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Autore: eyesmadeofice    13/01/2015    4 recensioni
AU. Ritrovarsi a soli ventidue anni ad essere la dirigente di una delle più grandi aziende della nazione non è esattamente il più grande desiderio di una ragazza. Non era nei piani di Asami Sato. La sua vita era cambiata completamente, senza preavviso, e la confusione era diventata protagonista della sua vita quotidiana. Così... "Un uomo saggio, qualche tempo fa, mi ha detto che quando tocchiamo il punto più basso, siamo pronti per i cambiamenti più grandi." I suoi occhi azzurri incrociarono quelli verdi della ragazza dai lunghi capelli corvini, le strinse un po' la mano sorridendole dolcemente. E con quel gesto, Asami si sentì subito più tranquilla. [Korra/Asami]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Asami, Korra, Quasi tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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“...Ed è per questo che dobbiamo fare qualcosa per tirare su la nostra società. E' diventato urgente, ora più che mai. Abbiamo bisogno di nuove idee signori.”
Silenzio totale.
Un sospiro.
“Pensateci.”
Altro silenzio totale.
Stavolta interrotto da una matita caduta a terra.
“E se non avete nulla da dire o non siete interessati, siete liberi di andarvene.”
E in poco meno di due minuti, la sala era diventata vuota. In quel momento, i pensieri della giovane erede delle Industrie del Futuro erano abbastanza rumorosi da riempire il silenzio della sala, abbandonata dai venti capi dipartimento. Era confusa, non sapeva che fare. Cosa sto sbagliando nel dirigere l'azienda?
Asami si tuffò a peso morto nella sua poltrona della sala riunioni e fissò il soffitto.
Era persino troppo distratta per rispondere al suo telefono che squillava insistentemente da diversi minuti. Troppo presa dai suoi problemi per rendersi conto che proprio fuori dalla sala, due ragazzi la stavano osservando preoccupati.
“Non si muove nemmeno per rispondermi al telefono, sono un po' preoccupato.”
“Mako... che cosa pensi che dovremmo fare?” chiese il secondo ragazzo, un po' più basso del primo.
“Non ne ho idea Bolin. Non ne ho davvero idea.”
Bussarono alla porta della sala riunioni e, senza attendere l'avanti o un prego, entrate, si fecero avanti. E anche in quel caso, la ragazza dai lunghi capelli corvini non fece una singola mossa, era in quella posa da troppo tempo. Sembrava essere una statua, con quella sua carnagione così pallida e i suoi occhi verdi che la rendevano ancora più chiara. Il ragazzo più alto dei due, si avvicinò per vedere che stesse bene. Solo quando le toccò la spalla finalmente si mosse, sobbalzando e tirando quasi un urlo.
I due fratelli erano abbastanza sorpresi dalla sua reazione. Credevano di essere stati abbastanza rumorosi con la loro entrata – quasi sfondando la porta che aveva bisogno di essere sistemata – ma invece non è stato così.
“Oh cavolo ragazzi...da quanto tempo siete qui?” chiese la ragazza tirandosi su, ma continuando a guardare il vuoto.
“La vera domanda in questo momento” cominciò Mako “ la vera domanda ora dovrebbe essere da quanto tempo eri in quella posa. Da quanto tempo eri in quella posa, Asami?”
Silenzio.
“Asami?”
“C'è un bel tempo fuori. Che ci fate qui dentro ragazzi?”
Mako e Bolin si guardarono per un momento.
“Asami, perché non rispondi alle nostre domande?”
“Ci vediamo stasera tanto. Ho molto da fare in questo momento, vi conviene andare a fare un giro. Al solito locale alle otto? Che ne dite? Mi sembra perfetto” tagliò corto Asami farfugliando altre parole intanto, spingendoli fuori ed impedendo loro di dire qualsiasi altra cosa. Chiuse la porta della sala riunioni e chiuse anche le tende per coprire i vetri che si affacciavano al corridoio. Che cosa mi sta succedendo?
Sprofondò nuovamente sulla poltrona e si girò verso l'enorme finestra proprio alle sue spalle. Il paesaggio era meraviglioso. Dal decimo piano del palazzo principale delle Industrie del Futuro era possibile osservare una buona parte di Republic City. Il mare da una parte, le montagne dall'altra. Sotto un grande parco, proprio all'incrocio tra alcuni vicoli. Realizzò solo poco dopo che gran parte delle cose costruite in quella città, o almeno negli ultimi vent'anni, erano state costruite da suo padre, Hiroshi Sato. E al pensiero del padre, sul suo viso si formò una nuova smorfia.
Perché doveva accadere proprio alla mia famiglia una simile disgrazia?

