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Autore: wallflower    10/01/2015    6 recensioni
{Traduzione di Strings, una ff americana.}
“A quanto pare hai un appuntamento,” l'uomo indicò il biglietto che Thomas aveva messo sul tavolo e il moro annuì in silenzio. “Beh, non essere così felice, potrei diventare cieco per tutto questo entusiasmo.”
Thomas lo guardò piuttosto male, ma il barista fece spallucce e scelse un altro bicchiere.
“Ci sono delle regole?” chiese dopo una lunga pausa e l’uomo sbuffò da dietro il bancone.
“Tipo portare un mazzo di fiori?”
“Molto divertente.”
“Beh, hai chiesto se ci fossero delle regole per un fottuto anonimo, domanda stupida, risposta stupida,” rispose l’omaccione e Thomas brontolò qualcosa di incoerente. “Ti dicono il posto e ti danno l’ora. Vai lì, ti diverti e te ne vai. Questo è tutto. Cosa altro ti serve? Un manuale su come toglierti i pantaloni?”
“Beh, forse sapere se la tipa sarà una maniaca o-,”
“Una tipa? Come fai ad esserne così sicuro?” il barista lo interruppe con un tono divertito.
“Aspetta, può capitarmi anche un ragazzo?”
“Può capitarti un cavallo per quanto me ne importa,” il barista sogghignò. “Ma sì, è logico. Ti capita quello che ti capita.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’autrice consiglia vivamente di ascoltare questa canzone durante la lettura del capitolo. ♡
https://www.youtube.com/watch?v=QliYCrO_Mcw

                                                                                               
                                                                             Capitolo 3: A Game
Thomas non era vergine. Sicuramente non assomigliava ad una fanciulla con le guance arrossate, sapeva come funzionava il corpo umano. Sapeva come il sangue pompava nelle vene e quanto la sua mente fosse stordita quando era eccitato, e sapeva anche quanto fosse difficile mantenere le distanze e la lucidità, specialmente quando gli piaceva davvero la ragazza con cui stava per fare l’amore.

Ma adesso era diverso.

Newt era diverso.  Thomas non aveva mai perso se stesso completamente, non così a fondo. L’insicurezza e l’esitazione sparirono nello stesso momento in cui Newt ebbe il via libera; improvvisamente non c’era più tempo per essere insicuri. Fu come essere trascinati da un’onda, con i tocchi di Newt che bruciavano attraverso i vestiti e poi anche attraverso la pelle nuda quando il biondo gli aveva leggermente tirato su la maglietta e lui gliel’aveva lasciato fare.
Si lasciò spingere sul letto, stendendosi con il biondo sopra di lui, e il suo cervello si spense, senza domande, stando al gioco. Era sorpreso di quanto velocemente potesse uscire dal suo nido sicuro, all’improvviso completamente silenzioso e per nulla contrario nel togliere la maglietta a Newt e toccare con curiosità la sua pelle, ottenendo un suono di approvazione da parte dell’altro.

“Quel gioco vale ancora?” chiese senza fiato quando Newt gli tolse a sua volta la t-shirt grigia, le mani che vagabondavano sulle spalle di Thomas e scivolavano verso la sua vita, mentre lo guardava con attenzione, come se stesse analizzando le sue reazioni.

“Il gioco va bene/non va bene?” rispose il biondo con una domanda e piegò la testa verso il basso, leccando una striscia dallo stomaco di Thomas come un gattino curioso. Thomas non cercò nemmeno di reprimere il gemito che combatteva per uscire dalla sua gola.

“Sì,” annuì trattenendo per qualche secondo il respiro, e Newt ridacchiò.

“Certo che lo è,” tirò la cintura semiaperta e con un’unica e lunga mossa la liberò dai passanti. Si fermò quando le mani di Thomas trovarono la via per raggiungere la sua vita, appoggiandole poi sui suoi fianchi.

“Va bene?” chiese il moro e ciò fece sorridere Newt.

“Va bene, Tommy,” lo rassicurò e ritornò a occuparsi di quello che stava facendo in precedenza, ovvero continuare a togliere completamente i jeans a Thomas. “Solleva i fianchi.”

La mente di Thomas entrò nel panico per un po’, ma il suo corpo agì senza esitazione, una vocina traditrice gli suggeriva di continuare l’attività promessa, ed ebbe con successo il controllo del suo cervello. I pantaloni caddero a terra con un movimento rapido, assieme ai suoi boxers, e Thomas si sentì come sotto a mille riflettori o sottoposto ad un intenso esame quando Newt lo guardò in silenzio.

“Sei sicuro che sia la tua prima volta con un ragazzo?” la domanda fu posta senza nemmeno un preavviso e Thomas ebbe l’impulso di strisciare via e sotterrarsi da qualche parte. “Perché…wow, sei tipo..super pronto.”

“Per favore non parlare, “ implorò disperatamente il moro (era terribilmente e visibilmente eccitato, ne era al corrente, ma non era in grado di cambiare nulla, era solo..successo). “E’ solo..”

