Touch
“Oggi
scegli tu la destinazione.”
Un
leggero sorriso enigmatico sul volto, mentre le mani di Clara avanzavano
lentamente lungo la console di comando, senza però toccare nulla.
La
Ragazza Impossibile si sentiva incerta, mentre tanti posti e tante epoche le
assalivano la mente senza però darle un incipit che ne valesse la pena. Poi la
mente le si svuotò all’improvviso.
Le
mani di Twelve le percorsero lentamente gli avambracci, raggiungendo le mani
della ragazza per poi guidarle con sicura cautela verso gli strumenti di
navigazione. La schiena di lei premuta contro il suo torace era calda, i loro
visi a sfiorarsi l’uno sul lato opposto dell’altro.
“Ovunque…”
Twelve
guidava la mano destra di Clara verso la tastiera, le sue dita intrecciate con
quelle di lei, portandola a digitare coordinate spaziotemporali apparentemente
casuali. Il viso leggermente girato verso quello di lei, sfiorandole la pelle
con il respiro. Non si accorse del brivido che le percorse la pelle, o forse
si, accentuando lievemente il suo sorriso.
“Tutto
lo spazio…”
Clara
si sentiva come immersa in una nuvola onirica calda e meravigliosa, ma sapeva
che questa volta era tutto reale. Si lasciò guidare la mano sinistra verso la
leva di avvio dei motori, cullata dal calore di quel tocco e dal battito
ritmico e tumultuoso dei due cuori del Dottore che pulsavano contro la sua
schiena, a dare cadenza anche al suo ormai impazzito ed irregolare.
Con
lo sguardo, dapprima fermo sulle mani di Twelve posate sulle sue, gli percorse
le braccia, voltando poi lievemente la testa verso sinistra ad intravedere il
volto rilassato di lui.
Era
quello l’abbraccio che gli piaceva, ora ne era consapevole anche lei.
“…tutto il tempo.”
Il
suono del TARDIS costrinse entrambi ad alzare lo sguardo, mentre il motore
cominciava a girare dando via ad un nuovo e lungo viaggio.
Un
lieve spazio si creò tra i due,millimetrico ma sembrava infinito, mentre le
mani del Dottore lasciavano cautamente quelle di Clara. Un braccio a ricadergli
lungo il fianco, l’altra mano a poggiarsi inconsciamente sul bordo della
console, sfiorando con l’avambraccio il fianco di Clara.
La
ragazza si voltò, abbassando poi lo sguardo dal soffitto in movimento verso il
viso del Dottore ancora rivolto verso l’alto.
“Sono
felice, Dottore.”
Sorrisero
entrambi quando infine i loro sguardi si incrociarono, con quel contatto lieve
tra i loro corpi che ad entrambi dava il calore sicuro di una casa.
“Si…
si, lo sei.”
Fu
la sola risposta di Twelve, mentre le prendeva la mano e la stringeva tra le
sue.
Ma
Clara nei suoi occhi azzurri, in quell’espressione bambinesca tanto rara quanto
meravigliosa, poteva leggere quale fosse la sua reale risposta:
‘Anch’io sono felice!’