***

“Grazie mille dottoressa, mi è stata di grande aiuto.”
“Risolvere i conflitti, è questo il mio lavoro!”
Nuovo giorno, nuovi clienti, nuovi problemi. Un'ottima base per introdurre una giovane ragazza poco più che ventenne, perennemente annoiata, in compagnia di una signora anziana in un ufficio.
“Katara, forse la psicologia non fa per me. Sento come se non riesco davvero ad aiutare i miei pazienti, nonostante stia ancora studiando. Perché vuoi lasciarmi provare a fare il lavoro a posto tuo con alcuni clienti, e pagarmi comunque?” domandò una ragazza di circa un metro e settanta, dalla carnagione un po' scuretta e dai lunghi capelli castani raccolti in una coda. Sbuffando, si tuffò su quello che era il lettino dove a volte i pazienti si sdraiavano durante la terapia.
“Sai, io non credo che tu sia così male” rispose la signora anziana chiudendo la porta alle sue spalle e poi sedendosi accanto alla ragazza “le persone che vengono qui ti ringraziano, escono da quella porta sorridendo. E per te è una buona esperienza lavorare qui per un po'. Se avessi continuato a lavorare in quel bar...”
“Se avessi continuato a lavorare in quel bar, forse...”
“Forse saresti finita con un'altra spalla slogata, solo per fermare un altro uomo di due metri e duecento chili avventarsi contro una ragazza indifesa. Se non peggio. Hai lavorato per qualche mese nel posto peggiore della città.” concluse Katara.
“Non hai tutti i torti... è solo che stando qui in ufficio mi sento a disagio.” ribatté la ragazza, giocherellando con i suoi capelli e guardando di tanto in tanto la signora lì accanto.
“Hai già cercato un nuovo lavoro?”
“No, non ne ho avuto molto tempo. Sono stata bloccata negli ultimi cinque mesi. Tra la scuola e questo lavoro, non ho avuto neppure tempo per me stessa.” rispose, sospirando. Che noia.
Gli occhi di ghiaccio della più grande la osservarono attentamente. Forse Korra, questo era il suo nome, forse aveva davvero bisogno di più libertà. Almeno avrebbe avuto modo di conoscere molte più persone. Nel suo ufficio, non si incontravano molte persone della sua età. E con quelle che si ritrovavano lì, non poteva legare molto, per via della complessità del lavoro. E questo, capiva, che doveva essere piuttosto frustrante per lei. Katara sapeva bene che Korra non aveva molti amici a scuola, per via del suo carattere un po' esplosivo e attaccabrighe, l'aveva tirata via, su consiglio della mamma Senna, dal bar dove aveva cominciato a lavorare un anno prima circa. Dopo appena una settimana di lavoro, ricordava, la giovane ragazza si era ritrovata al Pronto Soccorso per via di un braccio slogato a causa di una rissa scoppiata nel bar. La sfortuna aveva voluto che lei, quella sera, avesse avuto il turno notturno nel bar peggiore dell'intera Republic City e che, forse grazie o forse per colpa del suo carattere, si fosse buttata in mezzo per cercare di fermare i due uomini.O ancora, un mese dopo l'accaduto, si era ritrovata a fermare un ladro che aveva rubato la borsa ad una ragazza. Pochi giorni dopo ci fu una nuova rissa. Per non parlare dei numerosi scontri tra poliziotti e ragazzi ubriachi o sotto droghe proprio fuori dal locale.
E i genitori di Korra, ormai stanchi di sentirla tornare a casa sempre a pezzi o con qualche livido, chiesero alla vecchia Katara di provare a farla lavorare con lei.
Korra sbuffò e si girò dall'altro lato per cercare di riposarsi un po', il prossimo cliente non sarebbe arrivato prima di un'ora. L'anziana signora allora iniziò a pensare un po' a cosa potrebbe fare la ragazza. Dopo una decina di minuti, si accese una lampadina.
“Korra, sei sveglia?” chiese, per ricevere come risposta un mmh.
“Ti aiuterò a trovare un nuovo lavoro. Fammi solo parlare con un paio di persone. Entro stasera potrei avere buone notizie. Ti fidi di me?”
La giovane aprì gli occhi e alzò un sopracciglio. Si girò verso Katara e sedendosi, le domandò “Certo che mi fido. Ma...cosa troverai? Hai già in mente qualcosa?”
“Tu aspetta e vedrai” concluse l'anziana, sistemando qualche documento sulla scrivania e prendendo la sua agenda.