“Non c’è nulla di sbagliato, sono lusingato,” Newt lo guardò di nuovo. “Solo un po’ sorpreso. Credevo fossi più…mh, come posso dirlo con gentilezza..”

“Difficile da ottenere?” sussurrò Thomas, cercando di non contorcersi sotto al peso del ragazzo.

“Sei già abbastanza difficile,” Newt sogghignò e lo toccò, e Thomas non l’aveva previsto e lo colpì come un fulmine a ciel sereno, lasciandolo ansimante e teso.

“Wow,” la voce di Newt gli sembrò un po’ intimorita. “Ci divertiremo un casino, amico.”

Thomas non lo mise in dubbio.

----------------

Divertimento non era la parola giusta. Non abbastanza. Thomas poteva giurare di essersi dimenticato il suo stesso nome durante il procedimento; era così stordito che non riusciva nemmeno a ricordare chi fosse. Se qualcuno gli avesse detto che un giorno sarebbe stato desideroso di toccare un altro ragazzo nel modo in cui stava toccando Newt non gli avrebbe creduto.  Forse si sarebbe anche arrabbiato per il semplice suggerimento di lui assieme ad un uomo.

Eppure era lì. Ad ansimare sopra quello sconosciuto, le dita che rastrellavano fra i suoi capelli biondi, memorizzando ogni sua curva e reazione, degustando il sapore della sua pelle mentre prontamente succhiava ogni lembo di pelle che riusciva a raggiungere, e Newt ansimava deliziosamente e lo spronava ad avvicinarsi, più veloce, come un insaziabile spirito di seduzione.

Thomas si dimenticò della sua identità. Si dimenticò del fatto che questo non era il suo stile. Non voleva conoscere il vecchio Thomas in quel momento; non riusciva ad averne abbastanza di quella situazione, del diluvio costante di puro piacere e zero responsabilità, del prendere solo ciò che voleva con una persona che la pensava allo stesso modo.

Non aveva idea di quante volte, o quanto tempo se era per questo, lo avevano fatto, riducendo le lenzuola bianche ad un mucchio ammassato, lasciando un odore di sesso per tutta la stanza. L’unica cosa che Thomas sapeva con certezza era che non voleva che finisse presto.

Newt lo stava guidando con facilità, lasciandolo, però, anche lavorare per ottenere ciò che voleva. La vergogna lì non aveva un posto, realizzò Thomas. La stronzata del non sapere come gestire con ragazzo fu calpestata al suolo quando Newt premette contro il suo corpo, caldo e bisognoso, e sussurrò una semplice verità: “Siamo entrambi ragazzi. Cosa c’è che non sai? Cosa fa stare bene te ha una maggiore probabilità di far stare bene anche me.”

E aveva ragione. Non c’era una singola cosa che Thomas aveva fatto che non gli era sembrata già familiare.

Beh, eccetto la prostata.

-------------------

“Gordon Ramsay.”

“Impossibile.”

“Cosa? E’ un mito!”

La risata di Newt riempì la stanza fino all'orlo e Thomas ridacchiò assieme a lui, comodamente sdraiato sul letto con il mento appoggiato e guardando fuori dal balcone attraverso la porta chiusa. Newt giaceva sopra di lui, o meglio era stravaccato, disegnando forme astratte sulla schiena di Thomas.

“Non ci credo che ti piace Gordon Ramsay, sei un imbranato,” Newt ridacchiò da sopra di lui, le sue dita abbandonarono le scapole di Thomas e raggiunsero i suoi capelli, tirandoli leggermente. Thomas sentì un brivido percorrergli la spina dorsale, ed era spettacolare, piacevole e caloroso, e se non fosse stato così stanco avrebbe probabilmente ribaltato le posizioni e gli avrebbe dimostrato che anche gli imbranati potevano diventare seri.  Ma il suo corpo si rifiutò di collaborare, e il modo in cui era seduto era troppo comodo per muoversi, così annuì solamente in segno di approvazione.

“Va bene?” sentì Newt sussurrare e ciò lo fece sorridere.

“Eccellente.”

“Sei stato grande, comunque,”  disse il biondo ad un certo punto. “E’ stato divertente.”

“Mhhm.”

“Per un ragazzo etero, almeno,” aggiunse con una risatina e quella fu l’ultima goccia. Thomas radunò le ultime briciole di forza che gli erano rimaste e Newt emise un debole lamento in risposta, fino a quando non si trasformò in una risata gioiosa.

Non avrebbe mai rifiutato una sfida, dopo tutto.

Non il nuovo Thomas.

-------

Non c’era nessuna sveglia. Nessun rumore assordante. Nessuna voce. Solo un beato silenzio. Ed era stato probabilmente quello a svegliare Thomas, sentendosi disorientato e stordito e guardandosi intorno non riconoscendo l’ambiente estraneo.

Dove si trovava?

Non era la sua camera. Nemmeno quella di Minho. O di Teresa. O della sua ex, se era per questo.

