dush “Dato che la signorina Jones l’avrebbe protetta egregiamente!”
Cyfer fece una risata falsa.
“Però ha tentato ugualmente. Non sono stupido signore. Vuol dire che secondo lei c’erano delle possibilità di colpirci. Perché lo ha fatto? Credevo avessimo un accordo!”
Vedevo che Cyfer non era contento della cosa. Probabilmente non aveva approvato i metodi usati negli ultimi tempi dall’associazione, aveva dubitato del fatto che Dush lasciasse la missione totalmente nelle sua mani, eppure non si aspettava un’estromissione come quella che era avvenuta. Non si aspettava un tentativo di fermarlo così radicale.
“Agente Cyfer, lei non comprende nemmeno lontanamente cosa avevamo in mano quando la signorina Jones era sotto il nostro controllo. La semplice e pura conoscenza. Potevamo arrivare dove nessun altro uomo è mai arrivato, ma è stata una fortuna che lei abbia ripreso conoscenza perché senza non avremmo mai saputo del pericolo che sta incombendo su tutti gli esseri come la nostra signorina Jones, senza contare la presenza di un essere straordinario come Sullivan. In un certo senso mi sono sbagliato a trattare come ho fatto la signorina Jones, ma lei deve capire che, dopo quello che lei ha raccontato sulla strega e sulle capacità del ragazzo,l il caso non può essere lasciato unicamente in mano a lei, alla signorina Jones e all’agente longboom. Per affrontare un problema del genere è necessaria l’intera associazione al completo!”
“Questo posso capirlo, ma perché escludermi totalmente? Questo è il mio caso!”
“Le ragioni sono semplici agente Cyfer. In primo luogo l’ultima spedizione contro la strega è costata la vita a dodici uomini, e lei era a capo della missione. Mi comprende se le dico che non posso correre il rischio che una cosa del genere si ripeta nuovamente vero?”
Vidi la mano di Cyfer stringersi sopra la cloche, le nocche sbiancarono tuttavia mantenne un tono calmo.
“No signore. Non volevo dirigere l’operazione, ma quantomeno farne parte!”
“In secondo luogo, lei è troppo coinvolto a livello emotivo!”
“Coinvolto a livello emotivo?” nel tono di voce di Cyfer c’era incredulità davvero mal celata.
“Lei ha passato parecchio tempo in casa Sullivan. E’ opinione generale del  consiglio dell’ A.P.M. che lei si sia legato al ragazzo, alla ragazza e all’ex agente Greenwood. Non riuscirebbe quindi ad essere obiettivo!”
“Sta scherzando vero?”
“Siamo tutti consapevoli di come le stesse a cuore la salute della signorina Jones quando l’ha portata all’agenzia!”
“Era coperta di sangue dalla testa ai piedi!” sibilò senza più nascondere la rabbia.
“E le stanno anche molto a cuore le sorti di Dave Sullivan!”
“Mi stanno a cuore le vite che potremmo salvare, cosa che a lei praticamente non importa. Le dico io cosa penso. Perso che lei mi voglia togliere dal caso perché sono un intralcio ai suoi piani. Lei vuole trovare il ragazzo e studiarlo. Non gli interessa della vita di tutte quelle persone!”
“Si sente agente? Lei è troppo coinvolto!”
“Edward!” un’altra voce si sostituì a quella di Dush, un tono più profondo che fece sbarrare gli occhi a Cyfer.
“Che c’è?” sbottò, abbandonando ogni tentativo di nascondere la rabbia.
“Edward abbiamo un accordo da proporti!” disse la voce sconosciuta. Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Mi sembrava assurdo.
“Avete in mente un accordo?” anche Cyfer era scettico.
“La tua amica Marguerite ha distrutto tutti i nostri elicotteri e quindi non abbiamo alcuna possibilità di raggiungere il luogo dove avverrà probabilmente il prossimo omicidio. Tu e lei siete gli unici ad aver la possibilità di intercettare Jasmine e il ragazzo!”
Sentii improvvisamente che quella non era la direzione giusta. Sentivo che ogni singola cellula del mio corpo mi costringeva ad andare in una direzione diversa, come se lì ci fosse stata la mia salvezza. Cercai di togliermi quella sensazione di dosso e di prestare nuovamente attenzione alla conversazione.
“Interessante. Pare che comunque la missione sia interamente nelle mie mani, ma non ero troppo coinvolto?” ribattè con sarcasmo Cyfer.
“Non è il momento di fare il moralista Edward. Sei l’unica possibilità. Se riuscite a prendere il ragazzo, dovete assolutamente portarlo alla sede centrale. Se lo farai non ci saranno conseguenza al tuo colpo di testa di oggi. Tornerai ad essere un agente e la signorina Jones sarà libera di andare!”