***

Verso le cinque e trenta del pomeriggio, Asami arrivò finalmente nel suo grande appartamento. Lasciò cadere la sua borsa a terra non appena ebbe chiuso la porta di casa e senza pensarci, andò a sdraiarsi un po' sul divano. Era inspiegabilmente stanca, i pensieri le stavano dando del filo da torcere nella vita di tutti i giorni. Ma come si può ben immaginare, perdere il padre a soli ventidue anni e ritrovarsi addosso tutti i pesi di una delle più grandi aziende della nazione aveva il suo carico di stress e non era proprio facile da affrontare. Soprattutto quando non si ha nessuno con cui potersi sfogare. I suoi pensieri arrivarono ai suoi amici. Mako? No, non voleva più avere niente a che fare con lui e con la confidenza eccessiva, soprattutto dopo essere stati insieme per un periodo piuttosto lungo ed esserne uscita con una ferita molto profonda. Bolin? Non avrebbe ascoltato più di tanto. Certo, era un ragazzo d'oro, ma non era proprio il più adatto in una situazione del genere. Senza considerare il legame di parentela con il suo ex ragazzo, sicuramente lo avrebbe protetto senza neppure pensarci due volte, qualunque sia stata l'accusa.
Fu proprio in quel momento che si rese conto di sentirsi sola. Non aveva amiche per via dei suoi strani interessi legati principalmente alla meccanica. Di amici ne aveva davvero pochi di cui potersi fidare e con cui poter uscire dopo una dura giornata di lavoro come quella. Sono una sfigata.
E proprio mentre pensava ai suoi amici, sentì il suo telefono vibrare nella tasca destra dei suoi pantaloni. Qualcuno la stava chiamando.
Prese il suo telefono e lesse il nome “Bolin”. Per un momento esitò e pensò di far partire la segreteria telefonica, magari dandosi malata per la serata per poter restare a dormire sul suo bel divano e non muoversi tutta la sera, neppure per mangiare. Ma qualcosa in lei le disse di dover rispondere. Forse era a causa di tutta l'autocommiserazione di pochi istanti prima ad averle detto di dover fare qualcosa per rimediare al suo status di sfigata, o magari si stava semplicemente facendo coraggio di reagire. Così rispose.
“Pronto?”
“Ehi Asami, tutto bene? Prima sembravi stare male. Eri completamente persa in un mondo tutto tuo. Ti hanno rapito degli spiriti? Magari alieni?”
Accennò un lieve sorriso prima di rispondere nuovamente. “No, mi sentivo solo molto stanca, sai com'è, è stata una giornata piuttosto pesante e stavo pensando di mettermi a dormire proprio ora. Non ho dormito molto di recente.”
Oh no, non puoi. Tu non puoi metterti a dormire proprio adesso.”
“E perché?”
Perché stiamo venendo a prenderti proprio adesso io e Mako. Abbiamo sentito dell'apertura di un nuovo locale in un quartiere rinomato del centro. Hanno detto che è molto grande e che sarà inaugurato proprio questa sera. Abbiamo ricevuto l'invito da parte del proprietario con cui ho lavorato durante le riprese del mio film e quindi vogliamo andare. Beh, in realtà, è il produttore, regista e dirigente dell'intero lavoro. E' un genio quell'uomo!"
“Varrick è il proprietario del locale? Che cosa ha in mente questa volta? E io cosa c'entro?”
Tu c'entri, hai ricevuto l'invito anche tu. Ma miss Problem a quanto pare era troppo in sovrappensiero per rendersene conto.”
“Io... cosa?”
Era sulla tua scrivania l'invito, c'era proprio scritto 'Signorina Sato Asami'.”
La ragazza era un po' confusa. Possibile che davvero non si fosse resa conto di niente? In quel momento non sapeva come reagire, se accettare l'invito o meno. Conosceva Varrick piuttosto bene, era un uomo bizzarro sulla quarantina che aveva causato non pochi problemi alla società del padre pochi anni prima, ma c'era da dire che era un ottimo uomo d'affari e che sapeva il fatto suo. Magari parlare con Varrick l'avrebbe aiutata a trovare qualche idea per la sua azienda e per riportarla alla cima delle migliori della nazione, dopo essere scesa in crisi.
Magari avrebbe potuto conoscere qualcuno di nuovo ad una festa in un nuovo locale.
Pronto? Bolin chiama Asami, Terra chiama Asami, tutto posto in Problemalandia?”
“Sì Bolin, scusami” sospirò “ te l'ho detto sono solo un po' stanca.”
Beh, non fa niente. Il locale prima delle undici non apre. Hai tempo per dormire, farti la doccia, guardarti un film, giocare a scacchi con il cane del vicino e anche fare un triplo salto mortale all'indietro, tu pensa!”
“Ah allora ho tempo per riposarmi un po'!”
Volevo solo farti gelare un po' il sangue nel dirti che stavamo arrivando. In effetti, siamo sotto casa tua, ma ho appena fatto cenno a Mako di andare avanti e di andarcene a fare un giro. Ma più tardi saremo sotto casa tua a prenderti, che tu lo voglia o meno.”
Sospirò al pensiero. “Insomma non ho scampo neppure se mi sigillo in casa.”
Eeeesatto. Perché in quel caso, il nostro fantastico poliziotto Mako potrebbe ricevere il permesso del capo delle guardie Lin Beifong e sfondarti la porta di casa!”
Asami sorrise. Sapeva che Lin non avrebbe mai fatto niente del genere, ma il ragazzo dagli occhi verdi le aveva fatto capire bene che voleva la sua presenza in quella serata. Forse mi farà bene dopotutto.
“Va bene Bolin. Per che ora ci vediamo e dove?”
Passiamo a prenderti io e Mako per le 22.30. Oh, e non vestirti troppo elegante. Ho sentito che è una sorta di nightclub-discoteca. Non proprio il genere di locale che sei abituata a frequentare, ma comunque un bel posto secondo noi.”
“D'accordo. Mi farò trovare pronta allora.”
A dopo 'Sami!”
“A dopo.”
La prima cosa che fece la ragazza dai capelli corvini dopo il termine della chiamata, fu mettere la sveglia verso le 18.40. Aveva davvero bisogno di riposare un po', un'oretta sarebbe bastata ed avanzata per farla rimettere in forze. Così si diresse verso la camera da letto, decise finalmente di togliersi la giacca e qualche altro strato di abiti addosso per ritrovarsi in intimo lunga sul suo letto, pronta ad essere rapita dal sonno. Quando mi sveglio corro a farmi una doccia e a prepararmi... ora credo di avere un po' troppo sonno... E abbracciando uno dei tanti cuscini del suo letto, si addormentò.

