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Autore: PinkBiatch    04/01/2015    1 recensioni
“Sono cambiate molte cose da allora, tu ti sei fatto crescere la barba, io i capelli, il mondo intero sa che sono gay senza che l'abbia mai ammesso pubblicamente, Zayn si sposerà, Niall ha i peli sul petto e le foto di Liam vengono usate per dimostrare quanto bene possa fare ad un ragazzo la pubertà.” Ridiamo entrambi. “Sono passati quattro anni da quel giorno, e noi siamo la boyband più famosa del mondo e abbiamo battuto i record dei Beatles. Il mondo intero ci ama, siamo capaci di causare isteria, siamo talmente ricchi che sono mesi che mi metto qualcosa di diverso tutti i giorni. Oggi non siamo arrivati di nuovo terzi ad X Factor e oggi, quattro anni dopo, nessuno può sconfiggerci, e non solo musicalmente. Il mondo intero è cambiato, Louis, ma il modo in cui ti amo non è cambiato di una virgola. E non voglio più nasconderlo."
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eleanor è arrivata a New York, ed entrambi sappiamo di dover fare ciò che tutti si aspettano da noi: io devo andare da lei, sorriderle, portarla in giro tenendola sempre per mano e guardandola immaginando Harry al suo posto per sembrare anche solo invaghito di lei; Harry deve trovarsi la sua ragazza invernale, portarla per negozi, parlare di lei nelle interviste. E' un momento cruciale: anche le fans cominciano ad accorgersene seriamente. Cominciano a cogliere le frecciatine durante le interviste, i sussurri, tutte le volte che io o Harry cambiamo il testo di una canzone nei concerti, tutti i nostri sguardi, i nostri gesti, la nostra gelosia. Potremmo, dovremmo smettere con le frecciatine, coi testi delle canzoni cambiate. Ma non possiamo semplicemente smettere di guardarci come due persone che si amano, perché è questo che siamo, e possono toglierci tutto con delle semplici minacce: possono toglierci le interviste insieme, le foto, i nostri profili su Twitter, possono farci smettere di cercare di mandare dei messaggi alle fans perché capiscano cosa c'è veramente sotto, ma non possono semplicemente staccarci un pezzo di cuore per far sì che non ci amiamo più. Possono togliermi tutto, ma non possono togliermi Harry. Un amore così non si cancella con delle minacce, non si cancella tagliando intere parti di interviste, mettendo a tacere persone che hanno capito, non si cancela mandandoci davvero a vivere in due appartamenti diversi o dicendo agli intervistatori che domande fare e che domande non fare.

L'amore che c'è tra noi è più di interviste e canzoni, più di vivere insieme, più di un po' di gelosia, di sguardi, di bisogno fisico di toccarsi ogni volta che siamo vicini. Non possono pensare di avere una bacchetta magica capace di cambiare i nostri sentimenti a loro piacimento.

Dio solo sa quante volte vorrei non amarlo. Quante volte vorrei credere che sia necessario solo non pensarci o trovarmi una ragazza per reprimere tutto ciò che sono veramente. Dio solo sa quante volte vorrei guardarlo e vedere solamente un amico e non la persona più bella del mondo, quante volte vorrei non sentire quel bisogno fisico di baciarlo sempre e ovunque. Lo vorrei. Vorrei renderli tutti felici e smettere di amarlo, anche se significherebbe perdere una parte di me.

I primi tempi lo trovavamo divertente, un amore segreto, proibito, baciarsi e tenersi per mano a telecamere e luci spente, sgattaiolare nel letto dell'altro a notte fonda, sussultare piano per non farci sentire, nasconderci nei vicoli, nei bagni. Ci sentivamo come se fossimo gli unici amanti del mondo, ci sembrava di fuggire da tutti ogni volta che ci baciavamo. E' sempre tutto così bello i primi tempi, i primi baci, le prime notti passate insieme, le nostre prime volte, le mani sudate e le farfalle nello stomaco, l'incertezza, l'incapacità di dirci cosa provavamo.

Ricordo la prima volta che ci siamo visti con così tanta chiarezza che sembra successo ieri anche a distanza di anni, la porto tatuata sulla pelle, non so ancora se come vittoria o come sconfitta. Ci siamo scontrati in un bagno, per caso, e nei mesi successivi ogni volta che ci vedevamo era sempre uno scontrarci: premere contro i muri che avevamo dentro, eretti per nascondere la nostra vera natura, tentando di distruggerli. Era uno scontro su noi stessi ogni volta che pronunciavamo la parola “amico”, ogni volta che cercavamo di comportarci come tali. E nonostante tutto sapevamo che insieme avremmo vissuto qualcosa di bellissimo ed irripetibile, sapevamo già dal primo istante che saremmo stati fatali l'uno per l'altro, ed è con consapevolezza che ci siamo abbracciati quando abbiamo saputo che eravamo stati messi insieme, quell'abbraccio sapeva cosa sarebbe successo, sapeva che non saremmo più potuti fuggire da noi stessi. 