“Hanno tentato di uccidermi!” sibilò Cyfer.
“Uno spiacevole inconveniente. Era scattato il protocollo Alpha, non importava a nessuno dell’identità del traditore!”
“Io non mi definirei un traditore!”
“Stavi facendo evadere la signorina Jones, quando avevi precisi ordini che ti impedivano di farlo!”
“Non si è trattata di un’evasione. Mi sono solo ripreso il mio caso, secondo l’accordo che ho fatto con Dush!”
La sensazione che quella fosse la direzione sbagliata si faceva sempre più forte e riuscivo sempre meno a concentrarmi sulla conversazione tra Cyfer e lo sconosciuto con il quale sembrava aver così tanta confidenza. Dentro di me crebbe sempre di più la convinzione che si trattasse dell’essenza di Myria. Lei aveva detto che mi avrebbe guidata verso il luogo in cui avrei potuto capire come avesse avuto origine la maledizione di Richard, ma in quel momento avevo altre priorità. Non potevamo assolutamente deviare, eravamo ad un passo dal trovare Dave. Cercai di ignorare quel fastidioso istinto.
“E’ un’evasione Edward. Quella ragazza non metterà mai più piede in quell’edificio!”
“Non possiamo consegnarti Dave! Lo studiereste e basta, senza cercare di salvarlo!”
L’interlocutore di Cyfer si mise a ridere.
“Ecco un’altra ragione per la quale il caso ti è stato tolto. Non sei più in grado di eseguire gli ordini senza  fare domande o senza contraddire. E’ lo stesso atteggiamento che aveva l’agente Greenwood ed è stato radiato. L’unica possibilità che hai di uscirne pulito e di avere salva la vita è consegnare il ragazzo!”
“Mi stai minacciando?” il tono di Cyfer era glaciale, così tanto che mi trovai a rabbrividire mentre l’istinto di cambiare direzione pian piano si affievoliva.
“Dico solo che non posso più salvarti!”
“E quando mi avresti salvato?”
“Prima! Gli spari che hai sentito erano colpi lanciati in aria. Nessuno mirava a colpirti. Serviva solo a spaventarti e a farti capire quanto ti fossi spinto oltre con il tuo gesto!”
Cyfer rimase per qualche istante in silenzio.
“Non posso più fare eccezioni Edward, non posso fare favoritismi. Se rifiuti l’offerta sarai fuori dall’associazione per sempre, ma non potrai vivere la vita tranquilla che ha Alex Greenwood. Tu sarai considerato un nemico e come tale ti daremo la caccia e ti troveremo!”
“Mi faresti davvero questo?”
“Non mi lasci altra scelta!”
Cyfer deglutì un paio di volte mentre evidentemente valutava la situazione.
“Come posso fidarmi della tua parola?” domandò con attenzione.
“Edward, come puoi non fidarti della parola di tuo padre?”
Sgranai gli occhi e la bocca e guardai Cyfer come stordita. Lui evitò i miei occhi concentrandosi sul cielo dinnanzi a noi.
“Affare fatto, Papà!” disse l’ultima parola con un pizzico di ribrezzo.
“Ben fatto, figliolo!” rispose la voce “Tienimi aggiornato!” aggiunse semplicemente prima di chiudere la comunicazione.
“Papà?” domandai incredula mentre l’istinto dettato dall’essenza di Myria era scomparso del tutto.
“Te l’ho detto che è il principale azionista dell’associazione!”
“E questo gli da il diritto di dare ordini?” domandai esterrefatta.
“Questo gli da il diritto di fare dell’agenzia qualsiasi cosa lui voglia!”
“Stai scherzando vero? Quindi quando dicevi che i metodi ultimamente utilizzati non ti piacevano ti riferivi ai metodi di tuoi padre?”
“A dire la verità non credevo che lui fosse così tanto coinvolto. Lui è azionista in non so quante aziende e lo vedo sempre molto preso da esse. Il suo unico interessa nella A.P.M. sono io, o almeno così credevo. Pensavo lasciasse la gestione a Dush, ma a quanto pare non è così!”
“Non avrai davvero intenzione di consegnare Dave vero? Perché te lo impedirò in tutti i modi!”
Lo guardai  con determinazione e con sguardo minaccioso. Lui sorrise debolmente, rilassando i muscoli tesi dalla chiacchierata con suo padre.
“Glielo consegneremo, ma solo dopo che lo avremo salvato e privato delle sue facoltà!”
Sorrisi, felice di non aver ancora perso il mio unico alleato.
“Quando sarà praticamente inutile ai loro scopi!” precisai.
Cyfer sorrise a sua volta.
“Esatto!”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Daisy Pearl