***

Toc toc toc.
“Korra, scusa il disturbo, vorrei solo sapere quanto vi manca qui.”
Katara era entrata durante una seduta di un giovane adolescente per informare la ragazza riguardo la loro discussione di un paio d'ore prima.
“Buon pomeriggio signora Katara!” salutò il ragazzo.
“Kai, che piacere vederti. Beh, non è proprio un piacere visto che sei qui per dei problemi che hai bisogno di risolvere e che ti hanno fatto star male, ma è da un po' che non ti vedo.”
Korra sorrise, togliendosi gli occhiali per poterli pulire.
“Direi che io e Kai per oggi, abbiamo quasi finito. Gli stavo dando degli ultimi consigli riguardo...”
“Le ragazze!” la interruppe Kai.
“E così il piccoletto ha deciso di farsi avanti con mia nipote Jinora, eh? Sono così felice di vedere che dopo molto tempo hai scelto di fare un passo in avanti!” disse la signora, scompigliando un po' i capelli al ragazzo. “Finite pure voi due, con calma. Sono solo le cinque dopotutto. Avete tempo.”
Solo dopo circa un quarto d'ora, finalmente, Katara riuscì a dare la buona notizia alla ventenne.
“Aaah, sono così stanca, non vedo l'ora di andare a casa e buttarmi sul letto insieme alla mia brava ragazza Naga!” e in quel momento, un cane bianco, peloso e grande si avvicinò a Korra facendo le feste e farsi coccolare dalla padrona.
“Mi sa tanto che invece in serata dovrai andare all'apertura di questo nuovo locale verso Fire Street.”
“Come scusa?” Korra era piuttosto confusa in quel momento. Era stanca, aveva lavorato per quasi tutto il giorno e ormai non vedeva l'ora di tornarsene a casa per starsene distesa sul divano e non fare niente per il resto della serata.
“Ricordi il tuo primo paziente?”
“L'uomo dai baffi ridicoli e dalla sua particolare tendenza a sovreccitarsi per qualunque idea gli venisse in mente?”
“Esatto.”
“Quello che aveva una strana ossessione per la sua segretaria e che non riusciva a smettere di darle degli ordini?”
“Sì.”
“Quello con tanti soldi, così tanti, che quando è dovuto correre in bagno e ha visto che non c'era la carta igienica, che però era davanti ai suoi occhi, ha urlato Zhu Li! Portami la cinquanta! E ha sprecato così tanti soldi solo per pulirsi?!”
“Hai capito benissimo Korra, è proprio quell'uomo. Ecco, forse lui è la soluzione a tutti i tuoi problemi.” rispose Katara, sorridendo dolcemente alla ragazza ancora piuttosto confusa a riguardo.
“Strano a dirsi, noi siamo qui per risolvere i suoi problemi e poi è lui che risolve i miei!” la scuretta scoppiò a ridere di gusto al pensiero, poi la curiosità prese il sopravvento. “Cosa intendevi dire che sarà la soluzione ai miei problemi?”
“Beh” cominciò la signora anziana camminando per la stanza mentre la ragazza era ancora intenta a coccolare il suo cane “Ho dovuto chiamarlo per sentire quando sarebbe stato libero per la sua prossima visita, visto che ne ha ancora cinque programmate da fare. Ci ho parlato un po' mentre lavoravi con Kai, e mi ha detto che si sente piuttosto nervoso per l'apertura di un nuovo locale proprio all'incrocio più importante di Fire Street. Il problema è che, a causa del suo caratteraccio, il suo barman di fiducia gli ha dato buca. E come puoi ben immaginare, la serata potrebbe essere piuttosto impegnativa. Così...” Korra tolse le parole di bocca all'anziana “Così gli hai detto che sto cercando un nuovo lavoro e che ho già lavorato in un postaccio come quello.”
“Perspicace.”
Korra sorrise di nuovo e si alzò da terra, lasciando andare Naga nella sua cuccia in ufficio.
“Mi sembra una buona cosa. Dopotutto quell'uomo mi ispira un po' di fiducia.”
“Ottimo!” esclamò Katara “dovresti chiamarlo a questo numero se sei interessata” disse la signora “è il suo numero di cellulare personale, me lo ha lasciato in caso tu avessi accettato la sua proposta di lavoro. Se hai voglia di vedere cosa offre come lavoro in quel locale, chiamalo e discutete.”
“Ma il prossimo paziente sarà qui a minuti!” rispose con un tono un po' disperato.
“Non ti preoccupare Korra, gli ultimi tre pazienti della giornata li faccio io. Prenditi il resto del pomeriggio libero per organizzarti per questa sera, non preoccuparti, e poi sono in buone zampe” concluse Katara abbracciando la ragazza e guardando il cane che abbaiò proprio in quel momento.
Una decina di minuti dopo, Korra uscì salutando la vecchia psicologa che considerava come una nonna, essendo cresciuta anche con lei.
Non appena fu fuori, decise di chiamare l'uomo per avere delle informazioni riguardanti il nuovo locale.

