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Autore: Armstrong_44    11/01/2015    8 recensioni
Prima fanfiction sulle TMNT.
Leo è sempre stato un ragazzo popolare nella sua scuola, circondato da amici che, come lui, facevano parte della squadra di football.
Per mantenere alta la sua reputazione, gli altri spesso gli proibiscono di farsi vedere con persone non veramente importanti o ultimi della piramide sociale.
Peccato, però, che in seguito ad una serie di coincidenze, problemi familiari e voleri del destino, nella sua vita entrano a far parte dei personaggi singolari: il giovane nerd di cui aveva sempre ignorato l'esistenza, il ragazzo non del tutto maturo e bambino nel carattere e ultimo, ma non meno importante, il vicino di casa sgarbato e prepotente ma che, in fondo, tanto cattivo non è.
Human AU.
Pubblicata su DeviantART in inglese, ispirata da 'the science project'.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Dunque, scusate se è un po’ che non carico, ma sono piena di impegni da tutte le parti. Sto cercando di fare del mio meglio per non far passare troppo tempo tra un caricamento e l’altro, ma è più difficile di quel che sembra.
Ci stiamo pian piano avvicinando sempre più alla fine e quindi come sempre tendo ad affrettare le cose e a scrivere peggio del solito.
Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi piaccia!
Ringrazio come sempre chi abbia messo la storia tra le preferite/seguite e anche chi sta semplicemente leggendo in silenzio questa fanfic.
Un grazie speciale alle persone che hanno recensito il capitolo 22 ovvero:  AleJ_and_Mizu (a cui dedico questo capitolo) Sayan_lover ; Ayumi Edogawa ; _Bara no Yami_  e cody4ever
GRAZIE MILLE!
So che è corto, perdonatemi!

 
CAPITOLO 23

Raphael rabbrividì inconsciamente mentre la notizia appena ricevuta veniva assimilata lentamente con le rispettive conseguenze.
Un brivido lo percorse dal capo alla schiena, costringendolo a scuotere lievemente la testa.
Non appena suo padre aveva pronunciato quelle parole, il suo stomaco si era trasformato in acqua gelida e una sgradevole sensazione si era fatta strada in lui.
Poteva sentire la sua pelle diventare di ghiaccio con il sudore freddo che la impregnava in ogni parte, dalle dita tremanti al collo nascosto dai capelli che avevano ancora la forma del cuscino.
Le sue gambe formicolavano e colse l’occasione per sedersi su una delle sedie in mogano che accerchiavano il tavolo.
Insicuro e nervoso deglutì, tentando di scacciare via il groppo in gola che non gli permetteva bene di respirare.
“Qual è il piano?” domandò poi, mentre con la mano destra si rigirava trai polpastrelli il bordo della maglia nera del suo pigiama.
Casey Jones intrecciò brevemente il suo sguardo con quello di Giulia e la luce del lampadario sopra di loro di rifletté sulla sua pelle lucida. Con aria stanca si lasciò poi cadere su una delle altre scranne rimaste e portò dietro alla nuca il braccio sinistro per massaggiarsi il collo.
“Non c’è” rispose, evitando gli occhi del figlio “E’ una situazione instabile. E se non troviamo una soluzione al più presto è ovvio che la decisione del giudice non sarà a nostro favore. E il problema principale è che Giulia è sempre fuori per lavoro, ragion per cui è molto improbabile che la custodia sia affidata a lei. Katie, al contrario, ha un compagno al suo fianco con cui alternarsi, in modo che ci sia sempre qualcuno a casa in caso di bisogno”
Raphael schiuse la bocca per pronunciare una protesta ma non appena il suo sguardo si posò su Giulia capì che le cose stavano degenerando davvero, e che una semplice opposizione non sarebbe bastata.
La donna, che pareva avere occhi molto più piccoli ora che non erano cinti da enormi quantità di ombretto azzurro, aveva un’espressione distrutta e sconvolta.
Indossava la giacca di una tuta grigia cacciata alla rinfusa al di sopra di un pigiama roseo e portava ai piedi pantofole di lana.
Il rosso non l’aveva mai vista così e, per la prima volta, cominciò a pensare che forse a lei importava davvero di Leonardo, nonostante la sua attenzione alle futilità di ogni giorno ma la noncuranza rispetto alle questioni più importanti.
“Mi spiace” mormorò lei, stringendosi al petto un fazzoletto di stoffa “Ma dobbiamo ammettere che è ovvio che sarà Katie ad ottenere la custodia”
Sconvolto e seccato da tale affermazione così decisa, Raph si alzò si scatto e, alzando il tono di voce, impose “NO!”
Suo padre si affrettò ad allungare le mani nella sua direzione e a fargli cenno di non urlare, accompagnando il gesto con un “Shh!”.
Indicò col capo il piano di sopra, per far capire che non desiderava che anche gli altri si alzassero e scoprissero in quel modo che il limite di tempo era appena stato fissato.
