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Autore: ehiluds    08/01/2015    0 recensioni
''You had me hooked again from the minute you sat down, the way you bite your lip got my head spinnin' around.
After a drink or two I was putty in your hands... I don't know if I have the strength to stand!
Oh oh oh trouble troublemaker yeah that's your middle name
Oh oh oh I know you're no good but you're stuck in my brain
And I wanna know, why does it feel so good but hurt so bad?
Oh oh oh my mind keeps saying run as fast as you can!''
All'improvviso pensai a un unico nome. Mi alzai dal letto e andai a guardarmi allo specchio.
Capii che quello che dicono è vero. Chissà se il cuore è nel petto, nelle mani, nello stomaco, non lo so.
Ma quando arriva agli occhi non c'è niente da fare, in nessun modo puoi negare quello che provi.
''Il mio cervello è definitivamente, irrimediabilmente andato.'' pensai prima di buttarmi sconsolata sul letto.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

‘Dai tesoro, guarda com’è grande e spaziosa, la tua camera è al piano di sopra ed è almeno tre volte più grandi della tua vecchia camera, poi il giardino è bellissimo, potrai invitare le tue nuove amiche a fare un bagno in piscina...’
Le parole di mia madre mi arrivavano ovattate, davvero non riuscivo a concentrarmi e prenderla sul serio. Mi limitavo a girare in silenzio per quella che da quel giorno sarebbe stata la mia nuova casa.
‘Alex, ma mi stai ascoltando?’ al sentire nominare il mio nome mi costrinsi a rivolgerle la mia attenzione, smettendo di camminare e girandomi finalmente verso di lei.
‘Si, mamma, ti sto ascoltando. Ho capito, è una bellissima casa e tanto piacere, ma lo sai che non vorrei stare qui, quindi non comportarti come se fosse tutto okay e stessimo solo facendo un viaggio di piacere in questa Sydney di merda...’
‘Aleksandra Ivanova! Non azzardarti ad usare questo linguaggio con me, sono pur sempre tua madre!’
‘Potresti evitare almeno di chiamarmi per nome e cognome come se fossimo in un processo?’ chiesi acidamente.
'Ringrazia che non ti chiamo con il tuo nome completo!' disse mia madre altrettanto acida. Mi guardò per un attimo con i suoi grandi occhi azzurri, così diversi dai miei, poi sospirò a sua volta e si avvicinò a me cingendomi le spalle con un braccio. ‘Alex... so che non ti piace stare qui e vorresti tornare a casa, ma lo sai che per noi questa era rimasta l’unica soluzione possibile, dopo...’
La interruppi bruscamente. ‘Si, lo so cos’è successo, grazie, non serve rinfrescarmi la memoria!’ sbottai. Mi stavo allontanando quando mi prese per la mano, fermandomi.
‘So che è un periodo difficile, lo è anche per me, o credi di essere l’unica a soffrire? Ho perso l’unico uomo che io abbia mai amato in tutta la mia vita, ma devi essere forte, dobbiamo essere forti! Dobbiamo farlo per lui... dopo tutto, noi siamo delle Ivanov’ concluse sorridendo.
Mi addolcii un po’, sia per le parole che mi aveva appena detto, sia per quel sorriso forzato che non riusciva a celare l’immenso dolore che stava provando... che stavamo provando ormai da tanto tempo a questa parte.
Sospirai, improvvisamente esausta. ‘D’accordo, mamma, hai ragione... sono stanca però, voglio andare a dormire’.
‘Mi raccomando tesoro, non fare tardi... domani primo giorno nella nuova scuola!’ mi disse con un sorriso radioso, come se mi stesse annunciando la più bella, e non la peggiore, notizia del mondo.
Mi limitai a fare un sorriso forzato, borbottando un ‘buonanotte’ per poi darle un bacio sulla guancia. Presi i miei bagagli e salii velocemente le scale che portavano al piano di sopra. Però... mia madre non aveva tutti i torti, quella casa era pazzesca. Se solo il contesto fosse stato diverso l’avrei adorata. Il piano superiore mi sembrava quasi più grande di quello inferiore. C’erano una marea di stanze, una più grande dell’altra. Camminai lungo il corridoio, fermandomi davanti a una porta. C’era attaccata una piccola striscia di legno intagliata con sopra scritto ‘Stanza di Alex’ L’aveva fatta mio padre quand’ero nata e il fatto che mia madre l’avesse portata nella nuova casa mi fece sorridere. Aprii la porta. Mamma aveva ragione, era enorme, con un grande letto matrimoniale al centro con sopra mille cuscini, una cabina armadio grandissima, un bagno meraviglioso e la parte più bella, un enorme balcone dal quale avevo una vista perfetta di tutta Sydney. Appoggiai le valige per terra e mi avvicinai a un grande specchio vicino alla parete. Lo specchio rifletteva l’immagine di una ragazza con gli occhi marroni, lunghi capelli castani, lineamenti delicati, un top nero e bianco con sopra una felpa enorme, un jeans a vita alta e dei vecchi anfibi neri. Aleksandra Ivanova, diciassette anni, ragazza nata e cresciuta a Mosca e improvvisamente obbligata a trasferirsi in una città sconosciuta, così diversa dalla sua, senza amici né nessuno che potesse farla sentire a suo agio.
Mi buttai sul letto, fissando il soffitto. Dio, che depressione. Non erano nemmeno le nove e mezza, proprio non avevo voglia di dormire, nonostante fossi esausta. ‘Se solo avessi qualcosa da fare, qualche posto in cui andare...’ pensai tra me e me.
Un momento. Mi rizzai a sedere, improvvisamente sveglia.
Presi l’Iphone dalla borsa e digitai velocemente su internet. Dopo qualche minuto di ricerca, trovai quello che mi interessava.
Ecco cos’avrei fatto. Sorrisi tra me e me, posai il telefono e andai di corsa verso la valigia.
 
Ehy babies! c:
Ciao a tutte, se state leggendo questo significa che avete finito di leggere il prologo. 
E' una ff che ho cominciato un po' di tempo fa, stasera rileggendola ho pensato di postarla qui perché mi andava.
Spero che piaccia e che qualcuna di voi mi dica cosa ne pensa, mi farebbe davvero piacere! c:
So che il prologo è un po' corto ma è giusto per introdurre la storia e vedere se vi piace.
Dimenticavo, mi chiamo Ludovica, ho 17 anni e niente... godetevi la mia storia!
xoxo 
   
 
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