Tuuu tuuu tuuu tuuu.
Dimmi che colei che mi sta chiamando è quella fantastica ragazza di nome Korra Waters!”
“Sono io, sir.” rispose ridendo un po' allo strano tono di voce e modo di parlare stravagante di Varrick.
Mi fa piacere che tu mi abbia chiamato. Poco fa ho parlato con Katara e mi ha detto quanto la triste e troppo tranquilla vita d'ufficio psicologico non faccia per una ragazza esplosiva e brillante come te.”
“Mi ha già detto che avete parlato...più o meno. Allora uhm... “ pensò “ di quel locale so semplicemente che si trova all'incrocio più importante e trafficato di Fire Street e che siete a corto di barman perché beh... hai avuto un piccolo diverbio con l'ultimo.”
L'ultimo e l'unico. Vorrei mandarci la mia Zhu Li a lavorarci ma ho bisogno della mia assistente con me, e visto che il locale è piuttosto grande, non me la sento di lasciarla dietro un bancone a mischiare alcolici e discutere con gente timida che resta lì l'intera serata per non buttarsi in pista perché magari 'oh no, non fa per me' 'oh no non mi piace la musica, troppo tunz tunz tunz' 'oh no—ZHU LI DOVE SONO I MIEI ABITI, FALLI PORTARE DALLA MIA SCIMMIA LEONE ADESSO QUI.”
Korra rise all'improvvisa reazione di Varrick. Dopotutto quell'uomo non è così male.
Insomma in breve Korra, mi piacerebbe offrirti lavoro lì. Stasera c'è l'inaugurazione e ci saranno molte persone.”
“Mi stai dicendo che la mia prova si fa stasera, nella serata più importante? Lo sai che sono arrugginita e che ormai sono cinque mesi che non lavoro in un bar o miscelo cocktail” rispose Korra un po' attonita, continuando a camminare verso il suo piccolo appartamento “e poi è una prova. Di solito la parola prova porta con sé la parola gratis.
Oh no no no, niente gratis con me. Facciamo così. Se resisti per l'intera serata e vendi un minimo di settanta drink, ti pago...uhm... duemila.”
Alla parola duemila Korra sobbalzò.
“Non ti sembra esagerato?!”
Come, prima dici niente e ora è troppo?”
“Non ho detto di non voler niente e che è tropp-”
Zhu Li, ricordami di aggiungere alla mia lista di cose da imparare sulle donne, la voce 'Non Si Sa Quanto Vogliono Davvero'. Siete così complesse! Ti prego accetta la mia offerta, credo proprio di essere nella merda più grande se non mi aiuti tu.”
“Accetto.”
“Ah siete anche tutte così acide a volte. Zhu Li, perché mi guardi in quel modo? Forse non ti tratto bene? Forza Waters, accetta- ZHU LI.”
“Ho già detto che accetto?”
Zhu Li, portami subito la tazza di tè verde che ti avevo chiesto prima!”
“VARRICK VUOI ASCOLTARMI?”
Oh scusa Korra, ho dovuto dare un paio di ordini a Zhu Li.”
“Ho sentito. E intanto ho provato a dire due volte che accetto. Non farmelo ripetere di nuovo” disse Korra un po' nervosa.
Perfetto. Senti, devo chiudere, ci sono dei piccoli problemi in questo momento. Ti faccio mandare un messaggio da Zhu Li su tutto quello che devi sapere e a che ora devi venire qui. Ci vediamo più tardi mia salvezza!”
E prima che potesse rispondere qualcosa, la linea cadde.