“No” ripeté allora il giovane, questa volta però sussurrandolo.
I suoi lineamenti si tirarono in un’espressione pensierosa, mentre portava le braccia al petto e guardava il nulla verso il basso.
In seguito, alzando il capo, domandò “Il mandato è arrivato a quest’ora?”
La donna dai capelli color grano scosse la testa, facendo tintinnare i lunghi orecchini che portava ad ogni orecchio “E’ arrivato ieri sera” spiegò “Ma non volevo dare la notizia a tutti, speravo di poter prima trovare una soluzione”
Raphael annuì, assorbendo la risposta.
Si voltò poi verso Casey Jones, con il corpo che sembrava aver riacquisito la sua calma iniziale.
“Non potresti prendere tu la custodia?” chiese.
L’uomo lo guardò con sguardo rattristato “Temo non mi prenderebbero nemmeno in considerazione. Non riuscirei a mantenervi entrambi”
“Però abbiamo entrambi 17 anni adesso e in un anno saremmo abbastanza grandi da poterci mantenere da soli. E inoltre, io ho il lavoro estivo” osservò il ragazzo.
Pensò di nuovo a quello che aveva appena detto e gli sorse un dubbio “In questo caso, Leo non avrebbe voce in capitolo in tribunale?”
I due adulti si guardarono, i visi più rilassati “Beh, ha il diritto di dire la sua opinione, ma non sempre i giudici ne tengono conto” disse Giulia sospirando.
“Però, per quanto mi costi ammetterlo, possiamo fare in modo che il nostro giudice sia uno di quelli che ne tengono conto” affermò Casey, riprendendo le parole della donna.
Quest’ultima si voltò verso di lui con sguardo indignato “Intendi corromperlo ?”
“No, no!” si affrettò a chiarire l’altro. “Dico solo che se riuscissimo a mettere una buona parola dal conto di qualcun altro, l’esito potrebbe cambiare molto”
Il rosso ascoltò questi discorsi con attenzione, per poi portare una mano al viso e tenere il mento tra indice e pollice.
I due adulti continuavano a discutere, ma nelle sue orecchie era rimasto impresso quello che aveva detto suo padre poco prima e aveva smesso di seguire la loro conversazione.
Chi poteva mettere una buona parola per loro?
E, inoltre, come avrebbe fatto Casey a mantenerli entrambi? Sì, avrebbe avuto il lavoro estivo, ma non era sicuro che ciò bastasse.
E mentre si concentrava su questi pensieri, qualcosa parve illuminarsi in lui.
“Ci sono!” esclamò, schioccando forte le dita e spalancando la bocca in un sorriso, improvvisamente attirando l’attenzione delle rimanti persone in quella stanza.
Quest’ultime lo guardarono con un’aria interrogativa ma speranzosa, aspettando che fosse lui stesso a continuare e a esprimere la sua idea.
“Non sono sicuro possa funzionare” borbottò poi però tra sé e sé.
“Cosa?” domandarono Casey e Giulia all’unisono.
Lui li squadrò, facendo balzare le pupille da uno all’altro, e assunse inaspettatamente un ghigno divertito.
“Voi due” iniziò, cercando di contenere una risata “vi dovete sposare”
“Cosa?!” ansimarono, osservandosi poi l’un l’altro scandalizzati.
Raphael dovette trattenersi per non ridere. Stranamente, la cosa gli piaceva.
Certo, nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di sua madre, e l’idea di essere anche il fratello di Drake non era davvero nei suoi progetti di vita, ma per Leo questo ed altro.
Sapeva anche che per nessuno dei due adulti sarebbe stato facile, a Giulia era appena morto il marito, e a Jones era scomparsa la moglie anni prima, ma non poteva fare a meno di convincersi che fosse la soluzione più adatta.
E non solo, più il tempo passava, più non vedeva l’ora accadesse.
“Raphael-“ iniziò suo padre, ma il rosso lo interruppe per spiegargli esattamente ciò che aveva pensato poco prima  “Lo so papà. Lo so che la mamma resterà sempre nei nostri cuori, ma in questo modo abbiamo molte più possibilità di ottenere la custodia. Giulia ha vissuto con lui per molto tempo, mentre Katie l’ha abbandonato. Leo in tribunale dirà di voler rimanere con noi, dove avrà non solo anche una nuova figura paterna, ma anche due fratelli, e quindi non sarà mai solo. Voi avrete due stipendi e potrete lavorare di meno. Drake è già maggiorenne e ha un lavoro. Noi presto lo otterremo. E’ tutto perfetto”
Con l’ultima parola, un grave silenzio calò nella stanza.
L’uomo e la donna non sembravano ancora sicuri, ma parevano più convinti.
“Fatelo per Leo” aggiunse allora il rosso, centrando il punto della questione.
Dopo aver inspirato, Casey gettò fuori l’aria con un “Okay” poi continuò “Okay, mettiamo che decidiamo di sposarci. Come faremo a fare tutto prima del giorno prestabilito?”