Adesso lo guardo, disteso sul letto, illuminato dalla pallida luce di New York che si risveglia, assonnata, mentre lui dorme raggomitolato nel letto come un bambino, la schiena rivolta verso fin dove pochi minuti fa io mi rigiravo senza posa. Mi fa strano vederlo dormire con ancora il pigiama addosso: in genere non riusciamo a fare a meno di spogliarci appena siamo soli. 

Ma ieri sera è stato diverso, niente bacio della buonanotte, niente carezze, sussurri, svegliarsi con la sua testa sul mio petto e svegliarlo scompigliandogli i capelli. Ieri sera la buonanotte è stata amara, la consapevolezza della mia prossima partenza gravava troppo sui nostri petti perché riuscissimo a fingere che andasse tutto bene.

Le prime volte era stato bello, sì, ma adesso ogni risveglio è un risveglio all'inferno.

Non possiamo più andare avanti così, litigi ogni giorno, occhiatacce, gelosia. Sono troppo stupido per rendermi conto che non posso essere geloso ed arrabbiarmi ogni volta che viene fuori una nuova voce che parla di una nuova presunta relazione di Harry quando le persone cominciano a fare scommesse su quando chiederò ad Eleanor di sposarmi. E lui è troppo stupido per rendersi conto che preferirei la morte ad un presunto matrimonio con lei.

Siamo entrambi così dannatamente stanchi, stanchi di amarci in segreto, di trovarci altre relazioni, di doverci sedere lontani, di dover cercare di non guardarci e non toccarci, di prendere ordini, di cercare di reprimere un amore che non si può reprimere.

Quante volte ho pensato di farla finita. Quante volte ho pensato di baciarlo un'ultima volta e sparire, diventare invisibile, fingere che lui sia invisibile, passare il tempo solo con gli altri ragazzi, trasferirmi davvero nell'appartamento vuoto che la Modest ha preso per me per far credere che non vivessimo più insieme. Quante volte avrei voluto trovare la forza di guardarlo negli occhi e dirgli che era finita, che non volevo più andare avanti così, che era troppo, che non lo sopportavo, che non lo amavo più.

Ma come posso mentire mentre lo guardo negli occhi? Come posso fingere di non volerlo più, come posso non scoppiare a piangere mentre gli spezzo per un'ultima, definitiva volta, il cuore, sapendo che non tornerà mai più lo stesso? 

Non posso fare questo, non posso farlo a lui né a me, non posso lasciare che dei cretini in giacca e cravatta soffochino il mio amore come se fosse uno stupido amore estivo, una stupidaggine da adolescenti curiosi di provare un'esperienza diversa dalle solite. Non posso infilarmi le mani nel petto e strapparmi il cuore come se fosse un cerotto per vivere una vita da automa.

E' un po' come provare a smettere di respirare: i nostri riflessi ci impediranno sempre di farlo e non saremo mai capaci di smettere definitivamente di respirare, non importa quanto lo vogliamo o quanto ci proviamo. Il nostro corpo non è programmato per l'autodistruzione.

Ed ora più che mai ho voglia di entrare in quel letto e stringerlo come se fosse l'ultima notte del mondo, l'ultima possibilità di amarlo, come se il mondo stesse per esplodere e il nostro tempo insieme per finire.

E non importano tutte le urla di ieri sera, gli insulti, non importa se non sono riuscito a dormire e se l'ho sentito piangere almeno due volte e sono stato lì senza far niente, fingendo di dormire. 

Lui non si ribella quando lo stringo a me, anzi si volta per affondare nel mio petto, ancora addormentato. Sento il suo respiro regolare sul mio collo e morirei col sorriso se morissi adesso. Mi fa sussultare sentire la sua pelle a contatto con la mia, le sue labbra così vicine a me dopo un'intera notte passata a cercare di evitare anche il minimo contatto per paura di prendere fuoco appena ci fossimo toccati. Il cuore mi batte così forte che temo esploda da un momento all'altro, e quando lui comincia a sbattere le palpebre mi chiedo se abbia fatto davvero così tanto rumore da svegliarlo. 

Mi guarda negli occhi, gli angoli della bocca che si piegano verso il basso in una smorfia di dolore, ma sento il suo respiro tradirlo mentre accelera e si fa quasi affannoso per la voglia che ha di baciarmi in questo momento.

“Io...” comincia. Si agita intorno alla mia stretta, ma non la allento. Non voglio lasciarlo andare, né ora né mai.

“Aspetta.” Voglio essere io a chiedere scusa stavolta, io, testardo, io, che comincio sempre le discussioni, che lo faccio sempre piangere mentre nascondo i miei sentimenti tanto da fargli pensare che non m'importi niente anche se mi conosce meglio di chiunque altro. “Sono un cretino. Lo sono sempre stato, e ammettere di esserlo non mi cambierà né guarirà o diminuirà la mia immensa stupidità. Ieri sera ti ho offeso e di mille offese non ne pensavo neanche una, né ne ho mai pensata una di tutte quelle che ti ho detto nella mia vita. Onestamente, penso che tu sia la persona più bella di tutto il pianeta. E ci ho pensato.”