In quel momento, Korra non sapeva cosa fare. Certo, la sua vita non era delle migliori, viveva in un piccolo appartamento vicino all'ufficio di Katara ed era tutto ciò che poteva permettersi. Aveva avuto occasione di andare a vivere nell'isola poco fuori la città, dove vivevano Tenzin, figlio di Katara e la sua famiglia. Ma per comodità decise di restare nei paraggi per riuscire a coordinare lavoro e studio. Studio quasi inutile. Aveva provato a studiare Psicologia dopo aver finito il liceo, ma purtroppo, la sua vita era principalmente lavoro e arte. Non aveva idea di cosa fare nella sua vita. Essere una psicologa le piaceva, ma era un po' noioso come lavoro. Amava ballare, breakdance e altri strani riti tribali della sua nazione nativa. Senza contare che era un'ottima artista e fumettista. Sua madre aveva chiesto alla vecchia Katara di prendersi cura della figlia fin quando non avesse trovato un lavoro migliore e ben pagato. A Korra piaceva aiutare la gente parlando con loro, ma non amava la vita troppo tranquilla di quel posto dove negli ultimi cinque mesi, era stata rinchiusa quasi tutti i pomeriggi.
Non sapeva di preciso che cosa l'avesse spinta ad accettare il lavoro che l'uomo pazzo le aveva offerto, ma sapeva di dover cambiare aria, anche se questo comprendeva il ritrovarsi a dare i numeri dietro un bancone dove era stata fino a due stagioni prima.
Tutto quel che sapeva la ragazza appena ventenne, era che doveva cominciare a chiarirsi le idee su cosa fare nella vita. Sperava di cambiare un po' , visto che non aveva neppure amici con cui uscire. Sperava in un miracolo, che magari sarebbe avvenuto proprio in quella serata.
Così, assorta nei suoi pensieri, non si era resa conto di aver superato la porta di casa di almeno una ventina di metri. Sbatté la mano sulla sua fronte e tornò indietro.
Una volta a casa, si lanciò sul divano guardando l'ora, le 17.55. E i suoi occhi si chiusero.

***


Intorno alle 19, sul cellulare di Korra apparì un messaggio da un numero sconosciuto. Deve essere il messaggio di Varrick.

Buonasera signorina Waters, ecco tutto ciò che deve sapere riguardo la serata:
-Il locale si chiama “Bending”, si trova esattamente a Fire Street, all'incrocio tra via Red Lion sulla sinistra e Huo Hanzi a destra. Come ben saprai, davanti al locale c'è il Red Lotus Park, perciò non puoi sbagliare luogo.
Cerca di essere qui per le 20, ti spiegheremo tutto quel che dovrai fare a lavoro.
Abbigliamento libero, comunque adatto all'ambiente. Portati del coraggio, Varrick ti farà sudare parecchio in serata.”