“Potreste sposarvi solo in comune, per ora” informò una voce che proveniva da metà scala.
Tre teste si voltarono simultaneamente verso Donatello, che era apparso improvvisamente sui gradini che conducevano al piano di sopra.
“Da quanto sei li?” interrogò il padre di Raphael.
“Abbastanza” replicò il castano, scendendo fino ad arrivare in cucina “Come dicevo, potreste semplicemente sposarvi in comune. Non bisogna organizzare nessuna cerimonia, ne ordinare torte o vestiti”
Il rosso lo guardò sorridendo e gli mise un braccio attorno alle spalle “Visto? Perfetto, ora non resta solo che trovare chi possa mettere una buona parola per noi con il possibile giudice”
“…Veramente” cominciò Donnie, ma non fece tempo a finire che Raph lo strinse ancora di più nell’abbraccio, accostando le loro teste “Lo sapevo che avresti risolto tutti i nostri problemi!”
Il castano arrossì appena, poi, dopo essersi schiarito la voce, informò “Pensavo che avremmo potuto domandare al maestro Splinter”
 
***
A Leonardo quella storia non convinceva.
Certo, era pur sempre l’unica alternativa che avevano, ma c’era comunque qualcosa che non gli piaceva.
Si sentiva veramente in colpa per dover forzare il matrimonio tra due persone, specialmente essendo a conoscenza del dolore che il padre di Raph continuava a provare per la perdita dell’amata moglie.
L’idea che Casey diventasse suo padre e Raphael suo fratello era l’unico aspetto positivo che sembrava riuscir ricavare da quella faccenda.
Stringendosi nelle spalle e incurvando appena la schiena, prese ad osservare i piccoli sassi che i suoi piedi scalciavano dal cemento scuro sotto le suole delle sue scarpe.
Erano passati due giorni da quando Giulia gli aveva riferito che era giunto il mandato di Katie.
Ovviamente, quando lui ne era venuto a conoscenza, i due adulti si erano già impegnati a prendersi come sposi e Raphael e Donatello si erano recati a piedi fino alla palestra, che apriva fin dalle nove del mattino.
Lui e Michelangelo, invece, erano stati allontanati con una scusa talmente banale che l’avevano presa tranquillamente come la verità.
Gli era stato chiesto di recarsi al supermercato per comprare alcune provviste che erano state scarabocchiate su di un pezzo di carta stropicciato.
Gli altri due amici, secondo quanto gli era stato detto, sarebbero rimasti a casa per aiutare Casey a sistemare un qualche impianto guasto.
Inutile dire che quando avevano saputo ciò che era successo davvero, non avevano potuto fare a meno di sentirsi lievemente offesi per essere stati esclusi da qualcosa di così importante.
Specialmente Leonardo, che si era infatti scusato con un cenno del capo e si era allontanato.
E così si era ritrovato a camminare per le strade della città, con al fianco solo la sua ombra che si rifletteva sul marciapiede sbiadito.
Sentì delle grida e risate in lontananza e, quando ebbe alzato il capo, scorse non molto lontano un piccolo parco verde popolato dai bambini che si godevano l’estate.
Inconsciamente si avvicinò ad una delle panchine in legno che lo adornavano nei confini e si sedette su di essa facendola scricchiolare appena.
Poggiando il gomito sulla coscia destra e il mento sopra il palmo, iniziò ad osservare ciò che stava accadendo attorno a lui.
Lentamente, i ricordi della rivelazione di poco prima gli riaffiorarono in mente.
“C’è qualcosa che dobbiamo dirti”  aveva detto Giulia, sistemandosi una ciocca ribelle dietro all’orecchio.
“Non è nessun problema, in fondo ne godremo entrambi se potremo contare su due stipendi anziché uno” aveva aggiunto Casey dopo che tutto era stato rivelato.
“Il maestro Splinter ha detto che farà del suo meglio per mettere una buona parola dalla nostra parte” aveva spiegato Raphael, con un’espressione trionfante in volto.
“Pensa un po’ poi, il padre di Usagi è un giudice! Con il sensei siamo andati a trovarlo e lui ha detto che cercherà di ottenere il caso! E’ perfetto”  aveva infine detto Donatello.
Leonardo, di perfetto, non riusciva a vederci niente.
Sbuffò impercettibilmente, lasciandosi poco dopo sfuggire anche un sospiro.
Perché le cose stavano andando in quel modo?
Perché sembravano avercela tutti con lui?
Si era sempre impegnato in ogni singola cosa, aveva sempre fatto il suo dovere… Però non era mai ricompensato in modo adeguato.
E lui non riusciva a smettere di sentirsi inutile e impotente.
Così, fece l’unica cosa che gli era concesso di fare.
Abbassò le palpebre fino a chiudere completamente gli occhi, pregando che tutto si risolvesse nel modo migliore mentre il vento gli scompigliava i capelli mori.
 
  
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