“A cosa?”

“A noi.”

“E cosa hai capito?” 

“Che non importa se sono stanco. Lo sei anche tu, lo sono tutti. Ho capito che il mondo non si ferma perché io sono stanco, come una giostra non si ferma se uno vomita. Non posso pretendere che non ci sia niente tra di noi e provare a finirla qua sarebbe la cosa più stupida che possa anche solo pensare di fare in tutta la mia vita. Non voglio perderti, specialmente non perché qualche cretino non ci vuole vedere insieme perché preferisce i soldi all'amore.”

Una lacrima solitaria scende dal suo occhio e cade sul cuscino, ma lui continua a guardarmi negli occhi.

“Ti ricordi la prima volta che ti ho detto che ti amavo?”

“Sì.” Sorrido al solo ricordo.

Eravamo arrivati terzi ad X Factor ed eravamo tutti distrutti, Harry non riusciva a smettere di piangere, Liam si era chiuso in bagno e Zayn e Niall fissavano il vuoto senza dire una parola. Io cercavo inutilmente di consolarli, ma non serviva a niente. Nessuno diceva niente e pensavo che sarebbe andata avanti così per sempre, ma ad un certo punto Harry aveva alzato lo sguardo verso di me e senza dire una parola mi aveva preso per mano e portato in camera chiudendosi la porta alle spalle, mi aveva steso sul letto e si era messo sopra di me senza staccare gli occhi dai miei nemmeno per un istante. Si era tolto la maglia, poi aveva tolto la mia. Io ero immobile, incapace di dire niente e fare qualcosa di diverso dal guardarlo con gli occhi spalancati. Riuscii a parlare solo quando cominciò ad armeggiare coi miei pantaloni.

“Non devi farlo perché sei disperato.” Sapevo cosa stava per fare, sapevo che si sarebbe spinto oltre e che avrebbe finito ciò che altre volte prima di allora avevamo cominciato per lasciare a metà, troppo impauriti per arrivare fino in fondo.

Lui si era fermato, sereno, lo stesso guardo determinato negli occhi che avevano smesso di lacrimare. Mi aveva baciato, un bacio lungo, intenso, il nostro bacio più bello, probabilmente.

Sempre con calma mi aveva tolto i pantaloni, e poi aveva tolto i suoi. C'era così poca stoffa tra di noi, così tanto desiderio.

Solo quando niente ormai ci divideva parlò:

“Non lo faccio perché sono disperato. E nemmeno perché penso di doverlo fare. Lo faccio perché ti amo.”

Adesso mi sorride, la lacrima si è asciugata e non c'è più traccia della smorfia di dolore di prima.

“Sono cambiate molte cose da allora, tu ti sei fatto crescere la barba, io i capelli, il mondo intero sa che sono gay senza che l'abbia mai ammesso pubblicamente, Zayn si sposerà, Niall ha i peli sul petto e le foto di Liam vengono usate per dimostrare quanto bene possa fare ad un ragazzo la pubertà.” Ridiamo entrambi. “Sono passati quattro anni da quel giorno, e noi siamo la boyband più famosa del mondo e abbiamo battuto i record dei Beatles. Il mondo intero ci ama, siamo capaci di causare isteria, siamo talmente ricchi che sono mesi che mi metto qualcosa di diverso tutti i giorni. Oggi non siamo arrivati di nuovo terzi ad X Factor e oggi, quattro anni dopo, nessuno può sconfiggerci, e non solo musicalmente. Il mondo intero è cambiato, Louis, ma il modo in cui ti amo non è cambiato di una virgola. E non voglio più nasconderlo.”

“Nemmeno io, Harold.”

“Non puoi chiamarmi Harold dopo un discorso del genere!”

“Perché, ti infastidisce?”

“Sì! Hai rovinato la serietà del momento, sei un disastro!” Ride, ed io bacio la sua risata.

“Sai cos'è che infastidisce me, invece?”

“No, cosa?”

“Essere stretto a te in un letto dopo un discorso molto romantico e vedere che non hai ancora cominciato a spogliarti.”

“Posso rimediare facilmente a questo.”

NOTA: salve a tutti/e, vi ringrazio prima di tutto di aver letto ciò che ho scritto (perché immagino che se siete qui significa che siete arrivati al termine della storia) e vi chiedo umilmente perdono per tutti gli errori che troverete che, essendo stata scritta all'una di notte, saranno sicuramente parecchi. Vi dico subito che è la prima ff Larry che abbia mai scritto, che l'ho scritta di getto senza quasi ricontrollarla, che è la mia prima ff scritta su persone realmente esistenti. La faccio breve, chiedendovi, se avete qualche correzione, di farmelo sapere perché riesca a scrivere sui miei due amori senza sentirmi in colpa e chiedermi se abbia, in qualche modo, infangato la loro immagine.  Vi ringrazio di nuovo per il vostro tempo, tanti baci e arcobaleni🌈🌈
  
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