...Preoccupante pensò, prima di prepararsi. Scelse di indossare una camicia bianca assieme ad un paio di jeans, sneakers alte di colore blu e bianco. Lasciò i suoi lunghi capelli castani sciolti legati solo ai lati, per evitare di avere tutti i ciuffi davanti gli occhi, con due nastri sempre di colore blu.
Circa venti minuti dopo uscì di casa e corse verso il locale. Era un po' distante dal suo appartamento, ma adorava uscire per la città, soprattutto verso quell'ora, quando il sole era già basso ed erano appena visibili gli ultimi raggi di sole.
La città era molto grande e divisa in cinque Blocchi, perciò ci volle molto a Korra per arrivare al Bending, non conoscendo molto bene il Blocco del Fuoco, a nord ovest del paese. Lei viveva vicino al mare, nel Blocco dell'Acqua, a sud.
Camminare per le vie illuminate la faceva perdere nei suoi pensieri. Le strade erano sempre piene di artisti che tentavano di ricevere degli yuan. Quando era libera, amava farlo anche lei, soprattutto per osservare le facce meravigliate delle persone che si fermavano ad ammirarla a bocca aperta. Si era fermata per un momento a guardare un ragazzo ballare la breakdance insieme ad un suo gruppo di amici. Per un momento aveva avuto voglia di aggiungersi a loro, ma con quegli abiti era difficile non sporcarsi.
Il suono di una campana che avvisava che erano le 19.45 la riportò alla realtà.
Rendendosi conto di essere un po' in ritardo e che mancavano pochi minuti all'orario stabilito, la ragazza affrettò il passo, ma persa ancora nei suoi pensieri, arrivata vicino al Bending si tuffò in mezzo alla strada per attraversare...ed essere quasi investita da un'automobile.
Korra, avendo visto i fari dell'auto solo all'ultimo secondo, si lanciò a terra per cercare di evitare di essere presa sotto.
“Ehi guarda dove vai!” le urlò un ragazzo dai capelli corti e neri e gli occhi dorati.
“Già, guarda dove va-oh woah.” esclamò il ragazzo seduto sul sedile accanto, dagli occhi verdi.
I due ragazzi si fermarono un momento e scesero dall'auto per controllare che la ragazza stesse bene. Il ragazzo più alto l'aiutò ad alzarsi e nell'incrociare i suoi occhi azzurri come il cielo arrossì un po'. Non aveva voglia di lasciare andare il suo braccio, in quel momento pensava di aver preso un bel colpo di fulmine. “Scusa non ti avevamo vista...” borbottò per poi essere subito interrotto da un'improvviso urlo di una Korra infuriata “DOVE STAVATE GUARDANDO VOI?! A QUANTO CAZZO ANDAVATE PER AVERMI QUASI INVESTITA?”
“S-scusami, non volevo, davvero” rispose il ragazzo sotto le risate soffocate del fratello lì accanto “Posso fare qualcosa per sdebitarmi?”
“Magari non in questo momento. Vado di fretta, devo entrare in quel locale e prepararmi a lavorare per stasera” rispose la ragazza, sistemandosi gli abiti e guardando i due ragazzi che dovevano avere più o meno la sua età.
“Tu lavori al Bending? Abbiamo ricevuto l'invito del proprietario a partecipare alla festa di inaugurazione questa sera. Ci possiamo vedere lì, magari ti offro un drink” propose il ragazzo.
“Se tu fossi al mio posto, potresti offrirmi un drink. Sono io che sto dietro il bancone!” rise un po' prima di voltarsi e fare per andarsene nel locale.
“Aspetta!”
“Ci vediamo stasera, cerca di non investire altra gente!”
“Posso chiederti il tuo nome?” chiese infine il ragazzo.
“Korra. Mi chiamo Korra Waters. E ora devo proprio andare” concluse avviandosi.
“Io sono Ma...ko...okay...” non fece in tempo a ripondere che si ritrovò il braccio del fratello intorno al collo. “Oh oh, qualcuno qui ha appena ricevuto una freccia di Cupido dritta dritta al cuore!” “Zitto Bolin. Andiamo a mangiare qualcosa e a cambiarci, dobbiamo anche passare a prendere Asami.”
E anche i due fratelli tornarono al loro da farsi.