Il pesante odore di sesso indugiava nell’aria e Thomas si svegliò all’istante, come se fosse stato preso a calci.
Un hotel. Lui, nudo, in un letto rotondo, con le lenzuola attorcigliate attorno al suo corpo. La stanza era sommersa nel silenzio.

“Newt?” la prima parola che uscì dalla sua bocca lo fece rabbrividire internamente quando non ottenne nessuna risposta. L’appartamento era troppo tranquillo. Era solo.

Certo che lo era.

L’orologio appeso al muro segnava le dieci del mattino e Thomas sospirò pesantemente. Aveva passato la notte nel hotel, a fare l’amore con un demone biondo, e tutto ciò a cui la sua coscienza riuscì a pensare fu: “Avrei voluto che durasse di più.”

Gemette pieno di frustrazione e si lasciò cadere all’indietro sul letto, fissando in silenzio il soffitto. Una cosa la sapeva sicuro – Minho aveva ragione ad un certo punto. Era stata una magnifica notte di sesso. Aveva sbollito lo stress, si era rilassato, e aveva sicuramente dimenticato la sua ex-fidanzata, che non riusciva nemmeno a competere in campo di sesso con quel nuovo ragazzo. Era come se tutto il sesso che aveva sperimentato fino ad ora fosse stato solo un imbarazzante scambio di fluidi corporei, non era mai stato così approfondito e piacevole.

Era perché era un ragazzo? Il sesso gay aveva qualche sorta di segreti che lo rendevano migliore da quello etero? (La sua mente gridava prostata! molto forte, e inizialmente non era nemmeno d’accordo, era stato tutto un esperimento, un malizioso bagliore negli occhi di Newt che gli fece fare spallucce e dire va bene, per poi boccheggiare e dimenarsi e maledirlo e benedirlo per diversi minuti.)

Dubitava fosse per quello. Era per Newt, allora? Thomas non sapeva una singola cosa su di lui, non sul serio. Sapeva che non gli piaceva Gordon Ramsay. O forse sì? Non aveva detto nulla di negativo al riguardo, era solo incredulo. Non aveva esplicitamente detto che Terminator faceva schifo come film o che la papaya era il suo frutto preferito. L’aveva lasciato intuire, ma mai confermato. Aveva trattenuto Thomas in uno strano gioco di parole e sentimenti, nuove esperienze e orizzonti più ampi.

Inoltre non si erano nemmeno baciati. Non un singolo bacio per tutta la notte, sebbene l’intero corpo di Thomas fosse ricoperto di segni arrossati. Era una specie di regola? Forse il bacio era troppo..intimo. Non che il sesso non lo fosse.

“Spero di essere Edward e lui Vivian*,” mormorò Thomas e finalmente si trascinò fuori dal letto. Aveva disperatamente bisogno di una doccia e doveva tornare a casa. Anche se gli sembrava strano, come se andarsene non chiudesse solo la porta di un hotel.

Quasi inciampò nei suoi jeans e finì goffamente a terra, ma almeno gli fece notare il pezzo di carta poggiato sul comodino. Rilesse l’appunto diverse volte nella sua mente e poi ad alta voce, solo perché gli andava di farlo.

Ottimo lavoro, novellino. Congratulazioni per il tuo debutto! N.

La calligrafia era sorprendentemente pulita e Thomas lesse il biglietto almeno 5 volte prima di essere del tutto soddisfatto. Non poteva fare a meno di chiedersi chi fosse quel ragazzo. Gli aveva lasciato una strana fitta di nostalgia dentro al petto, ed era arrabbiato con se stesso per questo.

Quella notte era stata bella e aveva fatto aprire gli occhi a Thomas. Si sentiva come se fosse diventato diverso, migliore, meno attaccato, più coraggioso. Ma no. Non aveva cambiato una singola cosa della sua personalità, vero? Lo aveva solo lasciato a struggersi per una persona diversa e, come se non bastasse, per una persona di cui non sapeva un accidente, un estraneo che aveva nottate di sesso con chiunque forse anche troppo spesso, il cui nome non era sicuramente Newt, ma che aveva un bel sorriso e un desiderio sessuale insaziabile.

E che Thomas probabilmente non avrebbe più rivisto.

“Fanculo la mia vita.”

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NOTE DELLA TRADUTTRICE:
Heeila! Chiedo umilmente venia per il terribile ritardo di questo capitolo, ma purtroppo con la scuola e i diversi impegni mi sono ritrovata a tradurre solo il Sabato sera. çç
Come al solito, spero vi piaccia e beh, ditemi cosa ne pensate con una piccola recensione. O ponetemi le vostre domande, i dubbi, se volete qualche piccolo spoiler sul prossimo capitolo hehe--♡♡
N.B: *Edward e Vivian, mai visto Pretty Woman? Beh, Vivian è una prostituta e Edward è colui che la assume. Alla fine dopo un po’ di giri, boom, scoppia l’amore fra i due.  YAY
 
  
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