***

Uscì dalla doccia canticchiando. Forse aveva davvero bisogno di dormire un po' e di una doccia un po' prolungata, proprio come aveva fatto intuire Bolin al telefono qualche ora prima. Ecco, forse fare un triplo salto mortale all'indietro era un po' più complesso di quel che sembrava, così come giocare a scacchi con il cane del vicino. Ma intanto era riuscita a rilassarsi.
Asami si diresse nella sua enorme stanza per decidere cosa indossare quella sera. Non aveva nulla in programma, neppure di trovarsi un ragazzo o una ragazza per la serata, ma pensò semplicemente a volersi distrarre un po' e divertirsi. Ne aveva bisogno, soprattutto per tutto lo stress accumulato negli ultimi tempi. Optò per un paio di pantaloni neri stretti, stivali dello stesso colore e una camicetta rossa, accompagnata da una giacca di una tonalità un po' più scura. Proprio mentre si stava truccando, il suo cellulare suonò per avvisarla di un messaggio appena arrivato.
Ti passiamo a prendere tra una ventina di minuti, fatti trovare pronta!”
Controllò l'ora. Le 22. Non si era resa conto che fosse così tardi, così si affrettò a truccarsi.
Venti minuti dopo precisi, qualcuno suonò al campanello, segno che i due ragazzi erano arrivati. Per Asami era strano continuare ad uscire con il suo ex ragazzo e suo fratello, ma non era un problema. O meglio, non sapeva se quello fosse un problema per lei o meno visto che Mako e Bolin erano stati i suoi unici amici vicini e che poteva considerare come tali.
“Era ora!” esclamò il ragazzo più muscoloso “quanto ancora volevi farci aspettare? Sei pronta a fare baaaaaldoria?”
La ragazza sorrise salendo in auto e salutando i due ragazzi.
“Guai a voi se vi ubriacate stasera, io non ho voglia di riaccompagnarvi a casa e mettervi a letto!”
I due si guardarono e scoppiarono a ridere.
“Forse sarai te quella da tenere a bada. Ho sentito che in quel posto ci sono molti bei ragazzi e belle ragazze. Circa un paio d'ore fa ne abbiamo quasi investita una, sembrava andare piuttosto di fretta verso il locale!” concluse Mako prima di accendere la macchina ed avviarsi verso il luogo.
“Non ho intenzione di combinare niente io” ribatté Asami “anzi, io resterò perfettamente sobria tutta la serata. Non avevo neppure intenzione di uscire, e così deve essere. Ho solo intenzione di sedermi magari vicino al bancone, scambiare un paio di parole con il solito vecchietto che lavora al bar e poi andarmene tranquilla a dormire a casa. Domani mattina ho degli amministratori da bacchettare.” concluse, guardando fuori dal finestrino dell'auto di Mako e perdendosi nuovamente nei suoi pensieri.
“Cooome preferisci” le disse Bolin con tono spiritoso se solo sapessi che non c'è il solito vecchietto noioso a lavorare dietro il bancone! E poi sussurrò al fratello maggiore “lo sai già come finirà la serata, sì? Io non la reggo, me ne andrò a cercare qualche bella ragazza in giro mentre tu...tu... tu farai quel che farai” guardò di nuovo Asami e poi fece l'occhiolino a Mako “Soprattutto con quella ragazza di prima.”
Il ragazzo più grande rise. Solo dopo qualche minuto si fermò e parcheggiò dicendo Signorino, Signorina, siamo giunti a destinazione scherzando.

***

Note dell'Autrice: Ma se avessi scritto autore sarebbe stata l'auto di un re? ...
...Okay no.
Buonasera/Buongiorno/Buonanotte? a chiunque stia leggendo e a che ora sta leggendo questa storia. Il mio nome è...uhm...credo di essermelo dimenticata. Ma potete tranquillamente chiamarmi Ice. Come potete vedere, sono una ragazza (no dai, davvero?) che ama scrivere fanfiction. Sì questo probabilmente è il mio ennesimo account su questo sito, ma purtroppo sono così idiota da dimenticare sia nickname che password che email per ogni account. E avendo ritrovato questo profilo, ho deciso di usarlo e cominciare a scrivere sulla mia attuale fissa e serie tv/cartone preferito: The Legend of Korra. Forse l'introduzione non è proprio buona, ma mi girava l'idea da molto tempo e mi sono detta "perché non scrivere una fanfiction?" e insomma...ecco la fanfiction! Vorrei precisare che la storia sarà principalmente concentrata sulla mia otp, la Korrasami. Perché quelle due sono dannatamente belle insieme. E io insomma, vorrei trovare una ragazza come una delle due ma questi sono dettagli completamente irrilevanti riguardo la storia.
Altro punto da analizzare: il cognome di Korra. Mi sembrava troppo scontato darle come cognome Avatar. Ma probabilmente è meglio così. Se commentate, vi prego, aiutatemi. E' meglio l'originalissimo Waters o l'altro molto poco originale Avatar?
Sto continuando a scrivere cazzate su cazzate per togliere un po' l'ariaccia creata dalla fanfiction, soprattutto nel primo pezzo e l'ultimo. Ma nel complesso, per essere un'introduzione, sono abbastanza soddisfatta. Fatemi sapere se vi piace o meno, se vi fa schifo e vi ha mandato in bagno è un buon segno. La mia storia è utile a qualcosa!
E con questo beh...posso solo dirvi che aggiornerò sempre il prima possibile, il prossimo capitolo è già a metà. Ma soprattutto spero che vi piaccia. 
Alla prossima!
Ice

  
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